mercoledì 4 marzo 2009

...Aspettando la primavera...


...E così è iniziato anche il mese di marzo- una pioggerella fine e insistente bagna il nastro d'asfalto, mentre una leggera nebbiolina sfuma i contorni del paesaggio- ai lati della strada due pianure delimitate da file di alberi evanescenti- un corvo si posa sull'asfalto per un attimo e poi riparte, indifferente a quelle scatole di metallo puzzolenti che sfrecciano inutili...un breve volo che finisce nel campo, tra le stoppie di un giallo sporco, a becchettare qualcosa.
Piccoli momenti di pace in una mattina di inizio marzo, cercando di non pensare alle incongruenze di questo moderno Medioevo che ci siamo costruiti e che rischia di travolgerci...intanto il corvo ha ripreso il suo volo alto, nel cielo a tratti biancastro, diretto verso un altro luogo, forse un altro tempo...

4 commenti:

  1. Aspettando la primavera quando le fonti riprendono a gorgogliare ti invio il documento sull'acqua sperando che scenda sempre copiosamente.

    Sulla ripubblicazione dell'acqua, bene comune e diritto umano universale

    Vi è sul pianeta un percorso da fare, scegliere di camminare nel percorso della Organizzazione mondiale del commercio WTO per cui l'acqua è un bene solo se produce ricchezza denaro, dividendi, o camminare sulla strada del Forum mondiale dell'acqua per cui l'acqua è un bene comune dell'umanità, diritto di tutti, che deve essere distribuito a tutti e non solo dove produce denaro.

    La situazione italiana

    Nell'anno 2002 sono cambiate le leggi riguardanti il servizio idrico,le aziende municipalizzate dovettero trasformarsi in S.p.a. , si costituiscono I bacini idrici, i comuni devono collegarsi come Consorzi.

    Il 10 luglio 2007 arriva al parlamentola Proposta di legge d'iniziativa popolare per la ripubblicazione del servizio idrico ( 406.626 firme ) presentata dai Forum dei movimenti per l'acqua, sostenuta, con movimento di crescita, da diverse province e regioni, da più di 121 comuni.
    Nel marzo 2007 la provincia di Torino ha firmato una “Mozione di sostegno alla proposta di legge popolare”

    Nel frattempo, e fino ad oggi, vi sono in atto diverse proteste contro gli aumenti delle tariffe e per le inefficenze del servizio, raccolte firme, referendum, proposte di legge, in Campania, in provincia di Asti. in Sardegna (18.000 firme), a Frosinone, Roma, Alimena (PA), contro la “Mediterranea Acque”, Gualdo Tadino (PG), Agrigento contro “Girgenti Acque”, a NOLA in provincia di Napoli le tariffe sono aumentate del 38%, provincia Bari – Comitato di sostegno alla proposta di legge ( 180 associazioni). Sono state raccolte circa 30.000 firme ed approvate circa 24 delibere di adesione di altrettanti Enti locali a sostegno della legge, a Bivona (AG) – referendum per l'acqua pubblica 99,43 % a favore, marzo 2009 partirà la Campagna a Torino “ Acqua bene pubblico”

    In settembre 2008 – parte la campagna “Imbrocchiamola!” per l'utilizzo dell'acqua dei rubinetti nei locali pubblici

    Il 6 agosto 2008 – passa la legge 133/08 , senza tener conto della Proposta di legge d'iniziativa popolare, che penalizza ulteriormente il servizio pubblico.
    A novembre si inizia a pensare ad un Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per l’acqua pubblica con la presentazione di una proposta di statuto, che riunisce quegli Enti Locali che si battono per l’affermazione dell’acqua come bene comune e per la ripubblicazione del servizio idrico.
    Nel frattempo la Corte Costituzionale condanna le imprese private alla restituzione agli Utenti dei canoni di depurazione indebitamente versati.(quota fissa nelle bollette).

    A Genova scade la concessione di Mediterranea Acque che ha aumentato le tariffe del
    14 %, invece di impiegare gli utili per tariffe sociali e per l’ammodernamento e l’efficientamento delle reti, ha distribuito agli azionisti 4.595.000 milioni di euro

    In Lombardia, dopo un referendum e l'opposizione di 144 comuni in Regione passa una legge che ripubblicizza l'acqua.
    Il 22 gennaio 2009 è iniziato l'iter parlamentare della proposta di legge, il Forum dei movimenti per l'acqua organizzerà delle forti presenze sul territorio italiano per sostenere l'iniziativa.

    La situazione europea e internazionale

    Nel 2005 - 70 organizzazioni europee e internazionali presentano un appello al commissario UE allo Sviluppo Louis Michel, si chiede che l'UE abbandoni la politica attuale di puntare sulla partecipazione privata nella gestione dei servizi pubblici per sostenere la partecipazione pubblica, forti preoccupazioni per come vengono utilizzati i fondi di sostentamento stanziati dall'Unione Europea e la sua influenza politica per promuovere delle politiche che non stanno funzionando e che si basano sulla fornitura di fondi extra alle compagnie europee private.
    Bolivia, il governo ha revocato la concessione dell'acqua a Suez, dopo sette anni di privatizzazione. Il Dipartimento per lo sviluppo internazionale (DflD) in Inghilterra è stato recentemente accusato di utilizzare i budget stanziati per gli aiuti umanitari per finanziare la privatizzazione attraverso il finanziamento di "consulenti per la privatizzazione dell'acqua"
    Nasce a Malmoe la rete europea contro la privatizzazione dell'acqua, presenti 15 paesi dalla Scandinavia alla Turchia, critica verso le multinazionali, contro la politica dei popolari e socialisti in sede U.E..
    Il consiglio comunale di Parigi vota la ripubblicazione della gestione dell’acqua, non intende rinnovare i contratti con SUEZ e VEOLIA, l'Istituto nazionale del consumo ha dichiarato che le tariffe sono aumentate del 30%.
    A Bruxelles si costituisce “Aqua Publica Europea”, l’associazione che si propone di difendere il carattere pubblico del settore, creata da diversi rappresentanti delle municipalizzate europee.
    L' Uruguay, la Bolivia, il Venezuela, l'Ecuador hanno inserito nelle loro costituzioni il bene acqua come “diritto umano universale”, negli Stati Uniti campagna contro l'acqua in bottiglia nelle municipalizzate

    Marzo 2009 – Istanbul - Forum Mondiale dell’Acqua

    Si denotano complessivamente forti criticità:
    le multinazionali sono risultate poco adatte a fornire acqua in modo efficace ed equo, hanno ignorato le modalità di fornitura dell'acqua basate sulle comunità. Chi garantisce sulla qualità dell'acqua quando altri servizi pubblici hanno già delle norme?
    Perchè insistere sulla privatizzazione dell'acqua quando le reti idriche milanesi Cap e Mm danno un ottimo servizio con le tariffe tra le più basse d' Europa (dati Mediobanca)?
    Anche a Malmoe in due seminari ricercatori, lavoratori del settore e sindacalisti, manager pubblici di servizi idrici e amministratori locali si sono confrontati mostrando come le migliori gestioni dell’acqua in Europa siano per l’appunto gestioni pubbliche,
    Con il servizio pubblico presso I comuni si ha un rapporto diretto con il gestore in caso di disservizi e altro. I Call center delle aziende private saranno più distanti dai cittadini.

    Nei nostri territori:

    Pur con la mozione di sostegno della provincia alla Proposta di iniziativa popolare, la privatizzazione dell'acqua marcia spedita.
    Purtroppo, e ormai, la più parte dei comuni della Val Susa ha privatizzato I suoi acquedotti,
    togliendo ancora ai cittadini un bene primario, spesso con la promessa di mantenerli pubblici, e nonostante la raccolta di firme da parte dei cittadini.
    L' assurdo e che, se si continuerà a perseguire la via dannosa di costruzione del Tav, avremo maggiori distruzioni delle fonti e un servizio privato che mancherà del bene che dovrebbe distribuire.
    Occorre perciò mantenere alta l'attenzione, con le campagne in atto, con tutti I mezzi disponibili, aderire e sostenere la Proposta di legge.

    L’Unione Europea dovrà rispettare la volontà del Parlamento Europeo che si espresse senza ambiguità per il mantenimento dell'acqua pubblica (15 marzo 2006).

    Sostenere, anche nella fase elettorale l'adesione al Coordinamento nazionale degli enti locali per la ripubblicizzazione dell’acqua.

