lunedì 30 aprile 2012
...inevitabile... forse!...
...il primo incontro è andato bene, domani ci rivedremo e passeremo il 1° maggio insieme, maggio dunque inizia bene? forse... ed il forse è d'obbligo per questi primi passi accanto ad Alexandra...
...da LeG...
La Costituzione degli sherpa
La presidenza di LeG
Apprendiamo da una intervista all’Unità dell’on. Luciano Violante che “entro maggio ci sarà il voto del senato sulla riforma costituzionale”, che gli stessi autori chiamano “riforma degli sherpa”: di coloro cioè che avrebbero molto faticato per consentire alle vecchie istituzioni italiane di raggiungere vette di modernità e democrazia mai raggiunte prima.
Riformare le coscienze non la Costituzione
L'analisi di Lorenza Carlassare
Le riforme costituzionali dovrebbero venire introdotte di fronte al manifestarsi di difficoltà di funzionamento del sistema al fine preciso e limitato di eliminarne le cause. Ridare dignità e potere al Parlamento dovrebbe essere il primo obiettivo. Invece no, l’obiettivo dichiarato del progetto di riforma presentato il 18 aprile è il rafforzamento del Governo.
Ma l’austerità produce ripresa economica?
Il punto sulla crisi di Roberto Vacca
Per rilanciare l’economia non servono più tasse, ma più equità e creazione di posti di lavoro che si ottiene con investimenti privati e pubblici. Il PIL consiste in Consumi + Investimenti + Spese Governative. Dovrebbe essere ovvio che: chi non guadagna non consuma – se non si investe, non si acquista mercato e non si crea lavoro. Se i governi non investono, manca un fattore essenziale della crescita.
La scuola di Modena
Iscrizioni ancora in corso per la scuola dedicata al “Welfare nella morsa della crisi” che si terrà il 26 e 27 maggio. Affrettatevi, i posti sono limitati!
Le iniziative
Di 20 anni dopo Mani Pulite (Non è un paese per onesti) si discute venerdì 27 aprile a Piombino, con Piercamillo Davigo, giudice Consigliere Suprema Corte di Cassazione, ex magistrato pool Mani Pulite e Nunzia Penelope, giornalista, autrice del libro “Soldi rubati.
Guarda il lavoro dei circoli nei prossimi giorni.
Associazione Libertà e Giustizia
viale Col di Lana 12 - 20136 Milano MI
tel 0245491066 - fax 0245491067
info@libertaegiustizia.it - www.libertaegiustizia.it
venerdì 27 aprile 2012
...first of the year...
...per questo post "rubo" una delle canzoni preferite da A.H.R. per l'incontro che avrò domani... il primo incontro "serio" dell'anno... e speriamo in bene...
mercoledì 25 aprile 2012
...un 25 aprile di nuvole e noia...
... anche il mese di aprile si avvia alla sua conclusione, non aggiungendo alcunché al disperante vuoto di questo inizio d'anno, e questo giorno di festa è un buon esempio di tempo passato in solitudine, nella semioscurità del mio appartamento, tra una lettura distratta ed un pisolino sul divano, in attesa di "non si sa che cosa", un "qualcosa" che tarda ad arrivare, e che molto probabilmente non arriverà mai...
sabato 21 aprile 2012
...forza Penny!...
...si lo so, hai anche tu i tuoi annetti... 16...sono tanti, ma puoi stare ancora un po' con noi, forza Penny!...
venerdì 20 aprile 2012
...da LeG...
Grazie a tutti gli iscritti vecchi e nuovi. LeG, per incidere sempre di più nel dibattito sociale e politico del Paese, ha bisogno del vostro sostegno.
Partiti, democrazia, antipolitica
Lo speciale
Partiti , democrazia, antipolitica: il dibattito, in questi ultimi giorni si è fatto rovente. I recenti scandali sui finanziamenti hanno scatenato all’interno dei partiti risse, epurazioni e rese di conti. La fiducia nei loro confronti è al minimo storico. E, come dice Gustavo Zagrebelsky: “il sistema attuale sembra fatto apposta per spegnere le energie, promuovere il conformismo, premiare l’ubbidienza. C’è da stupirsi se nei partiti si formano giri di potere per il potere? E se il distacco, e qualche volta il disgusto nei loro confronti cresce?”. LeG da anni, da mesi chiede una svolta, ma i partiti, incluso il PD, ben poco ascolto hanno dato alle nostre preoccupazioni e richieste di rinnovamento. Visita lo speciale, i nostri documenti e la rassegna stampa dedicati al tema.
La Scuola di Modena
Il Welfare nella morsa della crisi
Aperte fino al 30 aprile le iscrizioni alla scuola formazione di Modena, curata dal prof. Paolo Bosi. Si analizzeranno i modelli storici dello stato sociale e particolare attenzione sarà dedicata ai giovani, ai minori e agli immigrati. La scuola si avvale come sempre di docenti di prestigio e riconosciuta competenza e quest'anno torna per la serata di discussione con gli studenti, il sottosegretario al Ministero del Lavoro, delle Politiche Sociali e delle Pari Opportunità del governo Monti, Maria Cecilia Guerra, una delle fondatrici delle Scuola di Modena di LeG sulle politiche di genere.
Il lavoro dei circoli
A Roma il dibattito sulla Rai
“Voi dite: la Rai che vogliamo. E’ poco, dobbiamo dire la Rai che pretendiamo, che ci spetta”, così Giovanni Valentini nell'incontro organizzato giovedì 19 a Roma. Insieme a Tana de Zulueta si è parlato anche di frequenze, esempio plastico di come l’Italia sia ancora avvolta dal conflitto d’interessi, che vede posizioni dominanti opporsi a qualsiasi scelta di pluralismo dell’informazione.
Dopo vent’anni anni cosa è cambiato?
Seravezza (Lu), sabato 21 aprile: una giornata per non dimenticare. Il circolo versiliese di LeG, nel ventennale della morte di Falcone e Borsellino, organizza un seminario di incontri e dibattiti.
Associazione Libertà e Giustizia
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Partiti, democrazia, antipolitica
Lo speciale
Partiti , democrazia, antipolitica: il dibattito, in questi ultimi giorni si è fatto rovente. I recenti scandali sui finanziamenti hanno scatenato all’interno dei partiti risse, epurazioni e rese di conti. La fiducia nei loro confronti è al minimo storico. E, come dice Gustavo Zagrebelsky: “il sistema attuale sembra fatto apposta per spegnere le energie, promuovere il conformismo, premiare l’ubbidienza. C’è da stupirsi se nei partiti si formano giri di potere per il potere? E se il distacco, e qualche volta il disgusto nei loro confronti cresce?”. LeG da anni, da mesi chiede una svolta, ma i partiti, incluso il PD, ben poco ascolto hanno dato alle nostre preoccupazioni e richieste di rinnovamento. Visita lo speciale, i nostri documenti e la rassegna stampa dedicati al tema.
La Scuola di Modena
Il Welfare nella morsa della crisi
Aperte fino al 30 aprile le iscrizioni alla scuola formazione di Modena, curata dal prof. Paolo Bosi. Si analizzeranno i modelli storici dello stato sociale e particolare attenzione sarà dedicata ai giovani, ai minori e agli immigrati. La scuola si avvale come sempre di docenti di prestigio e riconosciuta competenza e quest'anno torna per la serata di discussione con gli studenti, il sottosegretario al Ministero del Lavoro, delle Politiche Sociali e delle Pari Opportunità del governo Monti, Maria Cecilia Guerra, una delle fondatrici delle Scuola di Modena di LeG sulle politiche di genere.
Il lavoro dei circoli
A Roma il dibattito sulla Rai
“Voi dite: la Rai che vogliamo. E’ poco, dobbiamo dire la Rai che pretendiamo, che ci spetta”, così Giovanni Valentini nell'incontro organizzato giovedì 19 a Roma. Insieme a Tana de Zulueta si è parlato anche di frequenze, esempio plastico di come l’Italia sia ancora avvolta dal conflitto d’interessi, che vede posizioni dominanti opporsi a qualsiasi scelta di pluralismo dell’informazione.
Dopo vent’anni anni cosa è cambiato?
Seravezza (Lu), sabato 21 aprile: una giornata per non dimenticare. Il circolo versiliese di LeG, nel ventennale della morte di Falcone e Borsellino, organizza un seminario di incontri e dibattiti.
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giovedì 19 aprile 2012
martedì 17 aprile 2012
...ciao Rex...
...e così te ne sei andato eh, Rex, un ultima corsa, e poi le cure disperate e senza esito dei tuoi padroni... grazie per la compagnia che ci hai fatto tante volte, a me ed a Elisa, anche se Tommy sbuffava un po'... non ti dimenticherò mai, ed ora fa un po' di compagnia a lei, lassù...
venerdì 13 aprile 2012
...da LeG...
Il Welfare nella morsa della crisi
La scuola di Modena
Il 26 e 27 maggio al via la IV edizione della Scuola di Modena curata dal prof. Paolo Bosi dal titolo “Il Welfare nella morsa della crisi”.
Si affronterà lo studio delle caratteristiche evolutive del sistema di welfare del nostro Paese dopo la grande crisi iniziata nel 2007 e che ancora imperversa. La scuola si avvale come sempre di docenti di prestigio e grande competenza quali, tra gli altri, Massimo Baldini, Tindara Addabbo, Antonella Picchio e lo stesso Paolo Bosi. Particolare attenzione sarà dedicata ai giovani, ai minori e agli immigrati. Le iscrizioni sono aperte!Finanziamenti ai partiti
Il punto di LeG: Dopo la frana, chi vincerà la partita?
Continuiamo a parlare di finanziamenti ai partiti, di corruzione della politica. La presidenza di LeG sottolinea che il problema del finanziamento pubblico ai partiti sta sollevando la rabbia dei cittadini chiamati a sacrifici umanamente intollerabili. E dopo la rabbia, dopo la irresponsabile soddisfazione degli agitatori di popolo, cosa ci aspetta?
L'ennesimo gioco di prestigio
L'analisi di Arturo Meli
Dopo l'approvazione della “Commissione per la trasparenza e il controllo”, resta la questione della cascata di soldi pubblici che sommerge i partiti e genera corruzione. I controlli, la trasparenza sono misure urgenti. Ma ancora più urgente è una drastica riduzione delle somme che continuano a circolare.
Semestre bianco: Napolitano non sarà "dimezzato"
L'approfondimento di Francesco Palladino
Ma davvero durante il semestre bianco non si possono sciogliere le Camere?
Qualcuno dovrebbe avvertire i deputati che è in vigore da ventuno anni un nuovo articolo 88 della Costituzione.
I circoli di LeG
Numerose le attività organizzate dai nostri circoli per i prossimi giorni, da Firenze a Torino, da Roma a Grosseto. Non perdete i prossimi appuntamenti!
In via di apertura nuove sedi a Lecce, Termoli e Brindisi.
Associazione Libertà e Giustizia
viale Col di Lana 12 - 20136 Milano MI
tel 0245491066 - fax 0245491067
info@libertaegiustizia.it - www.libertaegiustizia.it
La scuola di Modena
Il 26 e 27 maggio al via la IV edizione della Scuola di Modena curata dal prof. Paolo Bosi dal titolo “Il Welfare nella morsa della crisi”.
