Ti ho visto, ma no non è possibile, una macchia scura sull'asfalto, alla luce dei miei anabbaglianti- auto davanti e dietro- impossibile fermarsi; ti avevo visto, all'andata, piccolo corpo, già straziato, disteso sulla riga continua bianca...un groppo in gola, poi due lacrime che mi scendono sul viso- le luci delle auto che si scompongono in tanti frammenti...queste righe sono per te, piccolo cacciatore, un piccolo omaggio...
sabato 14 marzo 2009
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Renato ti ho mandato diversi messaggi legati al tema della unione per un percorso comune
RispondiEliminaPiero
se vuoi preparare un tuo scritto per Firenze o prepariamo un testo comune
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18/03/09
messaggio inviato ai contatti su Facebook, SIAMO VIVI, liste civiche a cinque stelle o più Torino, Parma, movimenti, Officina democrazia di Agrigento, Noi cittadini/un'altra Italia
Ciao a tutti, ho letto Il testo su Facebook e visitato il blog del Movimento SIAMO VIVI, nello stesso tempo arrivano altri appelli da altre liste civiche a cinque stelle o più Torino, Parma, movimenti, Officina democrazia di Agrigento, da Noi cittadini/un'altra Italia.
Visionando I programmi, più o meno corposi, di queste liste o movimenti vi si trovano tanti punti in comune, come segnalato anche da L'Officina.
Andare a verificare, nel minimo dettaglio espositivo, tutti I punti programmatici, dovrebbe essere , ritengo, una cosa da far in seguito.
Per il momento, considererei prioritaria la disponibilità, come afferma anche il documento dei “Non solo grilli di Parma”:
“Sappiamo che molti gruppi e/o movimenti e singoli cittadini hanno elaborato interessanti documenti e progetti di azione politica: pur rispettando l'impegno profuso, chiediamo loro di accettare di riunirci per valutare assieme la possibilità di tradurre la nostra comune volontà in una presenza concreta ed utile alla nostra comunità.
Ovviamente, non rivendichiamo né rivendicheremo, non riconosciamo né riconosceremo alcuna primogenitura: proponiamo una 'collaborazione tra pari' tra tutti coloro che si riconoscano nel documento politico allegato. Questo vuole essere un invito alla collaborazione rivolto a tutte le persone di buona volontà ed in buona fede, come riconosciamo essere, ad esempio, anche le liste 'a cinque stelle'!”,
a discutere apertamente senza ritenersi superiore ad altri e con molta umiltà.
Posso provare ad indicare un primo percorso di incontro:
* la verifica prima di tutto della disponibilità reale
* la scelta di discutere apertamente senza porre steccati
* la decisione dei tempi e dei modi
* la scelta o meno di coinvolgere più gruppi o singoli
* una sintesi all'interno di ogni gruppo di tutte le posizioni
Un altro punto che mi preme precisare è quello legato al nostro riconoscimento:
in diversi incontri, qui in Val di Susa, con le liste civiche, partiti e quant'altro, anche via internet, sento sempre parlare dei cittadini come se fossero qualcos'altro da noi.
Dobbiamo prima di tutto decidere se riconoscerci come cittadini o altro dai cittadini, è questo è un punto nodale, da cui scaturiscono tutte le scelte e I modi della politica.
Siamo estremamente critici verso la classe politica odierna, nella sua distanza e non ascolto del cittadino, visto come fonte di voto e poco altro, ma se noi abbiamo lo stesso atteggiarsi, riproduciamo da subito gli stessi modi di questi politici.
Io ritengo che non ci debba essere differenze fra chi vuole agire direttamente in quanto cittadino, se non quelle oggettive, dovute alla conoscenza e l'esperienza, ma che dovrebbero essere cancellate per creare più capacità nell'agire e dare più forza al nostro percorso.
L'altro punto che ci deve distinguere è il metodo, perché le enunciazioni, i programmi sono molto belli ma senza un metodo differente, limpido, chiaro, coerente non saremo differenti da quelli che critichiamo.