    Inserire negli Statuti Comunali la dichiarazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e la definizione del servizio idrico integrato come privo di rilevanza economica.

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  2. DOCUMENTO POLITICO
    Questo documento, scritto in coerenza con i temi emersi nei numerosi
    raduni, si articola in 5 parti:
    1. premessa generale;
    2. proposta qualificante di impegno politico;
    3. definizione dei fondamenti di impegno politico per l'Italia;
    4. democrazia nei Comuni e nelle Province;
    5. democrazia in Europa.
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    1. Premessa generale
    Noi, normali cittadini, estranei ai partiti ed alla partitocrazia,
    chiediamo a tutti di aderire ad una iniziativa POLITICA ‘fuori’ dalle logiche
    dell'attuale classe politica strettamente legata al 'potere invisibile'
    -banche, società segrete, lobbies internazionali, con l’unico obiettivo di
    inaugurare una attività politica DI TUTTI NOI CITTADINI.
    Siccome i politici, gestiscono la COSA PUBBLICA,che appartiene a TUTTI I
    CITTADINI, riteniamo sia corretto esigere che ci siano istituzionalmente
    riconosciuti i diritti
    • di interloquire con ‘loro’ in qualunque momento o fase della vita politica,
    • di controllarne l’operato,
    • e di avere, alla fine, la possibilità di dire sempre l’ultima parola.
    Riteniamo che non sia dignitoso continuare ad accettare che i politici si
    permettano di escludere totalmente e sistematicamente i cittadini dalla
    fase decisionale della vita politica fin dal giorno successivo alle elezioni.
    Non lo possiamo accettare perché è materialmente impossibile che:
    • durante una campagna elettorale si possano trattare tutti gli argomenti
    che potrebbero entrare nell’ordine del giorno nel corso del successivo
    quinquennio,
    • ed è altrettanto impossibile che anche chi voti per una determinata lista
    ne condivida al cento per cento impostazioni e programmi.
    Per questo, per onestà democratica, riteniamo che la delega elettorale
    debba sempre essere gestita in regime di ‘silenzio-assenso’, e debba
    restare sempre soggetta al controllo di chi è titolare della sovranità, cioè
    dei cittadini.
    Da queste convinzioni discende il nostro
    2. Impegno politico
    1. INDIVIDUIAMO la ragion d'essere del nostro impegno POLITICO nella
    concreta promozione dei valori civili, morali, politici e sociali
    • della partecipazione (vigile ed attenta),
    • della consapevolezza (della realtà e delle effettive possibilità di
    operare su di essa),
    • della solidarietà (per tutti coloro che si impegnino a compiere il loro
    dovere),
    • della responsabilità [sia verso la società di oggi, sia verso le
    generazioni future, specialmente nella gestione delle risorse naturali e
    nella conservazione dell'ambiente dalle contaminazioni evitabili
    • dell’autonomia e dell'indipendenza intellettuale
    • e dell'ordinaria priorità del solerte adempimento dei doveri sulla
    rivendicazione dei diritti.
    2. Sosteniamo che questa DEMOCRAZIA è finta ed ingannevole
    perche'l'attuale sistema sociopolitico misura la ricchezza con una "moneta
    debito" creata dal nulla, attraverso una banca centrale non controllata dai
    popoli perche'compromessa dal predominio dei comitati d’affari, dal
    gigantismo delle multinazionali e dalla tensione dell’Unione Europea al
    consolidamento dei privilegi che le oligarchie sono riuscite ad assicurarsi.
    NOI, della VERA DEMOCRAZIA, rivendichiamo la rinascita, il
    primato e l'essenziale autenticità;
    3. Individuiamo QUALE FONDAMENTALE OBIETTIVO STRUMENTALE,
    l'adozione, a tutti i livelli, di riforme istituzionali e sociali che agevolino
    l'affermazione dei valori di cui al punto 1. e stabiliscano una autentica
    sovranità popolare sullo Stato (compresa l'Unione Europea) e su ogni lecita
    regolamentazione della vita civile e sociale.
    Dette riforme debbono comunque ed ovunque comportare:
    • la separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, al fine di
    conseguire un adeguato livello di governabilità, rendendo funzionalmente
    possibile, nel contempo, quella rappresentatività che è necessaria per
    poter definire "democratico" uno Stato;
    • la predisposizione di strumenti snelli ed efficienti che permettano a tutti i
    cittadini di intervenire direttamente sia a correggere decisioni assunte dai
    loro rappresentanti, sia ad imporre determinazioni che i rappresentanti
    stessi siano recalcitranti ad assumere;
    • la semplificazione di ogni struttura di interesse pubblico,
    dall'organizzazione dello Stato all'insieme delle leggi e del fisco;
    • l’eliminazione di ogni riferimento istituzionale, di privilegi elettorali, di
    finanziamenti concessi a partiti, movimenti o raggruppamenti politici, unita
    all’adozione di strumenti atti ad eliminare l'incidenza del fattore finanziario
    sui procedimenti elettorali;
    • la responsabilizzazione politica personale e diretta di coloro che a vario
    titolo sono chiamati a gestire la cosa pubblica in rappresentanza dei
    cittadini e la definizione di meccanismi di revoca dei mandati conferiti ai
    rappresentanti eletti dal popolo sovrano;
    • l’attuazione di una politica che riconosca a tutte le comunità il diritto alla
    piena autodeterminazione e che miri a fornire ai popoli della Terra la
    concreta possibilità di essere liberi e di disporre dei mezzi necessari per
    essere autosufficienti;
    • il conferimento della massima trasparenza e chiarezza alle attività
    politiche, economiche, professionali e sociali;
    • lo studio e l’adozione di meccanismi atti a combattere l'attitudine alla
    mistificazione degli oligopoli dell'informazione.
    3. Italia
    Mentre ribadiamo (e consideriamo come integralmente riportato
    qui) quanto scritto nella 'Premessa generale' ed in tema di
    'Impegno politico', NOI DICHIARIAMO LA NOSTRA INTENZIONE di
    eliminare l'ormai consolidata impunità di coloro che abbiano violato od
    eluso la Costituzione vigente,
    • occupando di fatto le Istituzioni, scavalcando la volontà popolare od
    eludendone la corretta consultazione,
    • incentivando la propria corruzione ed utilizzandone i proventi;
    • omettendo di compiere le dovute azioni di salvaguardia dei princìpi della
    vigente Costituzione e della Democrazia.
    In ambito politico-sociale, SIAMO DETERMINATI a compiere azioni tese:
    • a generare la piena occupazione puntando sull'impiego intelligente delle
    risorse disponibili sul territorio, orientando gli sforzi nello sviluppo di
    attività tese soprattutto alla valorizzazione della vocazione propria delle
    diverse aree geografiche del Paese;
    • a bloccare gli sprechi costituiti sia dalla realizzazione di opere inutili o
    sbagliate, sia dalla concessione di sussidi e finanziamenti elargiti senza
    richiedere contropartite sociali;
    • ad attuare una politica ambientale scevra di retorica e demagogia ma
    attenta a considerare la Terra come bene 'finito' appartenente non solo
    all'attuale generazione ma anche e soprattutto a quella futura (politica di
    'decrescita responsabile');
    • a realizzare un accettabile equilibrio tra le spinte alla globalizzazione e le
    responsabilità di solidarietà territoriale;
    • a collegare razionalmente salari e stipendi all’effettivo costo della vita
    nelle diverse aree del Paese ed a promuovere forme di compartecipazione
    delle diverse componenti aziendali ai risultati delle aziende.
    4. Comuni e Province
    Premessa
    Tutte le Amministrazioni Comunali e tutte quelle Provinciali debbono
    affrontare problemi particolari del loro territorio di competenza e della
    società civile che su quel territorio vive ed agisce.
    Per questo, è ovvio che ogni comunità locale, ogni gruppo di
    cittadini che intenda concorrere alle cariche elettive proprie di
    ogni singola Amministrazione deve avanzare le proprie proposte
    con riferimento specifico alle situazioni locali.
    Nonostante ciò, noi ci permettiamo di proporre dei punti specifici il cui
    inserimento nelle istituzioni locali possa assicurare quella DEMOCRAZIA
    che resta il nostro obiettivo qualificante.
    Comuni
    Mentre, per facilitare il coinvolgimento dei cittadini nell'attività politica
    locale, suggeriamo che le Amministrazioni Comunali promuovano la