Si affronterà lo studio delle caratteristiche evolutive del sistema di welfare del nostro Paese dopo la grande crisi iniziata nel 2007 e che ancora imperversa. La scuola si avvale come sempre di docenti di prestigio e grande competenza quali, tra gli altri, Massimo Baldini, Tindara Addabbo, Antonella Picchio e lo stesso Paolo Bosi. Particolare attenzione sarà dedicata ai giovani, ai minori e agli immigrati. Le iscrizioni sono aperte!Finanziamenti ai partiti
Il punto di LeG: Dopo la frana, chi vincerà la partita?
Continuiamo a parlare di finanziamenti ai partiti, di corruzione della politica. La presidenza di LeG sottolinea che il problema del finanziamento pubblico ai partiti sta sollevando la rabbia dei cittadini chiamati a sacrifici umanamente intollerabili. E dopo la rabbia, dopo la irresponsabile soddisfazione degli agitatori di popolo, cosa ci aspetta?
L'ennesimo gioco di prestigio
L'analisi di Arturo Meli
Dopo l'approvazione della “Commissione per la trasparenza e il controllo”, resta la questione della cascata di soldi pubblici che sommerge i partiti e genera corruzione. I controlli, la trasparenza sono misure urgenti. Ma ancora più urgente è una drastica riduzione delle somme che continuano a circolare.
Semestre bianco: Napolitano non sarà "dimezzato"
L'approfondimento di Francesco Palladino
Ma davvero durante il semestre bianco non si possono sciogliere le Camere?
Qualcuno dovrebbe avvertire i deputati che è in vigore da ventuno anni un nuovo articolo 88 della Costituzione.
I circoli di LeG
Numerose le attività organizzate dai nostri circoli per i prossimi giorni, da Firenze a Torino, da Roma a Grosseto. Non perdete i prossimi appuntamenti!
In via di apertura nuove sedi a Lecce, Termoli e Brindisi.
Associazione Libertà e Giustizia
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...due anni fa, il giorno dopo...
...si, il giorno dopo semplicemente perché ieri mi è toccata la solita corsa da mia madre, con ritorno a casa alle dieci, e con ancora i piatti da lavare...a quel punto avevo solo voglia di stendermi un po' sul divano, circondato dai miei amati gatti...
...ed oggi, in un giorno pieno di nuvole, il mio pensiero inevitabilmente corre a quel tragico punto di svolta della mia vita, a quell'equilibrio spezzato ed a tutt'oggi non ancora ricostruito... non penso al futuro, mi fa paura pensarci, ne ho terrore, ed ora si, vivo, anzi mi lascio vivere alla giornata...
...ed oggi, in un giorno pieno di nuvole, il mio pensiero inevitabilmente corre a quel tragico punto di svolta della mia vita, a quell'equilibrio spezzato ed a tutt'oggi non ancora ricostruito... non penso al futuro, mi fa paura pensarci, ne ho terrore, ed ora si, vivo, anzi mi lascio vivere alla giornata...
lunedì 9 aprile 2012
...sacrifice...
...con oggi passano in archivio i primi 100 giorni di questo nuovo anno, e non si può dire che il bilancio sia positivo...mi spiace contraddire le mie precedenti affermazioni ma mi è venuta meno la voglia di lottare e di sperimentare, con la totale certezza di ritrovarmi ogni volta con un nulla di fatto...evidentemente mancano le condizioni per aspirare ad un minimo risultato...getto la spugna quindi e sto alla finestra ad osservare la mia vita scorrere via veloce, prima o poi questo ridicolo filmato avrà il suo "the end"...
sabato 7 aprile 2012
... et maintenant...
----------------------------------------------
Et maintenant que vais-je faire
de tout ce temps que sera ma vie
de tous ces gens qui m'indiffèrent
maintenant que tu es partie.
Toutes ces nuites, pourquoi pour qui
et ce matin qui revient pour rien
ce coeur qui bat, pour qui, pour quoi
qui bat trop fort, trop fort.
Et maintenant que vais-je faire
vers quel néant glissera ma vie
tu m'as laissé la terre entière
mais la terre sans toi c'est petit.
Vous, mes amis, soyez gentils
vous savez bien que l'on n'y peut rien
même paris crève d'ennui
toutes ses rues me tuent.
Et maintenant que vais-je faire
je vais en rire pour ne plus pleurer
je vais brûler des nuits entières
au matin je te haïrai
et puis un soir dans mon miroir
je verrai bien la fin du chemin
pas une fleur et pas de pleurs
au moment de l'adieu
Je n'ai vraiment plus rien à faire
je n'ai vraiment plus rien........
...una canzone perfetta per me, in questo momento e che dedico alla mia Elisa...
"Et maintenant que vais-je faire
vers quel néant glissera ma vie"
venerdì 6 aprile 2012
...da LeG...
la Repubblica
Cambiamo quella legge
5 aprile 2012 - 3 Commenti »
Stefano Rodotà
Che cosa alimenta ogni giorno l´antipolitica, la fa crescere, la fa divenire un elemento che struttura la società e il sistema politico, che allontana i cittadini dall´idea stessa di partecipare alle elezioni, come dimostrano rilevazioni e sondaggi? Lo sappiamo, i fatti sono ormai da troppo tempo sotto gli occhi di tutti. E´ un viluppo di corruzione e privilegi, di uso privato di risorse pubbliche e di spudorata impunità, che è divenuto sempre più stringente, che soffoca una democrazia in affanno e ne aggrava una crisi già drammatica. Ed è proprio la politica, vittima di questa deriva, a farsene complice, comportandosi come se non fossimo di fronte ad una emergenza devastante, perché essa stessa ha finito con il radicarsi sul terreno concimato da un finanziamento pubblico ai partiti che ha tradito le sue ragioni ed è divenuto veicolo di nuove opportunità corruttive, di diffusione dell´illegalità.
A questi argomenti, o piuttosto constatazioni, si oppongono risposte indignate e virtuose. Basta con i moralismi, non si può fare d´ogni erba un fascio, non tutti i partiti sono allo stesso modo coinvolti negli scandali, i politici corrotti sono una minoranza. Ma queste sono parole ormai consumate, che suonano false. I politici onesti, i partiti che fanno certificare i loro bilanci non possono limitarsi ad essere i custodi della loro virtù. Essi, più d´ogni altro, hanno il dovere di agire, di pretendere un radicale mutamento, poiché non si può certo chiedere ai corrotti d´essere i protagonisti di una simile stagione.
Questi sono tempi di scoperte quotidiane dei modi fantasiosi in cui viene usato il denaro pubblico destinato ai partiti. Abbiamo conosciuto una nuova figura sociale, quella del tesoriere/faccendiere, sciolto da ogni vincolo, legittimato ad ogni impudicizia, milite ignoto per i leader dei partiti. Da lui si ritraggono, o meglio fingono di ritrarsi, i sodali di ieri. Ladri, pecore nere – questo sarebbero. E la responsabilità penale, come vuole la Costituzione, è e deve rimanere personale, non può contaminare gli altri dirigenti, gli onesti militanti. E così, per l´ennesima volta, viene eluso il nodo della responsabilità politica, che è assai diversa da quella penale, e ci si sottrae all´obbligo di mosse politiche impegnative, che avviino da subito quel tanto di rigenerazione di politica e partiti ancora possibile.
È di ieri la notizia che la commissione sulle retribuzioni di parlamentari e amministratori pubblici, affidata al presidente dell´Istat Enrico Giovannini, si è arresa, ha rimesso il suo mandato e ha invitato la politica a prendersi le sue responsabilità. Dal Governo è venuta la prevedibile risposta burocratica: «Proseguirà la propria azione nell´obiettivo di giungere ad una razionalizzazione dei trattamenti retributivi in carico alle amministrazioni pubbliche». E il Parlamento, e i partiti? Si rendono conto che l´uscita di scena di quella commissione non fa nascere un problema, ma è la caduta di un alibi? Il tempo è scaduto. Una agenda politica responsabile deve avere in cima la questione del finanziamento pubblico. In Parlamento sono state presentate molte proposte di legge, che qui non è possibile discutere nei dettagli. Ma è urgente una risposta immediata, anche nella forma di una disciplina transitoria, che blocchi definitivamente assurdità come il denaro a partiti inesistenti, ridimensioni radicalmente l´ammontare del finanziamento, imponga severissime regole di gestione e sanzioni penali adeguate. Un ceto politico con un minimo rispetto per se stesso, che aspiri ad una sopravvivenza rispettabile, o fa subito questo o è destinato ad essere giustamente sommerso dal discredito. E tuttavia anche questa mossa non basterebbe in assenza della nuova normativa sulla corruzione, oggi impantanata e per la quale il Governo non ha impiegato un grammo di quella energia spesa nella battaglia ideologica sull´articolo 18, pur sapendo che la corruzione è un vero freno agli investimenti e allo sviluppo. L´invito alla trasparenza del Presidente della Repubblica cade al momento giusto. E dovrebbe indurre ad uscire dagli opposti estremismi che hanno contribuito a far degenerare la questione del finanziamento pubblico. A chi difendeva un finanziamento pubblico senza se e senza ma, infatti, si è opposta la pericolosa suggestione di un finanziamento tutto privato. Certo, un referendum abrogativo del finanziamento pubblico è stato colpevolmente aggirato e sono stati ignorati proprio gli inviti ad abbandonare un sistema che impediva nella sostanza ogni controllo sui bilanci dei partiti (ricordo le accuse di moralismo rivolte negli anni ‘80 a Gustavo Minervini e ai deputati della Sinistra Indipendente che insistevano testardamente su questo tema). Ma una politica tutta affidata solo al contributo dei privati è fatalmente destinata alla dipendenza del potere economico, alla creazione di diseguaglianze. Questo tema è stato affrontato mille volte, ed è all´origine delle discipline sul finanziamento pubblico esistenti quasi ovunque, accompagnate però anche da limiti severi alle spese elettorali (in Francia Jack Lang perdette il suo seggio all´Assemblea nazionale per aver superato di poco la soglia fissata, mentre in Italia sono state cancellate tutte le pur modeste sanzioni previste dalle leggi). Proprio il costo delle elezioni divora la democrazia, come dimostra il loro vertiginoso accrescersi negli Stati Uniti, dove le nuove opportunità di raccolta di fondi direttamente dai cittadini, rese possibili da Internet, non hanno affatto ridimensionato il potere delle grandi imprese private, favorite da una “liberalizzazione” del finanziamento privato imposta dalla Corte Suprema. Non dimentichiamo che, all´inizio di questo millennio, alcuni senatori americani decisero di non riproporre la loro candidatura, dichiarando che il tempo da dedicare alla ricerca di fondi superava ormai quello dedicato allo svolgimento dei compiti pubblici. Un filosofo liberale, John Rawls, ha proposto che le campagne elettorali dovrebbero essere finanziate solo da fondi pubblici eguali per tutti i candidati, proprio per neutralizzare il potere del denaro. Pur senza accogliere questo suggerimento ragionevole e radicale, è ovvio che sono necessarie forme di incentivazione fiscale del finanziamento privato, accompagnate però da una totale pubblicità del nome d´ogni finanziatore. E non dimentichiamo, tornando a casa nostra, che il Pdl si fonda su una gigantesca fideiussione concessa da Silvio Berlusconi. Chi altri potrebbe fare lo stesso? E come non concludere che chi paga dall´interno diventa padrone del partito e della sua politica? E non dimentichiamo che l´unica opera di difesa della legalità possibile in questa materia viene, ancora una volta, dalla magistratura. Non a caso la sua affidabilità è grandemente cresciuta presso l´opinione pubblica, mentre precipita quella di Parlamento e partiti.
