sabato 29 febbraio 2020
... imprevisto ...
... era prevista per domani mattina la nostra partenza per San Giorio: 10 giorni di tranquillità, lontani da una figlia e figliastra fonte di problemi e di stress, di frustrazione e di continue arrabbiature ... ma la sfiga, nostra fedele compagnia, ha colpito ancora: ieri sera i segni inequivocabili di un forte raffreddore e la inevitabile decisione di rimandare la partenza ... forse mercoledì o giovedì prossimo sarà la volta buona che potrò, sgombro da virus, prendere il mio zainetto ed avviarmi verso il garage ... Ah, dimenticavo, buon fine mese di Febbraio!
giovedì 27 febbraio 2020
... fatto!! ...
... stamane ho ritirato il mio PC riparato ... ora devo collegare i cavi e verificare se è tutto OK ... speriamo!!
mercoledì 26 febbraio 2020
martedì 25 febbraio 2020
lunedì 24 febbraio 2020
... Sandro Pertini ...
Il 24 febbraio di 30 anni fa, moriva a Roma, all'età di novantatré anni Sandro Pertini. Il presidente della Repubblica più amato dagli italiani, grande protagonista della vita politica. Iscritto al Partito socialista unitario dal 1924, venne incarcerato e confinato durante il fascismo. Partecipò alla Resistenza tra i massimi dirigenti del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia. Eletto l'8 luglio 1978 presidente della Repubblica con una maggioranza larghissima e senza precedenti (832 voti su 995), improntò la sua azione a un notevole dinamismo, dando un'interpretazione più attiva della carica e delle funzioni di presidente della Repubblica. Dotato di grande comunicativa e di un linguaggio semplice ed efficace, riscosse in anni difficili e in circostanze spesso drammatiche il larghissimo consenso di chi vedeva in lui il rappresentante di un'Italia diversa, non toccata dagli scandali.
"A trent'anni dalla morte, la testimonianza e la passione civile del Presidente Sandro Pertini sono radicate nel cuore degli italiani e costituiscono per la Repubblica motivo di forte gratitudine, per il suo esempio di dedizione alle istituzioni, generosità e coraggio, sin dalla sua militanza giovanile coerentemente antifascista. Pertini, attraversata da protagonista la storia del '900, fu costruttore della democrazia italiana".
"La militanza politica - scrive il Capo dello Stato - si accompagnò sempre, in lui, alla capacità di riconoscere il bene comune e i percorsi di unità nel perseguirlo. Intransigente difensore dei diritti universali e dei caratteri propri alla Costituzione, fu fermo argine a sostegno dei principi di libertà nella stagione più drammatica e sanguinosa del terrorismo. Credeva nella democrazia come traguardo di umanità, interpretando a fondo i sentimenti dei cittadini. Guardava ai giovani come continuatori dei valori di pace, giustizia e coesione sociale, democrazia e libertà, su cui è basata la Repubblica Italiana. L'esempio del Presidente Pertini è parte di quel patrimonio comune a cui attingere per affrontare i tempi nuovi".
-- ANSA --
domenica 23 febbraio 2020
... un pranzo ed un rosario ...
... secondo appuntamento in parrocchia per il pranzo, un po' di musica e la recita del rosario, una preghiera per invocare la protezione divina ai tempi del corona virus ...
venerdì 21 febbraio 2020
giovedì 20 febbraio 2020
... occhi & denti ...
... oggi giornata piena: stamane sveglia alle 6,30 per correre all'Oftalmico ( punture intravitreali a Maria Rosa ) ed oggi pomeriggio blitz veloce dal mio dentista ...
mercoledì 19 febbraio 2020
... VHEMT ...
Il VHEMT (che si pronuncia vehement, parola inglese che significa veemente) è un movimento, non un’organizzazione. È un movimento portato avanti da gente che ha a cuore la vita sul pianeta Terra. Non siamo un gruppo di disadattati maltusiani misantropi e asociali che provano un piacere morboso ogni volta che qualche disastro colpisce gli umani. Non potrebbe esserci nulla di più distante dalla realtà. L’estinzione umana volontaria è piuttosto l’alternativa umanitaria ai disastri che colpiscono la gente.
Non insistiamo sul modo in cui la specie umana si è dimostrata un parassita avido ed amorale su un pianeta che era in buona salute. Una negatività di quel genere non offre soluzioni per gli orrori inesorabili che l’attività umana sta provocando.
Piuttosto, il Movimento propone un’alternativa incoraggiante alla distruzione impietosa e completa dell’ecologia della Terra.
Come sanno bene i Volontari del VHEMT, la speranza che si presenta come alternativa all’estinzione di milioni di specie vegetali ed animali è l’estinzione volontaria di una sola specie: l’homo sapiens, …la nostra estinzione.
Ogni volta che qualcuno decide di non generare altri umani da aggiungere ai miliardi brulicanti che già si accalcano su questo pianeta devastato, un nuovo raggio di speranza attenua le tenebre.
Quando ogni essere umano deciderà di non riprodursi, la biosfera della Terra potrà tornare alla sua gloria di un tempo, e ognuna delle creature che rimarranno potrà essere libera di vivere, morire, evolversi e forse scomparire, come nel corso dei millenni hanno già fatto così tanti “esperimenti” di Madre Natura. L’ecologia della Terra tornerà in buona salute… tornerà in buona salute quella “forma di vita” nota a molti col nome di Gaia.
Perché ciò possa accadere è necessaria la nostra scomparsa.
ringrazio i moderatori per avermi consentito di far parte di questo gruppo. Purtroppo viste le condizioni attuali del nostro pianeta e la assoluta mancanza di volontà di porre rimedio ai disastri provocati dalla specie umana, non vedo alternativa al nostro "togliere il disturbo" ESPERIMENTO FALLITO!!!
ringrazio i moderatori per avermi consentito di far parte di questo gruppo. Purtroppo viste le condizioni attuali del nostro pianeta e la assoluta mancanza di volontà di porre rimedio ai disastri provocati dalla specie umana, non vedo alternativa al nostro "togliere il disturbo" ESPERIMENTO FALLITO!!!
... Liu Zhiming ...
Coronavirus, è morto Liu Zhiming, il medico-eroe di Wuhan. Si aggrava il bilancio delle vittime.
Arriva la conferma. «Liu Zhiming, direttore dell’ospedale Wuchang a Wuhan, è morto questa mattina alle 10.30». L’annuncio del decesso del medico, in prima linea nella lotta al coronavirus, è stato diffuso dalle autorità sanitarie della città dove ha avuto origine la diffusione del virus. La morte di Liu Zhiming e il bilancio delle vittime È l’ennesima tragica notizia, anticipata dalle voci che davano Liu Zhiming in fin di vita. I primi aggiornamenti circolavano in rete da ieri sera. Il Dipartimento di propaganda del Partito comunista della Commissione sanitaria Hubei ha inizialmente annunciato tramite un post sui social media il decesso di Liu Zhiming. Poi l’aveva smentito in un post successivo. La televisione di Stato ha infine formalizzato la morte del dottore.