    realizzazione di spazi d'incontro informale tra i cittadini, cioè di spazi di
    civile discussione fruibili in orari diversi da quelli ordinari di lavoro,
    proponiamo con forza anche e soprattutto che negli Statuti di tutti i
    singoli Comuni siano inseriti i seguenti punti:
    1. le riunioni della Giunta, oltre che quelle del Consiglio Comunale
    dovranno essere pubbliche
    2. copie cartacee delle delibere adottate, delle documentazioni allegate e
    dei verbali delle riunioni di Giunta e di Consiglio dovranno essere messe a
    disposizione del pubblico, senza alcuna necessità di esporre motivazioni o
    giustificazione; copia delle stesse documentazioni dovranno essere
    consegnate a qualunque cittadino, a fronte del solo pagamento delle
    relative fotocopie o stampe; le stesse copie di cui ai due punti precedenti
    dovranno essere rese immediatamente disponibili sul sito del Comune, in
    formato digitale;
    3. mensilmente, tutti i componenti delle Giunte dovranno indire almeno un
    pubblico incontro nel corso del quale relazioneranno sull’attività
    dell’Amministrazione nel settore di loro competenza;
    4. mensilmente, le Amministrazioni Comunali dovranno pubblicare sul loro
    sito il rendiconto dettagliato e completo delle entrate e delle uscite dalle
    casse comunali;
    5. con modalità diverse (che funzionino da ‘filtro democratico’) ma in tempi
    rigorosamente definiti, i Consiglieri di Circoscrizione o di frazione (dove
    siano previsti), i Consiglieri Comunali, i Membri della Giunta e il Sindaco
    dovranno essere obbligati a rispondere ai cittadini che chiedano
    informazioni o avanzino proposte;
    6. dovranno essere definite procedure di ‘Referendum’ sia di rettifica –di
    delibere già approvate-sia di iniziativa –su proposte dei cittadini-,
    Referendum il cui risultato sia comunque vincolante per l’Amministrazione,
    come ammesso dall'art. 3, comma 3, della legge 06/08/1999 e dal
    DECRETO LEGISLATIVO 18/08/2000, n. 267;
    7. dovrà essere prevista l’elezione diretta del Difensore Civico da parte dei
    cittadini.
    8. Introdurre lo strumento del bilancio partecipativo deliberativo
    vincolante per la Giunta ed il Consiglio degli Enti Territoriali, per consentire
    ai cittadini di proporre un’elaborazione di un piano dei servizi e delle opere
    pubbliche rispetto alle priorità votate ‘dal basso’ (ciclo di assemblee),
    insieme ai tecnici ed ai rappresentanti eletti, utilizzando fondi del bilancio
    dell'Ente. Copiare l’esperienza di Porto Alegre (Brasile).
    Province
    Oltre ai punti precedenti, tradotti in relazione alla realtà “Provincia”, noi
    proponiamo che nello Statuto delle Amministrazioni Provinciali siano
    inseriti, anche i seguenti punti,
    1. le riunioni di Giunta e di Consiglio Provinciale devono essere offerte alle
    TV locali, per la trasmissione in diretta;
    2. in tempi rigorosamente definiti, l’Amministrazione Provinciale (nel suo
    complesso), i singoli Assessori ed i Consiglieri Provinciali dovranno essere
    obbligati a rispondere, come già indicato al precedente punto 5 per le
    istituzioni comunali, ai Sindaci, ai Consigli Comunali, alle minoranze dei
    Consigli Comunali e ai Difensori Civici dei Comuni che chiedano
    informazioni o avanzino proposte;
    3. dovranno essere definite procedure di ‘Referendum’ cogente sia di
    rettifica sia di iniziativa su richiesta delle ‘entità’ di cui al punto
    precedente.
    In linea col dichiarato obiettivo di conseguire la massima trasparenza, in
    sostituzione della subdola pratica della costituzione di aziende controllate o
    partecipate dagli Enti Pubblici, noi suggeriamo l'opportunità della
    costituzione, da parte dei Comuni e delle Province, di società pubbliche
    (public company) con azionariato diffuso, che gestiscano tutti i servizi
    pubblici locali, tenute a reinvestire gli utili nel territorio locale, e le cui
    quote di capitale siano distribuite prevalentemente tra i singoli cittadini
    (ma non più di una per cittadino) ed Amministrazioni pubbliche.
    Europa
    Avendo come base quanto affermato più sopra in tema di DEMOCRAZIA,
    noi non possiamo condividere l'attuale impostazione dell'UE: una
    impostazione chiaramente oligarchica, volutamente e strutturalmente
    sorda a qualsiasi domanda di DEMOCRAZIA che possa pervenire dai
    cittadini.
    Noi riteniamo che il "Trattato sull'Unione Europea" - TUE (di Maastricht-
    Lisbona) ed il Trattato sul Funzionamento dell'Unione" - TFU - debbano
    essere sostanzialmente rivisti, e che la filosofia dell'Unione debba essere
    drasticamente RIBALTATA.
    Tra i primi punti dei Trattati che contestiamo, segnaliamo:
    1. art. 1 TUE - La necessità che i Trattati siano conclusi come accordo
    tra popoli (e non da 'Alte Parti Contraenti'), per cui riteniamo che la
    ratifica dei medesimi da parte di tutti gli Stati debba avvenire con
    referendum popolare;
    2. art. 10 TUE - "Il funzionamento dell'Unione si fonda sulla democrazia
    rappresentativa": siamo d'accordo che l'ordinario funzionamento
    dell'Unione sia gestito in regime di 'Democrazia Rappresentativa', ma
    deve essere introdotto il referendum propositivo e abrogativo tramite
    richiesta da parte di 500mila cittadini europei senza il quorum di validità;
    3. art. 13 TUE - articoli 127, 128 ... TFU - La sovranità monetaria e la
    conseguente politica devono essere assoggettate al potere politico
    tramite elezione della governante da parte dei cittadini dell’Unione;
    4. art. 21 - l’autodeterminazione dei popoli deve prevalere;
    5. art. 21 - punto e) elenca tra gli obiettivi dell'Unione "... la completa
    liberalizzazione degli scambi internazionali. siamo contrari a questo
    obiettivo in quanto esistono clamorose differenze tra le condizioni di
    lavoro in Europa e ad esempio in Cina e India. Suggeriamo comunque un
    rapporto solidale a livello internazionale, privilegiando il rispetto
    dell’ambiente, delle persone e dei diritti delle persone. Riguardo alla
    gestione utilizzazione acqua potabile bene primario che non deve essere
    affidato ad una gestione privata. Per ulteriore informazioni vedi la
    proposta di Padre Zanotelli, 50 litri gratis a tutti.
    ......... e l'analisi potrebbe continuare fino a contenere un numero elevato
    di critiche ai due testi indicati. ..........
    …vagabondaggio…
    …responsabilità e Solidarietà territoriale dopo aver usufruito di
    finanziamenti pubblici.
    Siamo contrari a liberalizzazioni e privatizzazioni calati dall’alto
    controllato e controllore non devono essere lo stesso soggetto.
    L'idea che abbiamo della possibile Unione Europea è molto diversa da
    quella OLIGARCHICA che oggi trionfa, grazie alla mancata informazione e
    consultazione della volontà popolare sull'argomento.
    Noi pensiamo
    1. che oggi sia giusto e necessario giungere alla realizzazione di una
    "ENTITA' EUROPEA" coordinata che possa confrontarsi con le gigantesche
    realtà internazionali (USA, Cina, Russia, India), almeno nei settori che
    sono strategici a livello globale;
    2. che sia parallelamente necessario che le comunità 'nazionali' che
    fanno capo alle attuali organizzazioni statali conservino una loro identità,
    una loro sovranità, un loro controllo/gestione 'locale' della cosa pubblica,
    cioè di tutto quello che riguarda l'ordinaria vita delle comunità
    locali/regionali/nazionali;
    3. che sia importante anche che l'Europa, da fonte ed origine di conflitti,
    si trasformi in esempio di pacifica collaborazione, ma vogliamo che tale
    ENTITA' EUROPEA sia espressione di una "COLLABORAZIONE TRA
    POPOLI" e non una "UNIONE DI GOVERNI" o una "UNIONE DI OLIGARCHIE
    FINANZIARIE", com'è oggi.
    Insomma: questa Unione Europea costruita a vantaggio di pochi non ci
    piace e pensiamo che non piaccia nemmeno ad una parte molto
    consistente dei cittadini degli Stati Membri. Per questo, RITENIAMO CHE
    SIA UTILE CHIAMARE GLI ELETTORI AD ESPRIMERE NELLE URNE
    ELETTORALI LA LORO DETERMINAZIONE A RIBALTARNE L'IMPOSTAZIONE
    SIMBOLO/I
    Anche se i tempi per una utile discesa in campo sono minimi, se non già
    scaduti, noi, per ora, non proponiamo un simbolo alternativo a quello di
    Beppe: ne riparleremo a breve con quei gruppi (MEETUP O ALTRI) che,
    riconoscendosi nei principi irrinunciabili che abbiamo esposto, si
    renderanno disponibili a tentare questa esaltante (anche se disperata)
    impresa.