----------------------------------------------------------
3 interventi a “Cambiamo quella legge”
Salvatore Perretta scrive:
6 aprile 2012 alle 10:24
il motivo per cui l’illegalita’ si allarga a macchia d’olio sta proprio nel fatto che si fanno un sacco di chiacchiere al vento senza concludere niente. perche’ non proviamo a immettere una condanna penale certa ,per alcuni reati, di 20 anni e vediamo cosa succede.sicuramente qualcuno avrebbe da ridire:siamo un paese democratico,vorrei capire per chi vista l’impunita’ di cui gode l’illegalita’,e tanti altri discorsetti che alla fine ci portano allo stato in cui siamo.comincio a chiedermi si questi discorsi sono fatti in buona fede o in malafede.
Davide Muratori scrive:
6 aprile 2012 alle 06:46
Errata corrige
Si voleva scrivere :vietando nel contempo la possibilità di ricevere a …
Davide Muratori scrive:
5 aprile 2012 alle 19:49
Cambiare la legge,certo.Troppi soldi ai partiti,nessun tipo di controllo sul loro corretto utilizzo.Il suggerimento di John Rawls(autore di Una teoria della giustizia ) è radicale si,ma ancor prima ragionevole.Una legge che unisse fondi pubblici in quantità limitata uguale per tutti i partiti ,la messa a disposizione di mezzi e luoghi pubblici per la campagna elettorale,vietando nel contempo il divieto di ricevere a qualunque titolo ogni tipo di sovvenzione da parte di privati,senza nessun altro tipo di rimborso elettorale,forse ridurebbe l’interesse di molti per la politica. Ovviamente tutte le spese dovrebbro essere giustificate e i bilanci passati al vaglio di rigorosi controlli.
Cambiamo quella legge
5 aprile 2012 - 3 Commenti »
Stefano Rodotà
Che cosa alimenta ogni giorno l´antipolitica, la fa crescere, la fa divenire un elemento che struttura la società e il sistema politico, che allontana i cittadini dall´idea stessa di partecipare alle elezioni, come dimostrano rilevazioni e sondaggi? Lo sappiamo, i fatti sono ormai da troppo tempo sotto gli occhi di tutti. E´ un viluppo di corruzione e privilegi, di uso privato di risorse pubbliche e di spudorata impunità, che è divenuto sempre più stringente, che soffoca una democrazia in affanno e ne aggrava una crisi già drammatica. Ed è proprio la politica, vittima di questa deriva, a farsene complice, comportandosi come se non fossimo di fronte ad una emergenza devastante, perché essa stessa ha finito con il radicarsi sul terreno concimato da un finanziamento pubblico ai partiti che ha tradito le sue ragioni ed è divenuto veicolo di nuove opportunità corruttive, di diffusione dell´illegalità.
A questi argomenti, o piuttosto constatazioni, si oppongono risposte indignate e virtuose. Basta con i moralismi, non si può fare d´ogni erba un fascio, non tutti i partiti sono allo stesso modo coinvolti negli scandali, i politici corrotti sono una minoranza. Ma queste sono parole ormai consumate, che suonano false. I politici onesti, i partiti che fanno certificare i loro bilanci non possono limitarsi ad essere i custodi della loro virtù. Essi, più d´ogni altro, hanno il dovere di agire, di pretendere un radicale mutamento, poiché non si può certo chiedere ai corrotti d´essere i protagonisti di una simile stagione.
Questi sono tempi di scoperte quotidiane dei modi fantasiosi in cui viene usato il denaro pubblico destinato ai partiti. Abbiamo conosciuto una nuova figura sociale, quella del tesoriere/faccendiere, sciolto da ogni vincolo, legittimato ad ogni impudicizia, milite ignoto per i leader dei partiti. Da lui si ritraggono, o meglio fingono di ritrarsi, i sodali di ieri. Ladri, pecore nere – questo sarebbero. E la responsabilità penale, come vuole la Costituzione, è e deve rimanere personale, non può contaminare gli altri dirigenti, gli onesti militanti. E così, per l´ennesima volta, viene eluso il nodo della responsabilità politica, che è assai diversa da quella penale, e ci si sottrae all´obbligo di mosse politiche impegnative, che avviino da subito quel tanto di rigenerazione di politica e partiti ancora possibile.
È di ieri la notizia che la commissione sulle retribuzioni di parlamentari e amministratori pubblici, affidata al presidente dell´Istat Enrico Giovannini, si è arresa, ha rimesso il suo mandato e ha invitato la politica a prendersi le sue responsabilità. Dal Governo è venuta la prevedibile risposta burocratica: «Proseguirà la propria azione nell´obiettivo di giungere ad una razionalizzazione dei trattamenti retributivi in carico alle amministrazioni pubbliche». E il Parlamento, e i partiti? Si rendono conto che l´uscita di scena di quella commissione non fa nascere un problema, ma è la caduta di un alibi? Il tempo è scaduto. Una agenda politica responsabile deve avere in cima la questione del finanziamento pubblico. In Parlamento sono state presentate molte proposte di legge, che qui non è possibile discutere nei dettagli. Ma è urgente una risposta immediata, anche nella forma di una disciplina transitoria, che blocchi definitivamente assurdità come il denaro a partiti inesistenti, ridimensioni radicalmente l´ammontare del finanziamento, imponga severissime regole di gestione e sanzioni penali adeguate. Un ceto politico con un minimo rispetto per se stesso, che aspiri ad una sopravvivenza rispettabile, o fa subito questo o è destinato ad essere giustamente sommerso dal discredito. E tuttavia anche questa mossa non basterebbe in assenza della nuova normativa sulla corruzione, oggi impantanata e per la quale il Governo non ha impiegato un grammo di quella energia spesa nella battaglia ideologica sull´articolo 18, pur sapendo che la corruzione è un vero freno agli investimenti e allo sviluppo. L´invito alla trasparenza del Presidente della Repubblica cade al momento giusto. E dovrebbe indurre ad uscire dagli opposti estremismi che hanno contribuito a far degenerare la questione del finanziamento pubblico. A chi difendeva un finanziamento pubblico senza se e senza ma, infatti, si è opposta la pericolosa suggestione di un finanziamento tutto privato. Certo, un referendum abrogativo del finanziamento pubblico è stato colpevolmente aggirato e sono stati ignorati proprio gli inviti ad abbandonare un sistema che impediva nella sostanza ogni controllo sui bilanci dei partiti (ricordo le accuse di moralismo rivolte negli anni ‘80 a Gustavo Minervini e ai deputati della Sinistra Indipendente che insistevano testardamente su questo tema). Ma una politica tutta affidata solo al contributo dei privati è fatalmente destinata alla dipendenza del potere economico, alla creazione di diseguaglianze. Questo tema è stato affrontato mille volte, ed è all´origine delle discipline sul finanziamento pubblico esistenti quasi ovunque, accompagnate però anche da limiti severi alle spese elettorali (in Francia Jack Lang perdette il suo seggio all´Assemblea nazionale per aver superato di poco la soglia fissata, mentre in Italia sono state cancellate tutte le pur modeste sanzioni previste dalle leggi). Proprio il costo delle elezioni divora la democrazia, come dimostra il loro vertiginoso accrescersi negli Stati Uniti, dove le nuove opportunità di raccolta di fondi direttamente dai cittadini, rese possibili da Internet, non hanno affatto ridimensionato il potere delle grandi imprese private, favorite da una “liberalizzazione” del finanziamento privato imposta dalla Corte Suprema. Non dimentichiamo che, all´inizio di questo millennio, alcuni senatori americani decisero di non riproporre la loro candidatura, dichiarando che il tempo da dedicare alla ricerca di fondi superava ormai quello dedicato allo svolgimento dei compiti pubblici. Un filosofo liberale, John Rawls, ha proposto che le campagne elettorali dovrebbero essere finanziate solo da fondi pubblici eguali per tutti i candidati, proprio per neutralizzare il potere del denaro. Pur senza accogliere questo suggerimento ragionevole e radicale, è ovvio che sono necessarie forme di incentivazione fiscale del finanziamento privato, accompagnate però da una totale pubblicità del nome d´ogni finanziatore. E non dimentichiamo, tornando a casa nostra, che il Pdl si fonda su una gigantesca fideiussione concessa da Silvio Berlusconi. Chi altri potrebbe fare lo stesso? E come non concludere che chi paga dall´interno diventa padrone del partito e della sua politica? E non dimentichiamo che l´unica opera di difesa della legalità possibile in questa materia viene, ancora una volta, dalla magistratura. Non a caso la sua affidabilità è grandemente cresciuta presso l´opinione pubblica, mentre precipita quella di Parlamento e partiti.
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3 interventi a “Cambiamo quella legge”
Salvatore Perretta scrive:
6 aprile 2012 alle 10:24
il motivo per cui l’illegalita’ si allarga a macchia d’olio sta proprio nel fatto che si fanno un sacco di chiacchiere al vento senza concludere niente. perche’ non proviamo a immettere una condanna penale certa ,per alcuni reati, di 20 anni e vediamo cosa succede.sicuramente qualcuno avrebbe da ridire:siamo un paese democratico,vorrei capire per chi vista l’impunita’ di cui gode l’illegalita’,e tanti altri discorsetti che alla fine ci portano allo stato in cui siamo.comincio a chiedermi si questi discorsi sono fatti in buona fede o in malafede.
Davide Muratori scrive:
6 aprile 2012 alle 06:46
Errata corrige
Si voleva scrivere :vietando nel contempo la possibilità di ricevere a …
Davide Muratori scrive:
5 aprile 2012 alle 19:49
Cambiare la legge,certo.Troppi soldi ai partiti,nessun tipo di controllo sul loro corretto utilizzo.Il suggerimento di John Rawls(autore di Una teoria della giustizia ) è radicale si,ma ancor prima ragionevole.Una legge che unisse fondi pubblici in quantità limitata uguale per tutti i partiti ,la messa a disposizione di mezzi e luoghi pubblici per la campagna elettorale,vietando nel contempo il divieto di ricevere a qualunque titolo ogni tipo di sovvenzione da parte di privati,senza nessun altro tipo di rimborso elettorale,forse ridurebbe l’interesse di molti per la politica. Ovviamente tutte le spese dovrebbro essere giustificate e i bilanci passati al vaglio di rigorosi controlli.
...da LeG...
Comunicato stampa
Politica corrotta: sei punti per ripartire
5 aprile 2012 - 21 Commenti »
Sandra Bonsanti
Oggi si scopre che dietro al mancato rinnovamento dei partiti c’è una questione di soldi. Noi di LeG lo abbiamo detto e denunciato da anni, a costo di sentirci dire che siamo antipolitica. Ma meglio tardi che mai.