In ultimo cerchiamo di considerare nel nostro progetto e avvicinare rendendoli attivi tutti quei cittadini, quelli che non hanno strumenti di difesa, quelli in carcere, le donne, i nomadi, quelli che scelgono altri modi di vivere le scelte affettive, gli immigrati, i lavoratori non protetti, insomma, tutti i cittadini dimenticati dalle cronache e dalle scelte politiche.
Fatte con chiarezza queste scelte, ne può scaturire un principio importante:
* la creazione diffusa e la scelta finale comune e assembleare tra liste civiche, movimenti, associazioni, ONG, singoli cittadini del campo d'azione (nazionale, europeo o internazionale), delle regole, del metodo e del programma politico.
Invierò via internet questo testo ai gruppi di cui ho parlato, sarebbe positivo se ognuno di noi iniziasse a prendere contatto con gli altri, a conoscersi.
Questo mio scritto vuole essere un contributo, perciò sono ben accolte le critiche, le annotazioni libere.
Troviamo una strada dove trovarci, certamente sulla base di principi di solidarietà, vicinanza, chiarezza e coerenza, attenzione verso l'altro e soprattutto come cittadini.
Piero Lanaro
Grazie per la vostra attenzione
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18/03/09 messaggio inviato a Susanna Ambivero - L'Officina - Agrigento
Ho letto il vostro documento su "Officina democrazia" e per la maggior parte dei punti mi trovo ad essere d'accordo.
Su alcuni punti avrei delle mie valutazioni, legate al principio di essere e sentirsi cittadini o di pensare per i cittadini, e sulle regole e i modi della politica:
- sui limiti del mandato elettorale - penso che debbano essere i cittadini del comune, circoscrizione e così via a decidere, anche attraverso delle primarie, l'ulteriore candidatura oltre il secondo mandato, potrebbe avvenire che in alcune entità i cittadini non riconoscano nessun candidato onesto e capace se non quello da essi scelto che è già stato candidato ed eletto in precedenti elezioni, non dovremmo cadere nel luogo comune che, nuovo e/o giovane siano sempre indizio di capacità ed onestà, in ogni caso se si parla di una forma politica dei cittadini dovrebbero essere questi a decidere.
- sul "I rappresentanti devono essere e sentirsi responsabili" condivido che devono essere responsabili, e vi debbano essere norme e regole per verificare il loro mandato e all'occorrenza modificarlo e/o interromperlo, sulla parte che dice devono "sentirsi responsabili" ritengo che sia un processo alle intenzioni e di difficile scommessa futura, le regole sul mandato servono proprio al momento in cui il rappresentante non si senta (personalmente) e agisca pubblicamente in modo non responsabile.
- sulla "non violenza" bisognerebbe specificare che cosa si intenda? In tutte le situazioni, in quale sì e in quale no? In ogni caso sono sempre i cittadini a scegliere, anche in modo erroneo, come agire la violenza, certamente una discussione approfondita su questo tema necessita, anche perchè la falsa democrazia non starà a guardare ma cercherà di opporsi anche con la violenza al nostro percorso
Infine, e penso sia la cosa più importante, bisognerebbe considerare questi programmi o intenzioni aperti alla discussione, in quanto proposte, proprio perchè sono appelli ai singoli ed a altri gruppi, liste, movimenti... che hanno altri programmi e fanno, anche loro, appelli per l'unione, tra cui noi, alcuni hanno specificato che sono aperti ad una grande discussione.
Prima di tutto è importante ragionare sulle regole, i modi della politica, su che cosa siamo, cittadini o persone che pensano per i cittadini, perciò di nuovo qualcos'altro dai cittadini; le regole, i modi della politica, il programma dovrebbero essere una somma di riflessioni e articoli scritti in comune e presentati nella forma finale ai cittadini, tra cui vi siamo anche noi (se siamo coerenti), per la modifica, l'emendamento e l'approvazione.
Nel nostro piccolo abbiamo contattato delle liste civiche (grillini) di Torino, Rivoli (TO), Parma, l'associazione SIAMO VIVI, contattiamoci per vedere se sia possibile e come un percorso comune.