Arriva la conferma. «Liu Zhiming, direttore dell’ospedale Wuchang a Wuhan, è morto questa mattina alle 10.30». L’annuncio del decesso del medico, in prima linea nella lotta al coronavirus, è stato diffuso dalle autorità sanitarie della città dove ha avuto origine la diffusione del virus. La morte di Liu Zhiming e il bilancio delle vittime È l’ennesima tragica notizia, anticipata dalle voci che davano Liu Zhiming in fin di vita. I primi aggiornamenti circolavano in rete da ieri sera. Il Dipartimento di propaganda del Partito comunista della Commissione sanitaria Hubei ha inizialmente annunciato tramite un post sui social media il decesso di Liu Zhiming. Poi l’aveva smentito in un post successivo. La televisione di Stato ha infine formalizzato la morte del dottore.
martedì 18 febbraio 2020
... il "salto rata" ...
... stamane ho consegnato alla Banca la richiesta di "salto di una rata" del mutuo sulla casa di Mattie ... che Dio ci aiuti!!!
lunedì 17 febbraio 2020
... istinti omicidi ...
... sto cominciando a pensare che sarebbe stato meglio se i miei avessero portato avanti ed a conclusione l'intenzione di non portare a termine la gravidanza non facendomi nascere, lasciandomi in compagnia degli Angeli ... dopo aver avuto una vita "travagliata" con mio padre e mia madre per non parlare di mio fratello, ora mi tocca assistere agli scoppi di demenza precoce di Roberta, si, proprio la figlia di Maria Rosa- un consiglio Marco, se leggerai come spero queste righe: appena puoi scappa via da quei due disgraziati dementi dei tuoi genitori e ... buona fortuna!!!
domenica 16 febbraio 2020
... che pranzo!!! ...
... che pranzo!!! altro che lo chef Cannavacciuolo!!! La nostra vicina di casa Arcangela ci ha fatto mangiare cose chic!! Chiusi e dimenticati per sempre i passati dissapori, ora possiamo contare su una vera amica!!!
venerdì 14 febbraio 2020
... San Valentino ...
... la nostra festa ci trova stressati e stanchi, con visite mediche ed acciacchi vari, ma sempre innamorati!
... finalmente! ...
... finalmente sono stato messo in grado, con un piccolo aiuto, di pulire whatsapp, eliminando i contatti inutili o dannosi (vedi Patricia e le sue tette) ... si chiude definitivamente un ciclo ...
giovedì 13 febbraio 2020
... un ricordo ...
... un ricordo ... 13 febbraio '83, avevo da poco incontrato il mio primo vero amore, Loredana, e nelle mie passeggiate mi ero soffermato a guardare le locandine di quel cinema ... pioveva piano piano ...
mercoledì 12 febbraio 2020
... Patrick George Zaky ...
I genitori di Zaky: “Torturato per 30 ore, chiedevano dei suoi legami con l’Italia e Regeni”
Quattro giorni fa l’arresto del ricercatore egiziano che studia a Bologna. La famiglia: «È psicologicamente distrutto, lui non ha nessuna informazione»
IL CAIRO. Un interrogatorio interminabile, «di 30 ore» dicono i genitori, che ha subìto bendato, ammanettato tutto il tempo, con minacce, colpi a stomaco, schiena e scosse elettriche. Torture che l'hanno «psicologicamente distrutto». A quattro giorni dall'arresto al Cairo di Patrick George Zaky, lo studente egiziano che a Bologna segue un master europeo sugli studi di genere, emergono i dettagli della detenzione dell'attivista. In un’intervista a Repubblica la famiglia ha riferito che Patrick è stato torturato perché volevano conoscere «i suoi legami con l'Italia e con la famiglia di Giulio Regeni. Ma lui non sa nulla di tutto questo».
... 12 febbraio 1980 ...
Sette proiettili
per il professore
di GIAMPAOLO PANSA
ROMA - Nell'atrio della facoltà di Scienze politiche, in quell'angolo, accanto alla grande porta vetrata, c'è un lenzuolo di tela grossa, e sotto il lenzuolo qualcosa che da lontano sembra un fagotto o un animale abbattuto. Poi ti avvicini e vedi che il lenzuolo ha lasciato scoperta la fronte di un uomo, e con la fronte un ciuffo di capelli grigi e un paio di occhiali dalle lenti spezzate. Da sotto il telo esce un rivolo di sangue, un rivolo brillante nel sole, mentre la vetrata chiusa rimbomba per il tam-tam dei fotografi che gridano furiosi: "Fatece entrà!". Tutto ciò che resta di Vittorio Bachelet, 54 anni ancora da compiere, ucciso ieri mattina dieci minuti prima di mezzogiorno nella città universitaria di Roma, da quella banda di macellai che si firmano Brigate rosse. Bachelet insegnava in questo ateneo Diritto amministrativo, ma era soprattutto il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura che ha come presidente Pertini. Un uomo, dunque di prima fila della nostra democrazia, e anche un insegnante e un padre di famiglia. Adesso di lui rimane soltanto quel corpo sotto il lenzuolo, circondato dai bossoli dei proiettili che gli hanno dato la morte. Sette proiettili che gli hanno dato la morte. Sette proiettili calibro 32 Winchester per un altro assassinio politico, il più grave dopo il delitto Moro. Proprio dall'aula intitolata a Moro, l'aula 11 di Scienze politiche, comincia l'ultima giornata del professor Bachelet. Attorno a lui, vittima inconsapevole, c'è una scenografia perfetta. Sembra costruita apposta per un film politico da concludere nel sangue. Un sole splendido di primavera. I pini marittimi. I marmi fascisti dello Studium Urbis. Le pompose scritte in latino. "Iustitia omnium est domina et regina virtutum". Bachelet varca i cancelli dell'ateneo poco dopo le 10 del mattino. Ha la sua solita andatura tranquilla, da uomo alto, corpulento, le lenti da miope, l'espressione mite e un po' distratta. Per lui è un giorno di lavoro come un altro. (...) La lezione non ha storia. Alle 11,30 tutto è finito e Bachelet se ne va. L'aula "Moro" è al pianterreno di Scienze politiche. Il professore comincia a salire lentamente lo scalone che lo porterà al grande atrio rialzato, quello della vetrata, invaso da un bel sole caldo. Accanto a lui c'è la sua assistente, la professoressa Bindi. Dietro, un paio di allievi, poi altri giovani. Sono le 11 e 50 e Bachelet mette il piede sull'ultimo gradino della scala. Conversa con la Bindi e non fa caso ad una giovane donna. Costei sta proprio al centro della vetrata, anzi la tiene socchiusa per metà. Ad un tratto, la sconosciuta si fa avanti. Raggiunge Bachelet alle spalle. Lo afferra con una mano e lo costringe a voltarsi. Partono i primi tre colpi di pistola, tutti al ventre del professore, a canna quasi schiacciata contro la vittima. La dottoressa Bindi urla, mentre la giovane donna arretra velocemente. Allora si fa avanti un uomo. Giovanissimo, poco più di un ragazzo. Impugna anch'egli una pistola. Il killer si china su Bachelet e gli spara qualche altro proiettile. Uno è diretto alla nuca ed è il colpo di grazia. Da questo istante tutto si confonde. Bachelet rantola accanto alla vetrata. Attorno a lui si agitano decine di studenti che renderanno poi testimonianze contraddittorie. Qualcuno sostiene: "Il ragazzo terrorista camminava alle spalle di Bachelet e aveva addirittura seguito la sua lezione". Un altro dirà di aver sentito gridare: "Ci sono delle bombe, scappate, scappate!". Nel cortile di Scienze politiche c'è il caos. Adesso molti fuggono davvero, gridando. I killer ripiegano con calma e vengono raccolti su di un'auto "A 112" che se ne va dal cancello di viale Regina Elena. Una uscita secondaria protetta da una catena che poi verrà scoperta tranciata. Una cosa è certa: gli assassini hanno agito con straordinaria freddezza. (...) Suona il mezzogiorno. Il cadavere del professore è in quell'angolo accanto alla vetrata, non ancora coperto dal lenzuolo. I cancelli della città universitaria vengono chiusi, ma ormai è troppo tardi: chi doveva fuggire, è fuggito. Lo Studium Urbis è preso d'assalto dalle Alfette blu in servizio di Stato. Per primo arriva Pertini e passa impietrito al centro di quella marea di giovani che, ad un tratto, lo applaudono con furia, commossi, quasi disperati. (...) Noi siamo sullo scalone d'ingresso, dietro la vetrata chiusa. Fotografi e cronisti tempestano per entrare. Un momento difficile da dimenticare. Qualcuno piange. E c'è chi dice, angosciato: "Questo è un avvertimento diretto a Pertini, la risposta al discorso di Marghera". Passa il ministro dell'Interno, Rognoni. Passa, stravolta, la figlia di Bachelet, Maria Grazia. La moglie del professore, Maria Teresa, viene fatta entrare da un altro ingresso. Si china sgomenta su quel corpo. Piange. Accarezza il viso del marito ucciso. Poi c'è un lungo parlare fra le due donne, un brusio sommesso e straziante nel grande silenzio dell'atrio. Fuori, tra la folla, accorrono i colleghi di Bachelet.