Riassumiamo dunque la questione e vediamo da dove si può ripartire.
1) Esiste una somma immensa riservata al finanziamento pubblico dei partiti, anche non esistenti, che ne fanno quello che vogliono.
2) Questo malloppo crea alimenta e solidifica un potere che diventa sempre più cogente mantenere e accrescere.
3) Dunque i partiti tendono a chiudersi a qualunque ipotesi di apertura e rinnovamento attraverso forze e stimoli esterni. Questa politica diventa sempre più lontana dai cittadini e sempre più preoccupata di varare riforme elettorali e costituzionali che assicurino il mantenimento del potere nelle mani di pochissimi. Non si può fare di ogni erba un fascio, perché non tutti rubano e non tutti si arricchiscono anche personalmente.
CHE FARE?
Partiamo dall’emergenza, sapendo che il tempo per grandi disegni e proposte fatte negli anni da singoli politici indipendenti sono state sempre affossati dalle segreterie dei partiti. Si arriva dunque tardi, tardissimo. Elenco alcune cose che potrebbero esser fatte subito, attingendo anche a quelle citate da Stefano Rodotà.
1) Ridimensionare fortemente l’ammontare del finanziamento pubblico e imporre “severissime regole di gestione” e fortissime sanzioni penali.
2) Cancellare immediatamente il finanziamento di partiti che non esistono più o che sono stati colti con le mani nel sacco.
3) Porre limiti eccezionali alle spese elettorali.
4) Lavorare a una disciplina che consenta anche ai privati di contribuire, alla luce del sole e per quantità previste e limitate al finanziamento dei partiti che potrebbero esser indotti a rinnovarsi per ottenere la fiducia del cittadino, il quale otterrebbe in cambio una detrazione fiscale molto più ampia rispetto all’attuale.
5) Porre mano subito a una legge che regoli la democrazia nei partiti, come previsto dall’articolo 49 della Costituzione. E’ questa l’occasione per pensare alla forma che i partiti dovrebbero avere oggi e domani: partiti che non prevedano rendite, doppi incarichi, eredità da trasmettersi alla faccia della democrazia interna. E’ questa la vera riforma che una classe politica così sfiduciata dai cittadini dovrebbe fare, invece di inseguire riforme inutili se non dannose come l’aumento dei poteri del premier.
6) Varare subito una severa e completa legge anticorruzione, senza piegarsi alle mezze misure o alle rinunce imposte da questo o quel partito.
L’elenco può e deve continuare. Ma dobbiamo esser sempre noi della società civile a comporlo? Fino a quando i partiti penseranno di poterci rinfacciare situazioni come quella vergognsa di Calearo, frutto non della società civile (che lo ricordiamo ancora per i sordi: è composta da chi lavora e fa qualcosa per gli altri) ma della scelta di una cattiva politica?
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21 interventi a “Politica corrotta: sei punti per ripartire”
Nina Effemele scrive:
6 aprile 2012 alle 17:11
hi
what else?
ogni giorno assistiamo a nefandezze ormai da parte di tutti coloro che hanno a che fare con il potere.
c’è da fare una legge/non legge sul finanziamento dei partiti che comunque avevamo abolito con un referendum.
più in generale, visto il malcostume ormai manifesto (altro che tangentopoli), ci vuole una legge anticorruzione con le ganasce che bandisca per sempre dalla cosa pubblica e a qualsiasi livello chiunque si macchi di questo crimine
Salvatore Perretta scrive:
6 aprile 2012 alle 16:10
scusate se mi ripeto,il momento e’ delicatissimo,non e’ pensabile restituire il paese alle stesse persone che lo hanno trascinato sull’orlo del baratro.i cittadini seri,quelli che lavorano e pagano,sono veramente sfiduciati,c’e’ bisogno di un gruppo solido ,pratico,con concetti semplici e chiari senza tanti artifizi,perche’ in questi l’illegalita’ ci va a nozze.chi puo’ deve attivarsi e anche presto.liberiamo questo grande paese da chi lo vuole distruggere, diamo una dimostrazione al mondo di cosa e’ capace questo grande popolo.
prof. Giovanni Falcetta scrive:
6 aprile 2012 alle 15:03
Bisogna fare una legge che garantisca anche la democrazia interna ai sindacati, controlli il loro finanziamento e la rendicontazione dei loro bilanci
ugo arcaini scrive:
6 aprile 2012 alle 13:16
Qualche tempo fa il quesito che la Presidenza di L&G aveva posto era “dove andremo a finire dopo la fine dei Partiti Suicidi per disonestà.
Il rapporto diretto tra il popolo italiano assopito da decenni e l’impero economico politico, in assenza del fallito cuscinetto rappresentato dalla “destra & sinistra s.p.a., ci sta conducendo dritti dritti verso un neo fascismo.
Il dramma del finanziamento ai partiti gestito disgustosamente da figuri che nessuno avrebbe mai dovuto incaricare neppure di fare gli autisti di carri bestiame, sta facendo saltare anche l’ultima palpebra dietro cui il popolo italiano sta cercando di far finta di dormire.
Oggi non si può più non reagire.
Ma come fare a reagire in tempo prima che la reazione non diventi a catena.
Dai partiti è veramente complesso attendersi un effettivo cambio di marcia, resteranno ancorati ai loro privilegi, le vere cozze inquinate dal PCB dell’economia.
Quell’economia che attraverso il principio dei vasi comunicanti ha svuotato le nostre tasche ed ha rimpinzato, stante le percentuali, le loro.
Il governo ahimè sta commettendo errori imperdonabili, stante il postulato della indiscussa capacità tecnica, esodati ed Art.18 anche da Barbara Spinelli in un magistrale articolo sulla Repubblica sono considerati errori di “visione”.
Che ruolo ha oggi la borghesia illuminata, quella che si è fatta attrarre dalle bugie di finti imprenditori con il parrucchino o il maglioncino.
E lei che deve riprendere democraticamente in mano la situazione, rifiutando il fez.
Capisca la vera borghesia che non è nella compagine di coloro il cui posto barca non può essere inferiore ai 40 mt., di coloro che la crisi la amano perché mai tanto ricchi diventarono.
Forza ragazze e ragazzi, un brivido rinnovato nella schiena…….partecipiamo adesso , subito, il dopo non c’è più
alessandro bruni scrive:
6 aprile 2012 alle 11:49
Mi rifaccio ad un caso preciso. Quello del Pd. Dicono con fiero risentimento : “Non siamo tutti uguali! Il nostro bilancio è certificato dalla Price Waterhouse Coopers, società che certifica i bilancia anche della Banca d’Italia!…”.
Ma che cippa c’incastra ?
Noi vogliamo sapere non solo da dove arrivano i finanziamenti ma come vengono effettivamente utilizzati, e su disposizione di chi. Tutti i contributi girati dai parlamentari, assessori ed amministratori vari, i profitti che derivano dalle migliaia di Feste (ex Unità) e ora Democratiche…a che cosa servono, dove finiscono. Risposta: per tenere su le strutture del partito.Questo fiume di denaro per alimentare un partito così strutturato, così sconnesso e autoreferenziale …ma ci rendiamo conto?!
sandra bonsanti scrive:
6 aprile 2012 alle 11:40
grazie per i contributi faremo presto il punto sandra
ginotu scrive:
6 aprile 2012 alle 11:06
Credo sia assolutamente problematico che le maggioranze attuali dei partiti, vivi e morti, siano in grado di autoriformarsi secondo criteri di trasparenza e legalità. Basti pensare alla proposta di riforma della legge elettorale elaborata da ABC che prevede il proporzionale puro per evitare apparentamenti pre-elettorali ma sopratutto per annullare l’effetto del voto di protesta o del non voto che ritengano sarà prevalente. Non solo, ad oggi appare problematica l’applicazione dell’art. 49 della costituzione al fine di ottenere partiti politici trasparenti e responsabili tesi agli interessi collettivi e non personali. Infine è necessario ricordare che due giorni fà la Commissione Giovannini sulle retribuzioni dei parlamentari ed amministratori pubblici ha rimesso il proprio mandato per impossibilità ad acquisire informazione utili al proprio lavoro. Il governo Monti appare completamente impaniato per quanto rigurda l’approvazione della legge sulla corruzione e sulla vendita delle frequenze radiotelevisive a causa dei ricatti che subisce. Per uscire da questa situazione o ricorriamo a referendum propositivi o abrogativi oppure diamo vita ad un nuovo movimento/partito che sappia cogliere il disagio crescente dell’opinione pubblica per un rinnovamento certo e profondo di questo paese. L’esempio scaturisce dall’esito dei referendum che hanno fregato il Berlusca!!
silvana scrive:
6 aprile 2012 alle 09:33
La riforma dei partiti è come la riduzione degli stipendi e dei privilegi dei politici! semplicemente impossibile……..
Salvatore Perretta scrive:
6 aprile 2012 alle 07:43
tutti a dare varie soluzioni,ma chi dovrebbe attuarle?Puo’ darsi che i partiti ,per superare il momento, qualcosa faranno,per poi rigirarsi il tutto quando sara’,lo vogliamo capire che quelli sono tutti li pronti a ripartire.Ci vuole un nuovo soggetto politico con volti nuovi ,il popolo sente il bisogno di credere fortemente in qualcuno, e’ spaesato non sa piu’ a cosa credere e a chi.In alternativa radunare tutte le associazioni e scendere in piazza ad oltranza fino a soluzione di alcuni problemi.Stare in cattedra e’ troppo comodo, e’ molto sterile,quelli , si propongono si attivano e fanno i fatti.
grazia scrive:
6 aprile 2012 alle 05:58
non se ne può più…! Per favore escano di scena, prima che ci incazziamo davvero !
Mauro Tinacci scrive:
5 aprile 2012 alle 21:02
Sono d’accordo su tutto tranne sul primo punto in alternativa al quale propongo: STOP TOTALE AL FINANZIAMENTO DEI PARTITI CON I SOLDI PUBBLICI. Chi ha interesse a sostenere i programmi e le persone appartenenti ad un gruppo deve essere pronto a contribuire in proprio.
Per continuare l’elenco propongo invece una drastica riduzione del numero dei parlamentari e dei senatori, ridimensionando (non come è stato fatto fino ad ora) i loro compensi i loro diritti, ma soprattutto i loro privilegi!!!!
Sono un utopista? Forse., ma io la penso così e non credo di essere una mosca bianca.
Mauro Tinacci
Fiorenza Ferroni scrive:
5 aprile 2012 alle 18:05
Sono d’accordo su tutta la linea della Sigora Bonsanti però avrei da aggiungere un settimo punto: poiché questi denari dati ai partiti sono degli italiani, restituiscano immediatamente il bottino e venga utilizzato per i 350 mila lavoratori che sono rimasti senza stipendio e senza pensione e se mai vedano di alzare le pensioni minime
Gianni De Filippi scrive:
5 aprile 2012 alle 17:46
CHIEDIAMO ANCHE CHE I SOLDI DEI FINANZIAMENTI AI PARTITI NON COPERTI DA SPESE GIUSTIFICATE RIENTRINO IN POSSESSO DELLO STATO ITALIANO E VENGANO UTILIZZATI PER FINANZIARE I COSTI DEI COSIDETTI “ESODATI” O PER LO SVILUPPO DELL’ ECONOMIA.
