domenica 31 maggio 2020

... fine mese ...

... è un brutto momento, anzi, è più di un momento: merda che ci circonda e rischia di soffocarci ma lotterò con tutte le mie forze per uscirne VIVO!!!!!!!

venerdì 29 maggio 2020

... I can't breathe! ...

... questo post vuole essere prima di tutto un omaggio all'ennesima vittima della barbarie delle forze di polizia americane- Gli Stati Uniti sono una democrazia malata, incapace di superare l'odio razziale, incapace di coesione tra i vari gruppi etnici che la compongono. Detto questo, chiedo scusa al Sig. George Floyd e faccio mie le sue ultime parole disperate: I CAN'T BREATHE! - non posso respirare! Davvero non posso respirare, per la mia situazione famigliare, compromessa dal punto di vista economico, assediata dalla sfortuna ed avvelenata dalla presenza asfissiante e continua di una vera sanguisuga egoista, Roberta, la figlia della mia compagna Maria Rosa! Non posso respirare anche per il grigio, fetente, sporco, marcescente, sozzo clima politico che mi avvolge, a livello nazionale, europeo e mondiale- troppe le brutture a cui ho dovuto assistere nel corso degli anni, troppo lo schifo che aleggia ancora e che nessuno si preoccupa di eliminare. Fermate il mondo, voglio scendere! Questo è il mio desiderio: questo non è più il mio mondo: sarebbe ora di togliere il disturbo, e non è detto che prima o poi non lo faccia!!

giovedì 28 maggio 2020

... 1974 -- 1980 ...

... vergognati Italia, anche la tua democrazia è malata, e spero con tutto me stesso che un rimedio ci sia!!!

... SHAME AMERICA!!! ...

... vergognati America, la tua è una democrazia malata e non c'è rimedio!!

martedì 26 maggio 2020

... prima volta ...

... prima volta dal barbiere, dopo il lockdown ... un po' di normalità in più e di ricci in meno!

lunedì 25 maggio 2020

... Le Frecce Tricolori ...

Le Frecce Tricolori volano su Torino: lo spettacolo aereo in città in pieno centro

 Vedere le Frecce Tricolori su Torino non è uno spettacolo che si può apprezzare tutti i giorni. In via del tutto eccezionale, in città si potrà assistere alle acrobazie e al volo degli aerei tricolori nella giornata di lunedì 25 maggio. Durante il pomeriggio, all’incirca intorno alle ore 15:00, in pieno centro sarà possibile assistere con il naso all’insù alle evoluzioni e alle colorazioni con la bandiera italiana dei velivoli della Pattuglia Acrobatica Nazionale. Per poter ammirare questo speciale evento occorrerà recarsi nel pieno centro cittadino. Su piazza Vittorio Veneto e via Po si muoveranno si esibiranno gli aerei, che regaleranno momenti di grande spettacolo, oltre che di meraviglia. Le Frecce Tricolori volano su Torino: lo spettacolo aereo in città in pieno centro Il motivo dell’organizzazione dell’evento Le Frecce Tricolori saranno in giro per tutta Italia. Nello specifico, sono protagoniste do una iniziativa del tutto particolare, che ha lo scopo di portare allegria e speranza nelle vie e nelle piazze italiane in un periodo piuttosto complicato. I fumi tricolori saranno dunque visibili in diverse occasioni e in tutte le regioni, per portare a ogni latitudine del nostro Paese un messaggio di conforto e di sostegno reciproco. Il tour delle Frecce Tricolori è stato avviato in Friuli Venezia Giulia, a Rivolto. Un luogo simbolico, presso il quale si trova la sede del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico. Il programma, lungo cinque giorni, deve toccare tutte le realtà italiane e sarà portato a termine entro il prossimo 2 giugno. La conclusione del tour coinciderà con la Festa della Repubblica, giorno in cui, a Roma, le Frecce Tricolori si dovranno esibire per le celebrazioni per una data fondamentale nella storia recente del nostro Paese. Insomma, una bella iniziativa per generare unità e compattezza. Un modo come un altro per distogliere la mente dal dramma delle ultime settimane e per scambiarsi un gesto di sostegno, per aiutare tutta l’Italia a sconfiggere con l’unità questo terribile periodo.

domenica 24 maggio 2020

... back home ...

Ciao Costanza,
sono tornato alla "base" ed oggi pomeriggio ho dovuto mettermi a letto per un'oretta, non prima di aver cambiato la sabbia nelle lettiera della mia gatta Kitty, sennò chi la sente! Spero di cuore che il tuo umore sia un po' migliorato- ti chiedo scusa se nella mia recente E-mail sono stato un po' brusco ma era il mio desiderio di aiutarti in qualche modo a superare questa impasse che ti blocca.
Spero di leggerti presto- FORZA COSTANZA!!

Un abbraccio ed a presto.
Renato.

sabato 23 maggio 2020

... 23 maggio ...