(...) Un bersaglio persino troppo facile, nella babele dello Studium Urbis. E in questa babele arriva anche Fanfani, vecchio amico di Bachelet. Sosta terreo dinanzi al cadavere, poi viene ospitato nell'Istituto di studi economici. Forse non si accorge che la targa d'ingresso è stata corretta con la vernice in "stupri economici". (...) Lo sguardo della signora poi si fissa su Lama che vien su con Marianetti, Trentin e Giovannini. Ecco una vendetta della storia. Cacciato dai violenti nel febbraio del 1977, adesso Lama torna in questa università per inchinarsi davanti ad un altro dei tanti, troppi morti di violenza. (...) Alle 14,33, un'altra voce, una voce da burocrate della morte, detterà al nostro giornale questo annuncio: "Ascoltatemi bene. Qui Brigate rosse. Bachelet l'abbiamo giustiziato noi. Presto seguirà comunicato". (13 febbraio 1980)
di GIAMPAOLO PANSA
ROMA - Nell'atrio della facoltà di Scienze politiche, in quell'angolo, accanto alla grande porta vetrata, c'è un lenzuolo di tela grossa, e sotto il lenzuolo qualcosa che da lontano sembra un fagotto o un animale abbattuto. Poi ti avvicini e vedi che il lenzuolo ha lasciato scoperta la fronte di un uomo, e con la fronte un ciuffo di capelli grigi e un paio di occhiali dalle lenti spezzate. Da sotto il telo esce un rivolo di sangue, un rivolo brillante nel sole, mentre la vetrata chiusa rimbomba per il tam-tam dei fotografi che gridano furiosi: "Fatece entrà!". Tutto ciò che resta di Vittorio Bachelet, 54 anni ancora da compiere, ucciso ieri mattina dieci minuti prima di mezzogiorno nella città universitaria di Roma, da quella banda di macellai che si firmano Brigate rosse. Bachelet insegnava in questo ateneo Diritto amministrativo, ma era soprattutto il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura che ha come presidente Pertini. Un uomo, dunque di prima fila della nostra democrazia, e anche un insegnante e un padre di famiglia. Adesso di lui rimane soltanto quel corpo sotto il lenzuolo, circondato dai bossoli dei proiettili che gli hanno dato la morte. Sette proiettili che gli hanno dato la morte. Sette proiettili calibro 32 Winchester per un altro assassinio politico, il più grave dopo il delitto Moro. Proprio dall'aula intitolata a Moro, l'aula 11 di Scienze politiche, comincia l'ultima giornata del professor Bachelet. Attorno a lui, vittima inconsapevole, c'è una scenografia perfetta. Sembra costruita apposta per un film politico da concludere nel sangue. Un sole splendido di primavera. I pini marittimi. I marmi fascisti dello Studium Urbis. Le pompose scritte in latino. "Iustitia omnium est domina et regina virtutum". Bachelet varca i cancelli dell'ateneo poco dopo le 10 del mattino. Ha la sua solita andatura tranquilla, da uomo alto, corpulento, le lenti da miope, l'espressione mite e un po' distratta. Per lui è un giorno di lavoro come un altro. (...) La lezione non ha storia. Alle 11,30 tutto è finito e Bachelet se ne va. L'aula "Moro" è al pianterreno di Scienze politiche. Il professore comincia a salire lentamente lo scalone che lo porterà al grande atrio rialzato, quello della vetrata, invaso da un bel sole caldo. Accanto a lui c'è la sua assistente, la professoressa Bindi. Dietro, un paio di allievi, poi altri giovani. Sono le 11 e 50 e Bachelet mette il piede sull'ultimo gradino della scala. Conversa con la Bindi e non fa caso ad una giovane donna. Costei sta proprio al centro della vetrata, anzi la tiene socchiusa per metà. Ad un tratto, la sconosciuta si fa avanti. Raggiunge Bachelet alle spalle. Lo afferra con una mano e lo costringe a voltarsi. Partono i primi tre colpi di pistola, tutti al ventre del professore, a canna quasi schiacciata contro la vittima. La dottoressa Bindi urla, mentre la giovane donna arretra velocemente. Allora si fa avanti un uomo. Giovanissimo, poco più di un ragazzo. Impugna anch'egli una pistola. Il killer si china su Bachelet e gli spara qualche altro proiettile. Uno è diretto alla nuca ed è il colpo di grazia. Da questo istante tutto si confonde. Bachelet rantola accanto alla vetrata. Attorno a lui si agitano decine di studenti che renderanno poi testimonianze contraddittorie. Qualcuno sostiene: "Il ragazzo terrorista camminava alle spalle di Bachelet e aveva addirittura seguito la sua lezione". Un altro dirà di aver sentito gridare: "Ci sono delle bombe, scappate, scappate!". Nel cortile di Scienze politiche c'è il caos. Adesso molti fuggono davvero, gridando. I killer ripiegano con calma e vengono raccolti su di un'auto "A 112" che se ne va dal cancello di viale Regina Elena. Una uscita secondaria protetta da una catena che poi verrà scoperta tranciata. Una cosa è certa: gli assassini hanno agito con straordinaria freddezza. (...) Suona il mezzogiorno. Il cadavere del professore è in quell'angolo accanto alla vetrata, non ancora coperto dal lenzuolo. I cancelli della città universitaria vengono chiusi, ma ormai è troppo tardi: chi doveva fuggire, è fuggito. Lo Studium Urbis è preso d'assalto dalle Alfette blu in servizio di Stato. Per primo arriva Pertini e passa impietrito al centro di quella marea di giovani che, ad un tratto, lo applaudono con furia, commossi, quasi disperati. (...) Noi siamo sullo scalone d'ingresso, dietro la vetrata chiusa. Fotografi e cronisti tempestano per entrare. Un momento difficile da dimenticare. Qualcuno piange. E c'è chi dice, angosciato: "Questo è un avvertimento diretto a Pertini, la risposta al discorso di Marghera". Passa il ministro dell'Interno, Rognoni. Passa, stravolta, la figlia di Bachelet, Maria Grazia. La moglie del professore, Maria Teresa, viene fatta entrare da un altro ingresso. Si china sgomenta su quel corpo. Piange. Accarezza il viso del marito ucciso. Poi c'è un lungo parlare fra le due donne, un brusio sommesso e straziante nel grande silenzio dell'atrio. Fuori, tra la folla, accorrono i colleghi di Bachelet.(...) Un bersaglio persino troppo facile, nella babele dello Studium Urbis. E in questa babele arriva anche Fanfani, vecchio amico di Bachelet. Sosta terreo dinanzi al cadavere, poi viene ospitato nell'Istituto di studi economici. Forse non si accorge che la targa d'ingresso è stata corretta con la vernice in "stupri economici". (...) Lo sguardo della signora poi si fissa su Lama che vien su con Marianetti, Trentin e Giovannini. Ecco una vendetta della storia. Cacciato dai violenti nel febbraio del 1977, adesso Lama torna in questa università per inchinarsi davanti ad un altro dei tanti, troppi morti di violenza. (...) Alle 14,33, un'altra voce, una voce da burocrate della morte, detterà al nostro giornale questo annuncio: "Ascoltatemi bene. Qui Brigate rosse. Bachelet l'abbiamo giustiziato noi. Presto seguirà comunicato". (13 febbraio 1980)
martedì 11 febbraio 2020
... MERS-CoV ...