Piero L.
movpopmondiale@alice.it
http://www.movimentopopolaremondiale.org
siamo presenti anche su Facebook come Progetto Movimento Popolare e Piero Lanaro
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messaggio inviato a Fabrizio Savani - Non solo grilli di Parma
Ieri sera ho visto il film Ultimatum alla terra, non so se lo conosci, parla del tema di come trattiamo il pianeta...
Ho letto la tua e-mail sull'inceneritore,
ho sentito la tua preoccupazione, io vivo in Val di susa, dove abbiamo il problema del TAV.
Penso che dobbiamo avere un grande coraggio ed imparare a collegarci in quanto cittadini che si interessano del bene comune.
ho visto un video dove passavano sullo schermo ,elencate, tutte le associazioni, ONG del pianeta, durava più di due giorni, il problema e che ognuna si muove perlopiù da se.
In italia abbiamo la rete degli "Amici di Beppe Grillo", la rete "Siamo vivi", migliaia di associazioni che si occupano di tutto, movimenti, ONG, il Patto di mutuo soccorso.
Come dice Paolo Barnard, quelli che stanno distruggendo il pianeta sono ben organizzati, hanno gli strumenti e i soldi, e lavorano 24 ore su 24.
Noi cosa facciamo stiamo a dividerci, a litigare, facciamo mille campagne di raccolte firme, mille siti, etc.
Dovremo cercare di collegarci e il soggetto e oggetto della nostra azione deve rimanere sempre il cittadino.
Occorrono regole certe sul mandato elettorale, una scelta politica fatta tra i cittadini, una visione globale del pianeta.
E occorre tanta umiltà perchè tante volte parliamo dei cittadini ma non vogliamo riconoscere che per fare questi interessi bisogna avere più forza, presenza, dialogo e cercare di collegare tutti quelli che son disponibili.
In questo modo potremo avere maggiore forza nel fermare queste distruzioni, o limitarle, perchè le cose quando passano è più difficile tornare indietro.
Contattiamoci, legamioci, in rete si possono incontrare tanti gruppi.
nel nostro progetto si dice proprio di creare le scelte politiche in modo più diffuso possibile, per questo noi stiamo contattando gruppi in rete, tra le associazioni delle donne, ass. GLBTQ, Siamo vivi, patto di mutuo soccorso, gli Amici di beppe Grillo e quant'altro
penso che sia importante visitare il sito
Spero in un ritorno del messagio e che si possa abbatterre le barriere che ci separano.
grazie dell'attenzione
Piero Lanaro
movpopmondiale@alice.it
www.movimentopopolaremondiale.org
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Ai non solo grilli di Parma
Ciao
ho letto il documento " Affoghiamoli di democrazia" ed il programma politico, prima di tutto vorrei chiedervi una cosa nel vostro MU sono comparsi due testi "Appello politico altra italia" e "Appello provinciale altra italia" vorrei chiedervi se questi documenti fanno sempre parte del Mu o sono posizioni personali di alcuni iscritti, nel caso siano comuni non si potrebbe unirli in un unico documento (analisi e programma), per facolitarne la lettura e creare meno confusione, ho letto che è stato disegnato anche un sito dell'altra italia" e non so se parte da voi .
Ho molto apprezzato la totalità dei documenti quando dite "ci rivolgiamo a tutti coloro che in Italia" la vostra intenzione di andare oltre il livello strettamente comunale ed alla critica della classe politica italiana e tutta,
quando dite "promuovere la vera democrazia e proporre una visione del mondo e delle singole comunità più responsabile e ragionevole verso l’Uomo e verso la Terra che ci ospita."
I punti sulla sovranità monetaria, su una informazione corretta, sulle "scelte sia sulla società presente sia sulle generazioni future", la "democrazia diretta che sono già collaudati e vincenti, ad esempio, nella vicina
Svizzera".
ed ho apprezzato infine tutta questa parte
"Sappiamo che molti gruppi e/o movimenti e singoli cittadini hanno elaborato interessanti documenti e progetti di azione politica: pur rispettando l'impegno profuso, chiediamo loro di accettare di riunirci per valutare assieme la possibilità di tradurre la nostra comune volontà in una presenza concreta ed utile alla nostra comunità.