Virginia Conte scrive:
5 aprile 2012 alle 17:09
La proposta è ottima, ma i politici (tutti) non la faranno. Raccogliere le firme per un referendum propositivo richiederebbe troppo tempo. Perchè non raccogliere le firme in tutta Italia mobilitando tutte le associazioni e poi portare questa petizione al Presidente della Repubblica?
Stare a guardare è un’agonia, soprattutto per chi stenta a vivere e vede tutto questo denaro “rubato” alla società, al presente e al futuro nostro e dei nostri figli. Il problema morale è sicuramente più importante, ma non basta a pagare i conti e, quindi, il primo pensiero va al lavoro perso, ai conti da pagare, guardando chi va in auto blu, vive di privilegi e non contento corrompe e si lascia corrompere. Poi, si pensa al danno che si sta creando, a questa voragine senza fine che ci fa vergognare di essere italiani. Voglio dire che non possiamo aspettare, la disperazione la vediamo tutti i giorni leggendo la cronaca… Virginia Conte
Liberdario scrive:
5 aprile 2012 alle 16:25
Mi sembra questa la Riforma delle riforme oggi. E può essere utile far riferimento, con un ulteriore approfondimento da avviare con urgenza anche con Seminari organizzati da LeG sul territorio, ai recenti risultati ottenuti a Canossa da Prossima Italia. http://www.prossimaitalia.it/news/2173/il-protocollo-di-canossa/
Noi a Piombino ci muoviamo per fare luce nell’incontro del 27Aprile
http://legvaldicornia.wordpress.com/iniziative/
Salvatore Perretta scrive:
5 aprile 2012 alle 15:55
scusate,ma chi e’ che dovrebbe riformare? quelli sono tutti li pronti a ripartire.Ci vuole un nuovo soggetto politico se si vuole tentare di cambiare qualcosa.inutile suggerire,parlare ecc. ecc. bisogna essere con il maggior numero possibile ai posti dove si decide per sperare di fare qualcosa di positivo oppure scendere in piazza continuamente.
ANDREA120750 scrive:
5 aprile 2012 alle 15:55
Ai 6 punti di partenza elencati, aggiungerei i seguenti due punti: 7) Il rimborso delle eventuali spese elettrorali saranno i costi che, a fronte di trasparente contabilità consuntiva, eccedono alle somme raccolte o ricevute in donazione per parteciapare all’agone elettrorale; a far data dalle elezioni passate del 2001, tutti i Partiti devono restituire le somme non spese a partire da quella elezione, portando documentazione contabile dove si dimostrano le spese realmente sostenute e documentate!…se non si ridimensionano e si mettono seriamente al servizio dei Cittadini, si dovrà procedere ad una sola determinazione: cancellarli, perchè noi “paganti sempre” non ne possiamo più!
La politica corrotta e la democrazia nei partiti – Movimenti - Blog - Repubblica.it scrive:
5 aprile 2012 alle 15:54
[...] Qui il sito di Libertà e Giustizia. E qui Stefano Rodotà sulla necessità di una normativa anticorruzione. [...]
Paolo Barbieri scrive:
5 aprile 2012 alle 15:48
Questi partiti squalificati nella loro estrema decadenza non potranno fare nulla di tutto ciò. Tocca alla Società Civile proporre e sostenere le leggi di riforma, avvalendosi della Costituzione con l’art. 71, proposta di legge di iniziativa popolare e con l’art. 50, petizione popolare, per raccogliere in modo semplificato importanti numeri di firme di cittadini da far valere secondo l’art. UNO come SOVRANA VOLONTA’ POPOLARE. Questa è la via maestra per risultati certi e a misura di Cittadinanza.
FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI – POLITICA CORROTTA: SEI PUNTI PER RIPARTIRE – Sandra Bonsanti – CAMBIAMO QUELLA LEGGE – Stefano Rodotà – Intervista al Presidente dell’ Istat Giovannini – Il RAPPORTO INTEGRALE d scrive:
5 aprile 2012 alle 15:18
[...] [...]
roberto villani scrive:
5 aprile 2012 alle 12:57
1) Disporre il controllo della Corte dei Conti sulla gestione economica del denaro pubblico affluito ai partiti
2) Abolire qualsiasi finanziamento ai giornali
3) Istituire un controllo anche di capacità sulle nomine degli amministratori di enti pubblici o partecipati
Politica corrotta: sei punti per ripartire
5 aprile 2012 - 21 Commenti »
Sandra Bonsanti
Oggi si scopre che dietro al mancato rinnovamento dei partiti c’è una questione di soldi. Noi di LeG lo abbiamo detto e denunciato da anni, a costo di sentirci dire che siamo antipolitica. Ma meglio tardi che mai.
Riassumiamo dunque la questione e vediamo da dove si può ripartire.
1) Esiste una somma immensa riservata al finanziamento pubblico dei partiti, anche non esistenti, che ne fanno quello che vogliono.
2) Questo malloppo crea alimenta e solidifica un potere che diventa sempre più cogente mantenere e accrescere.
3) Dunque i partiti tendono a chiudersi a qualunque ipotesi di apertura e rinnovamento attraverso forze e stimoli esterni. Questa politica diventa sempre più lontana dai cittadini e sempre più preoccupata di varare riforme elettorali e costituzionali che assicurino il mantenimento del potere nelle mani di pochissimi. Non si può fare di ogni erba un fascio, perché non tutti rubano e non tutti si arricchiscono anche personalmente.
CHE FARE?
Partiamo dall’emergenza, sapendo che il tempo per grandi disegni e proposte fatte negli anni da singoli politici indipendenti sono state sempre affossati dalle segreterie dei partiti. Si arriva dunque tardi, tardissimo. Elenco alcune cose che potrebbero esser fatte subito, attingendo anche a quelle citate da Stefano Rodotà.
1) Ridimensionare fortemente l’ammontare del finanziamento pubblico e imporre “severissime regole di gestione” e fortissime sanzioni penali.
2) Cancellare immediatamente il finanziamento di partiti che non esistono più o che sono stati colti con le mani nel sacco.
3) Porre limiti eccezionali alle spese elettorali.
4) Lavorare a una disciplina che consenta anche ai privati di contribuire, alla luce del sole e per quantità previste e limitate al finanziamento dei partiti che potrebbero esser indotti a rinnovarsi per ottenere la fiducia del cittadino, il quale otterrebbe in cambio una detrazione fiscale molto più ampia rispetto all’attuale.
5) Porre mano subito a una legge che regoli la democrazia nei partiti, come previsto dall’articolo 49 della Costituzione. E’ questa l’occasione per pensare alla forma che i partiti dovrebbero avere oggi e domani: partiti che non prevedano rendite, doppi incarichi, eredità da trasmettersi alla faccia della democrazia interna. E’ questa la vera riforma che una classe politica così sfiduciata dai cittadini dovrebbe fare, invece di inseguire riforme inutili se non dannose come l’aumento dei poteri del premier.
6) Varare subito una severa e completa legge anticorruzione, senza piegarsi alle mezze misure o alle rinunce imposte da questo o quel partito.
L’elenco può e deve continuare. Ma dobbiamo esser sempre noi della società civile a comporlo? Fino a quando i partiti penseranno di poterci rinfacciare situazioni come quella vergognsa di Calearo, frutto non della società civile (che lo ricordiamo ancora per i sordi: è composta da chi lavora e fa qualcosa per gli altri) ma della scelta di una cattiva politica?
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21 interventi a “Politica corrotta: sei punti per ripartire”
Nina Effemele scrive:
6 aprile 2012 alle 17:11
hi
what else?
ogni giorno assistiamo a nefandezze ormai da parte di tutti coloro che hanno a che fare con il potere.
c’è da fare una legge/non legge sul finanziamento dei partiti che comunque avevamo abolito con un referendum.
più in generale, visto il malcostume ormai manifesto (altro che tangentopoli), ci vuole una legge anticorruzione con le ganasce che bandisca per sempre dalla cosa pubblica e a qualsiasi livello chiunque si macchi di questo crimine
Salvatore Perretta scrive:
6 aprile 2012 alle 16:10
scusate se mi ripeto,il momento e’ delicatissimo,non e’ pensabile restituire il paese alle stesse persone che lo hanno trascinato sull’orlo del baratro.i cittadini seri,quelli che lavorano e pagano,sono veramente sfiduciati,c’e’ bisogno di un gruppo solido ,pratico,con concetti semplici e chiari senza tanti artifizi,perche’ in questi l’illegalita’ ci va a nozze.chi puo’ deve attivarsi e anche presto.liberiamo questo grande paese da chi lo vuole distruggere, diamo una dimostrazione al mondo di cosa e’ capace questo grande popolo.
prof. Giovanni Falcetta scrive:
6 aprile 2012 alle 15:03
Bisogna fare una legge che garantisca anche la democrazia interna ai sindacati, controlli il loro finanziamento e la rendicontazione dei loro bilanci
ugo arcaini scrive:
6 aprile 2012 alle 13:16
Qualche tempo fa il quesito che la Presidenza di L&G aveva posto era “dove andremo a finire dopo la fine dei Partiti Suicidi per disonestà.
Il rapporto diretto tra il popolo italiano assopito da decenni e l’impero economico politico, in assenza del fallito cuscinetto rappresentato dalla “destra & sinistra s.p.a., ci sta conducendo dritti dritti verso un neo fascismo.
Il dramma del finanziamento ai partiti gestito disgustosamente da figuri che nessuno avrebbe mai dovuto incaricare neppure di fare gli autisti di carri bestiame, sta facendo saltare anche l’ultima palpebra dietro cui il popolo italiano sta cercando di far finta di dormire.
Oggi non si può più non reagire.
Ma come fare a reagire in tempo prima che la reazione non diventi a catena.
Dai partiti è veramente complesso attendersi un effettivo cambio di marcia, resteranno ancorati ai loro privilegi, le vere cozze inquinate dal PCB dell’economia.
Quell’economia che attraverso il principio dei vasi comunicanti ha svuotato le nostre tasche ed ha rimpinzato, stante le percentuali, le loro.
Il governo ahimè sta commettendo errori imperdonabili, stante il postulato della indiscussa capacità tecnica, esodati ed Art.18 anche da Barbara Spinelli in un magistrale articolo sulla Repubblica sono considerati errori di “visione”.
Che ruolo ha oggi la borghesia illuminata, quella che si è fatta attrarre dalle bugie di finti imprenditori con il parrucchino o il maglioncino.
E lei che deve riprendere democraticamente in mano la situazione, rifiutando il fez.
Capisca la vera borghesia che non è nella compagine di coloro il cui posto barca non può essere inferiore ai 40 mt., di coloro che la crisi la amano perché mai tanto ricchi diventarono.
