...E così è iniziato anche il mese di marzo- una pioggerella fine e insistente bagna il nastro d'asfalto, mentre una leggera nebbiolina sfuma i contorni del paesaggio- ai lati della strada due pianure delimitate da file di alberi evanescenti- un corvo si posa sull'asfalto per un attimo e poi riparte, indifferente a quelle scatole di metallo puzzolenti che sfrecciano inutili...un breve volo che finisce nel campo, tra le stoppie di un giallo sporco, a becchettare qualcosa.
Piccoli momenti di pace in una mattina di inizio marzo, cercando di non pensare alle incongruenze di questo moderno Medioevo che ci siamo costruiti e che rischia di travolgerci...intanto il corvo ha ripreso il suo volo alto, nel cielo a tratti biancastro, diretto verso un altro luogo, forse un altro tempo...
Piccoli momenti di pace in una mattina di inizio marzo, cercando di non pensare alle incongruenze di questo moderno Medioevo che ci siamo costruiti e che rischia di travolgerci...intanto il corvo ha ripreso il suo volo alto, nel cielo a tratti biancastro, diretto verso un altro luogo, forse un altro tempo...
Aspettando la primavera quando le fonti riprendono a gorgogliare ti invio il documento sull'acqua sperando che scenda sempre copiosamente.
RispondiEliminaSulla ripubblicazione dell'acqua, bene comune e diritto umano universale
Vi è sul pianeta un percorso da fare, scegliere di camminare nel percorso della Organizzazione mondiale del commercio WTO per cui l'acqua è un bene solo se produce ricchezza denaro, dividendi, o camminare sulla strada del Forum mondiale dell'acqua per cui l'acqua è un bene comune dell'umanità, diritto di tutti, che deve essere distribuito a tutti e non solo dove produce denaro.
La situazione italiana
Nell'anno 2002 sono cambiate le leggi riguardanti il servizio idrico,le aziende municipalizzate dovettero trasformarsi in S.p.a. , si costituiscono I bacini idrici, i comuni devono collegarsi come Consorzi.
Il 10 luglio 2007 arriva al parlamentola Proposta di legge d'iniziativa popolare per la ripubblicazione del servizio idrico ( 406.626 firme ) presentata dai Forum dei movimenti per l'acqua, sostenuta, con movimento di crescita, da diverse province e regioni, da più di 121 comuni.
Nel marzo 2007 la provincia di Torino ha firmato una “Mozione di sostegno alla proposta di legge popolare”
Nel frattempo, e fino ad oggi, vi sono in atto diverse proteste contro gli aumenti delle tariffe e per le inefficenze del servizio, raccolte firme, referendum, proposte di legge, in Campania, in provincia di Asti. in Sardegna (18.000 firme), a Frosinone, Roma, Alimena (PA), contro la “Mediterranea Acque”, Gualdo Tadino (PG), Agrigento contro “Girgenti Acque”, a NOLA in provincia di Napoli le tariffe sono aumentate del 38%, provincia Bari – Comitato di sostegno alla proposta di legge ( 180 associazioni). Sono state raccolte circa 30.000 firme ed approvate circa 24 delibere di adesione di altrettanti Enti locali a sostegno della legge, a Bivona (AG) – referendum per l'acqua pubblica 99,43 % a favore, marzo 2009 partirà la Campagna a Torino “ Acqua bene pubblico”
In settembre 2008 – parte la campagna “Imbrocchiamola!” per l'utilizzo dell'acqua dei rubinetti nei locali pubblici
Il 6 agosto 2008 – passa la legge 133/08 , senza tener conto della Proposta di legge d'iniziativa popolare, che penalizza ulteriormente il servizio pubblico.
A novembre si inizia a pensare ad un Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per l’acqua pubblica con la presentazione di una proposta di statuto, che riunisce quegli Enti Locali che si battono per l’affermazione dell’acqua come bene comune e per la ripubblicazione del servizio idrico.
Nel frattempo la Corte Costituzionale condanna le imprese private alla restituzione agli Utenti dei canoni di depurazione indebitamente versati.(quota fissa nelle bollette).
A Genova scade la concessione di Mediterranea Acque che ha aumentato le tariffe del
14 %, invece di impiegare gli utili per tariffe sociali e per l’ammodernamento e l’efficientamento delle reti, ha distribuito agli azionisti 4.595.000 milioni di euro
In Lombardia, dopo un referendum e l'opposizione di 144 comuni in Regione passa una legge che ripubblicizza l'acqua.
Il 22 gennaio 2009 è iniziato l'iter parlamentare della proposta di legge, il Forum dei movimenti per l'acqua organizzerà delle forti presenze sul territorio italiano per sostenere l'iniziativa.
La situazione europea e internazionale
Nel 2005 - 70 organizzazioni europee e internazionali presentano un appello al commissario UE allo Sviluppo Louis Michel, si chiede che l'UE abbandoni la politica attuale di puntare sulla partecipazione privata nella gestione dei servizi pubblici per sostenere la partecipazione pubblica, forti preoccupazioni per come vengono utilizzati i fondi di sostentamento stanziati dall'Unione Europea e la sua influenza politica per promuovere delle politiche che non stanno funzionando e che si basano sulla fornitura di fondi extra alle compagnie europee private.
Bolivia, il governo ha revocato la concessione dell'acqua a Suez, dopo sette anni di privatizzazione. Il Dipartimento per lo sviluppo internazionale (DflD) in Inghilterra è stato recentemente accusato di utilizzare i budget stanziati per gli aiuti umanitari per finanziare la privatizzazione attraverso il finanziamento di "consulenti per la privatizzazione dell'acqua"
Nasce a Malmoe la rete europea contro la privatizzazione dell'acqua, presenti 15 paesi dalla Scandinavia alla Turchia, critica verso le multinazionali, contro la politica dei popolari e socialisti in sede U.E..
Il consiglio comunale di Parigi vota la ripubblicazione della gestione dell’acqua, non intende rinnovare i contratti con SUEZ e VEOLIA, l'Istituto nazionale del consumo ha dichiarato che le tariffe sono aumentate del 30%.
A Bruxelles si costituisce “Aqua Publica Europea”, l’associazione che si propone di difendere il carattere pubblico del settore, creata da diversi rappresentanti delle municipalizzate europee.
L' Uruguay, la Bolivia, il Venezuela, l'Ecuador hanno inserito nelle loro costituzioni il bene acqua come “diritto umano universale”, negli Stati Uniti campagna contro l'acqua in bottiglia nelle municipalizzate
Marzo 2009 – Istanbul - Forum Mondiale dell’Acqua
Si denotano complessivamente forti criticità:
le multinazionali sono risultate poco adatte a fornire acqua in modo efficace ed equo, hanno ignorato le modalità di fornitura dell'acqua basate sulle comunità. Chi garantisce sulla qualità dell'acqua quando altri servizi pubblici hanno già delle norme?
Perchè insistere sulla privatizzazione dell'acqua quando le reti idriche milanesi Cap e Mm danno un ottimo servizio con le tariffe tra le più basse d' Europa (dati Mediobanca)?
Anche a Malmoe in due seminari ricercatori, lavoratori del settore e sindacalisti, manager pubblici di servizi idrici e amministratori locali si sono confrontati mostrando come le migliori gestioni dell’acqua in Europa siano per l’appunto gestioni pubbliche,
Con il servizio pubblico presso I comuni si ha un rapporto diretto con il gestore in caso di disservizi e altro. I Call center delle aziende private saranno più distanti dai cittadini.
Nei nostri territori:
Pur con la mozione di sostegno della provincia alla Proposta di iniziativa popolare, la privatizzazione dell'acqua marcia spedita.
Purtroppo, e ormai, la più parte dei comuni della Val Susa ha privatizzato I suoi acquedotti,
togliendo ancora ai cittadini un bene primario, spesso con la promessa di mantenerli pubblici, e nonostante la raccolta di firme da parte dei cittadini.
L' assurdo e che, se si continuerà a perseguire la via dannosa di costruzione del Tav, avremo maggiori distruzioni delle fonti e un servizio privato che mancherà del bene che dovrebbe distribuire.
Occorre perciò mantenere alta l'attenzione, con le campagne in atto, con tutti I mezzi disponibili, aderire e sostenere la Proposta di legge.
