Dopo aver raggiunto lo spazio interstellare nel 2013 e dopo l'attivazione dei propulsori nel 2018 che hanno permesso di estendere la missione, al 5 settembre 2023 si trova ad una distanza di 161,052 UA (equivalenti a 22,32 ore luce o 24,093 miliardi di km) dal Sole.
martedì 12 settembre 2023
... Voyager 1 ...
È il 14 febbraio 1990. La sonda Voyager 1 scatta una fotografia che non era prevista dal programma della missione. Una fotografia a prima vista poco appariscente, ma destinata a entrare nella storia.
Facciamo un passo indietro. La sonda Voyager 1 è stata lanciata il 5 settembre 1977 con una vita prevista di 3 anni, fino all’incontro con le lune di Saturno. In realtà dura molto di più e, nel 1990, dopo anni di discussioni, l’astronomo Carl Sagan convince la NASA: una fotocamera della sonda verrà ruotata in modo da fare un’ultima fotografia della Terra, prima di allontanarsi troppo. La fotografia non ha alcun valore scientifico, ma ci farà riflettere sulla nostra posizione nell’universo e il suo valore simbolico si rivelerà incalcolabile.
Viene usata la fotocamera con risoluzione più alta e angolo di visuale più stretto. La sonda si trova a 6 miliardi di km dalla Terra, ossia 40 volte la distanza tra la Terra e il Sole, e sta continuando ad allontanarsi alla velocità di 64.000 chilometri all’ora.
La fotografia è composta da 640.000 pixel. La Terra è così piccola che occupa meno di un pixel (circa un decimo di pixel, secondo i calcoli della NASA). Come in tutte le fotografie della Terra dallo spazio, è azzurra a causa della diffusione di Rayleigh attraverso l’atmosfera.
Per questo Carl Sagan la chiamerà “Pale Blue dot” (“tenue puntino azzurro”). Le bande luminose che si vedono nella fotografia sono un artefatto causato dalla riflessione della luce solare su parti della fotocamera.
La grande distanza dal nostro pianeta riduce le possibilità di trasmissione dei dati e costringe a usare un elevato tempo di esposizione per riuscire a catturare la debole luminosità della Terra.
Quando l’immagine verrà trasmessa al controllo missione, impiegherà cinque ore e mezza solo per arrivare a destinazione, viaggiando alla velocità della luce.
Oltre alla Terra, la sonda fotografa gli altri pianeti del sistema solare e tutte queste immagini vengono ricordate insieme come il “Family Portrait” (“Ritratto di famiglia”).
Dato che la potenza elettrica prodotta dai generatori a radioisotopi della sonda diminuisce continuamente e che gli altri strumenti hanno bisogno di energia elettrica, al termine di questa serie di fotografie la NASA decide di spegnere per sempre le fotocamere della sonda.
Dopo averci visti per l’ultima volta, Voyager 1 prosegue il suo cammino a occhi chiusi.
Oggi sono passati 33 anni dalla fotografia del tenue puntino azzurro e 46 dall’inizio della missione e incredibilmente Voyager 1 è ancora viva e comunica con il controllo missione della NASA.
A 24 miliardi di km dalla Terra è l’oggetto costruito dall’umanità più lontano da noi, è ormai entrata nello spazio interstellare e continua il suo viaggio verso l’ignoto.
Nel suo libro del 1994 “Pale Blue dot” Carl Sagan commenta così la fotografia:
«Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita.
L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole.
(...) Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane (...) Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto.»
Noi siamo quel puntino ! Franco Gaspari
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