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  3. Appello “Ora o mai più” (in occasione delle elezioni europee)
    e 'DOCUMENTO POLITICO'
    Noi, sottoscrittori di questo appello, ci rivolgiamo a tutti coloro che in Italia abbiano a cuore
    la democrazia (il concetto stesso di democrazia) e ne desiderino propugnare
    nascita, autenticità ed indiscusso primato.
    L'assedio organizzato dalle oligarchie dominanti attorno ai pochi residui dell'idea di
    democrazia ci deve condurre a coordinare i nostri sforzi per giungere a presentare ai cittadini
    una proposta politica a sostegno proprio di quella nascita. Oggi (18 febbraio) si è ulteriormente
    consolidata una situazione istituzionale che è tutto meno che democratica:
    – dopo aver proceduto in questo senso già con la legge elettorale nazionale, oggi, con la
    nuova legge elettorale per la rappresentanza dell'Italia nel Parlamento europeo, il mondo
    politico ufficiale ha voluto eliminare dal mondo politico visibile qualsiasi originalità di pensiero
    dei singoli o dei 'pochi'. Questa legge, infatti, esclude dal diritto di presenza coloro che non
    siano disposti a sottomettersi supinamente ai diktat di 'quelli là', che sono riusciti ad occupare
    le istituzioni e che le vogliono adattare al loro desiderio di restare indefinitamente al potere;
    – nell'Unione Europea, istanza che viene presentata come un totem indiscutibile tutte le
    volte che fa comodo, si va verso il consolidamento di trattati che puntano ad eliminare
    qualsiasi possibilità di intervento dei popoli sulle scelte operate dalle oligarchie nazionali che,
    coordinandosi, vanno a disegnare proprio quella istituzione sovra-nazionale usata come
    riferimento assoluto della attività politica negli Stati aderenti e nei loro sottomultipli.
    Se lasceremo campo libero ai nostri oligarchi, la condizione che si verrà a creare
    sarà tale da precludere per lungo tempo (UN VENTENNIO?) ai cittadini (che per
    scherno vengono apostrofati come 'sovrani') la possibilità di contare qualcosa nell'ambito
    della nostra sedicente democrazia.
    Per quanto sopra e per conservare una seppur minima speranza di procedere nel senso della
    realizzazione di istituzioni veramente democratiche, noi chiediamo a tutti i movimenti esistenti
    sul territorio e che facciano della democrazia il loro scopo principale di trovare il coraggio di
    riunirsi per presentare questo loro pregnante desiderio.
    Riteniamo che questo collegamento-riunione possa avvenire sulla base di un impegno
    assunto da persone che fondamentalmente si riconoscano nello spirito del
    DOCUMENTO POLITICO inserito più avanti, documento che NON VUOLE COSTITUIRE UNA
    BASE INDISCUTIBILE, ma che vuole esprimere dei concetti e fissare delle priorità che
    pensiamo possano accomunarci e su cui noi, diffusori di questo invito, siamo disposti a
    'mettere la faccia' (… e non cominciamo col chiedere, come succede sempre, “ma chi
    sono costoro che ci invitano, … come si permettono di assumere una iniziativa del
    genere, ...” o altre formule che servono come scusa per continuare a starnazzare e
    NON FARE NIENTE!)
    Riteniamo che, per stipulare questo accordo di coesione, si debba procedere a tenere un
    incontro aperto a chi sia disponibile ad accettare queste condizioni (indicativamente a Roma
    il 29 Marzo p.v.):
    • il raggruppamento che nascesse in quella sede NON DOVRA' avere né il nome né il simbolo
    di uno qualunque dei movimenti partecipanti. Nome e simbolo saranno definiti nel corso
    dell'incontro di cui sopra tra quelli che saranno proposti. Saranno definiti anche il
    documento politico-programmatico di riferimento, la strategia elettorale ed il nome di un
    'sito' internet di riferimento.
    • coloro (singoli o gruppi) che intendano partecipare sono pressantemente invitati ad inviarci
    un loro documento politico: noi provvederemo a girare i documenti che arriveranno a tutti
    gli altri gruppi o singoli che si dichiarino pronti a partecipare all'iniziativa;
    • chi aderisse alla iniziativa si dovrà anche impegnare a riunire le proprie forze anche in sede
    locale, in occasione di consultazioni amministrative (soprattutto elezioni provinciali);
    • i gruppi partecipanti (e aderenti al raggruppamento) potranno conservare i loro nomi,
    simboli, ecc. nella loro attività ordinaria di formazione politica e di propaganda (magari
    accompagnando tali nomi e simboli con quelli che il raggruppamento si darà);
    • saranno esclusi da qualunque candidatura che il raggruppamento decidesse di presentare
    sia i parlamentari (nazionali o europei), sia i Consiglieri Regionali nelle correnti o in passate
    legislature (da questo ostracismo pensiamo debbano essere salvati solo i membri delle
    organizzazioni politiche rappresentanti minoranze linguistiche);
    • per partecipare all'attività del raggruppamento, eventuali iscritti a partiti che abbiano eletto
    Parlamentari nazionali e/o europei o Consiglieri Regionali dovranno preventivamente
    presentare la loro rinuncia scritta a tale iscrizione (con l'eccezione di cui al punto
    precedente);
    • non sarà prevista né imposta alcuna dettagliata disciplina di partito: i candidati saranno
    solo chiamati a sottoscrivere l'impegno a rispettare lo spirito definito nel
    documento che uscirà dall'incontro previsto e, se eletti, a rassegnare le dimissioni a
    richiesta di un adeguato numero di sottoscrittori della loro candidatura e residenti nella loro
    'area d'azione', che sarà delimitata secondo un criterio definito nell'incontro del 29 Marzo.
    Per la formazione delle liste per le elezioni europee,
    proponiamo le seguenti regole:
    • le liste per le cinque circoscrizioni europee saranno definite o nell'incontro previsto
    indicativamente per il 29 Marzo, o, comunque, entro il 5 Aprile;
    • le liste, una volta formate, saranno scritte in ordine alfabetico, e sarà estratto a
    sorte il punto della lista da cui si comincerà a scrivere l'elenco;
    • considerato il numero dei candidati da inserire nelle liste delle cinque circoscrizioni e al fine
    di assicurare l'omogenea presenza delle varie zone d'Italia, con un occhio alla
    residenza/domicilio dei candidati (e/o al luogo di nascita dei medesimi), i posti in lista
    saranno riservati nel rispetto della seguente tabella (che l'assemblea del 29 Marzo potrà
    modificare):
    • Valle d'Aosta (Vallée d'Aoste) 1
    • Liguria 3
    • Piemonte 6
    • Lombardia 9
    totale Circoscrizione Nord-Ovest = 19
    • Trentino-Alto Adige (Südtirol) 2
    • Friuli-Venezia Giulia 2
    • Veneto 5
    • Emilia-Romagna 4
    totale Circoscrizione Nord-Est = 13
    • Toscana 4
    • Marche 2
    • Umbria 2
    • Lazio 6
    totale Circoscrizione Centro = 14
    • Abruzzi 2
    • Molise 1
    • Puglia 4
    • Basilicata 2
    • Campania 6
    • Calabria 3
    totale Circoscrizione Sud = 18
    • Sicilia 6
    • Sardegna 2
    totale Circoscrizione Isole = 8
    - - - - -
    Ribadiamo: il punto qualificante del programma elettorale proposto per le Europee DEVE
    essere incentrato sulla proposta di CAPOVOLGERE l'impostazione oligarchica della
    Unione Europea.
    Precisazione indispensabile
    Noi non riconosciamo come nostra rappresentante nessuna 'fratellanza' politica, … e nel
    termine 'fratellanza' comprendiamo anche quelle espressioni di potere che, al di fuori di
    ogni tensione democratica, stanno operando per far propria l'esclusiva della rappresentanza
    dell'opposizione a quel regime … di cui fanno parte .
    Per quanto sopra, NOI NON ABBIAMO SOLDI DA PUNTARE NELLA POLITICA COME AD
    UNO SQUALLIDO TAVOLO DA GIOCO: noi puntiamo sulla volontà dei cittadini di riscattarsi
    dallo stato di sudditanza in cui si trovano oggi, nei confronti di 'quelli là', cioè dei nostri
    'occupanti interni'.
    Chi aderirà a questa iniziativa sappia che non potrà ricevere alcun aiuto finanziario da
    nessuno, ma che nessuno gli chiederà soldi, se non dopo aver concordato eventuali iniziative
    comuni e non 'ordinarie'.
    DOCUMENTO POLITICO
    Questo documento si articola in 5 parti:
    1. premessa generale;
    2. proposta qualificante di impegno politico;
    3. definizione dei fondamenti di impegno politico per l'Italia;
    4. democrazia nei Comuni e nelle Province;
    5. democrazia (e non oligarchia) in Europa
    1. Premessa generale
    Noi, normali cittadini, estranei ai partiti ed alla partitocrazia, chiediamo a tutti di aderire
    ad una iniziativa POLITICA ‘fuori’ dalle logiche di ‘quelli là’ (cioè la attuale classe politica