Ovviamente, non rivendichiamo né rivendicheremo, non riconosciamo né riconosceremo alcuna primogenitura: proponiamo una 'collaborazione tra pari' tra tutti coloro che si riconoscano nel documento politico allegato. Questo vuole essere un invito alla collaborazione rivolto a tutte le persone di buona volontà ed in buona fede, come riconosciamo essere, ad esempio, anche le liste 'a cinque stelle'! "
L'appello ad incontrarci, la collaborazione tra pari.
Ritengo che soprattutto questa ultima parte è molto positiva perchè denota una volontà di cambiare subito il metodo della politica, contro i leaderismi e parrocchiette.
Penso che i nostri ragionamenti dovrebbero concentrarsi molto sulla scrittura di regole chiare e democratiche e sul metodo della politica seria e onesta.
Vengo alfine a parlare dei Cittadini (civis-> liste civiche), dovremo cercare di riconoscerci prima di tutto noi come cittadini e parlare agli altri cittadini sullo stesso piano di democrazia, pur con le ovvie differenze, senza pensarsi altro.
E cercare di tener conto di tutti i cittadini anche quelli spesso dimenticati, i GLBT, le donne, i lavoratori, gli immigrati, i nomadi (rom e sinti), i carcerati... tutti i cittadini.
Piero
questo è un contributo che ho inviato a L'officina sulla bozza dell'ordine del giorno, vedi cosa ne pensi al massimo lo integriamo Domenica
RispondiEliminaPedro
Alcuni punti che inserirei nella riunione per iniziare a muoverci:
1) Un punto che mi preme precisare è quello legato al nostro riconoscimento:
in diversi incontri, qui in Val di Susa, con le liste civiche, partiti e quant'altro, anche via internet, sento sempre parlare dei cittadini come se fossero qualcos'altro da noi.
Dobbiamo prima di tutto decidere se riconoscerci come cittadini o altro dai cittadini, è questo è un punto nodale, da cui scaturiscono tutte le scelte e I modi della politica.
Siamo estremamente critici verso la classe politica odierna, nella sua distanza e non ascolto del cittadino, visto come fonte di voto e poco altro, ma se noi abbiamo lo stesso atteggiarsi, riproduciamo da subito gli stessi modi di questi politici.
Io ritengo che non ci debba essere differenze fra chi vuole agire direttamente in quanto cittadino, se non quelle oggettive, dovute alla conoscenza e l'esperienza, ma che dovrebbero essere cancellate per creare più capacità nell'agire e dare più forza al nostro percorso.
2) L'altro punto che ci deve distinguere è il metodo, perché le enunciazioni, i programmi sono molto belli ma senza un metodo e delle regole differenti, limpide, chiare, coerenti non saremo differenti da quelli che critichiamo.
3) In ultimo cerchiamo di considerare nel nostro progetto e avvicinare rendendoli attivi tutti quei cittadini, quelli che non hanno strumenti di difesa, quelli in carcere, le donne, i nomadi, quelli che scelgono altri modi di vivere le scelte affettive, gli immigrati, i lavoratori non protetti, insomma, tutti i cittadini dimenticati dalle cronache e dalle scelte politiche.
4) la verifica prima di tutto della disponibilità reale dei singoli o gruppi, liste, movimenti, associazioni..... a camminare insieme, il contarci e stabilire un patto
5) la scelta di discutere apertamente senza porre steccati, un incontro tra pari, pur se avviato da L'officina altri gruppi hanno inviato appelli, un ascolto di tutte le posizioni
6) Qualora si decida di andare insieme, la decisione dei tempi e dei modi
7) Capire, se dobbiamo poi fare da subito un appello ad altri gruppi o singoli o aspettare dopo essere più in sintonia
8) una sintesi all'interno di ogni gruppo di tutte le posizioni per arrivare ad un programma comune.