Nuovo coronavirus 2019-nCoV: ultimi aggiornamenti
________________________________________
Lotta alle infezioni Approfondimenti
11/2/2020 La situazione è in rapida evoluzione: le informazioni potrebbero non essere allineate con i dati e le informazioni più recenti. Il 31 dicembre 2019 le autorità cinesi hanno segnalato un focolaio di polmonite di cause sconosciute nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. Il 9 gennaio 2020 la task-force cinese grazie alle tecnologie molecolari ha isolato l’agente eziologico: un nuovo ceppo di coronavirus, denominato 2019-nCoV, non identificato prima nell'uomo. L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha identificato il nome provvisorio della malattia in "malattia respiratoria acuta 2019-nCoV". Il 30 gennaio 202 il Direttore generale dell’OMS ha dichiarato l’emergenza di sanità pubblica internazionale (Public Health Emergency of International Concern – PHEIC9: leggi lo statement sul sito dell’OMS. L'11 e il 12 febbraio l’OMS riunirà un forum sulla ricerca e l'innovazione, con esperti da tutto il mondo per mobilitare l'azione internazionale ed identificare le principali carenze di conoscenza e le priorità di ricerca su vaccini e possibili terapie che contribuiscano al controllo del virus. Per maggiori info su tutti gli interventi e le azioni finora attivate dall'OMS per rispondere a livello globale nel modo più adeguato al focolaio di 2019-nCo, consulta il nostro articolo Nuovo coronavirus: interventi, raccomandazioni e guide dell'Organizzazione mondiale di sanità Casi al 10 febbraio 2020 e valutazione del rischio L'OMS riporta un aggiornamento della situazione al 10 febbraio nel Novel Coronavirus 2019-nCoV - Situation Report 21 - 10 February 2020: nei box di seguito i dati di sintesi. Dati aggiornati in tempo quasi reale sono invece disponibili: • Nella dashboard interattiva ideata dai ricercatori del Johns Hopkins Center for Systems Science and Engineering, con aggiornamenti almeno due volte al giorno sul numero dei casi distribuiti per paese, i decessi e le guarigioni: all'11 febbraio ore 10:00 queste sono 4187. I dati della mappa sono raccolti da più fonti: Organizzazione mondiale della sanità, Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, Commissione nazionale per la salute della Repubblica popolare cinese e da Dingxiangyuan, un sito di social network per operatori sanitari che fornisce in tempo reale informazioni sui casi. La dashboard registra il numero dei casi, dei decessi e delle guarigioni. NOTA BENE: l'incrocio tra più fonti produce un numero di casi (confemati e di deceduti) maggiore delle singole fonti prese eventualmente in considerazione. • Nella dashboard per il nuovo coronavirus 2019-nCoV rilasciata qualche giorno fa anche dall'OMS, con aggiornamenti nella giornata in corso, dove si possono trovare il numero di casi confermati a livello globale - compresi i casi in Cina per provincia, regioni e città - nonché i casi confermati al di fuori della Cina, suddivisi per paese. Nessun nuovo paese ha segnalato casi del 2019-nCoV nelle ultime 96 ore. Dei 319 casi segnalati al di fuori dalla Cina, 16 sono stati rilevati asintomatici. Per quanto riguarda i rimanenti 303 casi, ci sono informazioni sulla data di insorgenza solo per 144 casi. Aggiornamento sulla nave da crociera Diamond Princess. Le autorità sanitarie nazionali giapponesi forniscono aggiornamenti costanti all'OMS sulla situazione della nave da crociera, ferma nella baia di Yokohama, in Giappone. L'equipaggio e i passeggeri sono controllati e sottoposti al test per 2019-nCoV se si riscontrano segni o sintomi indicativi del 2019- malattia nCoV. Il periodo di quarantena terminerà il 19 febbraio. Sono in corso indagini epidemiologiche e ambientali. In base ad una nota dell'ANSA del 10 febbraio ore 13:04 i contagiati sarebbero saliti a 135. Tutti gli individui positivi al test sono sbarcati e ricoverati negli ospedali per malattie infettive nell'area di Yokohama. Ai contatti stretti dei passeggeri infetti viene chiesto di rimanere in quarantena per 14 giorni dall'ultimo contatto con un caso confermato. Quindi, il periodo di quarantena verrà esteso anche oltre il 19 febbraio, a seconda dei casi, per i contatti stretti di casi recentemente confermati. Casi Europa. Al 10 febbraio, secondo fonte OMS, i casi confermati sono saliti a 39, con 2 nuovi casi, 1 in Spagna e 1 nel Regno Unito. I dettagli: - 11 in Francia (5 con storia di viaggio in Cina, 6 con possibile/confermato contagio fuori dalla Cina) - 1 in Finlandia (con storia di viaggio in Cina) - 14 in Germania (2 con storia di viaggio in Cina, 12 con possibile/confermato contagio fuori dalla Cina) - 3 in Italia (tutti con storia di viaggio in Cina) - 2 nella Federazione Russa (con storia di viaggio in Cina) - 2 in Spagna (1 nuovo, esposizione avvenuta in entrambi i casi fuori dalla Spagna) - 1 in Svezia (con storia di viaggio in Cina) - 4 nel Regno Unito (1 nuovo, 1 con storia di viaggio in Cina, 3 con possibile/confermato contagio fuori dalla Cina, di cui 2 fuori dal Regno Unito) - 1 in Belgio (con storia di viaggio in Cina) Casi Italia. All'11 febbraio i casi confermati rimangono 3: i 2 cittadini cinesi ed 1 dei nostri 56 connazionali rimpatriati da Wuhan, tutti e 3 i malati sono ricoverati già da alcuni giorni all’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. La Direzione sanitaria dello Spallanzani rende noto che i due cittadini cinesi sono tuttora in terapia intensiva: le loro condizioni cliniche sono stabili e con parametri emodinamici invariati, il trattamento antivirale continua e la prognosi rimane riservata. Il cittadino italiano è invece in buone condizioni generali e senza febbre: anche lui continua la terapia antivirale. Negativi al test sul coronavirus i due bambini di 4 e 8 anni, che erano tra i 56 italiani rimpatriati da Wuhan e che erano stati trasferiti a scopo precauzionale dalla Cecchignola allo Spallanzani di Roma con poche linee di febbre. La Direzione sanitaria dello Spallanzani ha reso noto ieri in serata che è risultato negativo anche il secondo test al coronavirus: è stato dunque predisposto il rientro alla Cecchignola per completare il periodo di sorveglianza. Nel bollettino medico numero 11 – 10 febbraio 2020, la Direzione sanitaria dello Spallanzani rende noto che finora sono stati valutati 53 pazienti sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus. Di questi, 38 sono risultati negativi al test e sono stati dimessi. 