L’Unione Europea dovrà rispettare la volontà del Parlamento Europeo che si espresse senza ambiguità per il mantenimento dell'acqua pubblica (15 marzo 2006).
Sostenere, anche nella fase elettorale l'adesione al Coordinamento nazionale degli enti locali per la ripubblicizzazione dell’acqua.
Inserire negli Statuti Comunali la dichiarazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e la definizione del servizio idrico integrato come privo di rilevanza economica.
DOCUMENTO POLITICO
RispondiEliminaQuesto documento, scritto in coerenza con i temi emersi nei numerosi
raduni, si articola in 5 parti:
1. premessa generale;
2. proposta qualificante di impegno politico;
3. definizione dei fondamenti di impegno politico per l'Italia;
4. democrazia nei Comuni e nelle Province;
5. democrazia in Europa.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
1. Premessa generale
Noi, normali cittadini, estranei ai partiti ed alla partitocrazia,
chiediamo a tutti di aderire ad una iniziativa POLITICA ‘fuori’ dalle logiche
dell'attuale classe politica strettamente legata al 'potere invisibile'
-banche, società segrete, lobbies internazionali, con l’unico obiettivo di
inaugurare una attività politica DI TUTTI NOI CITTADINI.
Siccome i politici, gestiscono la COSA PUBBLICA,che appartiene a TUTTI I
CITTADINI, riteniamo sia corretto esigere che ci siano istituzionalmente
riconosciuti i diritti
• di interloquire con ‘loro’ in qualunque momento o fase della vita politica,
• di controllarne l’operato,
• e di avere, alla fine, la possibilità di dire sempre l’ultima parola.
Riteniamo che non sia dignitoso continuare ad accettare che i politici si
permettano di escludere totalmente e sistematicamente i cittadini dalla
fase decisionale della vita politica fin dal giorno successivo alle elezioni.
Non lo possiamo accettare perché è materialmente impossibile che:
• durante una campagna elettorale si possano trattare tutti gli argomenti
che potrebbero entrare nell’ordine del giorno nel corso del successivo
quinquennio,
• ed è altrettanto impossibile che anche chi voti per una determinata lista
ne condivida al cento per cento impostazioni e programmi.
Per questo, per onestà democratica, riteniamo che la delega elettorale
debba sempre essere gestita in regime di ‘silenzio-assenso’, e debba
restare sempre soggetta al controllo di chi è titolare della sovranità, cioè
dei cittadini.
Da queste convinzioni discende il nostro
2. Impegno politico
1. INDIVIDUIAMO la ragion d'essere del nostro impegno POLITICO nella
concreta promozione dei valori civili, morali, politici e sociali
• della partecipazione (vigile ed attenta),
• della consapevolezza (della realtà e delle effettive possibilità di
operare su di essa),
• della solidarietà (per tutti coloro che si impegnino a compiere il loro
dovere),
• della responsabilità [sia verso la società di oggi, sia verso le
generazioni future, specialmente nella gestione delle risorse naturali e
nella conservazione dell'ambiente dalle contaminazioni evitabili
• dell’autonomia e dell'indipendenza intellettuale
• e dell'ordinaria priorità del solerte adempimento dei doveri sulla
rivendicazione dei diritti.
2. Sosteniamo che questa DEMOCRAZIA è finta ed ingannevole
perche'l'attuale sistema sociopolitico misura la ricchezza con una "moneta
debito" creata dal nulla, attraverso una banca centrale non controllata dai
popoli perche'compromessa dal predominio dei comitati d’affari, dal
gigantismo delle multinazionali e dalla tensione dell’Unione Europea al
consolidamento dei privilegi che le oligarchie sono riuscite ad assicurarsi.
NOI, della VERA DEMOCRAZIA, rivendichiamo la rinascita, il
primato e l'essenziale autenticità;
3. Individuiamo QUALE FONDAMENTALE OBIETTIVO STRUMENTALE,
l'adozione, a tutti i livelli, di riforme istituzionali e sociali che agevolino
l'affermazione dei valori di cui al punto 1. e stabiliscano una autentica
sovranità popolare sullo Stato (compresa l'Unione Europea) e su ogni lecita
regolamentazione della vita civile e sociale.
Dette riforme debbono comunque ed ovunque comportare:
• la separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, al fine di
conseguire un adeguato livello di governabilità, rendendo funzionalmente
possibile, nel contempo, quella rappresentatività che è necessaria per
poter definire "democratico" uno Stato;
• la predisposizione di strumenti snelli ed efficienti che permettano a tutti i
cittadini di intervenire direttamente sia a correggere decisioni assunte dai
loro rappresentanti, sia ad imporre determinazioni che i rappresentanti
stessi siano recalcitranti ad assumere;
• la semplificazione di ogni struttura di interesse pubblico,
dall'organizzazione dello Stato all'insieme delle leggi e del fisco;
• l’eliminazione di ogni riferimento istituzionale, di privilegi elettorali, di
finanziamenti concessi a partiti, movimenti o raggruppamenti politici, unita
all’adozione di strumenti atti ad eliminare l'incidenza del fattore finanziario
sui procedimenti elettorali;
• la responsabilizzazione politica personale e diretta di coloro che a vario
titolo sono chiamati a gestire la cosa pubblica in rappresentanza dei
cittadini e la definizione di meccanismi di revoca dei mandati conferiti ai
rappresentanti eletti dal popolo sovrano;
• l’attuazione di una politica che riconosca a tutte le comunità il diritto alla
piena autodeterminazione e che miri a fornire ai popoli della Terra la
concreta possibilità di essere liberi e di disporre dei mezzi necessari per
essere autosufficienti;
• il conferimento della massima trasparenza e chiarezza alle attività
politiche, economiche, professionali e sociali;
• lo studio e l’adozione di meccanismi atti a combattere l'attitudine alla
mistificazione degli oligopoli dell'informazione.
3. Italia
Mentre ribadiamo (e consideriamo come integralmente riportato
qui) quanto scritto nella 'Premessa generale' ed in tema di
'Impegno politico', NOI DICHIARIAMO LA NOSTRA INTENZIONE di
eliminare l'ormai consolidata impunità di coloro che abbiano violato od
eluso la Costituzione vigente,
• occupando di fatto le Istituzioni, scavalcando la volontà popolare od
eludendone la corretta consultazione,
• incentivando la propria corruzione ed utilizzandone i proventi;
• omettendo di compiere le dovute azioni di salvaguardia dei princìpi della
vigente Costituzione e della Democrazia.
In ambito politico-sociale, SIAMO DETERMINATI a compiere azioni tese:
• a generare la piena occupazione puntando sull'impiego intelligente delle
risorse disponibili sul territorio, orientando gli sforzi nello sviluppo di
attività tese soprattutto alla valorizzazione della vocazione propria delle
diverse aree geografiche del Paese;
• a bloccare gli sprechi costituiti sia dalla realizzazione di opere inutili o
sbagliate, sia dalla concessione di sussidi e finanziamenti elargiti senza
richiedere contropartite sociali;
• ad attuare una politica ambientale scevra di retorica e demagogia ma
attenta a considerare la Terra come bene 'finito' appartenente non solo
all'attuale generazione ma anche e soprattutto a quella futura (politica di
'decrescita responsabile');
• a realizzare un accettabile equilibrio tra le spinte alla globalizzazione e le
responsabilità di solidarietà territoriale;
• a collegare razionalmente salari e stipendi all’effettivo costo della vita
nelle diverse aree del Paese ed a promuovere forme di compartecipazione
delle diverse componenti aziendali ai risultati delle aziende.
4. Comuni e Province
Premessa
Tutte le Amministrazioni Comunali e tutte quelle Provinciali debbono
affrontare problemi particolari del loro territorio di competenza e della
società civile che su quel territorio vive ed agisce.
Per questo, è ovvio che ogni comunità locale, ogni gruppo di
cittadini che intenda concorrere alle cariche elettive proprie di
ogni singola Amministrazione deve avanzare le proprie proposte
con riferimento specifico alle situazioni locali.
Nonostante ciò, noi ci permettiamo di proporre dei punti specifici il cui
inserimento nelle istituzioni locali possa assicurare quella DEMOCRAZIA
che resta il nostro obiettivo qualificante.
