domenica 8 febbraio 2009

Promemoria elezioni San Giorio di Susa


Riporto qui di fianco il simbolo presentato da Beppe Grillo nel 2006, in occasione della presentazione all’allora Presidente del Consiglio Prodi delle proposte di programma scaturite dalle “ Primarie dei Cittadini”. Negli ultimi post di Grillo si parla di “Comuni a cinque stelle” con riferimento ad un incontro che dovrebbe tenersi a Firenze l’8 marzo prossimo e ad una “carta di Firenze” che ne dovrebbe scaturire.

Le cinque stelle sono le cinque aree che dovrebbero essere valorizzate da un comune “virtuoso”: Acqua- Energia- Sviluppo- Ambiente- Trasporti.
Questi punti potrebbero essere presi in considerazione come aree significative anche nella ns. realtà comunale e formare la base per un programma da discutere con la cittadinanza nelle prossime assemblee pubbliche.

Mi sono chiesto, dopo l’ultima assemblea- 02/02/09- quali sono le azioni, i provvedimenti che trasformano un comune “dormiente” in un centro attivo e pieno di iniziative, capace di attirare turisti e comunque visitatori dall’esterno: bisogna, a mio parere, riuscire a sfruttare tutte le potenzialità locali per creare attività come artigianato, piccolo commercio, iniziative culturali di vario genere, dare in gestione a gruppi di cittadini impianti sportivi e locali, creare una sinergia tra le organizzazioni esistenti- far si insomma che il paese di san Giorio si crei una fama consolidata di luogo in cui si può passare una domenica in allegria, magari acquistando dei prodotti validi sotto l’aspetto qualitativo. Il flusso di denaro tanto agognato può derivare soltanto da un impegno comune a far fiorire iniziative che coinvolgano tutto il tessuto sociale del paese. Il Volontariato è un ottimo mezzo per portare avanti iniziative di vario genere, ma io sono convinto che in questo momento di crisi la priorità sia quella di creare lavoro attraverso cooperative e quant’altro, in collaborazione con gli altri comuni della valle, visto che la Comunità Montana sembra abbia abdicato alla sua funzione di coordinamento e promozione del lavoro in valle.

Secondo me, dovremmo presentarci alle assemblee pubbliche con una base di programma concordato da esporre alla gente, da integrare e completare con le eventuali proposte.

Riutilizzo di locali dimessi e loro riqualificazione- creazione di aree di incontro e di socializzazione etc.

Il simbolo dell’eventuale lista civica potrebbe unire il nome del paese con parole che ricolleghino alla realtà della Valle di Susa, per dare un segnale concreto della rete di comuni che si sta creando.

Questo è soltanto un piccolo contributo che spero possa servire alla compilazione di un documento finale condiviso e portato avanti da tutti.

2 commenti:

  1. ti invio due riflessioni sulla crisi per il tuo articolo

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    le ragioni profonde della crisi economica che investe il mondo sono meno complesse di quanto si tenda a (far) credere

    La crisi che attraversiamo non è dovuta solo alla deregulation finanziaria che ha permesso alle banche di giocarsi i risparmi degli americani al superenalotto dei mercati finanziari, e neanche perché gli investitori si sono inventati nuovi giochini ad alto rischio per giocarci nel grande casinò globale.
    Sicuramente il cosiddetto “commercio libero” ha una bella fetta della responsabilità, ma la vera origine di questa situazione va molto oltre queste politiche suicide: semplicemente, stiamo per raggiungere il limite del modello economico che è stato imposto al mondo negli ultimi 30 anni.

    Lo possiamo chiamare, per comodità modello del “salario basso/debito crescente“. A cominciare dai primi anni ’80 tale modello ha sostituito progressivamente quello che chiameremo “salario alto/produzione crescente“. Con il modello precedente le imprese cercavano sostanzialmente di tradurre le conquiste salariali ottenute dai lavoratori con le lotte degli anni ’60 e ’70 in maggiori profitti, principalmente in due modi:

    1. richiedendo maggiore produttività
    2. spingendo il consumismo all’estremo, in modo che i lavoratori spendessero i propri salari più alti comprando i prodotti che producevano.

    Questo compromesso tra salario e produttività è conosciuto come productivity deal.