Forza ragazze e ragazzi, un brivido rinnovato nella schiena…….partecipiamo adesso , subito, il dopo non c’è più
alessandro bruni scrive:
6 aprile 2012 alle 11:49
Mi rifaccio ad un caso preciso. Quello del Pd. Dicono con fiero risentimento : “Non siamo tutti uguali! Il nostro bilancio è certificato dalla Price Waterhouse Coopers, società che certifica i bilancia anche della Banca d’Italia!…”.
Ma che cippa c’incastra ?
Noi vogliamo sapere non solo da dove arrivano i finanziamenti ma come vengono effettivamente utilizzati, e su disposizione di chi. Tutti i contributi girati dai parlamentari, assessori ed amministratori vari, i profitti che derivano dalle migliaia di Feste (ex Unità) e ora Democratiche…a che cosa servono, dove finiscono. Risposta: per tenere su le strutture del partito.Questo fiume di denaro per alimentare un partito così strutturato, così sconnesso e autoreferenziale …ma ci rendiamo conto?!
sandra bonsanti scrive:
6 aprile 2012 alle 11:40
grazie per i contributi faremo presto il punto sandra
ginotu scrive:
6 aprile 2012 alle 11:06
Credo sia assolutamente problematico che le maggioranze attuali dei partiti, vivi e morti, siano in grado di autoriformarsi secondo criteri di trasparenza e legalità. Basti pensare alla proposta di riforma della legge elettorale elaborata da ABC che prevede il proporzionale puro per evitare apparentamenti pre-elettorali ma sopratutto per annullare l’effetto del voto di protesta o del non voto che ritengano sarà prevalente. Non solo, ad oggi appare problematica l’applicazione dell’art. 49 della costituzione al fine di ottenere partiti politici trasparenti e responsabili tesi agli interessi collettivi e non personali. Infine è necessario ricordare che due giorni fà la Commissione Giovannini sulle retribuzioni dei parlamentari ed amministratori pubblici ha rimesso il proprio mandato per impossibilità ad acquisire informazione utili al proprio lavoro. Il governo Monti appare completamente impaniato per quanto rigurda l’approvazione della legge sulla corruzione e sulla vendita delle frequenze radiotelevisive a causa dei ricatti che subisce. Per uscire da questa situazione o ricorriamo a referendum propositivi o abrogativi oppure diamo vita ad un nuovo movimento/partito che sappia cogliere il disagio crescente dell’opinione pubblica per un rinnovamento certo e profondo di questo paese. L’esempio scaturisce dall’esito dei referendum che hanno fregato il Berlusca!!
silvana scrive:
6 aprile 2012 alle 09:33
La riforma dei partiti è come la riduzione degli stipendi e dei privilegi dei politici! semplicemente impossibile……..
Salvatore Perretta scrive:
6 aprile 2012 alle 07:43
tutti a dare varie soluzioni,ma chi dovrebbe attuarle?Puo’ darsi che i partiti ,per superare il momento, qualcosa faranno,per poi rigirarsi il tutto quando sara’,lo vogliamo capire che quelli sono tutti li pronti a ripartire.Ci vuole un nuovo soggetto politico con volti nuovi ,il popolo sente il bisogno di credere fortemente in qualcuno, e’ spaesato non sa piu’ a cosa credere e a chi.In alternativa radunare tutte le associazioni e scendere in piazza ad oltranza fino a soluzione di alcuni problemi.Stare in cattedra e’ troppo comodo, e’ molto sterile,quelli , si propongono si attivano e fanno i fatti.
grazia scrive:
6 aprile 2012 alle 05:58
non se ne può più…! Per favore escano di scena, prima che ci incazziamo davvero !
Mauro Tinacci scrive:
5 aprile 2012 alle 21:02
Sono d’accordo su tutto tranne sul primo punto in alternativa al quale propongo: STOP TOTALE AL FINANZIAMENTO DEI PARTITI CON I SOLDI PUBBLICI. Chi ha interesse a sostenere i programmi e le persone appartenenti ad un gruppo deve essere pronto a contribuire in proprio.
Per continuare l’elenco propongo invece una drastica riduzione del numero dei parlamentari e dei senatori, ridimensionando (non come è stato fatto fino ad ora) i loro compensi i loro diritti, ma soprattutto i loro privilegi!!!!
Sono un utopista? Forse., ma io la penso così e non credo di essere una mosca bianca.
Mauro Tinacci
Fiorenza Ferroni scrive:
5 aprile 2012 alle 18:05
Sono d’accordo su tutta la linea della Sigora Bonsanti però avrei da aggiungere un settimo punto: poiché questi denari dati ai partiti sono degli italiani, restituiscano immediatamente il bottino e venga utilizzato per i 350 mila lavoratori che sono rimasti senza stipendio e senza pensione e se mai vedano di alzare le pensioni minime
Gianni De Filippi scrive:
5 aprile 2012 alle 17:46
CHIEDIAMO ANCHE CHE I SOLDI DEI FINANZIAMENTI AI PARTITI NON COPERTI DA SPESE GIUSTIFICATE RIENTRINO IN POSSESSO DELLO STATO ITALIANO E VENGANO UTILIZZATI PER FINANZIARE I COSTI DEI COSIDETTI “ESODATI” O PER LO SVILUPPO DELL’ ECONOMIA.
Virginia Conte scrive:
5 aprile 2012 alle 17:09
La proposta è ottima, ma i politici (tutti) non la faranno. Raccogliere le firme per un referendum propositivo richiederebbe troppo tempo. Perchè non raccogliere le firme in tutta Italia mobilitando tutte le associazioni e poi portare questa petizione al Presidente della Repubblica?
Stare a guardare è un’agonia, soprattutto per chi stenta a vivere e vede tutto questo denaro “rubato” alla società, al presente e al futuro nostro e dei nostri figli. Il problema morale è sicuramente più importante, ma non basta a pagare i conti e, quindi, il primo pensiero va al lavoro perso, ai conti da pagare, guardando chi va in auto blu, vive di privilegi e non contento corrompe e si lascia corrompere. Poi, si pensa al danno che si sta creando, a questa voragine senza fine che ci fa vergognare di essere italiani. Voglio dire che non possiamo aspettare, la disperazione la vediamo tutti i giorni leggendo la cronaca… Virginia Conte
Liberdario scrive:
5 aprile 2012 alle 16:25
Mi sembra questa la Riforma delle riforme oggi. E può essere utile far riferimento, con un ulteriore approfondimento da avviare con urgenza anche con Seminari organizzati da LeG sul territorio, ai recenti risultati ottenuti a Canossa da Prossima Italia. http://www.prossimaitalia.it/news/2173/il-protocollo-di-canossa/
Noi a Piombino ci muoviamo per fare luce nell’incontro del 27Aprile
http://legvaldicornia.wordpress.com/iniziative/
Salvatore Perretta scrive:
5 aprile 2012 alle 15:55
scusate,ma chi e’ che dovrebbe riformare? quelli sono tutti li pronti a ripartire.Ci vuole un nuovo soggetto politico se si vuole tentare di cambiare qualcosa.inutile suggerire,parlare ecc. ecc. bisogna essere con il maggior numero possibile ai posti dove si decide per sperare di fare qualcosa di positivo oppure scendere in piazza continuamente.
ANDREA120750 scrive:
5 aprile 2012 alle 15:55
Ai 6 punti di partenza elencati, aggiungerei i seguenti due punti: 7) Il rimborso delle eventuali spese elettrorali saranno i costi che, a fronte di trasparente contabilità consuntiva, eccedono alle somme raccolte o ricevute in donazione per parteciapare all’agone elettrorale; a far data dalle elezioni passate del 2001, tutti i Partiti devono restituire le somme non spese a partire da quella elezione, portando documentazione contabile dove si dimostrano le spese realmente sostenute e documentate!…se non si ridimensionano e si mettono seriamente al servizio dei Cittadini, si dovrà procedere ad una sola determinazione: cancellarli, perchè noi “paganti sempre” non ne possiamo più!
La politica corrotta e la democrazia nei partiti – Movimenti - Blog - Repubblica.it scrive:
5 aprile 2012 alle 15:54
[...] Qui il sito di Libertà e Giustizia. E qui Stefano Rodotà sulla necessità di una normativa anticorruzione. [...]
Paolo Barbieri scrive:
5 aprile 2012 alle 15:48
Questi partiti squalificati nella loro estrema decadenza non potranno fare nulla di tutto ciò. Tocca alla Società Civile proporre e sostenere le leggi di riforma, avvalendosi della Costituzione con l’art. 71, proposta di legge di iniziativa popolare e con l’art. 50, petizione popolare, per raccogliere in modo semplificato importanti numeri di firme di cittadini da far valere secondo l’art. UNO come SOVRANA VOLONTA’ POPOLARE. Questa è la via maestra per risultati certi e a misura di Cittadinanza.
FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI – POLITICA CORROTTA: SEI PUNTI PER RIPARTIRE – Sandra Bonsanti – CAMBIAMO QUELLA LEGGE – Stefano Rodotà – Intervista al Presidente dell’ Istat Giovannini – Il RAPPORTO INTEGRALE d scrive:
5 aprile 2012 alle 15:18
[...] [...]
roberto villani scrive:
5 aprile 2012 alle 12:57
1) Disporre il controllo della Corte dei Conti sulla gestione economica del denaro pubblico affluito ai partiti
2) Abolire qualsiasi finanziamento ai giornali
3) Istituire un controllo anche di capacità sulle nomine degli amministratori di enti pubblici o partecipati
...da LeG...
Lo scandalo
Lega ladrona…
4 aprile 2012 - 7 Commenti »
Arturo Meli
E’ stata una svolta improvvisa e traumatica. Che fa cadere anche l’ultimo velo, quello della “diversità” della Lega di Umberto Bossi, aspro censore del malcostume degli altri, oggi nel pieno di una tempesta giudiziaria dalla quale il partito potrebbe uscire disintegrato. E’ una sorta di nemesi per un Movimento che aveva lucrato consensi al grido di “Roma ladrona” e che si era proposto come la sola alternativa credibile al sistema dei partiti franato assieme alla Prima Repubblica. In realtà, anche allora la Lega aveva qualche scheletro nell’armadio, avendo incassato, nel 1993, la sua quota nella maxi-tangente Enimont. Poi, ci furono altri eventi quanto meno oscuri, come la crisi della Banca padana (la Credieuronord) e i rapporti con Giampiero Fiorani, il banchiere della Popolare di Lodi. Ultimamente i fantasiosi investimenti esteri a Cipro e in Tanzania. Bazzecole, verrebbe da dire, rispetto alla situazione che emerge ora dall’inchiesta congiunta delle Procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria. Un’inchiesta dalla quale dovrebbe risultare chiaro come, fin dal 2004, la gestione dei fondi pubblici arrivati alla Lega sia stata irregolare. E sia servita a coprire, come scrivono i magistrati, anche “esigenze personali” di familiari del capo del Carroccio.