Comuni
Mentre, per facilitare il coinvolgimento dei cittadini nell'attività politica
locale, suggeriamo che le Amministrazioni Comunali promuovano la
realizzazione di spazi d'incontro informale tra i cittadini, cioè di spazi di
civile discussione fruibili in orari diversi da quelli ordinari di lavoro,
proponiamo con forza anche e soprattutto che negli Statuti di tutti i
singoli Comuni siano inseriti i seguenti punti:
1. le riunioni della Giunta, oltre che quelle del Consiglio Comunale
dovranno essere pubbliche
2. copie cartacee delle delibere adottate, delle documentazioni allegate e
dei verbali delle riunioni di Giunta e di Consiglio dovranno essere messe a
disposizione del pubblico, senza alcuna necessità di esporre motivazioni o
giustificazione; copia delle stesse documentazioni dovranno essere
consegnate a qualunque cittadino, a fronte del solo pagamento delle
relative fotocopie o stampe; le stesse copie di cui ai due punti precedenti
dovranno essere rese immediatamente disponibili sul sito del Comune, in
formato digitale;
3. mensilmente, tutti i componenti delle Giunte dovranno indire almeno un
pubblico incontro nel corso del quale relazioneranno sull’attività
dell’Amministrazione nel settore di loro competenza;
4. mensilmente, le Amministrazioni Comunali dovranno pubblicare sul loro
sito il rendiconto dettagliato e completo delle entrate e delle uscite dalle
casse comunali;
5. con modalità diverse (che funzionino da ‘filtro democratico’) ma in tempi
rigorosamente definiti, i Consiglieri di Circoscrizione o di frazione (dove
siano previsti), i Consiglieri Comunali, i Membri della Giunta e il Sindaco
dovranno essere obbligati a rispondere ai cittadini che chiedano
informazioni o avanzino proposte;
6. dovranno essere definite procedure di ‘Referendum’ sia di rettifica –di
delibere già approvate-sia di iniziativa –su proposte dei cittadini-,
Referendum il cui risultato sia comunque vincolante per l’Amministrazione,
come ammesso dall'art. 3, comma 3, della legge 06/08/1999 e dal
DECRETO LEGISLATIVO 18/08/2000, n. 267;
7. dovrà essere prevista l’elezione diretta del Difensore Civico da parte dei
cittadini.
8. Introdurre lo strumento del bilancio partecipativo deliberativo
vincolante per la Giunta ed il Consiglio degli Enti Territoriali, per consentire
ai cittadini di proporre un’elaborazione di un piano dei servizi e delle opere
pubbliche rispetto alle priorità votate ‘dal basso’ (ciclo di assemblee),
insieme ai tecnici ed ai rappresentanti eletti, utilizzando fondi del bilancio
dell'Ente. Copiare l’esperienza di Porto Alegre (Brasile).
Province
Oltre ai punti precedenti, tradotti in relazione alla realtà “Provincia”, noi
proponiamo che nello Statuto delle Amministrazioni Provinciali siano
inseriti, anche i seguenti punti,
1. le riunioni di Giunta e di Consiglio Provinciale devono essere offerte alle
TV locali, per la trasmissione in diretta;
2. in tempi rigorosamente definiti, l’Amministrazione Provinciale (nel suo
complesso), i singoli Assessori ed i Consiglieri Provinciali dovranno essere
obbligati a rispondere, come già indicato al precedente punto 5 per le
istituzioni comunali, ai Sindaci, ai Consigli Comunali, alle minoranze dei
Consigli Comunali e ai Difensori Civici dei Comuni che chiedano
informazioni o avanzino proposte;
3. dovranno essere definite procedure di ‘Referendum’ cogente sia di
rettifica sia di iniziativa su richiesta delle ‘entità’ di cui al punto
precedente.
In linea col dichiarato obiettivo di conseguire la massima trasparenza, in
sostituzione della subdola pratica della costituzione di aziende controllate o
partecipate dagli Enti Pubblici, noi suggeriamo l'opportunità della
costituzione, da parte dei Comuni e delle Province, di società pubbliche
(public company) con azionariato diffuso, che gestiscano tutti i servizi
pubblici locali, tenute a reinvestire gli utili nel territorio locale, e le cui
quote di capitale siano distribuite prevalentemente tra i singoli cittadini
(ma non più di una per cittadino) ed Amministrazioni pubbliche.
Europa
Avendo come base quanto affermato più sopra in tema di DEMOCRAZIA,
noi non possiamo condividere l'attuale impostazione dell'UE: una
impostazione chiaramente oligarchica, volutamente e strutturalmente
sorda a qualsiasi domanda di DEMOCRAZIA che possa pervenire dai
cittadini.
Noi riteniamo che il "Trattato sull'Unione Europea" - TUE (di Maastricht-
Lisbona) ed il Trattato sul Funzionamento dell'Unione" - TFU - debbano
essere sostanzialmente rivisti, e che la filosofia dell'Unione debba essere
drasticamente RIBALTATA.
Tra i primi punti dei Trattati che contestiamo, segnaliamo:
1. art. 1 TUE - La necessità che i Trattati siano conclusi come accordo
tra popoli (e non da 'Alte Parti Contraenti'), per cui riteniamo che la
ratifica dei medesimi da parte di tutti gli Stati debba avvenire con
referendum popolare;
2. art. 10 TUE - "Il funzionamento dell'Unione si fonda sulla democrazia
rappresentativa": siamo d'accordo che l'ordinario funzionamento
dell'Unione sia gestito in regime di 'Democrazia Rappresentativa', ma
deve essere introdotto il referendum propositivo e abrogativo tramite
richiesta da parte di 500mila cittadini europei senza il quorum di validità;
3. art. 13 TUE - articoli 127, 128 ... TFU - La sovranità monetaria e la
conseguente politica devono essere assoggettate al potere politico
tramite elezione della governante da parte dei cittadini dell’Unione;
4. art. 21 - l’autodeterminazione dei popoli deve prevalere;
5. art. 21 - punto e) elenca tra gli obiettivi dell'Unione "... la completa
liberalizzazione degli scambi internazionali. siamo contrari a questo
obiettivo in quanto esistono clamorose differenze tra le condizioni di
lavoro in Europa e ad esempio in Cina e India. Suggeriamo comunque un
rapporto solidale a livello internazionale, privilegiando il rispetto
dell’ambiente, delle persone e dei diritti delle persone. Riguardo alla
gestione utilizzazione acqua potabile bene primario che non deve essere
affidato ad una gestione privata. Per ulteriore informazioni vedi la
proposta di Padre Zanotelli, 50 litri gratis a tutti.
......... e l'analisi potrebbe continuare fino a contenere un numero elevato
di critiche ai due testi indicati. ..........
…vagabondaggio…
…responsabilità e Solidarietà territoriale dopo aver usufruito di
finanziamenti pubblici.
Siamo contrari a liberalizzazioni e privatizzazioni calati dall’alto
controllato e controllore non devono essere lo stesso soggetto.
L'idea che abbiamo della possibile Unione Europea è molto diversa da
quella OLIGARCHICA che oggi trionfa, grazie alla mancata informazione e
consultazione della volontà popolare sull'argomento.
Noi pensiamo
1. che oggi sia giusto e necessario giungere alla realizzazione di una
"ENTITA' EUROPEA" coordinata che possa confrontarsi con le gigantesche
realtà internazionali (USA, Cina, Russia, India), almeno nei settori che
sono strategici a livello globale;
2. che sia parallelamente necessario che le comunità 'nazionali' che
fanno capo alle attuali organizzazioni statali conservino una loro identità,
una loro sovranità, un loro controllo/gestione 'locale' della cosa pubblica,
cioè di tutto quello che riguarda l'ordinaria vita delle comunità
locali/regionali/nazionali;
3. che sia importante anche che l'Europa, da fonte ed origine di conflitti,
si trasformi in esempio di pacifica collaborazione, ma vogliamo che tale
ENTITA' EUROPEA sia espressione di una "COLLABORAZIONE TRA
POPOLI" e non una "UNIONE DI GOVERNI" o una "UNIONE DI OLIGARCHIE
FINANZIARIE", com'è oggi.