Giovanni Falcone ventotto anni dopo, cercando l’innocenza perduta

 PUBBLICATO IL 23 Maggio 2020 - LA STAMPA -

 Se la povera Italia non avesse avuto alle spalle una già lunghissima scia di colpa e sangue, verrebbe da dire che in quel 23 maggio 1992 si conclude la nostra età dell’innocenza. A Capaci termina una Storia e ne comincia un’altra. «Come tutte le cose umane, anche la Mafia ha un inizio e avrà una fine…», disse Giovanni Falcone in una famosa intervista, poco prima di saltare in aria su quel maledetto rettilineo dell’autostrada A29, insieme alla moglie Francesca Morvillo e tre uomini della sua scorta. Purtroppo è cambiata ma non è ancora finita, la Mafia che quel giorno, con una mattanza innescata da 400 chili di tritolo, inaugurò la tragica stagione delle stragi, portando l’attacco al cuore dello Stato dopo averne contaminato e infine incarnato interi pezzi. Oggi sono ventotto anni da quella primavera-estate che si portò via i due magistrati-simbolo di una lotta ad armi impari contro Cosa Nostra (dopo Falcone, Paolo Borsellino). «È stato il nostro 11 settembre», scrive Francesco La Licata nel racconto che leggerete all’interno di questo speciale de “La Stampa”. E il nostro 11 settembre lo abbiamo voluto celebrare così, con un ricordo eccezionale di quelle persone e di quel tempo, perché la pandemia ci ha precluso anche questo momento di memoria collettiva da vivere e rivivere ogni volta tutti insieme, come se fossimo davvero la nazione unita e coesa che purtroppo non riusciamo ad essere. «L’Italia si ricorda di Falcone solo per pulirsi la coscienza», vi racconta in un’intervista che troverete su queste nostre pagine Angelo Corbo, uno degli agenti di scorta che sopravvissero all’attentato. E ha ragione anche lui, che ci ricorda come la lezione di Falcone non l’abbiamo assorbita, perché la mafia non è solo organizzazione criminale, ma è mentalità, è cultura, è privilegio. Virus che ci portiamo dietro e che, oggi come allora, intossicano la vita pubblica e persino le istituzioni (come lo stesso Falcone sperimentò sulla propria pelle e come continuiamo a toccare con mano leggendo le intercettazioni dell’inchiesta Palamara). «Questo 23 maggio non ci abbracceremo e non saremo in strada per ricordare il sacrificio di Giovanni», scrive la sorella Maria nel nostro speciale, perché il lockdown ce lo impedisce. Ma a maggior ragione stavolta serve uno sforzo in più. Per esserci lo stesso, per non dimenticare. Noi lo facciamo come possiamo, con il nostro giornalismo. Voi fatelo come vi chiede Maria: esponendo dai vostri balconi, questo pomeriggio alle 18, un lenzuolo bianco. Allegoria di quell’innocenza che perdemmo, ma che non dobbiamo stancarci mai di ritrovare.

 Capaci, 28 anni fa la strage. Mattarella: ''Sacrificio di Falcone e Borsellino è eredità per voi giovani, siatene fieri''

mercoledì 20 maggio 2020

... 50 anni fa ...

LO STATUTO DEI LAVORATORI COMPIE 50 ANNI

Fu una rivoluzione copernicana del diritto. Nonostante le modifiche subite, la legge 300 del 1970 rimane l'ossatura delle norme in materia di lavoro. Anche se oggi il precariato diffuso, il jobs act, le partite iva, i lavoratori a chiamata, il lavoro sommerso, le discriminazioni di genere e mille altre condizioni invocano nuove attenzioni e il ritorno di una grande battaglia politica e sociale per il diritto al lavoro e per i diritti sul lavoro per tutte e tutti. LA STORIA. Oggi 20 maggio 2020, la legge 300 del 1970 compie 50 anni. Meglio conosciuta come Statuto dei Lavoratori, è una delle normative principali della Repubblica Italiana in tema di diritto del lavoro. L’approvazione dello Statuto costituì, infatti, uno degli interventi legislativi più importanti avviati in Italia in materia di lavoro, con l’obiettivo di garantire il rispetto della libertà e della dignità del lavoratore nel rapporto di lavoro e di assicurare nei luoghi di lavoro la presenza sindacale per il rispetto della normativa stessa. Lo Statuto dei Lavoratori, che in larga parte si deve al lavoro del giuslavorista Gino Giugni, arriva nel 1970 al culmine di una stagione di risveglio sociale che aveva scosso l’Italia: il ’68, la stagione di unità sindacale apertasi con le rivendicazioni contrattuali.

... 55 & 100 ...

... ruro 55.000 per San Giorio ed euro 100.000 per Mattie: queste le valutazioni fatte ieri presso la Tecnocasa di Bussoleno ... e non è detto che riusciamo a vendere!

martedì 19 maggio 2020

... finalmente!! ...

... finalmente liberi!!

lunedì 18 maggio 2020

... presto, presto!! ...

... presto, presto!! Dobbiamo preparare i bagagli! Domani mattina si parte, dopo sei mesi e mezzo rivedremo San Giorio!!