    Alla fine degli anni ’70 i lavoratori ruppero questo ciclo ottenendo sia salari più alti che servizi sociali migliori (un salario sociale più alto), rifiutandosi però di aumentare la produttività tramite il ritmo di lavoro che aveva raggiunto già livelli sovrumani. A quel punto sotto attacco erano i profitti delle imprese, l’unica variabile che avrebbe potuto ridursi coeteris paribus, come si dice.

    La risposta dei governi di tutto il mondo fu l’attacco alle conquiste salariali e sociali dei lavoratori.
    Uno studio del Centro Canadese per le politiche alternative dimostra che il salario reale odierno (al netto dell’inflazione) si trova allo stesso livello di quello degli anni 70, ma contemporaneamente i servizi sociali sono drasticamente diminuiti. Da qui la parte “bassi salari” dell’equazione.

    I salari bassi, però, sono un bel problema per i profitti. Se i salari sono troppo bassi i lavoratori non possono permettersi di comprare i beni che essi stessi producono sempre in maggiore quantità. Dal punto di vista delle imprese il problema non è ovviamente il disagio dei lavoratori, ma il fatto che le merci non vengono vendute in quantità sufficienti da garantire i profitti desiderati generando il classico problema di sovrapproduzione. In definitiva il modello a bassi salari è intrinsecamente insostenibile.

    Una soluzione che le grandi imprese e il governo USA hanno trovato per il problema è stata quella di spingere le politiche di liberalizzazione commerciale con trattati come il NAFTA, SPP (Security and Prosperity Partnership) che permettono alle imprese di vendere i prodotti in tutto il mondo e superare la dipendenza dal livello dei salari e dei consumi dei lavoratori domestici. In ogni caso, queste politiche non risolsero il problema, dal momento che i salari erano sotto attacco in tutto il mondo. Nel caso del Canada ad esempio, i salari dei lavoratori USA, il principale partner commerciale, erano più bassi ancora di quelli canadesi. Nella migliore delle ipotesi, il commercio aperto rallenta soltanto il momento della resa dei conti, ma non la scongiura.

    Una strategia per evitare momentaneamente il tracollo è quella di ridurre il prezzo dei beni consumati da parte di un settore della forza lavoro, riducendo i salari di un altro settore, quello che li produce ma non li consuma. Su questo modello nascono Wal-Mart e i suoi epigoni globali e si fonda la globalizzazione: supersfruttando i lavoratori in Cina e in altri paesi, le imprese possono abbassare i prezzi dei loro prodotti in modo che i lavoratori occidentali con i loro salari ridotti all’osso possano continuare a permetterseli.
    In questo modo le lacrime e il sangue dei lavoratori di una parte del mondo servono per costruire una sottilissima rete di sicurezza per i lavoratori dell’altra.
    Se non fosse che anche questa strategia è insostenibile.

    Da un lato, i lavoratori supersfruttati tendono a resistere, facendo così alzare i salari. I cinesi stanno lottando con le unghie e con i denti: il China labour bullettin parla di decine di migliaia di scioperi l’anno e altre forme di boicottaggio della produzione e le lotte hanno obbligato recentemente il governo cinese a introdurre una serie di benefici per i lavoratori, il che farà inevitabilmente alzare il prezzo dei beni. Senza contare che, in ogni caso, questa strategia non può ridurre il prezzo di alcuni beni: le case, le automobili, l’istruzione richiedono livelli alti di manodopera che, indipendentemente da quanto siano bassi i salari, continueranno a costare migliaia di dollari. Se i lavoratori non possono permettersi di comprarli in grande quantità, i profitti non si possono realizzare e la crisi sopraggiunge ugualmente. La ragione per cui questo non è ancora successo ci porta alla seconda parte del modello salari bassi/debiti alti.

    La disponibilità di credito a buon mercato ha permesso ai lavoratori di prendere a prestito grandi somme di denaro e consumare più di quanto si potessero permettere. E’ questo che più di ogni altra cosa spiega il motivo per cui un’economia fondata su salari sempre più bassi non sia ancora collassata: mutui con interessi irrisori, finanziamenti “a tasso zero” per l’acquisto di automobili, carte di credito in ogni portafogli e finanziarie a ogni angolo di strada hanno consentito ai consumi di crescere nonostante i salari fermi.
    Per le imprese questo ha significato prendersi il meglio dei due modelli: salari bassi + consumi alti significano profitti astronomici. Per i lavoratori questo ha significato insicurezza lavorativa e ansia per i debiti crescenti. Nulla che rappresentasse un problema per le imprese, fin quando le cose continuavano in tal modo. Ovviamente non serve un dottorato in economia per comprendere che a un certo punto la gente non ce l’avrebbe più fatta a pagare i debiti, coi salari che diminuivano e gli interessi che aumentavano.