Insomma: questa Unione Europea costruita a vantaggio di pochi non ci
piace e pensiamo che non piaccia nemmeno ad una parte molto
consistente dei cittadini degli Stati Membri. Per questo, RITENIAMO CHE
SIA UTILE CHIAMARE GLI ELETTORI AD ESPRIMERE NELLE URNE
ELETTORALI LA LORO DETERMINAZIONE A RIBALTARNE L'IMPOSTAZIONE
SIMBOLO/I
Anche se i tempi per una utile discesa in campo sono minimi, se non già
scaduti, noi, per ora, non proponiamo un simbolo alternativo a quello di
Beppe: ne riparleremo a breve con quei gruppi (MEETUP O ALTRI) che,
riconoscendosi nei principi irrinunciabili che abbiamo esposto, si
renderanno disponibili a tentare questa esaltante (anche se disperata)
impresa.
Appello “Ora o mai più” (in occasione delle elezioni europee)
RispondiEliminae 'DOCUMENTO POLITICO'
Noi, sottoscrittori di questo appello, ci rivolgiamo a tutti coloro che in Italia abbiano a cuore
la democrazia (il concetto stesso di democrazia) e ne desiderino propugnare
nascita, autenticità ed indiscusso primato.
L'assedio organizzato dalle oligarchie dominanti attorno ai pochi residui dell'idea di
democrazia ci deve condurre a coordinare i nostri sforzi per giungere a presentare ai cittadini
una proposta politica a sostegno proprio di quella nascita. Oggi (18 febbraio) si è ulteriormente
consolidata una situazione istituzionale che è tutto meno che democratica:
– dopo aver proceduto in questo senso già con la legge elettorale nazionale, oggi, con la
nuova legge elettorale per la rappresentanza dell'Italia nel Parlamento europeo, il mondo
politico ufficiale ha voluto eliminare dal mondo politico visibile qualsiasi originalità di pensiero
dei singoli o dei 'pochi'. Questa legge, infatti, esclude dal diritto di presenza coloro che non
siano disposti a sottomettersi supinamente ai diktat di 'quelli là', che sono riusciti ad occupare
le istituzioni e che le vogliono adattare al loro desiderio di restare indefinitamente al potere;
– nell'Unione Europea, istanza che viene presentata come un totem indiscutibile tutte le
volte che fa comodo, si va verso il consolidamento di trattati che puntano ad eliminare
qualsiasi possibilità di intervento dei popoli sulle scelte operate dalle oligarchie nazionali che,
coordinandosi, vanno a disegnare proprio quella istituzione sovra-nazionale usata come
riferimento assoluto della attività politica negli Stati aderenti e nei loro sottomultipli.
Se lasceremo campo libero ai nostri oligarchi, la condizione che si verrà a creare
sarà tale da precludere per lungo tempo (UN VENTENNIO?) ai cittadini (che per
scherno vengono apostrofati come 'sovrani') la possibilità di contare qualcosa nell'ambito
della nostra sedicente democrazia.
Per quanto sopra e per conservare una seppur minima speranza di procedere nel senso della
realizzazione di istituzioni veramente democratiche, noi chiediamo a tutti i movimenti esistenti
sul territorio e che facciano della democrazia il loro scopo principale di trovare il coraggio di
riunirsi per presentare questo loro pregnante desiderio.
Riteniamo che questo collegamento-riunione possa avvenire sulla base di un impegno
assunto da persone che fondamentalmente si riconoscano nello spirito del
DOCUMENTO POLITICO inserito più avanti, documento che NON VUOLE COSTITUIRE UNA
BASE INDISCUTIBILE, ma che vuole esprimere dei concetti e fissare delle priorità che
pensiamo possano accomunarci e su cui noi, diffusori di questo invito, siamo disposti a
'mettere la faccia' (… e non cominciamo col chiedere, come succede sempre, “ma chi
sono costoro che ci invitano, … come si permettono di assumere una iniziativa del
genere, ...” o altre formule che servono come scusa per continuare a starnazzare e
NON FARE NIENTE!)
Riteniamo che, per stipulare questo accordo di coesione, si debba procedere a tenere un
incontro aperto a chi sia disponibile ad accettare queste condizioni (indicativamente a Roma
il 29 Marzo p.v.):
• il raggruppamento che nascesse in quella sede NON DOVRA' avere né il nome né il simbolo
di uno qualunque dei movimenti partecipanti. Nome e simbolo saranno definiti nel corso
dell'incontro di cui sopra tra quelli che saranno proposti. Saranno definiti anche il
documento politico-programmatico di riferimento, la strategia elettorale ed il nome di un
'sito' internet di riferimento.
• coloro (singoli o gruppi) che intendano partecipare sono pressantemente invitati ad inviarci
un loro documento politico: noi provvederemo a girare i documenti che arriveranno a tutti
gli altri gruppi o singoli che si dichiarino pronti a partecipare all'iniziativa;
• chi aderisse alla iniziativa si dovrà anche impegnare a riunire le proprie forze anche in sede
locale, in occasione di consultazioni amministrative (soprattutto elezioni provinciali);
• i gruppi partecipanti (e aderenti al raggruppamento) potranno conservare i loro nomi,
simboli, ecc. nella loro attività ordinaria di formazione politica e di propaganda (magari
accompagnando tali nomi e simboli con quelli che il raggruppamento si darà);
• saranno esclusi da qualunque candidatura che il raggruppamento decidesse di presentare
sia i parlamentari (nazionali o europei), sia i Consiglieri Regionali nelle correnti o in passate
legislature (da questo ostracismo pensiamo debbano essere salvati solo i membri delle
organizzazioni politiche rappresentanti minoranze linguistiche);
• per partecipare all'attività del raggruppamento, eventuali iscritti a partiti che abbiano eletto
Parlamentari nazionali e/o europei o Consiglieri Regionali dovranno preventivamente
presentare la loro rinuncia scritta a tale iscrizione (con l'eccezione di cui al punto
precedente);
• non sarà prevista né imposta alcuna dettagliata disciplina di partito: i candidati saranno
solo chiamati a sottoscrivere l'impegno a rispettare lo spirito definito nel
documento che uscirà dall'incontro previsto e, se eletti, a rassegnare le dimissioni a
richiesta di un adeguato numero di sottoscrittori della loro candidatura e residenti nella loro
'area d'azione', che sarà delimitata secondo un criterio definito nell'incontro del 29 Marzo.
Per la formazione delle liste per le elezioni europee,
proponiamo le seguenti regole:
• le liste per le cinque circoscrizioni europee saranno definite o nell'incontro previsto
indicativamente per il 29 Marzo, o, comunque, entro il 5 Aprile;
• le liste, una volta formate, saranno scritte in ordine alfabetico, e sarà estratto a
sorte il punto della lista da cui si comincerà a scrivere l'elenco;
• considerato il numero dei candidati da inserire nelle liste delle cinque circoscrizioni e al fine
di assicurare l'omogenea presenza delle varie zone d'Italia, con un occhio alla
residenza/domicilio dei candidati (e/o al luogo di nascita dei medesimi), i posti in lista
saranno riservati nel rispetto della seguente tabella (che l'assemblea del 29 Marzo potrà
modificare):
• Valle d'Aosta (Vallée d'Aoste) 1
• Liguria 3
• Piemonte 6
• Lombardia 9
totale Circoscrizione Nord-Ovest = 19
• Trentino-Alto Adige (Südtirol) 2
• Friuli-Venezia Giulia 2
• Veneto 5
• Emilia-Romagna 4
totale Circoscrizione Nord-Est = 13
• Toscana 4
• Marche 2
• Umbria 2
• Lazio 6
totale Circoscrizione Centro = 14
• Abruzzi 2
• Molise 1
• Puglia 4
• Basilicata 2
• Campania 6
• Calabria 3
totale Circoscrizione Sud = 18
• Sicilia 6
• Sardegna 2
totale Circoscrizione Isole = 8
- - - - -
Ribadiamo: il punto qualificante del programma elettorale proposto per le Europee DEVE
essere incentrato sulla proposta di CAPOVOLGERE l'impostazione oligarchica della
Unione Europea.
Precisazione indispensabile
Noi non riconosciamo come nostra rappresentante nessuna 'fratellanza' politica, … e nel
termine 'fratellanza' comprendiamo anche quelle espressioni di potere che, al di fuori di
ogni tensione democratica, stanno operando per far propria l'esclusiva della rappresentanza
dell'opposizione a quel regime … di cui fanno parte .