... Papa Karol ...

CITTÀ DEL VATICANO. Nell’Italia entrata nella «Fase 2», la basilica di San Pietro è stata questa mattina uno dei primi luoghi a riaprire. Papa Francesco stamani ha celebrato la Messa sulla tomba di San Giovanni Paolo II in occasione del centenario della nascita. Una trentina i fedeli presenti, tutti distanziati, con la Guardia svizzera del Vaticano a limitare l'accesso alla Basilica, aiutata da volontari dell'Ordine di Malta. La Messa odierna è l’ultima del Pontefice argentino che viene trasmessa in diretta streaming in questa fase di pandemia, come avvenuto nell'ultimo periodo ogni mattina alle 7 dalla cappella di Casa Santa Marta. Sono presenti insieme a Francesco anche il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica vaticana, il cardinale polacco Konrad Krajewski, elemosiniere apostolico, monsignor Piero Marini, per 18 anni maestro delle celebrazioni liturgiche durante il pontificato di Giovanni Paolo II, e l’arcivescovo polacco Jan Romeo Pawłowski, capo della terza sezione della Segreteria di Stato che si occupa del personale diplomatico della Santa Sede. Per Francesco, «oggi noi qui possiamo dire: cento anni fa il Signore ha visitato il suo popolo, ha inviato un uomo, lo ha preparato per fare il vescovo e guidare la Chiesa. Il Signore ama il suo popolo, il Signore ha visitato il suo popolo, ha inviato un pastore». San Giovanni Paolo II era «un uomo di Dio perché pregava e pregava tanto», nonostante la vastità degli impegni per guidare la Chiesa. Papa Karol «sapeva bene che il primo compito di un vescovo è pregare» e «lo faceva. Modello di vescovo che prega, il primo compito. E ci ha insegnato che quando un vescovo fa l’esame di coscienza alla sera deve domandarsi: quante ore oggi ho pregato? Uomo di preghiera», ribadisce. Seconda traccia, «uomo di vicinanza: non era distaccato dal popolo, anzi andava a trovare il popolo, e girò il mondo intero trovando il suo popolo, cercando il suo popolo, facendosi vicino». Un pastore è vicino «al popolo, o al contrario non è pastore - ha affermato - è un gerarca, è un amministratore, forse buono, ma non è pastore». Vicinanza al popolo, e Giovanni Paolo II «ci ha dato l'esempio di questa vicinanza, vicino ai grandi e ai piccoli, ai vicini e ai lontani, sempre vicino. Si faceva vicino». Poi, la «terza traccia, l'amore alla giustizia, ma alla giustizia piena: un uomo che voleva la giustizia, la giustizia sociale, la giustizia dei popoli, la giustizia che caccia via le guerre, ma la giustizia piena». Per questo papa san Giovanni Paolo II era l'uomo «della misericordia, perché giustizia e misericordia vanno insieme, non si possono distinguere, sono insieme giustizia e giustizia, misericordia e misericordia, ma l'una senza l'altra non si trova». E parlando dell'uomo della giustizia e della misericordia, «pensiamo a quanto ha fatto San Giovanni Paolo II perché la gente capisse la misericordia di Dio. Pensiamo come lui ha portato avanti la devozione a Santa Faustina. Lui aveva sentito che la giustizia di Dio aveva questa faccia di misericordia, questo atteggiamento di misericordia, e questo è un dono che ci ha lasciato lui: la giustizia-misericordia e la misericordia giusta». E i cento anni di Karol Wojtyla ricorrono due giorni prima della salita agli altari di Pier Giorgio Frassati, il «beato sempre giovane». È stato beatificato il 20 maggio 1990 proprio da Giovanni Paolo II, che lo ha definito un ragazzo «di una gioia trascinante, una gioia che superava tante difficoltà della sua vita». Da Arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla era rimasto affascinato dalla figura di quel giovane pieno di vitalità ed energia benefica, amante della montagna, che donava ai poveri il denaro che aveva. Wojtyla riconosceva la forza di quel ragazzo. E la continua attualità. Durante il Sinodo dedicato ai laici lo dichiarò venerabile ponendolo come esempio. Nell'omelia della beatificazione, 25 anni fa, lo definiva «uomo delle otto beatitudini», presentava la sua vita «un'avventura meravigliosa» e parlava di Frassati come esempio che la santità «è alla portata di tutti». Già nel marzo 1977, dunque un anno e mezzo prima di essere eletto Vescovo di Roma, l'allora cardinale Wojtyla, inaugurando una mostra su Frassati dai Domenicani a Cracovia, aveva detto ai giovani presenti: «Osservate bene queste fotografie, come appariva l’uomo delle otto beatitudini, che reca con sé la grazia del Vangelo, della Buona Novella, la gioia della salvezza offertaci da Cristo, in se stesso per tutti i giorni, come ognuno di voi; come un vero giovane uomo, studente, ragazzo, vostro coetaneo per queste tre generazioni. Andate, e osservate come era l’uomo delle otto beatitudini… Nato all’inizio di questo secolo, è morto giovane come spesso muoiono i santi». E nel 1989, pregando sulla tomba di Frassati al cimitero di Pollone, rivelò: «Anch’io nella mia giovinezza, ho sentito il benefico influsso del suo esempio e, da studente, sono rimasto impressionato dalla forza della sua testimonianza cristiana. Egli ha offerto a tutti una proposta che anche oggi non ha perso nulla della sua forza trascinatrice».

domenica 17 maggio 2020

... Stop omofobia! ...