15 pazienti sono tutt’ora ricoverati allo Spallanzani: 3 sono i casi confermati (la coppia cinese attualmente in terapia intensiva ed il giovane proveniente dal sito della Cecchignola); 10 sono pazienti sottoposti a test per la ricerca del nuovo coronavirus in attesa di risultato; 2 sono pazienti che, risultati negativi al test per nuovo coronavirus, rimangono ricoverati per altri motivi clinici. La Direzione sanitaria dello Spallanzani conferma anche che continua la quarantena per le 20 persone che sono state contatti primari dei due coniugi cinesi attualmente ricoverati in terapia intensiva. Epidemiologia dei casi. Il New England Journal of Medicine ha pubblicato un articolo sulle caratteristiche epidemiologiche nei primi 425 pazienti, che abbiamo sintetizzato sul nostro portale Infezioni Obiettivo Zero con l'articolo Polmonite da nuovo coronavirus 2019-nCoV: caratteristiche epidemiologiche nei primi 425 pazienti. Un articolo del New England Journal of Medicine Letalità. (numero totale di decessi per una determinata malattia in rapporto al numero totale dei malati) Da un'analisi dei dati finora disponibili risulta che il nuovo coronavirus ha un tasso di letalità sensibilmente inferiore rispetto a quello osservato per altri coronavirus come SARS e MERS, anche se la sua contagiosità è maggiore. La popolazione più a rischio sono gli anziani, in particolare coloro che hanno un sistema immunitario indebolito a causa di comorbosità (compresenza di altre malattie), o precedenti interventi chirurgici. Le persone che contraggono l’infezione in Cina sono quelle che subiscono le peggiori conseguenze sanitarie. Le informazioni disponibili al momento permettono quindi di affermare che il nuovo coronavirus 2019-nCoV deve essere affrontato al pari di una “forte influenza”. Un'analisi più completa nel nostro approfondimento La letalità del nuovo coronavirus 2019-nCoV. Coronavirus e superfici. Andando incontro ai dubbi della popolazione, legati anche allo studio tedesco che avrebbe individuato una possibilità di resistenza del nuovo coronavirus per 9 giorni sulle superfici e sugli oggetti, l'Istituto superiore di sanità (ISS) comunica che lo studio non deve creare allarme: questo elemento è ancora da dimostrare in quanto condotto su altri coronavirus e non su quello cinese. Per prevenire l'infezione l'ISS ricorda la fondamentale importanza di una corretta igiene delle superfici (con disinfettanti per superfici contenenti alcol - etanolo - oppure a base di cloro all’1% - candeggina) e delle mani (con acqua e sapone per almeno 20 secondi, oppure con un disinfettante per mani a base alcolica). Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi bisogna evitare di toccarli con le mani non lavate. Per maggio info leggi l'articolo dell'ISS Coronavirus, Rezza: la via di trasmissione principale non è da superfici.
Lotta alle infezioni Approfondimenti
11/2/2020 La situazione è in rapida evoluzione: le informazioni potrebbero non essere allineate con i dati e le informazioni più recenti. Il 31 dicembre 2019 le autorità cinesi hanno segnalato un focolaio di polmonite di cause sconosciute nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. Il 9 gennaio 2020 la task-force cinese grazie alle tecnologie molecolari ha isolato l’agente eziologico: un nuovo ceppo di coronavirus, denominato 2019-nCoV, non identificato prima nell'uomo. L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha identificato il nome provvisorio della malattia in "malattia respiratoria acuta 2019-nCoV". Il 30 gennaio 202 il Direttore generale dell’OMS ha dichiarato l’emergenza di sanità pubblica internazionale (Public Health Emergency of International Concern – PHEIC9: leggi lo statement sul sito dell’OMS. L'11 e il 12 febbraio l’OMS riunirà un forum sulla ricerca e l'innovazione, con esperti da tutto il mondo per mobilitare l'azione internazionale ed identificare le principali carenze di conoscenza e le priorità di ricerca su vaccini e possibili terapie che contribuiscano al controllo del virus. Per maggiori info su tutti gli interventi e le azioni finora attivate dall'OMS per rispondere a livello globale nel modo più adeguato al focolaio di 2019-nCo, consulta il nostro articolo Nuovo coronavirus: interventi, raccomandazioni e guide dell'Organizzazione mondiale di sanità Casi al 10 febbraio 2020 e valutazione del rischio L'OMS riporta un aggiornamento della situazione al 10 febbraio nel Novel Coronavirus 2019-nCoV - Situation Report 21 - 10 February 2020: nei box di seguito i dati di sintesi. Dati aggiornati in tempo quasi reale sono invece disponibili: • Nella dashboard interattiva ideata dai ricercatori del Johns Hopkins Center for Systems Science and Engineering, con aggiornamenti almeno due volte al giorno sul numero dei casi distribuiti per paese, i decessi e le guarigioni: all'11 febbraio ore 10:00 queste sono 4187. I dati della mappa sono raccolti da più fonti: Organizzazione mondiale della sanità, Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, Commissione nazionale per la salute della Repubblica popolare cinese e da Dingxiangyuan, un sito di social network per operatori sanitari che fornisce in tempo reale informazioni sui casi. La dashboard registra il numero dei casi, dei decessi e delle guarigioni. NOTA BENE: l'incrocio tra più fonti produce un numero di casi (confemati e di deceduti) maggiore delle singole fonti prese eventualmente in considerazione. • Nella dashboard per il nuovo coronavirus 2019-nCoV rilasciata qualche giorno fa anche dall'OMS, con aggiornamenti nella giornata in corso, dove si possono trovare il numero di casi confermati a livello globale - compresi i casi in Cina per provincia, regioni e città - nonché i casi confermati al di fuori della Cina, suddivisi per paese. Nessun nuovo paese ha segnalato casi del 2019-nCoV nelle ultime 96 ore. Dei 319 casi segnalati al di fuori dalla Cina, 16 sono stati rilevati asintomatici. Per quanto riguarda i rimanenti 303 casi, ci sono informazioni sulla data di insorgenza solo per 144 casi. Aggiornamento sulla nave