    strettamente legata al 'potere invisibile' - banche, società segrete, lobbies internazionali, … )
    con l’unico obiettivo di inaugurare una attività politica DI TUTTI NOI CITTADINI.
    Siccome i politici, gestiscono AFFARI NOSTRI (di TUTTI NOI CITTADINI), riteniamo sia
    corretto esigere che a tutti noi cittadini siano istituzionalmente riconosciuti i diritti
    · di interloquire con ‘loro’ in qualunque momento o fase della vita politica,
    · di controllarne l’operato
    · e di avere, alla fine, la possibilità di dire sempre l’ultima parola.
    Riteniamo, cioè che non sia dignitoso continuare ad accettare che i politici si permettano di
    escludere totalmente e sistematicamente i cittadini dalla fase decisionale della vita politica fin
    dal giorno successivo alle elezioni.
    Non lo possiamo accettare perché è impossibile
    · che durante una campagna elettorale si possano trattare tutti gli argomenti che
    potrebbero entrare nell’ordine del giorno nel corso del successivo quinquennio,
    · che anche chi voti per una determinata lista ne condivida al cento per cento
    impostazioni e programmi.
    Per questo, riteniamo che la delega elettorale debba sempre essere gestita in regime di
    ‘silenzio-assenso’, e debba restare sempre soggetta al controllo di chi è titolare della
    sovranità, cioè dei cittadini.
    Da queste convinzioni discende il nostro
    2. Impegno politico
    1. NOI INDIVIDUIAMO la ragion d'essere del nostro impegno POLITICO nella
    concreta promozione dei valori civili, morali, politici e sociali
    · della partecipazione (vigile ed attenta),
    · della consapevolezza (della realtà e delle effettive possibilità di operare su di essa),
    · della solidarietà (per tutti coloro che si impegnino a compiere il loro dovere),
    · della responsabilità [sia verso la società di oggi, sia verso le generazioni future,
    specialmente nella gestione delle risorse naturali e nella conservazione dell'ambiente
    dalle contaminazioni evitabili],
    · dell’autonomia e dell'indipendenza intellettuale
    · e dell'ordinaria priorità del solerte adempimento dei doveri sulla pur
    sacrosanta rivendicazione dei diritti.
    2. Mentre sosteniamo che l’attuale sedicente DEMOCRAZIA è finta ed ingannevole in
    quanto compromessa dal predominio dei comitati d’affari, dal gigantismo delle multinazionali e
    dal consolidarsi di una oligarchia dominante a tutti i livelli (nazionale, europeo, planetario),
    NOI della VERA DEMOCRAZIA, rivendichiamo la rinascita, il primato e l'essenziale
    autenticità;
    3. NOI INDIVIDUIAMO, QUALE FONDAMENTALE OBIETTIVO STRUMENTALE,
    l'adozione, a tutti i livelli, di riforme istituzionali e sociali che agevolino l'affermazione dei
    valori di cui al punto 1. e stabiliscano una autentica sovranità popolare sullo/sugli Stato/i
    (compresa l'Unione Europea) e su ogni lecita regolamentazione della vita civile e sociale.
    Dette riforme debbono comunque ed ovunque comportare:
    · la separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, al fine di conseguire un
    adeguato livello di governabilità, rendendo funzionalmente possibile, nel contempo,
    quella rappresentatività che è necessaria per poter definire "democratico" uno Stato;
    · la predisposizione di strumenti snelli ed efficienti che permettano a tutti i cittadini di
    intervenire direttamente sia a correggere decisioni assunte dai loro rappresentanti, sia
    ad imporre determinazioni che i rappresentanti stessi siano recalcitranti ad assumere;
    · la semplificazione di ogni struttura di interesse pubblico, dall'organizzazione dello Stato
    all'insieme delle leggi e del fisco;
    · l’eliminazione di ogni riferimento istituzionale, di privilegi elettorali, di finanziamenti
    concessi a partiti, movimenti o raggruppamenti politici, unita all’adozione di strumenti
    atti ad eliminare l'incidenza del fattore finanziario sui procedimenti elettorali;
    · la responsabilizzazione politica personale e diretta di coloro che a vario titolo sono
    chiamati a gestire la cosa pubblica in rappresentanza dei cittadini e la definizione di
    meccanismi di revoca dei mandati conferiti ai rappresentanti eletti dal popolo sovrano;
    · l’attuazione di una politica che riconosca a tutte le comunità il diritto alla piena
    autodeterminazione e che miri a fornire ai popoli della Terra la concreta possibilità di
    essere liberi e di disporre dei mezzi necessari per essere autosufficienti;
    · il conferimento della massima trasparenza e chiarezza alle attività politiche,
    economiche, professionali e sociali;
    · lo studio e l’adozione di meccanismi atti a combattere l'attitudine alla mistificazione
    degli oligopoli dell'informazione.
    3. Italia
    Mentre ribadiamo (e consideriamo come integralmente riportato qui) quanto scritto
    nella 'Premessa generale' ed in tema di 'Impegno politico', DICHIARIAMO QUI LA
    NOSTRA INTENZIONE di eliminare l'ormai consolidata impunità di coloro che abbiano violato od
    eluso la Costituzione vigente,
    • occupando di fatto le Istituzioni, scavalcando la volontà popolare od eludendone la
    corretta consultazione,
    • incentivando la propria corruzione ed utilizzandone i proventi;
    • omettendo di compiere le dovute azioni di salvaguardia dei Principi della vigente
    Costituzione e della Democrazia.
    In ambito politico-sociale, SIAMO DETERMINATI a compiere azioni tese:
    • a generare la piena occupazione puntando sull'impiego intelligente delle risorse
    disponibili sul territorio, orientando gli sforzi nello sviluppo di attività tese soprattutto alla
    valorizzazione della vocazione propria delle diverse aree geografiche del Paese;
    • a bloccare gli sprechi costituiti sia dalla realizzazione di opere inutili o sbagliate, sia
    dalla concessione di sussidi e finanziamenti elargiti senza richiedere contropartite sociali;
    • ad attuare una politica ambientale scevra di retorica e demagogia ma attenta a
    considerare la Terra come bene 'finito' appartenente non solo alle attuali generazioni, ma
    anche e soprattutto a quelle future (politica di 'decrescita responsabile');
    • a realizzare un accettabile equilibrio tra le spinte alla globalizzazione e le responsabilità
    di solidarietà territoriale;
    • a riservare sempre la massima attenzione agli input provenienti dalla ricerca ed alle
    proposte provenienti dal mondo tecnico-scientifico, per valorizzarne appieno opportunità,
    conoscenza ed allarmi ed assicurare responsabilmente ai cittadini l'applicazione delle
    migliori conoscenze nella organizzazione e nella gestione della vita di tutti i giorni;
    • a collegare razionalmente salari e stipendi all’effettivo costo della vita nelle diverse aree
    del Paese ed a promuovere forme di compartecipazione delle diverse componenti aziendali
    ai risultati delle aziende.
    4. Comuni e Province
    Premessa
    Tutte le Amministrazioni Comunali e tutte quelle Provinciali debbono affrontare problemi
    particolari del loro territorio di competenza e della società civile che su quel territorio vive ed
    agisce. Per questo, è ovvio che ogni comunità locale, ogni gruppo di cittadini che
    intenda concorrere alle cariche elettive proprie di ogni singola Amministrazione deve
    avanzare le proprie proposte con riferimento specifico alle situazioni locali.
    Nonostante ciò, ci permettiamo di proporre dei punti specifici il cui inserimento nelle
    istituzioni locali possa assicurare quella DEMOCRAZIA che resta il nostro obiettivo qualificante.
    Comuni
    Mentre, per facilitare il coinvolgimento dei cittadini nell'attività politica locale, suggeriamo che
    le Amministrazioni Comunali promuovano la realizzazione di spazi d'incontro informale tra i
    cittadini, cioè di spazi di civile discussione fruibili in orari diversi da quelli ordinari di lavoro,
    proponiamo con forza anche e soprattutto che negli Statuti di tutti i singoli Comuni siano
    inseriti i seguenti punti:
    1. le riunioni della Giunta, oltre che quelle del Consiglio Comunale dovranno essere
    pubbliche (con la sola doverosa eccezione delle discussioni di punti all’ordine del giorno che
    comportino l’espressione di giudizi su singole persone);
    2. superando quanto già previsto dalla legge 241 ,
    • copie cartacee delle delibere adottate, delle documentazioni allegate e dei verbali delle
    riunioni di Giunta e di Consiglio dovranno essere messe a disposizione del pubblico,
