venerdì 6 luglio 2012
... da LeG ...
La questione Rai e la babele nei partiti
L'incontro a Roma tra Bersani e le associazioni e l'analisi di Arturo Meli
La vicenda Rai è paradigmatica. Mostra come il conflitto d’interessi non sia entrato in letargo, ma sia tuttora vivo e vegeto. Il berlusconismo è in crisi ma sui temi della giustizia e della comunicazione non è disposto a fare nessun passo indietro. Infatti il centrodestra mantiene la sua maggioranza nel Cda Rai, facendo espellere un suo parlamentare “infedele”, che aveva esercitato nel voto la propria autonomia, e si prepara a sfruttare il riuscito colpo di mano. Berlusconi chiama e il presidente del Senato, Schifani, risponde. E, mentre era finalmente fumata bianca per l'elezione dei 7 membri in Consiglio d'amministrazione, a Roma il segretario Bersani incontrava le associazioni che avevano suggerito al Pd i nomi di Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi. In rappresentanza di LeG erano presenti Massimo Marnetto, coordinatore del circolo di Roma e Costanza Firrao della segreteria nazionale. Il clima è quello di trovare un metodo di scambio e collaborazione che possa contribuire a quel rinnovamento della politica che LeG chiede da tempo, non soltanto al Pd.
Il centrodestra è in stato confusionale, ma anche nel Pd e nel centrosinistra è caos. A cominciare dal balletto avviato dall’intervista di D’Alema sulla “continuità” della prossima legislatura con l’esterienza del governo Monti. Su questo tema, nel volgere di pochi giorni, gli esponenti del Pd hanno detto tutto e il contrario di tutto. Sconta, il Partito democratico, a questo punto, le ambiguità delle sue origini, l’iniziale timidezza sul piano della manovra, della proposta, delle idee.
Le riforme costituzionali
Il punto di Francesco Palladino
Il 'treno' delle riforme costituzionali è avviato su un binario morto, anzi, è lanciato verso il nulla, verso il vuoto. Meglio così, diciamolo francamente. Le norme che mutano in modo radicale e totale la forma dello Stato e di governo (fine del bicameralismo perfetto, Senato federale, elezione popolare diretta del Capo dello Stato, più poteri per il premier) hanno l'obiettivo di demolire la Costituzione in vigore, in modo insensato e privo di coerenza, come hanno osservato i più autorevoli giuristi italiani (Pace, De Siervo, Balboni). Cui si aggiunge anche il severo giudizio di Lorenza Carlassare, che in un articolo sul Manifesto critica i cosiddetti “apprendisti stregoni del presidenzialismo”. La sentenza sulla Diaz
La riflessione di Loredana Biffo
Il verdetto della Cassazione in merito alla violenza di Stato, perpetuata ai danni di persone che si trovavano totalmente indifese e in uno stato di evidente inferiorità all'interno della scuola Diaz la notte del 21 luglio 2011, deve necessariamente indurre il paese, nonché la politica, a prendere finalmente in considerazione una riforma profonda delle forze dell'ordine, in una direzione democratica.
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