da crociera Diamond Princess. Le autorità sanitarie nazionali giapponesi forniscono aggiornamenti costanti all'OMS sulla situazione della nave da crociera, ferma nella baia di Yokohama, in Giappone. L'equipaggio e i passeggeri sono controllati e sottoposti al test per 2019-nCoV se si riscontrano segni o sintomi indicativi del 2019- malattia nCoV. Il periodo di quarantena terminerà il 19 febbraio. Sono in corso indagini epidemiologiche e ambientali. In base ad una nota dell'ANSA del 10 febbraio ore 13:04 i contagiati sarebbero saliti a 135. Tutti gli individui positivi al test sono sbarcati e ricoverati negli ospedali per malattie infettive nell'area di Yokohama. Ai contatti stretti dei passeggeri infetti viene chiesto di rimanere in quarantena per 14 giorni dall'ultimo contatto con un caso confermato. Quindi, il periodo di quarantena verrà esteso anche oltre il 19 febbraio, a seconda dei casi, per i contatti stretti di casi recentemente confermati. Casi Europa. Al 10 febbraio, secondo fonte OMS, i casi confermati sono saliti a 39, con 2 nuovi casi, 1 in Spagna e 1 nel Regno Unito. I dettagli: - 11 in Francia (5 con storia di viaggio in Cina, 6 con possibile/confermato contagio fuori dalla Cina) - 1 in Finlandia (con storia di viaggio in Cina) - 14 in Germania (2 con storia di viaggio in Cina, 12 con possibile/confermato contagio fuori dalla Cina) - 3 in Italia (tutti con storia di viaggio in Cina) - 2 nella Federazione Russa (con storia di viaggio in Cina) - 2 in Spagna (1 nuovo, esposizione avvenuta in entrambi i casi fuori dalla Spagna) - 1 in Svezia (con storia di viaggio in Cina) - 4 nel Regno Unito (1 nuovo, 1 con storia di viaggio in Cina, 3 con possibile/confermato contagio fuori dalla Cina, di cui 2 fuori dal Regno Unito) - 1 in Belgio (con storia di viaggio in Cina) Casi Italia. All'11 febbraio i casi confermati rimangono 3: i 2 cittadini cinesi ed 1 dei nostri 56 connazionali rimpatriati da Wuhan, tutti e 3 i malati sono ricoverati già da alcuni giorni all’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. La Direzione sanitaria dello Spallanzani rende noto che i due cittadini cinesi sono tuttora in terapia intensiva: le loro condizioni cliniche sono stabili e con parametri emodinamici invariati, il trattamento antivirale continua e la prognosi rimane riservata. Il cittadino italiano è invece in buone condizioni generali e senza febbre: anche lui continua la terapia antivirale. Negativi al test sul coronavirus i due bambini di 4 e 8 anni, che erano tra i 56 italiani rimpatriati da Wuhan e che erano stati trasferiti a scopo precauzionale dalla Cecchignola allo Spallanzani di Roma con poche linee di febbre. La Direzione sanitaria dello Spallanzani ha reso noto ieri in serata che è risultato negativo anche il secondo test al coronavirus: è stato dunque predisposto il rientro alla Cecchignola per completare il periodo di sorveglianza. Nel bollettino medico numero 11 – 10 febbraio 2020, la Direzione sanitaria dello Spallanzani rende noto che finora sono stati valutati 53 pazienti sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus. Di questi, 38 sono risultati negativi al test e sono stati dimessi. 15 pazienti sono tutt’ora ricoverati allo Spallanzani: 3 sono i casi confermati (la coppia cinese attualmente in terapia intensiva ed il giovane proveniente dal sito della Cecchignola); 10 sono pazienti sottoposti a test per la ricerca del nuovo coronavirus in attesa di risultato; 2 sono pazienti che, risultati negativi al test per nuovo coronavirus, rimangono ricoverati per altri motivi clinici. La Direzione sanitaria dello Spallanzani conferma anche che continua la quarantena per le 20 persone che sono state contatti primari dei due coniugi cinesi attualmente ricoverati in terapia intensiva. Epidemiologia dei casi. Il New England Journal of Medicine ha pubblicato un articolo sulle caratteristiche epidemiologiche nei primi 425 pazienti, che abbiamo sintetizzato sul nostro portale Infezioni Obiettivo Zero con l'articolo Polmonite da nuovo coronavirus 2019-nCoV: caratteristiche epidemiologiche nei primi 425 pazienti. Un articolo del New England Journal of Medicine Letalità. (numero totale di decessi per una determinata malattia in rapporto al numero totale dei malati) Da un'analisi dei dati finora disponibili risulta che il nuovo coronavirus ha un tasso di letalità sensibilmente inferiore rispetto a quello osservato per altri coronavirus come SARS e MERS, anche se la sua contagiosità è maggiore. La popolazione più a rischio sono gli anziani, in particolare coloro che hanno un sistema immunitario indebolito a causa di comorbosità (compresenza di altre malattie), o precedenti interventi chirurgici. Le persone che contraggono l’infezione in Cina sono quelle che subiscono le peggiori conseguenze sanitarie. Le informazioni disponibili al momento permettono quindi di affermare che il nuovo coronavirus 2019-nCoV deve essere affrontato al pari di una “forte influenza”. Un'analisi più completa nel nostro approfondimento La letalità del nuovo coronavirus 2019-nCoV. Coronavirus e superfici. Andando incontro ai dubbi della popolazione, legati anche allo studio tedesco che avrebbe individuato una possibilità di resistenza del nuovo coronavirus per 9 giorni sulle superfici e sugli oggetti, l'Istituto superiore di sanità (ISS) comunica che lo studio non deve creare allarme: questo elemento è ancora da dimostrare in quanto condotto su altri coronavirus e non su quello cinese. Per prevenire l'infezione l'ISS ricorda la fondamentale importanza di una corretta igiene delle superfici (con disinfettanti per superfici contenenti alcol - etanolo - oppure a base di cloro all’1% - candeggina) e delle mani (con acqua e sapone per almeno 20 secondi, oppure con un disinfettante per mani a base alcolica). Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi bisogna evitare di toccarli con le mani non lavate. Per maggio info leggi l'articolo dell'ISS Coronavirus, Rezza: la via di trasmissione principale non è da superfici.
lunedì 10 febbraio 2020
... giorno del ricordo ...
... una tragedia troppo a lungo dimenticata, un periodo storico da studiare per rendere omaggio alle tante vittime ...
venerdì 7 febbraio 2020
mercoledì 5 febbraio 2020
... Trump VS Pelosi ...