Bossi si difende affermando che “colpiscono lui per colpire il partito”. L’ argomento non è diverso da quello usato da tanti personaggi della Prima Repubblica finiti nelle indagini della magistratura. Tuttavia, molti, anche tra quanti non simpatizzano con la Lega, sono convinti che il “senatur” sia estraneo al marciume portato alla luce dalle inchieste. Da anni, colpito dalla malattia, il leader leghista avrebbe perso, infatti, il ferreo controllo che esercitava sul partito. Ma, a ben guardare, il problema è più ampio, e trascende la stessa sorte di Bossi. Investe tutto l’assetto di potere che è stato edificato negli ultimi anni. Investe una struttura che ha finto di non vedere e di non sapere: anche quelli che ora si appellano all’esigenza di “fare pulizia”, ma non si sono preoccupati di accertare e di verificare a tempo debito, pur avendone i mezzi.
Oggi, siamo al colpo di grazia. Che non risparmia nessuno. Il caso dello spregiudicato tesoriere leghista, Francesco Belsito, finito sotto inchiesta, chiude l’ultima pagina di una sporca vicenda. Si aggiunge a quello, non meno clamoroso, di Luigi Lusi, il tesoriere della Margherita. Ad altri scandali, alle disavventure giudiziarie di tanti amministratori locali, dal Nord al Sud. E’ su questo che bisogna riflettere perché nessuno ha di che menare vanto. Sono tutte vicende che denunciano una crescente situazione di degrado. Portano, al centro dell’attenzione, la mancanza di regole e di garanzie. Alla quale ha dato alimento anche l’indecente normativa sul finanziamento dei partiti. Fu nel 1993 che un referendum popolare abrogò il finanziamento pubblico. Ma i partiti, con l’eccezione dei radicali, ne ignorarono i risultati, e finirono per capovolgerne l’esito attraverso un nuovo sistema basato sui rimborsi elettorali. Un sistema perverso, senza alcuna trasparenza, senza correttezza, che ha permesso di elargire “liberamente” milioni e milioni di euro. A vantaggio di ristrette oligarchie che si sottraggono a ogni verifica.
Siamo giunti, così, all’ultimo capitolo. In cui non sono più concesse vie di fuga. Non può un’opinione pubblica, colpita ogni giorno dalla sciagura della disoccupazione e della recessione, accettare ancora che risorse della comunità siano sperperate, o addirittura rubate, per fini privati. La cancellazione di questo indegno sistema lo chiedono i cittadini. Ma dovrebbero volerlo anche i partiti, se davvero contano di recuperare la credibilità perduta, di uscire dall’abisso in cui sono precipitati. Francamente, non si può indulgere all’ottimismo. “Moralizzare”, è stato finora uno slogan al quale non sono seguiti fatti concreti. Tuttavia, è un’esigenza alla quale nessuno governo, anche se fatto di “tecnici”, può restare estraneo. Abbiamo seguito con attenzione le riunione di vertice, tra Monti e la sua “strana” maggioranza, per trovare un’intesa sulla riforma del mercato del lavoro. Vorremmo avere notizia anche di un vertice, altrettanto fruttuoso, per assicurare regole, garanzie, trasparenza. In una parola, per fare finalmente pulizia. O è chiedere troppo?
----------------------------------------
7 interventi a “Lega ladrona…”
FAUSTO PALADINI scrive:
6 aprile 2012 alle 07:57
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. L’Italia rischia di crollare sotto il peso della corruzione. Fatti fuori i vecchi mastodonti che hanno portato a questo sfacelo, non è detto che nuovi politici, allevati dai vecchi, siano poi migliori di loro. C’è da essere davvero profondamente demoralizzati
enrico morganti scrive:
5 aprile 2012 alle 19:55
La caduta di Bossi fa invecchiare tutto di un colpo anche gli altri leaders – chi non rinnova in fretta i vertici, rischia l’archeologia partitica, con la relativa rapida perdita di voti
enrico morganti – bologna
Antonio scrive:
5 aprile 2012 alle 17:24
Le dimissioni di Bossi, dopo quelle di Berlusconi a novembre, potrebbero dare davvero l’idea di un’epoca – da dimenticare o, meglio, da ricordare perché non ritorni più – che si chiude. Si fa tremendamente fatica, però, a intravederne una nuova, con una politica diversa. I vecchi interessi cercano di sopravvivere trasformisticamente, mentre aleggia un senso di impunità trasversale. E intanto il paese vero continua a pagare il conto e ad avere sempre meno fiducia in un cambiamento. Per uscire dalle macerie di questa disatrosa stagione, occorre qualcosa di nuovo e credibile, al più presto.
giacomo scrive:
5 aprile 2012 alle 16:39
la mia opinione è che non è solo la politica ad essere infetta, ma anche una buona parte del paese. E’ per questo che ci vorrà, e speriamo di farcela, moltissima fatica a venirne fuori.
silvana scrive:
5 aprile 2012 alle 11:11
Questa squallida vicenda e tutto il corollario di operazioni assai fantasiose stanno perfettamente nelle premesse e negli umori della parabola della lega.
Quel fanatismo che dà ragione a se stesso e si costruisce un’aura mistica dimostrano la volontà di costruire una realtà parallela, che ha proprie regole anche in dispregio delle regole da tutti condivise.
E’ tuttavia vero che l’insofferenza per il sistema di potere centrale è diventato patrimonio di tutti, ma mentre si diffondeva anche tra chi non era della lega, quelli della lega hanno cominciato a entrarci dentro e – incredibile – a starci benissimo, troppo troppo bene. Tronfi e appagati.
Gran parlare, gran vociare, ma ben assestati nel cuore dei poteri più arroganti, con altrettanta arroganza.
E questo finale era evidente fin dal principio.
Silvana
Davide Muratori scrive:
4 aprile 2012 alle 19:54
La richiesta finale è fuor di dubbio legittima.Il dubbio espresso da molti è quello che un parlamento con tanti inquisiti, personaggi con amicizie piene di ombre,e con molti conflitti d’interesse mai risolti, possa anche solo pensare a leggi utili per tentare di risolvere questioni così gravi. L’idea di dare vita ad un nuovo soggetto politico che presenti volti di cittadini nuovi, senza alcun legame con la classe dirigente attuale,e lontana da ambiguità ,soprattutto non indagata di alcunchè,che faccia sue le istanze di correttezza,trasparenza ,intransigenza nelle gestione della cosa pubblica è da prendere molto in considerazione.
CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA - BLOG scrive:
4 aprile 2012 alle 14:27
«La lega avanzerà, baionette in canna, paese per paese, villaggio per villaggio, per sfidare la partitocrazia», sbraitava un Sentur urlante dal palco di Pontida nel lontano 1995, quando la Lega nord era un partito di lotta, imbevuto di antipolitica. Poche le parole d’ordine, riconoscibili e convincenti quanto velleitarie e demagogiche: populismo, autonomismo ed etnoregionalismo. Il tutto condito con una buona dose di intolleranza sociale.
Proprio sulla crisi dei partiti che il “Carroccio prima maniera” costruiva le sue fortune: onesti contro corrotti, lavoratori contro fannulloni della politica e delle istituzioni, gente del nord contro “terùn”, denunciando i privilegi della Casta. Prima di decidere di goderne.
Lega ladrona…
4 aprile 2012 - 7 Commenti »
Arturo Meli
E’ stata una svolta improvvisa e traumatica. Che fa cadere anche l’ultimo velo, quello della “diversità” della Lega di Umberto Bossi, aspro censore del malcostume degli altri, oggi nel pieno di una tempesta giudiziaria dalla quale il partito potrebbe uscire disintegrato. E’ una sorta di nemesi per un Movimento che aveva lucrato consensi al grido di “Roma ladrona” e che si era proposto come la sola alternativa credibile al sistema dei partiti franato assieme alla Prima Repubblica. In realtà, anche allora la Lega aveva qualche scheletro nell’armadio, avendo incassato, nel 1993, la sua quota nella maxi-tangente Enimont. Poi, ci furono altri eventi quanto meno oscuri, come la crisi della Banca padana (la Credieuronord) e i rapporti con Giampiero Fiorani, il banchiere della Popolare di Lodi. Ultimamente i fantasiosi investimenti esteri a Cipro e in Tanzania. Bazzecole, verrebbe da dire, rispetto alla situazione che emerge ora dall’inchiesta congiunta delle Procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria. Un’inchiesta dalla quale dovrebbe risultare chiaro come, fin dal 2004, la gestione dei fondi pubblici arrivati alla Lega sia stata irregolare. E sia servita a coprire, come scrivono i magistrati, anche “esigenze personali” di familiari del capo del Carroccio.
Bossi si difende affermando che “colpiscono lui per colpire il partito”. L’ argomento non è diverso da quello usato da tanti personaggi della Prima Repubblica finiti nelle indagini della magistratura. Tuttavia, molti, anche tra quanti non simpatizzano con la Lega, sono convinti che il “senatur” sia estraneo al marciume portato alla luce dalle inchieste. Da anni, colpito dalla malattia, il leader leghista avrebbe perso, infatti, il ferreo controllo che esercitava sul partito. Ma, a ben guardare, il problema è più ampio, e trascende la stessa sorte di Bossi. Investe tutto l’assetto di potere che è stato edificato negli ultimi anni. Investe una struttura che ha finto di non vedere e di non sapere: anche quelli che ora si appellano all’esigenza di “fare pulizia”, ma non si sono preoccupati di accertare e di verificare a tempo debito, pur avendone i mezzi.
Oggi, siamo al colpo di grazia. Che non risparmia nessuno. Il caso dello spregiudicato tesoriere leghista, Francesco Belsito, finito sotto inchiesta, chiude l’ultima pagina di una sporca vicenda. Si aggiunge a quello, non meno clamoroso, di Luigi Lusi, il tesoriere della Margherita. Ad altri scandali, alle disavventure giudiziarie di tanti amministratori locali, dal Nord al Sud. E’ su questo che bisogna riflettere perché nessuno ha di che menare vanto. Sono tutte vicende che denunciano una crescente situazione di degrado. Portano, al centro dell’attenzione, la mancanza di regole e di garanzie. Alla quale ha dato alimento anche l’indecente normativa sul finanziamento dei partiti. Fu nel 1993 che un referendum popolare abrogò il finanziamento pubblico. Ma i partiti, con l’eccezione dei radicali, ne ignorarono i risultati, e finirono per capovolgerne l’esito attraverso un nuovo sistema basato sui rimborsi elettorali. Un sistema perverso, senza alcuna trasparenza, senza correttezza, che ha permesso di elargire “liberamente” milioni e milioni di euro. A vantaggio di ristrette oligarchie che si sottraggono a ogni verifica.
Siamo giunti, così, all’ultimo capitolo. In cui non sono più concesse vie di fuga. Non può un’opinione pubblica, colpita ogni giorno dalla sciagura della disoccupazione e della recessione, accettare ancora che risorse della comunità siano sperperate, o addirittura rubate, per fini privati. La cancellazione di questo indegno sistema lo chiedono i cittadini. Ma dovrebbero volerlo anche i partiti, se davvero contano di recuperare la credibilità perduta, di uscire dall’abisso in cui sono precipitati. Francamente, non si può indulgere all’ottimismo. “Moralizzare”, è stato finora uno slogan al quale non sono seguiti fatti concreti. Tuttavia, è un’esigenza alla quale nessuno governo, anche se fatto di “tecnici”, può restare estraneo. Abbiamo seguito con attenzione le riunione di vertice, tra Monti e la sua “strana” maggioranza, per trovare un’intesa sulla riforma del mercato del lavoro. Vorremmo avere notizia anche di un vertice, altrettanto fruttuoso, per assicurare regole, garanzie, trasparenza. In una parola, per fare finalmente pulizia. O è chiedere troppo?