    Ed è precisamente ciò che un bel giorno è accaduto nel mercato immobiliare USA, con milioni di americani che non sono stati più in grado di pagare i mutui. Il fatto che banche e investitori abbiano usato quei mutui per giocare d’azzardo sui mercati finanziari, perdendo miliardi di dollari, è un affare molto serio, ma nel lungo periodo non è così serio come il fatto che milioni di persone negli Stati Uniti siano diventate insolventi sotto il peso dei debiti. Al di là dei mutui per la casa, negli USA il debito “da carta di credito” ammonta a un trilione di dollari (1.000.000.000.000$) mentre il debito derivante dai finanziamenti per le automobili supera le centinaia di miliardi. Nessun “piano di salvataggio” dei consumatori sul modello di quello applicato alle banche sarebbe in grado di risolvere il problema.

    In altre parole l’economia USA basata su salario basso / debito alto sta implodendo. I canadesi sono indebitati soltanto un po’ meno degli americani e gli italiani, abbastanza di meno,

    Quello che vediamo capitare negli USA, cioè che i cittadini non sono più in grado di pagare il mutuo della casa, le rate della macchina, il prestito scolastico e quelle altre miriadi di debiti di cui sono stati convinti di aver bisogno, sono soltanto una preview abbastanza terrificante di quello che può succedere qui da noi.
    Gli Stati Uniti sono anche una finestra da cui sbirciare quello che succede se la soluzione alla crisi viene lasciata nelle mani di quelli che l’hanno provocata: decine di miliardi per i ricchi e repressione per gli altri.

    Se ci organizziamo per difenderci e lottiamo per un’alternativa migliore il risultato potrebbe essere diverso, forse radicalmente diverso.

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    Pubblicchiamo un'articolo della CGT - sindacato indipendente spagnolo



    Crisi ...? DI Che crisi stiamo parlando?
    Segretariato permanente del Comitato confederale della CGT
    Illustrazione della Campagna: Carlos Azagra
    Domenica 30 novembre 2008

    Negli ultimi mesi, la parola più ripetuta è la crisi. Tutti/tutte parliamo della crisi, ma la domanda che dobbiamo porci è, di quale crisi stiamo parlando? L'economia spagnola è cresciuta in termini nominali nel corso degli ultimi dieci anni a una media annua di oltre il 3% del PIL. In questo stesso periodo, il profitto delle imprese è cresciuto del 73%, in particolare quello delle multinazionali.

    Il modello di crescita in questo decennio, in seguito alle linee guida della globalizzazione economica, si basa essenzialmente sulla speculazione finanziaria, lo sfruttamento dell'immigrazione, la depredazione dell'ambiente, delle condizioni di lavoro flessibile e lo smantellamento dei servizi pubblici.

    Le funzioni che possono essere visualizzate facilmente in settori considerati più "dinamici": il settore immobiliare, soprattutto del turismo e del settore finanziario, sulla base di speculazione (terreni, materie prime, le armi ...) e il movimento di capitale virtuale. Le grandi imprese nel Ibex 35 "casino" chiamato Bolsa, muovono ogni anno a un trilione di euro, come tutto il PIL dello Stato spagnolo.

    Questo modello di crescita ecologicamente insostenibile, ingiusto e iniquo presenta al livello dello stato spagnolo i seguenti fallimenti:

    - Quasi un terzo delle famiglie spagnole sono hanno un introito mensile di 1000 Euro, circa 5 milioni di famiglie (famiglie = 2,1 persone).

    - I salari hanno perso più del 5% del potere d'acquisto

    - I ricavi del 20% dei più ricchi sono aumentati di 5,1 volte il reddito medio del 20% dei più poveri.

    - La popolazione spagnola considerata come povera poveri, si attesta al 20%

    - Salari bassi e elevata insicurezza in materia di occupazione, in gran parte spiegano perchè la popolazione con bassi redditi è aumentata a un ritmo più sostenuto rispetto al 5,4% che la parte del reddito medio della popolazione.