Nancy Pelosi strappa il discorso di Trump: ma lui vola nei sondaggi. E promette una stretta sull’aborto
I sondaggi e la prossima assoluzione dall’impeachment hanno reso il presidente baldanzoso. Fino allo sgarbo istituzionale contro la speaker della Camera
di Massimo Gaggi
Nancy Pelosi strappa il discorso di Trump: ma lui vola nei sondaggi. E promette una stretta sull'abortoshadow
Uno Stato dell’Unione, l’ultimo prima del voto per la Casa Bianca, trasformato quest’anno da Donald Trump in discorso elettorale: la rivendicazione dei risultati ottenuti in campo economico - occupazione, nuovi accordi commerciali con Messico e Canada, sanità e «12 mila nuove fabbriche in America» - con dentro le solite esagerazioni (negli Usa da sei mesi l’industria perde colpi anziché crescere) e qualche falsità (le cure mediche, promette il presidente, saranno garantite anche ai malati cronici col divieto, per le compagnie assicurative di discriminarli: ma questa misura è già contenuta nella parte della riforma di Obama che l’Amministrazione Trump sta cercando di eliminare nei tribunali). E poi riferimenti internazionali solo per rivendicare azioni mirate a rafforzare la sicurezza interna antiterrorismo (l’uccisione del generale iraniano Soleimani) o per vantarsi di aver costretto, col suo pressing, Europa, Giappone e Canada a contribuire di più alle spese della Nato, con conseguenti risparmi per il contribuente Usa.
Promesse all'ultradestra
E, poi, una serie di promesse a sfondo ideologico destinate a galvanizzare la destra integralista e a far infuriare i democratici: la messa al bando dell’aborto dopo 24 settimane, l’annuncio di un’altra infornata di giudici conservatori, duri attacchi ai governi di California e New York, due Stati gestiti dalla sinistra. E, a sorpresa, una mezza dozzina di proposte con le quale Trump cerca di conquistare consensi nella comunità afroamericana, che da sempre vota democratico. Nel messaggio pronunciato in un momento-chiave della politica americana, Trump non ha fatto alcun riferimento all’impeachment (dal quale sarà assolto oggi pomeriggio) nè al caos organizzativo che ha a lungo paralizzato i caucus progressisti in Iowa, ma ha affermato con veemenza che impedirà il «takeover socialista della sanità americana voluto dai liberal».
«C’è posta per te»
Un discorso duro ma attentamente calibrato, quello del presidente, che ha sempre seguito il testo proiettato sul teleprompter, senza prendersi le consuete licenze e lo ha inframmezzato con una serie di quei momenti da reality televisivo che piacciono tanto a lui e ai fan in cerca di emozioni: l’alta onoreficenza a Rush Limbaugh, il conduttore radiofonico di ultradestra recentemente colpito da un cancro polmonare avanzato, i parenti di cittadini vittime di gesti criminali commessi da immigrati clandestini e anche una specie di edizione speciale di «C’è posta per te» trasferita sulle tribune del Congresso con la moglie e i piccoli figli di un soldato impegnato ormai da lungo tempo in missioni militari in Asia Centrale, che vedono improvvisamente apparire il loro caro dopo l’annuncio di Trump: «Ho una sorpresa per voi».
Lo scontro con Nancy Pelosi
Ma l’aspetto teatrale più atteso - l’incontro fra Trump e Nancy Pelosi, «padrona di casa» in quando speaker dell’aula nella quale il presidente ha parlato - è stato anche il più drammatico. Prima di pronunciare il suo discorso il presidente ha ignorato la mano tesa della Pelosi. Alla fine lei, visibilmente indispettita, ha strappato in modo molto teatrale il testo del discorso di Trump. Che differenza rispetto a un anno fa quando una Pelosi distesa e trionfante - i democratici avevano appena riconquistato la maggioranza alla Camera e lei aveva visto confermata la sua leadership nonostante i tentativi della sinistra e dei giovani di defenestrarla - aveva applaudito il presidente che a sua volta l’aveva trattata con un certo rispetto avendo bisogno della sua collaborazione. Ma l’impeachment (al quale la speaker si è opposta, finché ha potuto) ha rovinato tutto. Trump, indispettito ma anche reso baldanzoso dall’imminente assoluzione, da una popolarità che i sondaggi danno in aumento (il dato Gallup è il più alto di sempre: gradimento al 49%) e dalla spaccatura nel partito democratico, ha scelto la via dello sgarbo istituzionale. E la Pelosi, leader di un partito che lo accusa di comportarsi sempre più da monarca anziché da presidente, ha reagito da par suo.
martedì 4 febbraio 2020
lunedì 3 febbraio 2020
... mio caro Fred ...
FRED BUSCAGLIONE: 60 ANNI FA LA TRAGICA SCOMPARSA
FRED BUSCAGLIONE CI LASCIAVA ALL’ALBA DEL 3 FEBBRAIO 1960 A CAUSA DI UN TRAGICO INCIDENTE STRADALE MENTRE ERA A BORDO DELLA SUA FAMOSA FORD THUNDERBIRD ROSA
Forse ai più giovani il suo nome dice poco o nulla ma basta accennare qualcuna delle sue canzoni e subito si capisce di chi si parla. Fred Buscaglione era quello di Guarda che luna, un classico intramontabile, reinterpretato in tutti i modi possibili, da Luciano Pavarotti in duetto con Irene Grandi a Emma Marrone. Fred Buscaglione però era anche molto altro, cantante, polistrumentista, attore ma soprattutto personaggio. Ispiratosi al cinema americano degli anni ’40 e ’50 si era costruito un look tutto particolare, tra il gangster e il playboy di provincia, con doppiopetto gessato e cappello calato sugli occhi. Le sue canzoni erano piccole storie buffe ispirate ai duri d’oltreoceano ma che si risolvevano all’italiana con la sconfitta del protagonista da parte delle sue pericolosissime donne (Che bambola, Teresa non sparare, Eri piccola così). Nato a Torino nel 1921 da una famiglia di modeste origini, si scopre un talento che poco si accorda con lo studio della musica classica. Diviene polistrumentista autodidatta e inaugura il sodalizio con l’amico Leo Chiosso, coautore delle sue canzoni più famose. Prima del successo lo attende una lunga gavetta soprattutto nei night club. Il mondo della produzione discografica infatti non sembra essere ancora pronto per le sue innovazioni musicali, legate al jazz e soprattutto allo swing d’oltreoceano. Ci vuole circa una decina d’anni prima del successo, che arriva definitivamente nel 1956. E’ l’anno di incisione dei suoi più grandi successi insieme con il suo gruppo, gli Asternovas. Buscaglione si dedica alla musica, alla televisione e porta il suo personaggio autoironico anche al cinema. Tra i registi che lo dirigono ci sono Dino Risi, Lucio Fulci e Mario Mattioli. In Noi duri, che esce postumo, recita addirittura a fianco di Totò. LA MORTE PREMATURA La sua instancabile attività viene interrotta bruscamente il 3 febbraio 1960 quando Buscaglione viene coinvolto in un tragico incidente d’auto nel quartiere Parioli di Roma. Sta tornando a casa dopo un’esibizione in un locale notturno ed è a bordo della sua amatissima Ford Thunderbird di colore rosa. Malgrado i soccorsi tempestivi, muore a soli 38 anni. A lui dal 2009 sono dedicati un premio e un festival musicale. Le sue canzoni continuano ad essere di ispirazione per i musicisti delle nuove generazioni.