Per quanto sopra, NOI NON ABBIAMO SOLDI DA PUNTARE NELLA POLITICA COME AD
UNO SQUALLIDO TAVOLO DA GIOCO: noi puntiamo sulla volontà dei cittadini di riscattarsi
dallo stato di sudditanza in cui si trovano oggi, nei confronti di 'quelli là', cioè dei nostri
'occupanti interni'.
Chi aderirà a questa iniziativa sappia che non potrà ricevere alcun aiuto finanziario da
nessuno, ma che nessuno gli chiederà soldi, se non dopo aver concordato eventuali iniziative
comuni e non 'ordinarie'.
DOCUMENTO POLITICO
Questo documento si articola in 5 parti:
1. premessa generale;
2. proposta qualificante di impegno politico;
3. definizione dei fondamenti di impegno politico per l'Italia;
4. democrazia nei Comuni e nelle Province;
5. democrazia (e non oligarchia) in Europa
1. Premessa generale
Noi, normali cittadini, estranei ai partiti ed alla partitocrazia, chiediamo a tutti di aderire
ad una iniziativa POLITICA ‘fuori’ dalle logiche di ‘quelli là’ (cioè la attuale classe politica
strettamente legata al 'potere invisibile' - banche, società segrete, lobbies internazionali, … )
con l’unico obiettivo di inaugurare una attività politica DI TUTTI NOI CITTADINI.
Siccome i politici, gestiscono AFFARI NOSTRI (di TUTTI NOI CITTADINI), riteniamo sia
corretto esigere che a tutti noi cittadini siano istituzionalmente riconosciuti i diritti
· di interloquire con ‘loro’ in qualunque momento o fase della vita politica,
· di controllarne l’operato
· e di avere, alla fine, la possibilità di dire sempre l’ultima parola.
Riteniamo, cioè che non sia dignitoso continuare ad accettare che i politici si permettano di
escludere totalmente e sistematicamente i cittadini dalla fase decisionale della vita politica fin
dal giorno successivo alle elezioni.
Non lo possiamo accettare perché è impossibile
· che durante una campagna elettorale si possano trattare tutti gli argomenti che
potrebbero entrare nell’ordine del giorno nel corso del successivo quinquennio,
· che anche chi voti per una determinata lista ne condivida al cento per cento
impostazioni e programmi.
Per questo, riteniamo che la delega elettorale debba sempre essere gestita in regime di
‘silenzio-assenso’, e debba restare sempre soggetta al controllo di chi è titolare della
sovranità, cioè dei cittadini.
Da queste convinzioni discende il nostro
2. Impegno politico
1. NOI INDIVIDUIAMO la ragion d'essere del nostro impegno POLITICO nella
concreta promozione dei valori civili, morali, politici e sociali
· della partecipazione (vigile ed attenta),
· della consapevolezza (della realtà e delle effettive possibilità di operare su di essa),
· della solidarietà (per tutti coloro che si impegnino a compiere il loro dovere),
· della responsabilità [sia verso la società di oggi, sia verso le generazioni future,
specialmente nella gestione delle risorse naturali e nella conservazione dell'ambiente
dalle contaminazioni evitabili],
· dell’autonomia e dell'indipendenza intellettuale
· e dell'ordinaria priorità del solerte adempimento dei doveri sulla pur
sacrosanta rivendicazione dei diritti.
2. Mentre sosteniamo che l’attuale sedicente DEMOCRAZIA è finta ed ingannevole in
quanto compromessa dal predominio dei comitati d’affari, dal gigantismo delle multinazionali e
dal consolidarsi di una oligarchia dominante a tutti i livelli (nazionale, europeo, planetario),
NOI della VERA DEMOCRAZIA, rivendichiamo la rinascita, il primato e l'essenziale
autenticità;
3. NOI INDIVIDUIAMO, QUALE FONDAMENTALE OBIETTIVO STRUMENTALE,
l'adozione, a tutti i livelli, di riforme istituzionali e sociali che agevolino l'affermazione dei
valori di cui al punto 1. e stabiliscano una autentica sovranità popolare sullo/sugli Stato/i
(compresa l'Unione Europea) e su ogni lecita regolamentazione della vita civile e sociale.
Dette riforme debbono comunque ed ovunque comportare:
· la separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, al fine di conseguire un
adeguato livello di governabilità, rendendo funzionalmente possibile, nel contempo,
quella rappresentatività che è necessaria per poter definire "democratico" uno Stato;
· la predisposizione di strumenti snelli ed efficienti che permettano a tutti i cittadini di
intervenire direttamente sia a correggere decisioni assunte dai loro rappresentanti, sia
ad imporre determinazioni che i rappresentanti stessi siano recalcitranti ad assumere;
· la semplificazione di ogni struttura di interesse pubblico, dall'organizzazione dello Stato
all'insieme delle leggi e del fisco;
· l’eliminazione di ogni riferimento istituzionale, di privilegi elettorali, di finanziamenti
concessi a partiti, movimenti o raggruppamenti politici, unita all’adozione di strumenti
atti ad eliminare l'incidenza del fattore finanziario sui procedimenti elettorali;
· la responsabilizzazione politica personale e diretta di coloro che a vario titolo sono
chiamati a gestire la cosa pubblica in rappresentanza dei cittadini e la definizione di
meccanismi di revoca dei mandati conferiti ai rappresentanti eletti dal popolo sovrano;
· l’attuazione di una politica che riconosca a tutte le comunità il diritto alla piena
autodeterminazione e che miri a fornire ai popoli della Terra la concreta possibilità di
essere liberi e di disporre dei mezzi necessari per essere autosufficienti;
· il conferimento della massima trasparenza e chiarezza alle attività politiche,
economiche, professionali e sociali;
· lo studio e l’adozione di meccanismi atti a combattere l'attitudine alla mistificazione
degli oligopoli dell'informazione.
3. Italia
Mentre ribadiamo (e consideriamo come integralmente riportato qui) quanto scritto
nella 'Premessa generale' ed in tema di 'Impegno politico', DICHIARIAMO QUI LA
NOSTRA INTENZIONE di eliminare l'ormai consolidata impunità di coloro che abbiano violato od
eluso la Costituzione vigente,
• occupando di fatto le Istituzioni, scavalcando la volontà popolare od eludendone la
corretta consultazione,
• incentivando la propria corruzione ed utilizzandone i proventi;
• omettendo di compiere le dovute azioni di salvaguardia dei Principi della vigente
Costituzione e della Democrazia.
In ambito politico-sociale, SIAMO DETERMINATI a compiere azioni tese:
• a generare la piena occupazione puntando sull'impiego intelligente delle risorse
disponibili sul territorio, orientando gli sforzi nello sviluppo di attività tese soprattutto alla
valorizzazione della vocazione propria delle diverse aree geografiche del Paese;
• a bloccare gli sprechi costituiti sia dalla realizzazione di opere inutili o sbagliate, sia
dalla concessione di sussidi e finanziamenti elargiti senza richiedere contropartite sociali;
• ad attuare una politica ambientale scevra di retorica e demagogia ma attenta a
considerare la Terra come bene 'finito' appartenente non solo alle attuali generazioni, ma
anche e soprattutto a quelle future (politica di 'decrescita responsabile');
• a realizzare un accettabile equilibrio tra le spinte alla globalizzazione e le responsabilità
di solidarietà territoriale;
• a riservare sempre la massima attenzione agli input provenienti dalla ricerca ed alle
proposte provenienti dal mondo tecnico-scientifico, per valorizzarne appieno opportunità,
conoscenza ed allarmi ed assicurare responsabilmente ai cittadini l'applicazione delle
migliori conoscenze nella organizzazione e nella gestione della vita di tutti i giorni;
• a collegare razionalmente salari e stipendi all’effettivo costo della vita nelle diverse aree
del Paese ed a promuovere forme di compartecipazione delle diverse componenti aziendali
ai risultati delle aziende.