17 Maggio, Giornata internazionale contro l'omofobia

Direttore Unar: 'Impegniamoci per combattere le discriminazioni'

 "Dobbiamo impegnarci tutti e di più per combattere i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti delle persone LGBTI che continuano quotidianamente a vivere nella paura e nell'insicurezza. E' una questione di diritti umani che riguarda tutti noi. Tutte le persone hanno gli stessi diritti e non possiamo più tollerare la violenza e la discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche e transgender": così Triantafillos Loukarelis direttore dell'UNAR - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la ricorrenza, oggi 17 maggio, della giornata mondiale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. "Questo periodo di isolamento e convivenza forzata da Covid-19 inoltre, ha visto crescere gli episodi di discriminazione e violenza di natura omotransfobica nel contesto familiare. Per questo abbiamo pensato di avviare progetti pilota di refuge center per persone LGBT finanziati con fondi europei. In questo contesto l'approvazione di una legge contro l'omotransfobia, già in discussione in Parlamento, appare sempre più necessaria. Tutto questo ci ha portato a lanciare sui social un messaggio di speranza #questionedidiritti. Combattere l'omotransfobia è segno di civiltà!, affinché ognuno possa impegnarsi dando segno di civiltà per isolare ogni sentimento pregiudizievole e discriminatorio nei confronti delle persone con un diverso orientamento o identità sessuale", conclude Loukarelis. "La ricorrenza del 17 maggio è stata scelta, in ambito internazionale, per promuovere il contrasto alle discriminazioni, la lotta ai pregiudizi e la promozione della conoscenza riguardo a tutti quei fenomeni che, per mezzo dell'omofobia, della transfobia e della bifobia, perpetrano continue violazioni della dignità umana. Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale costituiscono una violazione del principio di eguaglianza e ledono i diritti umani necessari a un pieno sviluppo della personalità umana che trovano, invece, specifica tutela nella nostra Costituzione e nell'ordinamento internazionale. È compito dello Stato garantire la promozione dell'individuo non solo come singolo, ma anche nelle relazioni interpersonali e affettive. Perché ciò sia possibile, tutti devono essere messi nella condizione di esprimere la propria personalità e di avere garantite le basi per costruire il rispetto di sé. La capacità di emancipazione e di autonomia delle persone è strettamente connessa all'attenzione, al rispetto e alla parità di trattamento che si riceve dagli altri. Operare per una società libera e matura, basata sul rispetto dei diritti e sulla valorizzazione delle persone, significa non permettere che la propria identità o l'orientamento sessuale siano motivo di aggressione, stigmatizzazione, trattamenti pregiudizievoli, derisioni nonché di discriminazioni nel lavoro e nella vita sociale", conclude Mattarella. C'è ll mio invito a tutte le forze politiche perché possano convergere su una legge contro l'omofobia che punti anche a una robusta azione di formazione culturale: la violenza è un problema culturale e una responsabilità sociale. Lo afferma il premier Giuseppe Conte in un tweet. In occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia la Farnesina riafferma l'impegno dell'Italia sul piano internazionale a sostegno della lotta contro ogni forma di intolleranza e di discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere. Si tratta di una delle priorità dell'attuale mandato dell'Italia in Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (2019-2021). L'Italia è infatti parte del Global Equality Fund (GEF), fondo internazionale istituito nel 2011 su iniziativa statunitense per finanziare progetti volti a tutelare e promuovere i diritti delle persone Lgbti. In questo particolare momento, il pregiudizio ancora diffuso in molte realtà nei confronti delle persone Lgbti si somma alle misure di contenimento volte a contrastare la diffusione del COVID-19, alimentando stereotipi negativi e prestando il fianco all'amplificarsi di violenze e abusi, anche nella forma di restrizioni all'accesso ai servizi sanitari e sociali, mettendo a repentaglio lo stesso diritto alla vita. "Il messaggio del presidente Mattarella per la Gionata Mondiale Contro Omotransfobia, ricorda l'importanza per la tutela della nostra Comunità LGBT (Lesbica, Gay Bisex e Trans) ma siamo molto preoccupati per i testi di legge contro l'Omotransfobia presentati alla Camera, che saranno votati a Luglio, perchè, non danno supporti certi alle vittime, c'è il rischio che la legge diventi uno specchietto per le allodole". Lo dichiara Fabrizio Marrazzo, Portavoce Gay Center. "Le vittime devono essere rese libere di denunciare, serve che si attivino, con la legge, centri permanenti antiviolenza per LGBT in tutte le regioni e case rifugio, non servirebbe un azione di 1 o 2 anni. Senza presidi fissi sui territori difficilmente le vittime riusciranno a denunciare - aggiunge - Infatti, la situazione è allarmante come confermano i dati di Gay Help Line 800 713 713, numero verde contro l'omofobia, nell’ultimo anno, è il dato sulle violenze e gli abusi pari al 25% che registra un incremento del 9% rispetto all'anno precedente. Il dato durante l’emergenza Covid19 è cresciuto sino al 40% per gli adolescenti. Di questi casi meno di 1 adolescente su 60 pensa di denunciare. Inoltre, sono preoccupanti anche i dati della ricerca nelle scuole dove emerge che su un campione rappresentativo di oltre 1500 studenti (dati in video), oltre il 34% degli studenti pensa che l’omosessualità sia sbagliata ed il 10% pensa sia una malattia mentre il 27% degli studenti non vuole un compagno di banco gay. Analizzando, invece, gli altri dati di Gay Help Line dell’ultimo anno, su un campione di oltre 20 mila contatti rileviamo: incremento del 17% dei ricatti e minacce che raggiunge il 28%, un dato allarmante, che mostra quanto ancora per le persone LGBT dichiararsi comporti forti rischi, come la perdita del lavoro, l'allontanamento dalla famiglia di origine, l'emarginazione e per questi motivi restano vittime di ricatti e minacce.Incremento del 3% del Mobbing sul lavoro che raggiunge il 15%, un dato dovuto alle inesistenti tutele per le vittime LGBT, in quanto le norme antidiscriminatorie sul lavoro sono di fatto inapplicabili. Questo dato ci evidenzia anche che molte coppie lesbiche e gay unite civilmente decidono di non chiedere il permesso di ferie per l’unione per non dichiararsi ai propri datori di lavoro.