    nella loro stesura integrale, senza alcuna necessità di esporre motivazioni o
    giustificazione;
    • copia delle stesse documentazioni dovranno essere consegnate senza indugio a
    qualunque cittadino, a fronte del solo pagamento delle relative fotocopie o stampe;
    • le stesse copie di cui ai due punti precedenti dovranno essere rese immediatamente
    disponibili sul sito del Comune, in formato digitale;
    3. mensilmente, tutti i componenti delle Giunte dovranno indire almeno un pubblico
    incontro nel corso del quale relazioneranno sull’attività dell’Amministrazione nel settore di
    loro competenza;
    4. mensilmente, le Amministrazioni Comunali dovranno pubblicare sul loro sito il
    rendiconto dettagliato e completo delle entrate e delle uscite dalle casse comunali;
    5. con modalità diverse (che funzionino da ‘filtro democratico’) ma in tempi rigorosamente
    definiti, i Consiglieri di Circoscrizione o di frazione (dove siano previsti), i Consiglieri
    Comunali, i Membri della Giunta e il Sindaco dovranno essere obbligati a rispondere ai
    cittadini che chiedano informazioni o avanzino proposte;
    6. dovranno essere definite procedure di ‘Referendum’ sia di rettifica –di delibere già
    approvate- sia di iniziativa –su proposte dei cittadini-, Referendum il cui risultato sia
    comunque vincolante per l’Amministrazione, come ammesso dall'art. 3, comma 3, della
    legge 06/08/1999 e dal DECRETO LEGISLATIVO 18/08/2000, n. 267;
    7. dovrà essere prevista l’elezione diretta del Difensore Civico da parte dei cittadini.
    Province
    Oltre ai precedenti, tradotti in relazione alla realtà “Provincia”, noi proponiamo che nello
    Statuto delle Amministrazioni Provinciali siano inseriti, anche i seguenti punti,
    8. le riunioni di Giunta e di Consiglio Provinciale devono essere offerte alle TV locali, per la
    trasmissione in diretta;
    9. in tempi rigorosamente definit i, l’Amministrazione Provinciale (nel suo complesso), i
    singoli Assessori ed i Consiglieri Provinciali dovranno essere obbligati a rispondere,
    come già indicato al precedente punto 5 per le istituzioni comunali, ai Sindaci, ai
    Consigli Comunali, alle minoranze dei Consigli Comunali e ai Difensori Civici dei Comuni
    che chiedano informazioni o avanzino proposte;
    10. dovranno essere definite procedure di ‘Referendum’ cogente sia di retti f ica sia d i
    iniziativa – su richiesta delle ‘entità’ di cui al punto precedente.
    In linea col dichiarato obiettivo di conseguire la massima trasparenza ed in sostituzione della
    subdola pratica della costituzione di aziende controllate o partecipate dagli Enti Pubblici Locali,
    noi assumiamo come ordinaria linea d'azione il perentorio invito alla costituzione, da parte dei
    Comuni e delle Province, di società pubbliche (public company) con azionariato diffuso,
    impegnate a far proprie le procedure di trasparenza indicate per le Amministrazioni locali,
    società pubbliche che gestiscano i i servizi pubblici locali, società tenute a reinvestire gli utili
    per migliorare detti servizi o, comunque, sul territorio, e le cui quote di capitale siano
    distribuite prevalentemente tra i singoli cittadini (ma non più di una per cittadino) ed
    Amministrazioni pubbliche.
    Europa
    Avendo come base quanto affermato più sopra in tema di DEMOCRAZIA, evidentemente non
    possiamo condividere l'attuale impostazione dell'UE: una impostazione chiaramente
    oligarchica, istituzionalmente sorda a qualsiasi domanda di DEMOCRAZIA che possa pervenire
    dai cittadini. Peraltro, essendo ormai ineludibile l'incidenza della politica dell'Unione anche sulle
    scelte amministrative locali, oltre che su quelle nazionali, noi riteniamo di non poterci esimere
    dall'avanzare una nostra 'diversa' proposta di Unione Europea.
    Riteniamo infatti che il "Trattato sull'Unione Europea" - TUE (di Maastricht-Lisbona) ed il
    Trattato sul Funzionamento dell'Unione" - TFU - debbano essere sostanzialmente rivisti, e che
    la filosofia dell'Unione debba essere drasticamente RIBALTATA.
    Tra i primi punti dei Trattati che contestiamo, segnaliamo:
    1. - art. 1 TUE - La necessità DEMOCRATICA che i Trattati siano conclusi come accordo tra
    popoli (e non da 'Alte Parti Contraenti'), per cui riteniamo che essi debbano essere
    ratificati dai popoli stessi mediante referendum popolare;
    2. - art. 10 TUE - "Il funzionamento dell'Unione si fonda sulla democrazia
    rappresentativa": noi riteniamo che comunque debba essere prevista la possibilità di
    ricorrere a referendum tra i cittadini per argomenti di rilievo istituzionale, ma anche su
    richiesta di rappresentanze non democraticamente trascurabili dei cittadini dell'Unione;
    3. - art. 13 TUE - articoli 127, 128 ... TFU - La sovranità monetaria e la politica monetaria
    non possono essere abbandonate nelle mani di entità non direttamente soggette al potere
    politico generale: BCE e SEBC devono dipendere DIRETTAMENTE dal potere politico, che, a
    sua volta, deve essere democraticamente gestito;
    4. - art. 21 - manca, nei Trattati, l'assunzione dell'assoluta priorità del diritto alla
    autodeterminazione dei popoli, di TUTTI i popoli, interni o esterni all'Unione (anche a
    dispetto della Carta delle Nazioni Unite che sottomette tale diritto ad un presunto diritto di
    non ingerenza negli affari interni dei singoli Paesi);
    5. art. 21 - punto e) elenca tra gli obiettivi dell'Unione "... la progressiva abolizione delle
    restrizioni agli scambi internazionali". E' una scelta che NON PUO' essere incondizionata:
    non può essere ciecamente trascurato il fatto che esistano clamorose differenze tra le
    condizioni di lavoro in Europa e, ad esempio, in Cina o India e che tali differenze creino
    indiscusse condizioni di sleale concorrenza ...
    E l'analisi potrebbe continuare fino a contenere un numero elevato di critiche ai due testi
    indicati: testi non condivisi nemmeno da qualche statista in buona fede (comeil
    Presidente della Repubblica Ceka, Vaclav Klaus.
    Ci sono, poi, tante altre scelte di carattere non-istituzionale che pensiamo debbano essere
    operate dalla UE, sotto la spinta consapevole dei popoli dell'Europa:
    • riguardo alla rete ferroviaria, che dovrebbe essere trasformata fino a costituire, assieme
    al trasporto su acqua, la struttura principale del TRASPORTO MERCI all'interno dell'Unione;
    • riguardo alla definizione di una politica di gestione responsabile delle risorse del
    pianeta, con particolare attenzione alle energie da fonti rinnovabili -una politica che
    preveda, anche e soprattutto, il sostegno ad una razionale crescita economica dei popoli
    ancora oggi in tremende condizioni di arretratezza e disagio e ad una razionale riduzione
    dei consumi in tante zone d'Europa e del mondo;
    • riguardo alla gestione-utilizzazione della risorsa 'acqua potabile';
    • riguardo ad obblighi di 'solidarietà territoriale', per porre un limite sia alla selvaggia
    delocalizzazione delle unità produttive, sia al vagabondaggio delle risorse che quelle unità
    abbiano prodotto;
    • riguardo ad una stringente regolamentazione dei mercati finanziari, la cui deregulation
    ci ha portato agli attuali disastri finanziari ed economici …
    Insomma, l'idea che abbiamo della possibile Unione Europea è molto diversa da quella
    OLIGARCHICA che oggi trionfa, e pensiamo
    1. che oggi sia giusto e necessario giungere alla realizzazione di una "ENTITA' EUROPEA"
    coordinata che possa confrontarsi con le gigantesche realtà internazionali (USA, Cina,
    Russia, India), almeno nei settori che sono strategici a livello globale;
    2. che sia parallelamente necessario che le comunità 'nazionali' che fanno capo alle attuali
    organizzazioni statali conservino una loro identità, una loro sovranità, un loro
    controllo/gestione 'locale' di tutto quello che riguarda l'ordinaria vita delle comunità
    locali/nazionali;
    3. che sia anche culturalmente importante che l'Europa, da fonte ed origine di conflitti, si
    trasformi in esempio di pacifica collaborazione, divenendo espressione di una
    "COLLABORAZIONE TRA POPOLI" e non una "UNIONE DI OLIGARCHIE", com'è oggi.
    Insomma: questa Unione Europea costruita a vantaggio di pochi non ci piace e pensiamo che
    non piaccia nemmeno ad una parte molto consistente dei cittadini degli Stati Membri. Per
    questo, RITENIAMO CHE SIA DOVEROSO TENTARE DI CHIAMARE GLI ELETTORI AD
    ESPRIMERE GIÀ NELLE VICINE ELEZIONI EUROPEE LA LORO DETERMINAZIONE A
    RIBALTARNE L'IMPOSTAZIONE