9) Fatte con chiarezza queste scelte, ne può scaturire un principio importante:
* la creazione diffusa e la scelta finale comune e assembleare tra liste civiche, movimenti, associazioni, ONG, singoli cittadini del campo d'azione (nazionale, europeo o internazionale), delle regole, del metodo e del programma politico
Ti giro questa e-mail del WWF su Istanbul
RispondiEliminaPedro
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This is an unmoderated list on World Water Forum and related
events/ issues/ strategies.
Istanbul, March 19, 2009
After
Mexico City 2006, which was an important milestone of the continuous work of
the global movement for water justice, we have now gathered in Istanbul to mobilize
against the 5th World Water Forum. We are here to delegitimize this false, corporate
driven World Water Forum and to give voice to the positive agenda of the global
water justice movements!
Given
that we are in Turkey, we cannot ignore that this country provides a powerful
example of the devastating impacts of destructive water management policies.
The Turkish government has pushed for the privatization of both water services,
watersheds and has plans to dam every river in the country. Four specific cases
of destructive and risky dams in Turkey, include the Ilisu, Yusufeli, Munzur
and Yortanli dams. For ten years, affected people have intensively opposed
these projects, in particular, the Ilisu dam which is part of a larger
irrigation and energy production project known as the South East Anatolia
Projects, or GAP. The Ilisu dam ? one of the most criticized dam projects
worldwide ? is particularly compex and troubling because of its implications on
international policy in the Middle East. The dam is situated in the Kurdish-settled
region where there are ongoing human rights violations related to the unsolved
Kurdish question. The Turkish government is using GAP to negatively impact the
livelihood of the Kurdish people and to suppress their cultural and political
rights.
We, as a
movement, are here to offer solutions to the water crisis, and to demand that the
UN General Assembly organize the next global
forum on water. The participation of important United Nations officials and
representatives in our meeting is evidence that something has changed. There is
a tangible and symbolic shift of legitimacy:
from the official Forum organized by private interests and by the World Water
Council to the Peoples Water Forum, organized by global civil society including,
farmers, indigenous peoples, activists, social movements, trade unions,
non-governmental organizations and networks that struggle throughout the world
in the defense of water and territory and for the commons.
We call on
the United Nations and its member states to accept its obligation, as the
legitimate global convener of multilateral forums, and to formally commit to
hosting a forum on water that is linked to state obligations and is accountable
to the global community.
We call
upon all organizations and governments at this 5th World Water Forum, to commit
to making it the last corporate-controlled water forum. The world needs the
launch of a legitimate, accountable, transparent, democratic forum on water
emerging from within the UN processes supported by its member states.
Confirming
once again the illegitimacy of the World Water Forum, we denounce the Ministerial
Statement because it does not recognize water as a universal human right nor
exclude it from global trade agreements. In addition the draft resolution ignores
the failure of privatization to guarantee the access to water for all, and does
not take into account those positive recommendations proposed by the insufficient
European Parliamentary Resolution. Finally, the statement promotes the use of
water to produce energy from hydroelectric dams and the increased production of
fuel from crops, both of which lead to further inequity and injustice.
We reaffirm
and strengthen all the principles and commitments expressed in the 2006 Mexico
City declaration: we uphold water as the basic element of all life on the
planet, as a fundamental and inalienable human right; we insist that solidarity
between present and future generations should be guaranteed; we reject all
forms of privatization and declare that the management and control of water
must be public, social, cooperative, participatory, equitable, and not for
profit; we call for the democratic and sustainable management of ecosystems and
to preserve the integrity of the water cycle through the protection and proper management
of watersheds and environment.
We oppose
the dominant economic and financial model that prescribes the privatization, commercialization
and corporatization of public water and sanitation services. We will counter
this type of destructive and non-participatory public sector reform, having
seen the outcomes for poor people as a result of rigid cost-recovery practices
and the use of pre-paid meters.