sabato 16 maggio 2020

... freedom!!! ...

Coronavirus, ecco tutto quello che potremo fare dal 18 maggio

 Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

 Spostamenti, autocertificazione, bar, ristoranti, parrucchieri, spiagge: ecco tutto quello che si potrà fare dal 18 maggio 2020 per mantenere sotto controllo il contagio da coronavirus. Rimane la regola del distanziamento di 1 metro tra le persone e di 2 metri in casi particolari come spiagge, bar, ristoranti, parrucchieri. Le mascherine saranno obbligatorie nei luoghi chiusi, per entrare nei negozi e quando non è possibile mantenere la distanza, anche all’esterno. Rimane il divieto di assembramento.

Autocertificazione
 Non sarà più necessario utilizzare il modulo per spostarsi all’interno della propria Regione di residenza. Il modulo ( scaricalo qui) dovrà invece essere utilizzato per spostarsi da una Regione all’altra. I motivi per andare fuori Regione sono tre: «Lavoro, salute, necessità e urgenza». In questi tre casi potranno essere effettuati controlli per riscontrare quanto dichiarato dal cittadino.

 Congiunti e amici
 Oltre ai congiunti si potranno incontrare anche gli amici. Non ci sono limitazioni sul numero delle persone che si possono vedere contemporaneamente, ma il divieto di assembramento impedisce che ci siano troppe persone e comunque va mantenuta sempre la distanza.

 Seconde case
 Si può andare nelle seconde case e si può soggiornare purché siano nella stessa regione di residenza. Rimane invece il divieto di andare nelle seconde case fuori Regione a meno che non ci siano motivi di «necessità e urgenza». In questo caso bisogna compilare l’autocertificazione e dimostrare il motivo.

 Bar e ristoranti
 Gli ingressi saranno contingentati in base all’ampiezza del locale e quindi si farà la fila con la mascherina. La superficie destinata a ciascun cliente è di 4 metri quadrati, quindi per stabilire quante persone possono entrare contemporaneamente nel locale bisogna dividere per 4 la superficie della sala. Al ristorante la regola base è la distanza di due metri tra un tavolo e l’altro, mentre tra un commensale e l’altro va prevista «una distanza in grado di evitare le trasmissione di droplets». Niente più buffet, i menu di carta spariranno e i camerieri indosseranno guanti e mascherina.

venerdì 15 maggio 2020

... grazie Ezio ...

È morto Ezio Bosso, il pianista che sapeva commuovere. Aveva 48 anni «La prima cosa che farò è mettermi al sole. La seconda sarà abbracciare un albero». Dalla sua casa di Bologna, Ezio Bosso stila i propositi per quando «si apriranno le gabbie». Purtroppo non sarà così. Ezio Bosso è morto. Direttore d’orchestra, compositore e pianista, Ezio Bosso era nato a Torino il 13 settembre 1971. Aveva 48 anni. Bosso conviveva ormai dal 2011 con una malattia neurodegenerativa che gli fu diagnosticata subito l’intervento per un tumore al cervello a cui fu sottoposto lo stesso anno. Inizialmente la sua malattia venne identificata dai media come la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, patologia in cui i primi sintomi, episodi di atrofia muscolare, si trasformano in pochi anni nella compromissione totale delle funzioni vitali.

giovedì 14 maggio 2020

... SFIGA !!! ...