    Questa situazione viene chiamata "la crescita, la prosperità, i miracoli, ecc." Quando la realtà è ormai una vera e propria crisi per gran parte della società.

    Dobbiamo ora prendere in considerazione il fatto che la disoccupazione era al 12% senza temporalità è diminuita del 32%. L'IPC è aumentato del 5,5%, mentre i SALARI continuano a perdere potere d'acquisto. PIL scende al di sotto di 1% ed è destinata ad aumentare la produttività, riducendo il licenziamento ha firmato un nuovo lavoro di riforma.

    Inoltre, la politica fiscale a favore del capitale riduzioni fiscali a grandi fortune e tagliati in datori di lavoro 'i contributi, che porti a una politica di privatizzazione e lo smantellamento dei servizi pubblici (sanità, istruzione, sanità, trasporti, comunicazioni, ...) che "pagare" tra tutti i sessi, e tra tutte le donne e "mettere" migliaia di morti per incidenti.

    La capitale, i governi, i datori di lavoro e sindacali maggioranza, ha sostenuto che "la crisi" il pagamento del solito di sesso maschile e lavoratori di sesso femminile, di lavoro e di socializzare con truffati riforme del lavoro e delle politiche che hanno insostenibile consumo di scomparire Rioja collettivo e pubblico, a garanzia dei diritti sociali per tutti.

    Non dobbiamo ignorare che questo processo di impoverimento della maggioranza, il consolidamento della globalizzazione capitalista, da un regime autoritario, repressivo e militarista della società, favorendo la crescita del business delle armi, come la speculazione selvaggia in materia di energia e di alimenti e di condanna alla fame milioni persone.

    Questo processo di battute d'arresto che stiamo vivendo un caso speciale dell'Unione europea, dove abbiamo assistito ad un processo di profondamente antidemocratico parlamentare imposizione / costituzione respinto ancora una volta, con un referendum.

    Tassazione con le altre misure e le direttive, con l'autonomia dato alla Banca centrale europea, sono i semi di una vera e propria dittatura economica. Si fa riferimento al Trattato di Lisbona approvato dalla maggioranza di imporre unione lavoro flessibilità e ridondanza libera. La direttiva Bolkestein che impone lo smantellamento dei servizi pubblici. La direttiva della vergogna, il ritorno della direttiva in materia di immigrazione, che limita la circolazione e dei diritti degli immigrati. La più recente direttiva di 65 ore su Labor Day, la giornata lavorativa e l'estensione elimina la sua vita sociale.

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    Di fronte a questa realtà, abbiamo bisogno di una cultura della resistenza contro il consumismo, contro la crescita di gruppi di non-crescita. Abbiamo bisogno di prendere per le strade per fermare questa macchina di disordine, di ingiustizia e disuguaglianza, chiamato un economia di mercato o capitalismo e costruire, attraverso la cooperazione e la solidarietà, una società che rispetti l'ambiente, il lavoro dignitoso, la durata di vita gruppo di persone legate alla produzione di beni sociali abbastanza per tutti.

    Necessità di mobilitare il nostro giorno per giorno, e tutti camminare insieme verso uno sciopero generale.



    Questo articolo è stato tradotto dallo spagnolo, ma non è tradotto molto bene!!!!! Il testo in spagnolo è sul sito del movimento popolare pagina LA CRISI



    PEDRO

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  2. nelle cinque stelle di Beppe Grillo manca o è nascosta una stella, quella delle persone, dei diritti, delle donne, dei GLBT, degli immigrati, degli invalidi, degli anziani...
    Forse è nascosta fra le stelle Sviluppo e Ambiente ma bisognerebbe precisarla meglio.

    Lo Sviluppo dovrebbe considerare anche lo sviluppo delle relazioni umane rispettose.

    L'Ambiente dovrebbe considerare un'Ambiente di vita relazionale più positivo

    Ho letto della Primavera, v'è molta poesia, forse troppa tristezza, perchè come tu sai io ritengo comunque positivo il vivere, proprio perchè l'esistenza ci da la possibilità di essere più alti in spiritualità.
    E l'universo vivrà ancora e darà forse altre possibilità alla vita.

    Pedro Valigia

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