Papa: "Basta sprechi, la Terra ha cibo per tutti"
di Eloisa Gallinaro
ROMA - Grandi dichiarazioni di principio e solenni impegni a passare dalle parole ai fatti, ma neppure un centesimo di euro in più stanziato per salvare subito qualcuno di quei bambini che ogni sei secondi muore di fame nel mondo dei poveri. Un vertice senz'anima, quello che si è aperto alla Fao, a Roma, con l'obiettivo dichiarato di dare una risposta all'emergenza alimentare che coinvolge oltre un miliardo di persone.
Nessun confronto vero, oggi, anche a causa della latitanza dei leader occidentali, con l'eccezione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha fatto 'gli onori di casa' e presieduto la sessione plenaria di apertura. La condanna solenne del Papa di "opulenza e spreco" e di "speculazioni", il discorso autorevole del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon sul legame tra "sicurezza alimentare" e "sicurezza climatica", gli appelli accorati del direttore generale della Fao Jacques Diouf non sono bastati a dare certezze e risposte, anche se Berlusconi ha sottolineato che è venuto il momento di "decidere le date e le modalità " dei versamenti di quei 20 miliardi di dollari contro la povertà promessi al G8 dell'Aquila. Anche Diouf, alla fine ne ha preso atto. "Non sono soddisfatto", ha detto nella conferenza stampa che ha concluso la prima giornata del Vertice, per la mancanza di scadenze precise all'interno del documento finale. E ha aggiunto di esserne "rammaricato". Del resto, ha spiegato, "non ho negoziato io il documento", anzi "ne sono stato escluso, non c'ero neppure".
Un'altra promessa è arrivata dal presidente della Commissione europea José Manuel Durao Barroso. L'85% del miliardo di euro messo in campo dall'Unione Europea per combattere la fame - ha detto - sarà assegnato già entro il 2009. Nessuna traccia, invece, dei 44 miliardi di dollari ritenuti indispensabili da Diouf per sostenere i piccoli agricoltori, nonostante l'invito del presidente egiziano Hosni Mubarak "a oltrepassare la fase del dialogo verso delle misure serie e concrete". E nonostante il discorso chiaro del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula Da Silva, secondo il quale "la fame é la più terribile delle armi di distruzione di massa esistenti sul pianeta". Vistosa, peraltro, anche l' assenza di qualche notissimo esponente dei Paesi in via di sviluppo, come il venezuelano Hugo Chavez, che ha inviato il suo ministro dell'agricoltura. Addirittura 'sobrio' il leader libico Muammar Gheddafi, che ha parlato solo per una decina di minuti denunciando l' "ipocrisia" delle ex potenze coloniali che non hanno mantenuto nessuna delle promesse formulate nei vertici precedenti.
Presenti in massa, invece, come previsto dal copione dei bisogni, i capi di Stato e di governo dell'Africa subsahariana, con l'eccezione del presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe giunto ieri mattina a Roma, che oggi al vertice non si è visto e dovrebbe parlare domani. Deluso anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, per il quale, nel documento finale, "manca una chiara indicazione dell'impegno finanziario". Insoddisfatte le Ong, che hanno rilevato "l'assenza di ogni impegno concreto". D'altra parte sul documento finale, smussato nelle settimane scorse da ogni possibile asperità e approvato per acclamazione poco più di due ore dopo l'inizio del summit, non c'é stato dibattito. Si evocano cinque azioni da mettere in campo per combattere la fame, i cosiddetti "5 Principi di Roma per una sicurezza alimentare globale sostenibile", e si chiede ai governi di assicurare ai Paesi in via di sviluppo i soldi promessi. Quando, è tutto da vedere.
lunedì 16 novembre 2009
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