Since 2006,
in Mexico, the global water justice movement has continued to challenge
corporate control of water for profit. Some of our achievements include: reclaiming
public utilities that had been privatized; fostering and implementing public ?
public partnerships; forcing the bottled water industry into a loss of revenue;
and coming together in collective simultaneous activities during Blue October
and the Global Action Week. We celebrate our achievements highlighted by the
recognition of the human right to water in several constitutions and laws.
At the
same time we need to address the economic and ecological crises. We will not
pay for your crisis! We will not rescue this flawed and unsustainable model,
which has transformed: unaccountable private spending into enormous public
debt, which has transformed water and the commons into merchandise, which has
transformed the whole of Nature into a preserve of raw materials and into an
open-air dump.
The basic
interdependence between water and climate change is recognized by the
scientific community and is underlined also by the Intergovernmental Panel on
Climate Change. Therefore, we must not accept responses to climate chaos in the
energy sector that follow the same logic that caused the crisis in the first
place. This is a logic that jeopardizes the quantity and quality of water and
of life that is based on dams, nuclear power plants, and agro-fuel plantations.
In December 2009, we will bring our concerns and proposals to the United
Nations Climate Change Conference in Copenhagen.
Further,
the dominant model of intensive industrial agriculture, contaminates and
destroys water resources, impoverishes agricultural soils, and devastates food
sovereignty. This has enormous impact on lives and public health. From the
fruitful experience of the Belem World Social Forum, we are committed to
strengthening the strategic alliance between water movements and those for land,
food and climate.
We also
commit to continue building networks and new social alliances, and to involve
both local authorities and Parliamentarians who are determined to defend water
as a common good and to reaffirm the right to fresh water for all human beings
and nature. We are also encouraging all public water utilities to get together,
establishing national associations and regional networks.
We
celebrate our achievements and we look forward for our continued collaboration
across countries and continents!
Dear friends,
RispondiEliminaCould you please include Friends of the Earth International (FoEI) as a
signatory of the declaration.
In solidarity,
Ginting
>
>
>
> Today the global water justice movement hosted the day-long People's
> Water Forum at the Marmara Hotel in Istanbul. It was far better than
> we dared to hope--more than 600 people turned out! Speakers included
> several allied ministers, elected municipal representatives, water
> managers, and of course, tens of water warriors. A more thorough recap
> will be forthcoming but for now I wanted to share with you the
> People's Water Forum Declaration 2009, energetically affirmed by all
> present and soon to be posted on peopleswaterforum.org for global
> sign-ons.
>
> As Virginia Setshedi would say, "Amanza!"
> -Darcey
>
>
>
> People's Water Forum Declaration 2009
>
> After Mexico City 2006, which was an important milestone of the
> continuous work of the global movement for water justice, we have now
> gathered in Istanbul to mobilize against the 5th World Water Forum. We
> are here to delegitimize this false, corporate driven World Water
> Forum and to give voice to the positive agenda of the global water
> justice movements!
> Given that we are in Turkey, we cannot ignore that this country
> provides a powerful example of the devastating impacts of destructive
> water management policies. The Turkish government has pushed for the
> privatization of both water services, watersheds and has plans to dam
> every river in the country. Four specific cases of destructive and
> risky dams in Turkey, include the Ilisu, Yusufeli, Munzur and Yortanli
> dams. For ten years, affected people have intensively opposed these
> projects, in particular, the Ilisu dam which is part of a larger
> irrigation and energy production project known as the South East
> Anatolia Projects, or GAP. The Ilisu dam ? one of the most criticized
> dam projects worldwide ? is particularly compex and troubling because
> of its implications on international policy in the Middle East. The
> dam is situated in the Kurdish-settled region where there are ongoing
> human rights violations related to the unsolved Kurdish question. The
> Turkish government is using GAP to negatively impact the livelihood of
> the Kurdish people and to suppress their cultural and political
> rights.