4. Comuni e Province
Premessa
Tutte le Amministrazioni Comunali e tutte quelle Provinciali debbono affrontare problemi
particolari del loro territorio di competenza e della società civile che su quel territorio vive ed
agisce. Per questo, è ovvio che ogni comunità locale, ogni gruppo di cittadini che
intenda concorrere alle cariche elettive proprie di ogni singola Amministrazione deve
avanzare le proprie proposte con riferimento specifico alle situazioni locali.
Nonostante ciò, ci permettiamo di proporre dei punti specifici il cui inserimento nelle
istituzioni locali possa assicurare quella DEMOCRAZIA che resta il nostro obiettivo qualificante.
Comuni
Mentre, per facilitare il coinvolgimento dei cittadini nell'attività politica locale, suggeriamo che
le Amministrazioni Comunali promuovano la realizzazione di spazi d'incontro informale tra i
cittadini, cioè di spazi di civile discussione fruibili in orari diversi da quelli ordinari di lavoro,
proponiamo con forza anche e soprattutto che negli Statuti di tutti i singoli Comuni siano
inseriti i seguenti punti:
1. le riunioni della Giunta, oltre che quelle del Consiglio Comunale dovranno essere
pubbliche (con la sola doverosa eccezione delle discussioni di punti all’ordine del giorno che
comportino l’espressione di giudizi su singole persone);
2. superando quanto già previsto dalla legge 241 ,
• copie cartacee delle delibere adottate, delle documentazioni allegate e dei verbali delle
riunioni di Giunta e di Consiglio dovranno essere messe a disposizione del pubblico,
nella loro stesura integrale, senza alcuna necessità di esporre motivazioni o
giustificazione;
• copia delle stesse documentazioni dovranno essere consegnate senza indugio a
qualunque cittadino, a fronte del solo pagamento delle relative fotocopie o stampe;
• le stesse copie di cui ai due punti precedenti dovranno essere rese immediatamente
disponibili sul sito del Comune, in formato digitale;
3. mensilmente, tutti i componenti delle Giunte dovranno indire almeno un pubblico
incontro nel corso del quale relazioneranno sull’attività dell’Amministrazione nel settore di
loro competenza;
4. mensilmente, le Amministrazioni Comunali dovranno pubblicare sul loro sito il
rendiconto dettagliato e completo delle entrate e delle uscite dalle casse comunali;
5. con modalità diverse (che funzionino da ‘filtro democratico’) ma in tempi rigorosamente
definiti, i Consiglieri di Circoscrizione o di frazione (dove siano previsti), i Consiglieri
Comunali, i Membri della Giunta e il Sindaco dovranno essere obbligati a rispondere ai
cittadini che chiedano informazioni o avanzino proposte;
6. dovranno essere definite procedure di ‘Referendum’ sia di rettifica –di delibere già
approvate- sia di iniziativa –su proposte dei cittadini-, Referendum il cui risultato sia
comunque vincolante per l’Amministrazione, come ammesso dall'art. 3, comma 3, della
legge 06/08/1999 e dal DECRETO LEGISLATIVO 18/08/2000, n. 267;
7. dovrà essere prevista l’elezione diretta del Difensore Civico da parte dei cittadini.
Province
Oltre ai precedenti, tradotti in relazione alla realtà “Provincia”, noi proponiamo che nello
Statuto delle Amministrazioni Provinciali siano inseriti, anche i seguenti punti,
8. le riunioni di Giunta e di Consiglio Provinciale devono essere offerte alle TV locali, per la
trasmissione in diretta;
9. in tempi rigorosamente definit i, l’Amministrazione Provinciale (nel suo complesso), i
singoli Assessori ed i Consiglieri Provinciali dovranno essere obbligati a rispondere,
come già indicato al precedente punto 5 per le istituzioni comunali, ai Sindaci, ai
Consigli Comunali, alle minoranze dei Consigli Comunali e ai Difensori Civici dei Comuni
che chiedano informazioni o avanzino proposte;
10. dovranno essere definite procedure di ‘Referendum’ cogente sia di retti f ica sia d i
iniziativa – su richiesta delle ‘entità’ di cui al punto precedente.
In linea col dichiarato obiettivo di conseguire la massima trasparenza ed in sostituzione della
subdola pratica della costituzione di aziende controllate o partecipate dagli Enti Pubblici Locali,
noi assumiamo come ordinaria linea d'azione il perentorio invito alla costituzione, da parte dei
Comuni e delle Province, di società pubbliche (public company) con azionariato diffuso,
impegnate a far proprie le procedure di trasparenza indicate per le Amministrazioni locali,
società pubbliche che gestiscano i i servizi pubblici locali, società tenute a reinvestire gli utili
per migliorare detti servizi o, comunque, sul territorio, e le cui quote di capitale siano
distribuite prevalentemente tra i singoli cittadini (ma non più di una per cittadino) ed
Amministrazioni pubbliche.
Europa
Avendo come base quanto affermato più sopra in tema di DEMOCRAZIA, evidentemente non
possiamo condividere l'attuale impostazione dell'UE: una impostazione chiaramente
oligarchica, istituzionalmente sorda a qualsiasi domanda di DEMOCRAZIA che possa pervenire
dai cittadini. Peraltro, essendo ormai ineludibile l'incidenza della politica dell'Unione anche sulle
scelte amministrative locali, oltre che su quelle nazionali, noi riteniamo di non poterci esimere
dall'avanzare una nostra 'diversa' proposta di Unione Europea.
Riteniamo infatti che il "Trattato sull'Unione Europea" - TUE (di Maastricht-Lisbona) ed il
Trattato sul Funzionamento dell'Unione" - TFU - debbano essere sostanzialmente rivisti, e che
la filosofia dell'Unione debba essere drasticamente RIBALTATA.
Tra i primi punti dei Trattati che contestiamo, segnaliamo:
1. - art. 1 TUE - La necessità DEMOCRATICA che i Trattati siano conclusi come accordo tra
popoli (e non da 'Alte Parti Contraenti'), per cui riteniamo che essi debbano essere
ratificati dai popoli stessi mediante referendum popolare;
2. - art. 10 TUE - "Il funzionamento dell'Unione si fonda sulla democrazia
rappresentativa": noi riteniamo che comunque debba essere prevista la possibilità di
ricorrere a referendum tra i cittadini per argomenti di rilievo istituzionale, ma anche su
richiesta di rappresentanze non democraticamente trascurabili dei cittadini dell'Unione;
3. - art. 13 TUE - articoli 127, 128 ... TFU - La sovranità monetaria e la politica monetaria
non possono essere abbandonate nelle mani di entità non direttamente soggette al potere
politico generale: BCE e SEBC devono dipendere DIRETTAMENTE dal potere politico, che, a
sua volta, deve essere democraticamente gestito;
4. - art. 21 - manca, nei Trattati, l'assunzione dell'assoluta priorità del diritto alla
autodeterminazione dei popoli, di TUTTI i popoli, interni o esterni all'Unione (anche a
dispetto della Carta delle Nazioni Unite che sottomette tale diritto ad un presunto diritto di
non ingerenza negli affari interni dei singoli Paesi);
5. art. 21 - punto e) elenca tra gli obiettivi dell'Unione "... la progressiva abolizione delle
restrizioni agli scambi internazionali". E' una scelta che NON PUO' essere incondizionata:
non può essere ciecamente trascurato il fatto che esistano clamorose differenze tra le
condizioni di lavoro in Europa e, ad esempio, in Cina o India e che tali differenze creino
indiscusse condizioni di sleale concorrenza ...
E l'analisi potrebbe continuare fino a contenere un numero elevato di critiche ai due testi
indicati: testi non condivisi nemmeno da qualche statista in buona fede (comeil
Presidente della Repubblica Ceka, Vaclav Klaus.