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  4. Appello per la Democrazia a livello provinciale
    Noi, sottoscrittori di questo appello, ci rivolgiamo a tutti coloro che, nell'area di Parma, siano
    convinti della necessità di instillare un po' di democrazia nella vita pubblico-politica, per questo
    noi chiediamo a tutti coloro
    – che facciano della vera democrazia il loro naturale ambito d'azione
    – che concordino su alcuni punti qualificanti di uno specifico programma politico
    di trovare il coraggio di riunirsi per presentare agli abitanti del parmense questa loro tensione
    ideale.
    Riteniamo che il collegamento-riunione che proponiamo possa avvenire sulla base di un impegno
    assunto da persone che fondamentalmente si riconoscano nello spirito del DOCUMENTO
    che segue, documento che esprime dei concetti e fissa delle priorità “istituzionali”
    che pensiamo possano accomunarci e su cui noi, diffusori di questo invito, siamo disposti a
    'mettere la faccia'.
    Riteniamo che il raggruppamento frutto di questo accordo di coesione debba basarsi sulle seguenti
    scelte organizzative:
    • il raggruppamento NON DOVRA' avere né il nome né il simbolo di uno qualunque dei gruppi
    o movimenti partecipanti;
    • per partecipare all'attività del raggruppamento, eventuali iscritti a partiti che abbiano eletto
    Parlamentari nazionali e/o europei o Consiglieri Regionali dovranno preventivamente presentare
    la loro rinuncia scritta a tale iscrizione;
    • non sarà prevista né imposta alcuna dettagliata disciplina di partito: i candidati saranno
    solo chiamati a sottoscrivere l'impegno a rispettare lo spirito definito nel documento
    che uscirà dall'incontro previsto e a rassegnare le dimissioni a richiesta dell'assemblea
    degli altri candidati presenti in lista (con esclusione da detta assemblea dei primi
    quattro dei non eletti);
    • al fine di assicurare la corretta rappresentanza di tutto il territorio provinciale, i candidati inseriti
    in lista per i singoli collegi dovranno avere residenza, domicilio o attività all'interno di
    un comune inserito nel collegio stesso, oppure dovrà avere provenienza familiare da uno di
    quei comuni
    DOCUMENTO POLITICO
    Questo documento si articola in 3 parti:
    1. premessa generale;
    2. impostazione democratica;
    3. specifici punti programmatici;
    4. Provincia: ente al servizio del 'Consorzio' dei Comuni
    1. Premessa generale
    Noi, normali cittadini, estranei ai partiti ed alla partitocrazia, chiediamo a tutti di aderire
    ad una iniziativa POLITICA ‘fuori’ dalle logiche di ‘quelli là’ (cioè la attuale classe politica, con
    l’unico obiettivo di inaugurare una attività politica DI TUTTI NOI CITTADINI.
    Siccome i politici, gestiscono AFFARI NOSTRI (di TUTTI NOI CITTADINI), riteniamo sia corretto
    esigere che a tutti noi cittadini siano istituzionalmente riconosciuti i diritti
    · di interloquire con ‘loro’ in qualunque momento o fase della vita politica,
    · di controllarne l’operato
    · e di avere, alla fine, la possibilità di dire sempre l’ultima parola.
    Riteniamo, cioè che non sia dignitoso continuare ad accettare che i politici si permettano di
    escludere totalmente e sistematicamente i cittadini dalla fase decisionale della vita politica fin
    dal giorno successivo alle elezioni.
    Non lo possiamo accettare perché è impossibile
    · che durante una campagna elettorale si possano trattare tutti gli argomenti che potrebbero
    entrare nell’ordine del giorno nel corso del successivo quinquennio,
    · che anche chi voti per una determinata lista ne condivida al cento per cento impostazioni
    e programmi.
    Per questo, riteniamo che la delega elettorale debba sempre essere gestita in regime di ‘silenzio-
    assenso’, e debba restare sempre soggetta al controllo di chi è titolare della sovranità,
    cioè dei cittadini.
    Da queste convinzioni discende il nostro impegno politico, di cui individuiamo la ragion
    d'essere nella concreta promozione dei valori civili, morali, politici e sociali
    · della partecipazione (vigile ed attenta),
    · della consapevolezza (della realtà e delle effettive possibilità di operare su di essa),
    · della solidarietà (per tutti coloro che si impegnino a compiere il loro dovere),
    · della responsabilità (sia verso la società di oggi, sia verso le generazioni future, specialmente
    nella gestione delle risorse naturali e nella conservazione dell'ambiente dalle
    contaminazioni evitabili),
    · dell’autonomia e dell'indipendenza intellettuale
    · e dell'ordinaria priorità del solerte adempimento dei doveri sulla pur sacrosanta
    rivendicazione dei diritti.
    Noi, proponenti di questa iniziativa elettorale, siamo determinati a compiere azioni tese:
    a generare la piena occupazione puntando sull'impiego intelligente delle risorse disponibili
    sul territorio, orientando gli sforzi nello sviluppo di attività tese soprattutto alla valorizzazione
    della vocazione propria delle diverse aree della Provincia;
    a bloccare gli sprechi costituiti dalla realizzazione di opere inutili o sbagliate;
    ad attuare una politica ambientale scevra di retorica e demagogia ma attenta a considerare
    il nostro territorio come bene 'finito' appartenente non solo alle attuali generazioni,
    ma anche e soprattutto a quelle future;
    a promuovere e rivendicare forme di responsabile solidarietà territoriale;
    a riservare sempre la massima attenzione agli input provenienti dalla ricerca ed alle
    proposte provenienti dal mondo tecnico-scientifico, per valorizzarne appieno opportunità,
    conoscenza ed allarmi ed assicurare responsabilmente ai cittadini l'applicazione delle
    migliori conoscenze nella organizzazione e nella gestione della vita di tutti i giorni.
    2. Impostazione democratica
    Per assicurare il massimo della efficiente democrazia a livello della Amministrazione Provinciale,
    noi indichiamo i seguenti punti da inserire nel programma politico e/o, per quanto possibile,
    nello stesso Statuto-Regolamento della Provincia:
    le riunioni della Giunta, oltre che quelle del Consiglio Comunale dovranno essere pubbliche
    (con la sola doverosa eccezione delle discussioni di punti all’ordine del giorno che comportino
    l’espressione di giudizi su singole persone);
    le stesse riunioni di Giunta e di Consiglio Provinciale dovranno essere offerte alle TV locali,
    sia per la trasmissione in diretta, sia per eventuali repliche in differita;
    superando quanto già previsto dalla legge 241,
    • copie cartacee delle delibere adottate, delle documentazioni allegate e dei verbali delle
    riunioni di Giunta e di Consiglio dovranno essere messe a disposizione del pubblico, nella
    loro stesura integrale, senza alcuna necessità di esporre motivazioni o giustificazione;
    • copia delle stesse documentazioni dovranno essere consegnate senza indugio a qualunque
    cittadino, a fronte del solo pagamento delle relative fotocopie o stampe;
    • le stesse copie di cui ai due punti precedenti dovranno essere rese immediatamente disponibili
    sul sito della Amministrazione Provinciale, in formato digitale;
    • tutta la documentazione di cui sopra dovrà essere resa disponibile presso i Comuni, per
    facilitare l'accesso dei cittadini sia alla sua consultazione che all'ottenimento delle relative
    copie;
    mensilmente, tutti i componenti della Giunta dovranno indire almeno un pubblico incontro