... sfiga pazzesca!!! Non sappiamo ancora con sicurezza se la prossima settimana possiamo fuggire o no: comunicati vaghi di ripartenza dopo i netti dinieghi di raggiungere le seconde case, callista latitante: chiodini sotto i piedi, occhio di pernice ed alluce valgo infettato a valanga con annessa incazzatura, mia lotta disperata e senza esito contro password e codici, figlia del coniuge, fetente e schifosamente egoista, che richiama alla mente la mia genitrice non mai abbastanza maledetta!: insomma: una nostra normale giornata di vita quotidiana ...

mercoledì 13 maggio 2020

... un' E-mail ...

Ciao Costanza,

oggi a Torino c'è una giornata orribile, pioggia e nuvole nere ma io sono allegro e canticchio ... spero che anche tu sia di buon umore, così la vita la si affronta meglio.

Un abbraccio.
Renato

domenica 10 maggio 2020

... doppia festa ...

... oggi doppia festa: la tradizionale festa della Mamma ed il ritorno a casa della cooperante Silvia Romano dopo diciotto mesi di prigionia ...

sabato 9 maggio 2020

... 9 maggio 1978 ...

... 42 anni fa la morte di Aldo Moro e Peppino Impastato ...

 Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

 «Nel "Giorno della Memoria", che il Parlamento italiano ha voluto dedicare alle vittime del terrorismo, la Repubblica si inchina davanti alle vite spezzate dal fanatismo politico, dalle violenze di gruppi brigatisti e neofascisti, dagli assalti eversivi alle istituzioni democratiche e alla convivenza civile. Tragicamente lunga è la sequela delle persone uccise negli anni di piombo: servitori dello Stato, donne e uomini eletti a simbolo di funzioni pubbliche, cittadini impegnati nella vita sociale, testimoni coerenti che non hanno ceduto al ricatto. Il legame della memoria rinnova e rafforza il sentimento di solidarietà con i familiari, ma richiama anche un impegno che vale per l'intera comunità. Ricordare è un dovere. Ricordare le strategie e le trame ordite per destabilizzare l'assetto costituzionale, le complicità e le deviazioni di soggetti infedeli negli apparati dello Stato, le debolezze di coloro che tardarono a prendere le distanze dalle degenerazioni ideologiche e dall'espandersi del clima di violenza. Ed è giusto ricordare il coraggio di chi non si è piegato, di chi ha continuato a difendere la libertà conquistata, il diritto e la legalità, le istituzioni che presidiano la vita democratica. Il terrorismo è stato sconfitto grazie al sacrificio e alla rettitudine di molti, e grazie all'unità che il popolo italiano ha saputo esprimere in difesa dei valori più profondi della propria civiltà. La storia ci ha dimostrato che l'unità e la coesione degli italiani sono gli strumenti più efficaci di fronte ai pericoli più gravi. Nel tempo sono state accertate responsabilità dirette e indirette. Gli autori dei delitti sono stati sottoposti a processi e condanne. Ma non ovunque è stata fatta piena luce. La verità resta un diritto, oltre che un dovere per le istituzioni. Terrorismo ed eversione sono stati battuti con gli strumenti della democrazia e della Costituzione: la ricerca della verità, dunque, deve continuare laddove persistono lacune e punti oscuri. Il 9 maggio è il giorno in cui Aldo Moro venne ucciso. La barbarie brigatista giunse allora all'apice dell'aggressione allo Stato democratico. Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto resterà una ferita insanabile nella nostra storia democratica. Respinta la minaccia terroristica, oggi ancor più sentiamo il dovere di liberare Moro e ogni altra vittima da un ricordo esclusivamente legato alle azioni criminali dei loro assassini. Nel riscoprire il pensiero, l'azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita, ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro».

 Roma, 09/05/2020

... che giornata!! ...

... stamane cambio gomme, auto rediviva dopo la ricarica della batteria, e nel pomeriggio lunga attesa per un prezioso incontro con la nostra commercialista per la consegna dei documenti per il 730 ... tutto bene ciò che finisce bene!!

venerdì 8 maggio 2020

... 8 maggio 1945 ...

... 75 anni fa la fine della seconda guerra mondiale ...

giovedì 7 maggio 2020

... 10 euro ...

... ad essere onesti ci si guadagna ... la commessa della CRAI mi ha fatto recapitare i 10 euro che secondo lei ho versato in più per il pagamento da me effettuato presso tal supermercato: in realtà io avevo consegnato l'importo richiesto con un resto di pochi centesimi- meglio così: immediata compensazione con le spese di oggi!

mercoledì 6 maggio 2020

... EVVIVA !!! ...

... finalmente una buona notizia: i valori tiroidei di Maria Rosa sono nella norma!

... autobiografia ...

... qualche giorno fa ho iniziato a scrivere la mia autobiografia ... spero di riuscire a completarla!

lunedì 4 maggio 2020

... inizio fase due ...