Ci sono, poi, tante altre scelte di carattere non-istituzionale che pensiamo debbano essere
operate dalla UE, sotto la spinta consapevole dei popoli dell'Europa:
• riguardo alla rete ferroviaria, che dovrebbe essere trasformata fino a costituire, assieme
al trasporto su acqua, la struttura principale del TRASPORTO MERCI all'interno dell'Unione;
• riguardo alla definizione di una politica di gestione responsabile delle risorse del
pianeta, con particolare attenzione alle energie da fonti rinnovabili -una politica che
preveda, anche e soprattutto, il sostegno ad una razionale crescita economica dei popoli
ancora oggi in tremende condizioni di arretratezza e disagio e ad una razionale riduzione
dei consumi in tante zone d'Europa e del mondo;
• riguardo alla gestione-utilizzazione della risorsa 'acqua potabile';
• riguardo ad obblighi di 'solidarietà territoriale', per porre un limite sia alla selvaggia
delocalizzazione delle unità produttive, sia al vagabondaggio delle risorse che quelle unità
abbiano prodotto;
• riguardo ad una stringente regolamentazione dei mercati finanziari, la cui deregulation
ci ha portato agli attuali disastri finanziari ed economici …
Insomma, l'idea che abbiamo della possibile Unione Europea è molto diversa da quella
OLIGARCHICA che oggi trionfa, e pensiamo
1. che oggi sia giusto e necessario giungere alla realizzazione di una "ENTITA' EUROPEA"
coordinata che possa confrontarsi con le gigantesche realtà internazionali (USA, Cina,
Russia, India), almeno nei settori che sono strategici a livello globale;
2. che sia parallelamente necessario che le comunità 'nazionali' che fanno capo alle attuali
organizzazioni statali conservino una loro identità, una loro sovranità, un loro
controllo/gestione 'locale' di tutto quello che riguarda l'ordinaria vita delle comunità
locali/nazionali;
3. che sia anche culturalmente importante che l'Europa, da fonte ed origine di conflitti, si
trasformi in esempio di pacifica collaborazione, divenendo espressione di una
"COLLABORAZIONE TRA POPOLI" e non una "UNIONE DI OLIGARCHIE", com'è oggi.
Insomma: questa Unione Europea costruita a vantaggio di pochi non ci piace e pensiamo che
non piaccia nemmeno ad una parte molto consistente dei cittadini degli Stati Membri. Per
questo, RITENIAMO CHE SIA DOVEROSO TENTARE DI CHIAMARE GLI ELETTORI AD
ESPRIMERE GIÀ NELLE VICINE ELEZIONI EUROPEE LA LORO DETERMINAZIONE A
RIBALTARNE L'IMPOSTAZIONE
Appello per la Democrazia a livello provinciale
RispondiEliminaNoi, sottoscrittori di questo appello, ci rivolgiamo a tutti coloro che, nell'area di Parma, siano
convinti della necessità di instillare un po' di democrazia nella vita pubblico-politica, per questo
noi chiediamo a tutti coloro
– che facciano della vera democrazia il loro naturale ambito d'azione
– che concordino su alcuni punti qualificanti di uno specifico programma politico
di trovare il coraggio di riunirsi per presentare agli abitanti del parmense questa loro tensione
ideale.
Riteniamo che il collegamento-riunione che proponiamo possa avvenire sulla base di un impegno
assunto da persone che fondamentalmente si riconoscano nello spirito del DOCUMENTO
che segue, documento che esprime dei concetti e fissa delle priorità “istituzionali”
che pensiamo possano accomunarci e su cui noi, diffusori di questo invito, siamo disposti a
'mettere la faccia'.
Riteniamo che il raggruppamento frutto di questo accordo di coesione debba basarsi sulle seguenti
scelte organizzative:
• il raggruppamento NON DOVRA' avere né il nome né il simbolo di uno qualunque dei gruppi
o movimenti partecipanti;
• per partecipare all'attività del raggruppamento, eventuali iscritti a partiti che abbiano eletto
Parlamentari nazionali e/o europei o Consiglieri Regionali dovranno preventivamente presentare
la loro rinuncia scritta a tale iscrizione;
• non sarà prevista né imposta alcuna dettagliata disciplina di partito: i candidati saranno
solo chiamati a sottoscrivere l'impegno a rispettare lo spirito definito nel documento
che uscirà dall'incontro previsto e a rassegnare le dimissioni a richiesta dell'assemblea
degli altri candidati presenti in lista (con esclusione da detta assemblea dei primi
quattro dei non eletti);
• al fine di assicurare la corretta rappresentanza di tutto il territorio provinciale, i candidati inseriti
in lista per i singoli collegi dovranno avere residenza, domicilio o attività all'interno di
un comune inserito nel collegio stesso, oppure dovrà avere provenienza familiare da uno di
quei comuni
DOCUMENTO POLITICO
Questo documento si articola in 3 parti:
1. premessa generale;
2. impostazione democratica;
3. specifici punti programmatici;
4. Provincia: ente al servizio del 'Consorzio' dei Comuni
1. Premessa generale
Noi, normali cittadini, estranei ai partiti ed alla partitocrazia, chiediamo a tutti di aderire
ad una iniziativa POLITICA ‘fuori’ dalle logiche di ‘quelli là’ (cioè la attuale classe politica, con
l’unico obiettivo di inaugurare una attività politica DI TUTTI NOI CITTADINI.
Siccome i politici, gestiscono AFFARI NOSTRI (di TUTTI NOI CITTADINI), riteniamo sia corretto
esigere che a tutti noi cittadini siano istituzionalmente riconosciuti i diritti
· di interloquire con ‘loro’ in qualunque momento o fase della vita politica,
· di controllarne l’operato
· e di avere, alla fine, la possibilità di dire sempre l’ultima parola.
Riteniamo, cioè che non sia dignitoso continuare ad accettare che i politici si permettano di
escludere totalmente e sistematicamente i cittadini dalla fase decisionale della vita politica fin
dal giorno successivo alle elezioni.
Non lo possiamo accettare perché è impossibile
· che durante una campagna elettorale si possano trattare tutti gli argomenti che potrebbero
entrare nell’ordine del giorno nel corso del successivo quinquennio,
· che anche chi voti per una determinata lista ne condivida al cento per cento impostazioni
e programmi.
Per questo, riteniamo che la delega elettorale debba sempre essere gestita in regime di ‘silenzio-
assenso’, e debba restare sempre soggetta al controllo di chi è titolare della sovranità,
cioè dei cittadini.
Da queste convinzioni discende il nostro impegno politico, di cui individuiamo la ragion
d'essere nella concreta promozione dei valori civili, morali, politici e sociali
· della partecipazione (vigile ed attenta),
· della consapevolezza (della realtà e delle effettive possibilità di operare su di essa),
· della solidarietà (per tutti coloro che si impegnino a compiere il loro dovere),
· della responsabilità (sia verso la società di oggi, sia verso le generazioni future, specialmente
nella gestione delle risorse naturali e nella conservazione dell'ambiente dalle
contaminazioni evitabili),
· dell’autonomia e dell'indipendenza intellettuale
· e dell'ordinaria priorità del solerte adempimento dei doveri sulla pur sacrosanta
rivendicazione dei diritti.
Noi, proponenti di questa iniziativa elettorale, siamo determinati a compiere azioni tese:
a generare la piena occupazione puntando sull'impiego intelligente delle risorse disponibili
sul territorio, orientando gli sforzi nello sviluppo di attività tese soprattutto alla valorizzazione
della vocazione propria delle diverse aree della Provincia;
a bloccare gli sprechi costituiti dalla realizzazione di opere inutili o sbagliate;
ad attuare una politica ambientale scevra di retorica e demagogia ma attenta a considerare
il nostro territorio come bene 'finito' appartenente non solo alle attuali generazioni,
ma anche e soprattutto a quelle future;
a promuovere e rivendicare forme di responsabile solidarietà territoriale;
a riservare sempre la massima attenzione agli input provenienti dalla ricerca ed alle
proposte provenienti dal mondo tecnico-scientifico, per valorizzarne appieno opportunità,
conoscenza ed allarmi ed assicurare responsabilmente ai cittadini l'applicazione delle
migliori conoscenze nella organizzazione e nella gestione della vita di tutti i giorni.