    nel corso del quale relazioneranno sull’attività dell’Amministrazione nel settore di loro
    competenza;
    mensilmente, l'Amministrazione dovrà pubblicare sul suo sito il rendiconto dettagliato e
    completo delle entrate e delle uscite dalla cassa;
    con modalità diverse (che funzionino da ‘filtro democratico’) ma in tempi rigorosamente
    definiti, i Consiglieri Provinciali, i Membri della Giunta ed il Presidente della Provincia dovranno
    essere obbligati a rispondere a gruppi di cittadini che chiedano informazioni o avanzino
    proposte;
    dovranno essere definite procedure di ‘Referendum’ sia di rettifica –di delibere già approvate-
    sia di iniziativa –su proposte di gruppi di cittadini-, Referendum il cui risultato
    sia comunque vincolante per l’Amministrazione, come ammesso dall'art. 3, comma 3, della
    legge 06/08/1999 e dal DECRETO LEGISLATIVO 18/08/2000, n. 267;
    in tempi rigorosamente definiti, l’Amministrazione Provinciale (nel suo complesso), i
    singoli gli Assessori ed i Consiglieri Provinciali dovranno essere obbligati a rispondere, come
    già indicato al precedente punto 6, ai Sindaci, ai Consigli Comunali, alle minoranze dei Consigli
    Comunali e ai Difensori Civici dei Comuni che chiedano informazioni o avanzino proposte;
    dovranno essere definite procedure di ‘Referendum’ cogente sia di rettifica sia di iniziativa
    – su richiesta delle ‘entità’ di cui al punto precedente.
    dovrà essere prevista l’elezione diretta da parte dei cittadini del Difensore Civico presso
    l'Amministrazione Provinciale (che dovrà essere autorizzato ad intervenire come tale presso
    le Amministrazioni Comunali che non si dotino di analogo Difensore eletto dai relativi cittadini).
    In linea col dichiarato obiettivo di conseguire la massima trasparenza ed in sostituzione della
    subdola pratica della costituzione di aziende controllate o partecipate dagli Enti Pubblici Locali,
    noi assumiamo come ordinaria linea d'azione il perentorio invito alla costituzione da parte della
    Amministrazione Provinciale (e dei Comuni che ambiscano a qualificarsi come 'democratici') di
    società pubbliche (public company)
    che gestiscano i i servizi pubblici locali
    impegnate a far proprie le procedure atte a generare il massimo possibile di trasparenza,
    tenute a reinvestire gli utili per migliorare detti servizi o, comunque, sul territorio,
    le cui quote di capitale siano distribuite prevalentemente tra i singoli cittadini (ma non
    più di una per cittadino) e, per una quota di minoranza, tra le Amministrazioni pubbliche.
    Suggerimenti ai Comuni
    Ai Comuni che ambiscano a qualificarsi come 'democratici', suggeriamo, innanzitutto, di dotarsi
    di Statuti o Regolamenti Comunali che accolgano i principi di trasparenza e democrazia
    che proponiamo come programma elettorale per la Amministrazione Provinciale.
    Chiediamo ai Comuni stessi che, per facilitare il coinvolgimento dei cittadini nell'attività politica
    locale, le Amministrazioni Comunali promuovano
    - la realizzazione di spazi d'incontro informale tra i cittadini, cioè di spazi di civile discussione
    fruibili in orari diversi da quelli ordinari di lavoro,
    - l'istituzione del servizio di informazione e fornitura di copie della documentazione resa disponibile
    dalla Amministrazione Provinciale.
    3. Specifici punti programmatici
    Pur sottolineando come all'attivazione degli strumenti degli strumenti di democrazia diretta
    indicati nel capitolo precedente corrisponda una netta riduzione dell'importanza della indicazione
    di specifici punti programmatici (in quanto si viene a lasciare ai cittadini la possibilità di
    chiedere-proporre-imporre iniziative di qualsiasi genere che possano rientrare nel campo di
    azione della Amministrazione Provinciale), riteniamo di dover fornire alcune proposte qualificanti
    della nostra presenza nelle imminenti elezioni.
    Riteniamo anche che quanto esposto qui costituisca solo l'incipit di una più vasta elencazione
    di proposte che emergeranno grazie alle competenze delle persone e dei gruppi che aderiranno
    a questa iniziativa.
    1.
    Attivazione da parte dell'Ufficio Legale della Amministrazione di tutte le iniziative idonee a sostituire
    la scelta della realizzazione dell'inceneritore con quella di impianti più economici e più
    corretti dal punto di vista della salute pubblica.
    Tra le iniziative possibili, ci dovrà essere anche quella di adire alla Procura della Repubblica
    esponendo dati e documenti che evidenzino sia lo spreco di denaro pubblico, sia la provata nocività
    del procedimento di incenerimento.
    2.
    Incentivazione ed assistenza tecnica allo sfruttamento ecologicamente corretto delle potenzialità
    del territorio nell'ambito dello sfruttamento delle energie rinnovabili, con particolare attenzione
    alle aree sostanzialmente abbandonate dalle comunità ivi insediate.
    3.
    Promozione ed attivazione di una ESCO (Energy Saving COmpany), in forma di public company
    (con le caratteristiche di cui al capitolo precedente), compartecipata anche dagli operatori in
    essa inseriti.
    4.
    Sostegno e partecipazione alla realizzazione di funzionali reti telematiche idonee a sostenere i
    i molteplici aspetti possibili di carichi di telelavoro (per frenare la diaspora dalle aree 'scomode'
    della Provincia).
    5.
    Sostegno e partecipazione alla realizzazione di attività tese alla 'promozione del territorio',
    sia nel campo della produzione di prodotti tipici, sia nel campo della diffusione della conoscenza
    'storica' delle nostre terre, sia in quello della vita e della vivibilità del territorio stesso.
    Quest'ultimo aspetto è riferito alla individuazione di meccanismi di finanziamento della sorveglianza,
    della preservazione e della manutenzione del territorio (specie quello collinare-montano).
    6.
    Rinuncia alla conservazione di competenze già proprie dei Comuni (ad esempio nel settore
    della assistenza sociale).
    Rivendicazione di una più consistente area di competenza nella gestione della sanità.
    7.
    …..........
    8.
    …..........
    9.
    …..........
    …..........
    4. Provincia: ente al servizio del 'Consorzio' dei Comuni
    Punto assolutamente “nuovo” e qualificante di questa proposta politica potrà/dovrà essere
    l'impegno (da tradurre anch'esso nello Statuto-Regolamento della Amministrazione Provinciale)
    da parte della Amministrazione stessa a porsi nei confronti dei Comuni della Provincia nella
    veste di volontario collettore delle esigenze e delle richieste avanzate dai Comuni stessi.
    La Provincia, cioè, dovrà rinunciare ad una parte della propria 'sovranità' ed 'indipendenza',
    accettando nella misura possibile secondo le leggi nazionali, ma sena riserve proprie gli input
    provenienti dalle Amministrazioni Comunali, riunite in un 'Consorzio' di gestione del territorio e
    dei suoi servizi ai cittadini.
    A questo 'Consorzio', la Amministrazione Provinciale attribuirà il potere di destinare una determinata
    aliquota (50%?) delle risorse di bilancio che siano eccedenti al fabbisogno richiesto
    dalle spese obbligatorie, per iniziative parzialmente finanziate anche dai singoli Comuni coinvolti.
    Questo punto di 'federalismo di tipo cantonale' dovrebbe costituire un esempio per la necessaria
    adozione di riforme delle autonomie locali.

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