... speriamo!! Ho voglia di scappare a San Giorio!! Dacci il via!!

... 4 maggio 1949 ...

Dormono sulla collina: pensieri sul 4 maggio

Ci sono dei giorni in cui il sole è così splendente che ti chiedi come sia possibile la pioggia. Vai sul balcone, guardi alla tua destra, la vedi. La vedi così bene che ti chiedi come sia possibile che, il 4 maggio 1949, fosse invisibile. Ed è talmente stupenda che ti chiedi come può, una cosa così bella, permettere quello che ha permesso. Poi alzi gli occhi al cielo, ti sembra di sentirli. Qualcuno sta guardando verso il basso, rientra, scuote la testa. “Ne hanno perso un altro” dice il numero dieci. E si tira su le maniche, con un gesto automatico, come se dovesse dare una scossa a tutto il Paradiso. Da lontano, altrettanto automaticamente, si sente lo squillo di una tromba, anche se non ci sono partite da giocare. Ezio e Franco sorridono, guardano Valerio e gli chiedono: “Ma tu il tiro di Vidal l’avresti parato?” Valerio sorride a sua volta. Era un tiro quasi imparabile, ma lui l’avrebbe preso. Sarebbe stato uno dei pochissimi a poterlo prendere. Guglielmo, invece, pensa che vorrebbe tornare giù per un attimo. Sì, su si sta bene, il clima e tutto quanto, ma avrebbe voluto reincarnarsi in Jonathas, pochi istanti prima dell’assist di Cerci: altro che fuorigioco, altro che rigore, avrebbe fatto gol. E poi sarebbe tornato su. Ma non si può. Possono soltanto fare il tifo. Possono soltanto farsi amare da chi è rimasto giù, ma non possoLa prima persona che mi parlò del grande Torino fu mio nonno Sergio. Mi raccontò le gesta degli Invincibili, mi mostrò un giornale ingiallito dagli anni e, indicando la foto dei funerali, mi disse che lui c’era. Mi innamorai di questa storia senza eguali e continuo ad innamorarmene, a sentire una piccola lama fredda dentro me quando la data si avvicina, a sentire dentro una vicenda di tantissimi anni fa come se l’avessi vissuta, anche se non c’ero. E oggi, che tanti di coloro che c’erano non ci sono più, il testimone è passato silenziosamente a chi non c’era, ma ha radici, ha cuore, ha memoria. Il presente di oggi fa a pugni col presente di allora. E, non contento di farci a pugni, ne esce malconcio e sanguinante, anche se ad accorgersene sembrano solo essere i tifosi, nemmeno tutti. Mentre il nostro presente sanguina ci dicono che non importa, che va bene così, che tocca accontentarsi, che pensiamo troppo al passato, guardandoci come se non avessimo capito nulla, poverini, prigionieri del passato. In realtà, sono “loro” a non aver capito, a non aver capito la fortuna che hanno a stare qua, a non comprendere che, basterebbe essere solo un briciolo più da Toro, per essere immortali. Ci sarebbe quasi da dire “ben gli sta”, se non fosse che la loro superficialità finisce col danneggiarci continuamente. E così arriva un altro 4 maggio, mentre noi continuiamo a farci del male. Mentre continuano a farci del male. E volevano celebrare il 4 maggio un giorno prima. Ma questa umiliazione ci è stata risparmiata (e non era per nulla scontato, visto l’andazzo). Squadra e società ci saranno, domani, nella giornata giusta. Sì, anche la società. Quella società silente. Quella che quando gli arbitri ti danno addosso tace, lasciando che siano i giocatori a protestare. Quella che, quando si parla di Filadelfia, cambia discorso o se ne esce con frasi come “bella l’idea della marcia del 19 maggio”, come se la cosa non li riguardasse. Quella che, sul mercato, ha fatto e ha fatto, finchè non ha comprato le pedine che servivano per completare una squadra, permettendo una salvezza senza affanni, invece della solita paura dietro l’angolo. Quella che augura alla Juventus di passare il turno contro il Bayern Monaco. Quella, insomma. Ci sarà, farà le foto, si mostrerà. Poi sparirà di nuovo. Forse anche ignara delle responsabilità che ha in questo 4 maggio, dove le lacrime del passato si confondono con quelle del presente e finisci per non sapere neanche per cosa stai piangendo. Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. E Dino Ballarin, Bongiorni, Fadini, Grava, Martelli, Operto, Schubert. Gli allenatori Erbstein e Lievesley. Il massaggiatore Cortina. I dirigenti Agnisetta, Civalleri e Bonaiuti. I giornalisti Casalbore, Tosatti e Cavallero. L’equipaggio col pilota Pierluigi Meroni (strano, il destino), D’Inca, Biancardi, Pangrazi. Tutti coloro che erano a bordo di quel maledetto aereo. Sappiate che il sogno vero di ogni tifoso del Toro è viaggiare indietro nel tempo e portare in quel 4 maggio di 66 anni fa un po’ di sole. Anche di quello pallido di questa mattina. Per farvi vedere bene Superga, in cima alla collina, in modo da farvi evitare lo schianto. Ma è solo un sogno e il fatto che ce l’abbiamo tutti, dal bambino di 10 anni al nonno di 85, non lo renderà reale, purtroppo. E, su quella collina, le vostre anime continueranno a dormire.

 di Francesco Bugnone

domenica 3 maggio 2020

... un augurio ...