2. Impostazione democratica
Per assicurare il massimo della efficiente democrazia a livello della Amministrazione Provinciale,
noi indichiamo i seguenti punti da inserire nel programma politico e/o, per quanto possibile,
nello stesso Statuto-Regolamento della Provincia:
le riunioni della Giunta, oltre che quelle del Consiglio Comunale dovranno essere pubbliche
(con la sola doverosa eccezione delle discussioni di punti all’ordine del giorno che comportino
l’espressione di giudizi su singole persone);
le stesse riunioni di Giunta e di Consiglio Provinciale dovranno essere offerte alle TV locali,
sia per la trasmissione in diretta, sia per eventuali repliche in differita;
superando quanto già previsto dalla legge 241,
• copie cartacee delle delibere adottate, delle documentazioni allegate e dei verbali delle
riunioni di Giunta e di Consiglio dovranno essere messe a disposizione del pubblico, nella
loro stesura integrale, senza alcuna necessità di esporre motivazioni o giustificazione;
• copia delle stesse documentazioni dovranno essere consegnate senza indugio a qualunque
cittadino, a fronte del solo pagamento delle relative fotocopie o stampe;
• le stesse copie di cui ai due punti precedenti dovranno essere rese immediatamente disponibili
sul sito della Amministrazione Provinciale, in formato digitale;
• tutta la documentazione di cui sopra dovrà essere resa disponibile presso i Comuni, per
facilitare l'accesso dei cittadini sia alla sua consultazione che all'ottenimento delle relative
copie;
mensilmente, tutti i componenti della Giunta dovranno indire almeno un pubblico incontro
nel corso del quale relazioneranno sull’attività dell’Amministrazione nel settore di loro
competenza;
mensilmente, l'Amministrazione dovrà pubblicare sul suo sito il rendiconto dettagliato e
completo delle entrate e delle uscite dalla cassa;
con modalità diverse (che funzionino da ‘filtro democratico’) ma in tempi rigorosamente
definiti, i Consiglieri Provinciali, i Membri della Giunta ed il Presidente della Provincia dovranno
essere obbligati a rispondere a gruppi di cittadini che chiedano informazioni o avanzino
proposte;
dovranno essere definite procedure di ‘Referendum’ sia di rettifica –di delibere già approvate-
sia di iniziativa –su proposte di gruppi di cittadini-, Referendum il cui risultato
sia comunque vincolante per l’Amministrazione, come ammesso dall'art. 3, comma 3, della
legge 06/08/1999 e dal DECRETO LEGISLATIVO 18/08/2000, n. 267;
in tempi rigorosamente definiti, l’Amministrazione Provinciale (nel suo complesso), i
singoli gli Assessori ed i Consiglieri Provinciali dovranno essere obbligati a rispondere, come
già indicato al precedente punto 6, ai Sindaci, ai Consigli Comunali, alle minoranze dei Consigli
Comunali e ai Difensori Civici dei Comuni che chiedano informazioni o avanzino proposte;
dovranno essere definite procedure di ‘Referendum’ cogente sia di rettifica sia di iniziativa
– su richiesta delle ‘entità’ di cui al punto precedente.
dovrà essere prevista l’elezione diretta da parte dei cittadini del Difensore Civico presso
l'Amministrazione Provinciale (che dovrà essere autorizzato ad intervenire come tale presso
le Amministrazioni Comunali che non si dotino di analogo Difensore eletto dai relativi cittadini).
In linea col dichiarato obiettivo di conseguire la massima trasparenza ed in sostituzione della
subdola pratica della costituzione di aziende controllate o partecipate dagli Enti Pubblici Locali,
noi assumiamo come ordinaria linea d'azione il perentorio invito alla costituzione da parte della
Amministrazione Provinciale (e dei Comuni che ambiscano a qualificarsi come 'democratici') di
società pubbliche (public company)
che gestiscano i i servizi pubblici locali
impegnate a far proprie le procedure atte a generare il massimo possibile di trasparenza,
tenute a reinvestire gli utili per migliorare detti servizi o, comunque, sul territorio,
le cui quote di capitale siano distribuite prevalentemente tra i singoli cittadini (ma non
più di una per cittadino) e, per una quota di minoranza, tra le Amministrazioni pubbliche.
Suggerimenti ai Comuni
Ai Comuni che ambiscano a qualificarsi come 'democratici', suggeriamo, innanzitutto, di dotarsi
di Statuti o Regolamenti Comunali che accolgano i principi di trasparenza e democrazia
che proponiamo come programma elettorale per la Amministrazione Provinciale.
Chiediamo ai Comuni stessi che, per facilitare il coinvolgimento dei cittadini nell'attività politica
locale, le Amministrazioni Comunali promuovano
- la realizzazione di spazi d'incontro informale tra i cittadini, cioè di spazi di civile discussione
fruibili in orari diversi da quelli ordinari di lavoro,
- l'istituzione del servizio di informazione e fornitura di copie della documentazione resa disponibile
dalla Amministrazione Provinciale.
3. Specifici punti programmatici
Pur sottolineando come all'attivazione degli strumenti degli strumenti di democrazia diretta
indicati nel capitolo precedente corrisponda una netta riduzione dell'importanza della indicazione
di specifici punti programmatici (in quanto si viene a lasciare ai cittadini la possibilità di
chiedere-proporre-imporre iniziative di qualsiasi genere che possano rientrare nel campo di
azione della Amministrazione Provinciale), riteniamo di dover fornire alcune proposte qualificanti
della nostra presenza nelle imminenti elezioni.
Riteniamo anche che quanto esposto qui costituisca solo l'incipit di una più vasta elencazione
di proposte che emergeranno grazie alle competenze delle persone e dei gruppi che aderiranno
a questa iniziativa.
1.
Attivazione da parte dell'Ufficio Legale della Amministrazione di tutte le iniziative idonee a sostituire
la scelta della realizzazione dell'inceneritore con quella di impianti più economici e più
corretti dal punto di vista della salute pubblica.
Tra le iniziative possibili, ci dovrà essere anche quella di adire alla Procura della Repubblica
esponendo dati e documenti che evidenzino sia lo spreco di denaro pubblico, sia la provata nocività
del procedimento di incenerimento.
2.
Incentivazione ed assistenza tecnica allo sfruttamento ecologicamente corretto delle potenzialità
del territorio nell'ambito dello sfruttamento delle energie rinnovabili, con particolare attenzione
alle aree sostanzialmente abbandonate dalle comunità ivi insediate.
3.
Promozione ed attivazione di una ESCO (Energy Saving COmpany), in forma di public company
(con le caratteristiche di cui al capitolo precedente), compartecipata anche dagli operatori in
essa inseriti.
4.
Sostegno e partecipazione alla realizzazione di funzionali reti telematiche idonee a sostenere i
i molteplici aspetti possibili di carichi di telelavoro (per frenare la diaspora dalle aree 'scomode'
della Provincia).
5.
Sostegno e partecipazione alla realizzazione di attività tese alla 'promozione del territorio',
sia nel campo della produzione di prodotti tipici, sia nel campo della diffusione della conoscenza
'storica' delle nostre terre, sia in quello della vita e della vivibilità del territorio stesso.
Quest'ultimo aspetto è riferito alla individuazione di meccanismi di finanziamento della sorveglianza,
della preservazione e della manutenzione del territorio (specie quello collinare-montano).
6.
Rinuncia alla conservazione di competenze già proprie dei Comuni (ad esempio nel settore
della assistenza sociale).
Rivendicazione di una più consistente area di competenza nella gestione della sanità.
7.
…..........
8.
…..........
9.
…..........
…..........
4. Provincia: ente al servizio del 'Consorzio' dei Comuni
Punto assolutamente “nuovo” e qualificante di questa proposta politica potrà/dovrà essere
l'impegno (da tradurre anch'esso nello Statuto-Regolamento della Amministrazione Provinciale)
da parte della Amministrazione stessa a porsi nei confronti dei Comuni della Provincia nella
veste di volontario collettore delle esigenze e delle richieste avanzate dai Comuni stessi.
La Provincia, cioè, dovrà rinunciare ad una parte della propria 'sovranità' ed 'indipendenza',
accettando nella misura possibile secondo le leggi nazionali, ma sena riserve proprie gli input
provenienti dalle Amministrazioni Comunali, riunite in un 'Consorzio' di gestione del territorio e
dei suoi servizi ai cittadini.
A questo 'Consorzio', la Amministrazione Provinciale attribuirà il potere di destinare una determinata
aliquota (50%?) delle risorse di bilancio che siano eccedenti al fabbisogno richiesto
dalle spese obbligatorie, per iniziative parzialmente finanziate anche dai singoli Comuni coinvolti.
Questo punto di 'federalismo di tipo cantonale' dovrebbe costituire un esempio per la necessaria
adozione di riforme delle autonomie locali.