> We, as a movement, are here to offer solutions to the water crisis,
> and to demand that the UN General Assembly organize the next global
> forum on water. The participation of important United Nations
> officials and representatives in our meeting is evidence that
> something has changed. There is a tangible and symbolic shift of
> legitimacy: from the official Forum organized by private interests and
> by the World Water Council to the Peoples Water Forum, organized by
> global civil society including, farmers, indigenous peoples,
> activists, social movements, trade unions, non-governmental
> organizations and networks that struggle throughout the world in the
> defense of water and territory and for the commons.
> We call on the United Nations and its member states to accept its
> obligation, as the legitimate global convener of multilateral forums,
> and to formally commit to hosting a forum on water that is linked to
> state obligations and is accountable to the global community.
> We call upon all organizations and governments at this 5th World Water
> Forum, to commit to making it the last corporate-controlled water
> forum. The world needs the launch of a legitimate, accountable,
> transparent, democratic forum on water emerging from within the UN
> processes supported by its member states.
> Confirming once again the illegitimacy of the World Water Forum, we
> denounce the Ministerial Statement because it does not recognize water
> as a universal human right nor exclude it from global trade
> agreements. In addition the draft resolution ignores the failure of
> privatization to guarantee the access to water for all, and does not
> take into account those positive recommendations proposed by the
> insufficient European Parliamentary Resolution. Finally, the statement
> promotes the use of water to produce energy from hydroelectric dams
> and the increased production of fuel from crops, both of which lead to
> further inequity and injustice.
> We reaffirm and strengthen all the principles and commitments
> expressed in the 2006 Mexico City declaration: we uphold water as the
> basic element of all life on the planet, as a fundamental and
> inalienable human right; we insist that solidarity between present and
> future generations should be guaranteed; we reject all forms of
> privatization and declare that the management and control of water
> must be public, social, cooperative, participatory, equitable, and not
> for profit; we call for the democratic and sustainable management of
> ecosystems and to preserve the integrity of the water cycle through
> the protection and proper management of watersheds and environment.
>
> We oppose the dominant economic and financial model that prescribes
> the privatization, commercialization and corporatization of public
> water and sanitation services. We will counter this type of
> destructive and non-participatory public sector reform, having seen
> the outcomes for poor people as a result of rigid cost-recovery
> practices and the use of pre-paid meters.
> Since 2006, in Mexico, the global water justice movement has continued
> to challenge corporate control of water for profit. Some of our
> achievements include: reclaiming public utilities that had been
> privatized; fostering and implementing public ? public partnerships;
> forcing the bottled water industry into a loss of revenue; and coming
> together in collective simultaneous activities during Blue October and
> the Global Action Week. We celebrate our achievements highlighted by
> the recognition of the human right to water in several constitutions
> and laws.
> At the same time we need to address the economic and ecological
> crises. We will not pay for your crisis! We will not rescue this
> flawed and unsustainable model, which has transformed: unaccountable
> private spending into enormous public debt, which has transformed
> water and the commons into merchandise, which has transformed the
> whole of Nature into a preserve of raw materials and into an open-air
> dump.
> The basic interdependence between water and climate change is
> recognized by the scientific community and is underlined also by the
> Intergovernmental Panel on Climate Change. Therefore, we must not
> accept responses to climate chaos in the energy sector that follow the
> same logic that caused the crisis in the first place. This is a logic
> that jeopardizes the quantity and quality of water and of life that is
> based on dams, nuclear power plants, and agro-fuel plantations. In
> December 2009, we will bring our concerns and proposals to the United
> Nations Climate Change Conference in Copenhagen.
> Further, the dominant model of intensive industrial agriculture,
> contaminates and destroys water resources, impoverishes agricultural
> soils, and devastates food sovereignty. This has enormous impact on
> lives and public health. From the fruitful experience of the Belem
> World Social Forum, we are committed to strengthening the strategic
> alliance between water movements and those for land, food and climate.
> We also commit to continue building networks and new social alliances,
> and to involve both local authorities and Parliamentarians who are
> determined to defend water as a common good and to reaffirm the right
> to fresh water for all human beings and nature. We are also
> encouraging all public water utilities to get together, establishing
> national associations and regional networks.
> We celebrate our achievements and we look forward for our continued
> collaboration across countries and continents!