martedì 2 febbraio 2021

... Egitto ...

La mamma di Giulio Regeni, ha descritto con impressionante lucidità l’Egitto, un Paese in cui da esattamente 7 anni il generale Al Sisi è al potere: un potere conquistato con la forza, mantenuto con la violenza e che forse proseguirà col terrore. Il suo destino inizia a compiersi a febbraio 2011, con la primavera araba. Sull’onda delle proteste in Tunisia, al Cairo moltissime persone scendono in piazza contro il regime di Hosni Mubarak, il presidente che negli ultimi 30 anni aveva controllato ogni aspetto del Paese, represso ogni dissenso e ogni movimento islamista. Dopo altre proteste, e quella che viene chiamata la «controrivoluzione», nel Paese si tengono finalmente le prime elezioni dalla caduta del regime, vinte dal movimento politico-religioso dei Fratelli Musulmani. Il loro esponente Mohamed Morsi diventa presidente. Ma è un regno breve. Nel 2013 in Egitto si tiene un nuovo colpo di Stato. L’esercito egiziano guidato dal generale Abdel Fattah al Sisi prende il potere, destituisce e arresta Morsi e annuncia la sospensione della Costituzione. Al Sisi, nuovo presidente, mette di fatto in piedi un regime autoritario simile a quello del suo predecessore Mubarak. In questi anni, ha fatto arrestare decine di esponenti dei Fratelli Musulmani; ottenuto il pieno controllo dei media; represso ogni forma di protesta e censurato centinaia di siti internet. Da ultimo, ha controllato interamente il processo elettorale (alle ultime elezioni ha ottenuto il 97% dei voti). Qualche mese fa ha fatto approvare al parlamento una modifica della Costituzione che gli permetterà di restare in carica fino al 2030. Quanto al caso Regeni, il Presidente e le istituzioni del suo Paese continuano a non collaborare con le autorità italiane per fare luce sull’assassinio. Qualche giorno fa il premier Conte ha finalizzato l’accordo di vendita da parte dell’Italia al Cairo di tre fregate in cambio di 1,2 miliardi di euro. A chi lo accusava di aver abbandonato ogni speranza di verità in cambio d’affari, Conte ha risposto che al contrario, lo strumento per ottenere risultati è quello di «intensificare» le relazioni con l’Egitto, anziché interromperle. #GiulioRegeni #PatrickZaky #Egitto

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