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7 interventi a “Lega ladrona…”
FAUSTO PALADINI scrive:
6 aprile 2012 alle 07:57
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. L’Italia rischia di crollare sotto il peso della corruzione. Fatti fuori i vecchi mastodonti che hanno portato a questo sfacelo, non è detto che nuovi politici, allevati dai vecchi, siano poi migliori di loro. C’è da essere davvero profondamente demoralizzati
enrico morganti scrive:
5 aprile 2012 alle 19:55
La caduta di Bossi fa invecchiare tutto di un colpo anche gli altri leaders – chi non rinnova in fretta i vertici, rischia l’archeologia partitica, con la relativa rapida perdita di voti
enrico morganti – bologna
Antonio scrive:
5 aprile 2012 alle 17:24
Le dimissioni di Bossi, dopo quelle di Berlusconi a novembre, potrebbero dare davvero l’idea di un’epoca – da dimenticare o, meglio, da ricordare perché non ritorni più – che si chiude. Si fa tremendamente fatica, però, a intravederne una nuova, con una politica diversa. I vecchi interessi cercano di sopravvivere trasformisticamente, mentre aleggia un senso di impunità trasversale. E intanto il paese vero continua a pagare il conto e ad avere sempre meno fiducia in un cambiamento. Per uscire dalle macerie di questa disatrosa stagione, occorre qualcosa di nuovo e credibile, al più presto.
giacomo scrive:
5 aprile 2012 alle 16:39
la mia opinione è che non è solo la politica ad essere infetta, ma anche una buona parte del paese. E’ per questo che ci vorrà, e speriamo di farcela, moltissima fatica a venirne fuori.
silvana scrive:
5 aprile 2012 alle 11:11
Questa squallida vicenda e tutto il corollario di operazioni assai fantasiose stanno perfettamente nelle premesse e negli umori della parabola della lega.
Quel fanatismo che dà ragione a se stesso e si costruisce un’aura mistica dimostrano la volontà di costruire una realtà parallela, che ha proprie regole anche in dispregio delle regole da tutti condivise.
E’ tuttavia vero che l’insofferenza per il sistema di potere centrale è diventato patrimonio di tutti, ma mentre si diffondeva anche tra chi non era della lega, quelli della lega hanno cominciato a entrarci dentro e – incredibile – a starci benissimo, troppo troppo bene. Tronfi e appagati.
Gran parlare, gran vociare, ma ben assestati nel cuore dei poteri più arroganti, con altrettanta arroganza.
E questo finale era evidente fin dal principio.
Silvana
Davide Muratori scrive:
4 aprile 2012 alle 19:54
La richiesta finale è fuor di dubbio legittima.Il dubbio espresso da molti è quello che un parlamento con tanti inquisiti, personaggi con amicizie piene di ombre,e con molti conflitti d’interesse mai risolti, possa anche solo pensare a leggi utili per tentare di risolvere questioni così gravi. L’idea di dare vita ad un nuovo soggetto politico che presenti volti di cittadini nuovi, senza alcun legame con la classe dirigente attuale,e lontana da ambiguità ,soprattutto non indagata di alcunchè,che faccia sue le istanze di correttezza,trasparenza ,intransigenza nelle gestione della cosa pubblica è da prendere molto in considerazione.
CHI PIU' NE HA PIU' NE METTA - BLOG scrive:
4 aprile 2012 alle 14:27
«La lega avanzerà, baionette in canna, paese per paese, villaggio per villaggio, per sfidare la partitocrazia», sbraitava un Sentur urlante dal palco di Pontida nel lontano 1995, quando la Lega nord era un partito di lotta, imbevuto di antipolitica. Poche le parole d’ordine, riconoscibili e convincenti quanto velleitarie e demagogiche: populismo, autonomismo ed etnoregionalismo. Il tutto condito con una buona dose di intolleranza sociale.
Proprio sulla crisi dei partiti che il “Carroccio prima maniera” costruiva le sue fortune: onesti contro corrotti, lavoratori contro fannulloni della politica e delle istituzioni, gente del nord contro “terùn”, denunciando i privilegi della Casta. Prima di decidere di goderne.
...da LeG...
Lega ladrona…
Il punto di Arturo Meli
E’ stata una svolta improvvisa e traumatica. Che fa cadere anche l’ultimo velo, quello della “diversità” della Lega di Umberto Bossi, aspro censore del malcostume degli altri, oggi nel pieno di una tempesta giudiziaria dalla quale il partito potrebbe uscire disintegrato. E’ una sorta di nemesi per un Movimento che aveva lucrato consensi al grido di “Roma ladrona” e che si era proposto come la sola alternativa credibile al sistema dei partiti franato assieme alla Prima Repubblica.
Politica corrotta: sei punti per ripartire
La nota di Sandra Bonsanti
Sull'onda dei recenti scandali che hanno coinvolto, trasversalmente, tutti i partiti, anche se non si può fare di ogni erba un fascio, perché non tutti rubano e non tutti si arricchiscono personalmente, un elenco di alcune cose che potrebbero esser fatte subito, attingendo anche a quelle citate da Stefano Rodotà su la Repubblica del 5 aprile.
Modena e Poppi
Le prossime scuole di LeG
Il 26 e 27 maggio riparte Modena, alla sua quarta edizione, con la scuola dedicata al “Welfare nella morsa della crisi” curata dal prof. Paolo Bosi, prestissimo il programma e tutte le informazioni saranno online sul sito. Mentre il weekend del 28-30 settembre, secondo appuntamento con la scuola estiva di LeG dedicata quest'anno a “Segreto, ipocrisia, menzogna e corruzione. La democrazia vilipesa” promossa dal prof. Franco Sbarberi e dal presidente onorario di Libertà e Giustizia Gustavo Zagrebelsky, che si terrà nel Castello di Poppi nel Casentino.
L’impegno civile per la città
L'incontro a Genova
Il 6 e 7 maggio prossimi si vota per il rinnovo di molte amministrazioni comunali. Una delle sfide più interessanti sarà quella di Genova, dove il nostro circolo organizza per martedì 10 aprile un dibattito tra Marco Doria, candidato sindaco di Genova e Giuliano Pisapia, sindaco di Milano. Conduce Elisabetta Rubini.
Le iniziative di LeG
Dopo le festività i nostri circoli riprenderanno le loro iniziative. Aiutateci a sostenerle.
A tutti, soci e amici, tanti auguri di Buona Pasqua
Associazione Libertà e Giustizia
viale Col di Lana 12 - 20136 Milano MI
tel 0245491066 - fax 0245491067
info@libertaegiustizia.it - www.libertaegiustizia.it
Il punto di Arturo Meli
E’ stata una svolta improvvisa e traumatica. Che fa cadere anche l’ultimo velo, quello della “diversità” della Lega di Umberto Bossi, aspro censore del malcostume degli altri, oggi nel pieno di una tempesta giudiziaria dalla quale il partito potrebbe uscire disintegrato. E’ una sorta di nemesi per un Movimento che aveva lucrato consensi al grido di “Roma ladrona” e che si era proposto come la sola alternativa credibile al sistema dei partiti franato assieme alla Prima Repubblica.
Politica corrotta: sei punti per ripartire
La nota di Sandra Bonsanti
Sull'onda dei recenti scandali che hanno coinvolto, trasversalmente, tutti i partiti, anche se non si può fare di ogni erba un fascio, perché non tutti rubano e non tutti si arricchiscono personalmente, un elenco di alcune cose che potrebbero esser fatte subito, attingendo anche a quelle citate da Stefano Rodotà su la Repubblica del 5 aprile.
Modena e Poppi
Le prossime scuole di LeG
Il 26 e 27 maggio riparte Modena, alla sua quarta edizione, con la scuola dedicata al “Welfare nella morsa della crisi” curata dal prof. Paolo Bosi, prestissimo il programma e tutte le informazioni saranno online sul sito. Mentre il weekend del 28-30 settembre, secondo appuntamento con la scuola estiva di LeG dedicata quest'anno a “Segreto, ipocrisia, menzogna e corruzione. La democrazia vilipesa” promossa dal prof. Franco Sbarberi e dal presidente onorario di Libertà e Giustizia Gustavo Zagrebelsky, che si terrà nel Castello di Poppi nel Casentino.
L’impegno civile per la città
L'incontro a Genova
Il 6 e 7 maggio prossimi si vota per il rinnovo di molte amministrazioni comunali. Una delle sfide più interessanti sarà quella di Genova, dove il nostro circolo organizza per martedì 10 aprile un dibattito tra Marco Doria, candidato sindaco di Genova e Giuliano Pisapia, sindaco di Milano. Conduce Elisabetta Rubini.
Le iniziative di LeG
Dopo le festività i nostri circoli riprenderanno le loro iniziative. Aiutateci a sostenerle.
A tutti, soci e amici, tanti auguri di Buona Pasqua
Associazione Libertà e Giustizia
viale Col di Lana 12 - 20136 Milano MI
tel 0245491066 - fax 0245491067
info@libertaegiustizia.it - www.libertaegiustizia.it
mercoledì 4 aprile 2012
...tiremm innanz...
...prendo in prestito indegnamente la famosa frase del patriota Amatore Sciesa per sintetizzare la ripresa di un percorso di ricerca che sembrava essere svanito in un fatalismo rinunciatario...stamane ho composto il numero di Alexandra, dandole come giorno indicativo per un appuntamento sabato 14 aprile...è prima di tutto un atto dovuto di cortesia, e per il resto si vedrà...
martedì 3 aprile 2012
...ci vuole coraggio...
...ci vuole coraggio nella vita quotidiana...lasciarsi andare è inutile e dannoso...bisogna in qualche modo riprendere l'iniziativa, anche se dentro la propria anima c'è una ferita che sanguina, e bisogna anche togliersi qualche sfizio, semel in anno licet insanire...
pomeriggi...un po' così...
...pomeriggi vuoti, passati per la gran parte a sonnecchiare sotto una coperta, con le tapparelle abbassate, e sentirsi svuotati, incapaci di decidere su qualsiasi cosa, ed avere una paura fottuta del futuro, e rischiare così di perdere una favorevole occasione, perché non si è capaci di vederla, perché si ha paura di affrontarla...
domenica 1 aprile 2012
achimenes longiflora hybriden
...oggi "full immersion" a casa di mia madre: dieci ore di lamentele ripetute e reiterate, di banalità e di sfoghi nervosi...ma nel pomeriggio rinvaso e prima innaffiatura dell'achimenes: dopo tutto un inverno passato al buio di uno sgabuzzino finalmente la luce ed il calore del sole, con la speranza che i bulbi diano luogo a nuove gemme e la pianticella cresca e si faccia ammirare per i suoi bei fiori sul violetto...noto una certa somiglianza con la mia attuale situazione: anch'io spero di -diciamo così- rifiorire, magari con l'aiuto di una donna accanto...
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