La vita è bella (Testamento di Leon Trotsky) La mia pressione alta (e in continuo aumento) inganna chi mi sta vicino sullo stato reale della mia salute. Sono attivo e abile al lavoro, ma la fine, evidentemente, è vicina. Queste righe saranno rese pubbliche dopo la mia morte. Non ho bisogno di confutare ancora una volta le stupide e vili calunnie di Stalin e dei suoi agenti: non v’è una macchia sul mio onore rivoluzionario. Non sono mai sceso ad accordi, né direttamente né indirettamente, o anche solo a trattative dietro le quinte coi nemici della classe operaia. Migliaia di oppositori di Stalin sono caduti vittime di accuse analoghe, e non meno false. Le nuove generazioni rivoluzionarie ne riabiliteranno l’onore politico e tratteranno i giustizieri del Cremlino come si meritano. Ringrazio con tutto il cuore gli amici che mi sono rimasti fedeli nei momenti più difficili della mia vita. Non ne nomino nessuno in particolare, perché non posso nominarli tutti. Mi ritengo tuttavia nel giusto facendo un’eccezione per la mia compagna, Natalia Ivanovna Sedova. Oltre alla felicità d’essere un combattente per la causa socialista, il destino mi ha dato la felicità d’essere suo marito. Durante i circa quarant’anni di vita comune, lei è rimasta per me una sorgente inesauribile di amore, di generosità e di tenerezza. Ha molto sofferto, soprattutto nell’ultimo periodo della nostra esistenza. Mi conforta tuttavia, almeno in parte, il fatto che abbia conosciuto anche giorni felici. Per quarantatré anni della mia vita cosciente sono rimasto un rivoluzionario; per quarantadue ho lottato sotto la bandiera del marxismo. Se dovessi ricominciare tutto dapprincipio, cercherei naturalmente di evitare questo o quell’errore, ma il corso della mia vita resterebbe sostanzialmente immutato. Morirò da rivoluzionario proletario, da marxista, da materialista dialettico e quindi da ateo inconciliabile. La mia fede nell’avvenire comunista del genere umano non è meno ardente che nei giorni della mia giovinezza, anzi è ancora più salda. Natascia si è appena avvicinata alla finestra che dà sul cortile e l’ha aperta in modo che l’aria entri più liberamente nella mia stanza. Posso vedere la lucida striscia verde dell’erba ai piedi del muro, e il limpido cielo azzurro al di sopra del muro, e sole dappertutto. La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza, e goderla in tutto il suo splendore

. ... l'ultima parte di questo documento è un caldo augurio lanciato nel futuro, nostro dovere attuarlo pienamente!

sabato 2 maggio 2020

... M 49 ...

- in piena emergenza sanitaria la Provincia di Trento trova il tempo di dare la caccia ad una specie protetta e catturare l’orso M49 rinchiudendolo dietro ad un recinto elettrificato. M49 è abituato a spostarsi per chilometri durante il giorno, ora dovrà invece vivere prigioniero. Il Ministero dell’Ambiente ha più volte fatto notare che cattura e abbattimento non sono la soluzione. È ora di dire basta a questa follia!
 In piena emergenza sanitaria il presidente, Maurizio Fugatti, ha tempo per dare la caccia a una specie protetta a livello europeo. Siamo alla totale follia. Mentre i cittadini sono chiamati al rigoroso rispetto delle ordinanze restrittive in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus, la Provincia autonoma di Trento mobilita gli uomini del Corpo forestale del Trentino per catturare l’orso M49. Riportare il plantigrado nel centro del Casteller non è solo vergognoso ma sarebbe anche illegittimo visto che la condizione di benessere verrebbe meno. Come può un animale selvatico abituato a spostarsi anche in un raggio di 50 chilometri al giorno a sentirsi bene rinchiuso in un recinto elettrificato? È chiaro che si sta legittimando una sofferenza in violazione dell’art. 8 del Dpr 357/1997 che vieta la cattura di tali specie. Ricordiamo altresì che le deroghe sono competenza del Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che in più riprese ha espresso la sua contrarietà. Pertanto l’ordine emanato da Fugatti è illegittimo. M49 deve tornare in libertà poiché non rappresenta una minaccia per l’uomo. È inaccettabile che un essere innocente venga imprigionato in un luogo incompatibile con le sue caratteristiche etologiche. Siamo davanti al reato di maltrattamento di animali ai sensi dell’art. 544-ter codice penale.

venerdì 1 maggio 2020

... 1° maggio ...

... maggio, inizio della fase 2, della bella stagione, caldo, sole, e la speranza di poter finalmente partire per la villeggiatura!