FRED BUSCAGLIONE CI LASCIAVA ALL’ALBA DEL 3 FEBBRAIO 1960 A CAUSA DI UN TRAGICO INCIDENTE STRADALE MENTRE ERA A BORDO DELLA SUA FAMOSA FORD THUNDERBIRD ROSA
Forse ai più giovani il suo nome dice poco o nulla ma basta accennare qualcuna delle sue canzoni e subito si capisce di chi si parla. Fred Buscaglione era quello di Guarda che luna, un classico intramontabile, reinterpretato in tutti i modi possibili, da Luciano Pavarotti in duetto con Irene Grandi a Emma Marrone. Fred Buscaglione però era anche molto altro, cantante, polistrumentista, attore ma soprattutto personaggio. Ispiratosi al cinema americano degli anni ’40 e ’50 si era costruito un look tutto particolare, tra il gangster e il playboy di provincia, con doppiopetto gessato e cappello calato sugli occhi. Le sue canzoni erano piccole storie buffe ispirate ai duri d’oltreoceano ma che si risolvevano all’italiana con la sconfitta del protagonista da parte delle sue pericolosissime donne (Che bambola, Teresa non sparare, Eri piccola così). Nato a Torino nel 1921 da una famiglia di modeste origini, si scopre un talento che poco si accorda con lo studio della musica classica. Diviene polistrumentista autodidatta e inaugura il sodalizio con l’amico Leo Chiosso, coautore delle sue canzoni più famose. Prima del successo lo attende una lunga gavetta soprattutto nei night club. Il mondo della produzione discografica infatti non sembra essere ancora pronto per le sue innovazioni musicali, legate al jazz e soprattutto allo swing d’oltreoceano. Ci vuole circa una decina d’anni prima del successo, che arriva definitivamente nel 1956. E’ l’anno di incisione dei suoi più grandi successi insieme con il suo gruppo, gli Asternovas. Buscaglione si dedica alla musica, alla televisione e porta il suo personaggio autoironico anche al cinema. Tra i registi che lo dirigono ci sono Dino Risi, Lucio Fulci e Mario Mattioli. In Noi duri, che esce postumo, recita addirittura a fianco di Totò. LA MORTE PREMATURA La sua instancabile attività viene interrotta bruscamente il 3 febbraio 1960 quando Buscaglione viene coinvolto in un tragico incidente d’auto nel quartiere Parioli di Roma. Sta tornando a casa dopo un’esibizione in un locale notturno ed è a bordo della sua amatissima Ford Thunderbird di colore rosa. Malgrado i soccorsi tempestivi, muore a soli 38 anni. A lui dal 2009 sono dedicati un premio e un festival musicale. Le sue canzoni continuano ad essere di ispirazione per i musicisti delle nuove generazioni.
domenica 2 febbraio 2020
... 2/2/2020 ...
02.02.2020: una data palindroma. Un evento rarissimo per gli appassionati di numeri e cabala
Esistono 366 giorni palindromi in 10.000 anni e domani sarà uno di questi. Il 2 febbraio del 2020 gli appassionati di numeri e cabala sono in fermento perchè è una rarità una data che non cambia se viene letta da sinistra o da destra. In questo secolo è già successo diverse volte, come ad esempio il 10.02.2001, o ancora il 20.02.2002. Il primo febbraio del 2010 è una data palindroma come lo sono state l′11 febbraio del 2011 e il 21 febbraio del 2012. Ci saranno altre 23 date palindrome in questo secolo e ce ne saranno 31 nel prossimo, dal 10.12.2101 al 29.12.2192. Poi basta per secoli e secoli: per rivedere di nuovo queste particolarissime date bisognerà attendere il nuovo millennio e precisamente il 10.03.3001. Le date palindrome sono uguali per chi utilizza la stessa convenzione, lo stesso formato di rappresentazione. A parte Stati Uniti e Canada, ‘giorno/mese/anno’ è il formato della data più diffuso al mondo e ha origine dall’uso come incipit in documenti legali e religiosi di espressioni quali “Nel giorno secondo del mese di agosto dell’anno del Signore 1120...”. ‘Mese/giorno/anno’ è invece il formato della data principalmente utilizzato negli Stati Uniti e diffuso in Canada. © Fornito da HuffPost 02.02.2020, 2 February 2020 banner. Golden luxury numbers. Gold Festive Numbers Design. Per una casualità che non si verificava da circa un millennio, anche negli States domani sarà un giorno palindromo. Invertendo il giorno con il mese, infatti, il 2 è presente in entrambi i casi. Si tratta di un evento rarissimo visto che per trovare un altro palindromo ambivalente bisogna tornare indietro al′11 novembre del 1111 in pieno Medioevo (11.11.1111), quando ancora la data ‘americana’ ovviamente non esisteva, mentre il prossimo sarà quello del 12 dicembre del 2121 (12.12.2121). Una data questa composta da due sole cifre, l’uno e il due che si ripetono con intervalli regolari, affascinante quanto quella del capodanno degli anni ’10 del secolo mille, un vero codice binario: 01.01.1010. La prossima data palindroma che potremo leggere e’ quella del 12 febbraio dell’anno prossimo (12.02.2021) e gli Stati Uniti ci seguiranno con il 2 dicembre dello stesso anno (12.02.2021). Per il successivo, però, gli americano dovranno attendere un pò più di noi: il nostro giorno palindromo è il 22.02.2022 mentre oltreoceano dovranno aspettare il 2030, precisamente il 2 marzo (03.02.2030 nella convenzione Usa): stessa data palindroma che, nella convenzione del formato più diffusa, corrisponderà al mese successivo: 3 febbraio dello stesso anno (03.02.2030). Andando ancora avanti nel tempo, i più giovani potranno assistere tra 72 anni ad un evento unico, la data palindroma bisestile: il 29 febbraio del 2092, gli appassionati di cabala e numeri si consoleranno nel vedere scritta la data 29.02.2092, mentre gli Stati Uniti dovranno aspettare il lontanissimo 9220 per leggere, secondo la loro convenzione, la stessa data (02.29.9220) molti millenni dopo.
Esistono 366 giorni palindromi in 10.000 anni e domani sarà uno di questi. Il 2 febbraio del 2020 gli appassionati di numeri e cabala sono in fermento perchè è una rarità una data che non cambia se viene letta da sinistra o da destra. In questo secolo è già successo diverse volte, come ad esempio il 10.02.2001, o ancora il 20.02.2002. Il primo febbraio del 2010 è una data palindroma come lo sono state l′11 febbraio del 2011 e il 21 febbraio del 2012. Ci saranno altre 23 date palindrome in questo secolo e ce ne saranno 31 nel prossimo, dal 10.12.2101 al 29.12.2192. Poi basta per secoli e secoli: per rivedere di nuovo queste particolarissime date bisognerà attendere il nuovo millennio e precisamente il 10.03.3001. Le date palindrome sono uguali per chi utilizza la stessa convenzione, lo stesso formato di rappresentazione. A parte Stati Uniti e Canada, ‘giorno/mese/anno’ è il formato della data più diffuso al mondo e ha origine dall’uso come incipit in documenti legali e religiosi di espressioni quali “Nel giorno secondo del mese di agosto dell’anno del Signore 1120...”. ‘Mese/giorno/anno’ è invece il formato della data principalmente utilizzato negli Stati Uniti e diffuso in Canada. © Fornito da HuffPost 02.02.2020, 2 February 2020 banner. Golden luxury numbers. Gold Festive Numbers Design. Per una casualità che non si verificava da circa un millennio, anche negli States domani sarà un giorno palindromo. Invertendo il giorno con il mese, infatti, il 2 è presente in entrambi i casi. Si tratta di un evento rarissimo visto che per trovare un altro palindromo ambivalente bisogna tornare indietro al′11 novembre del 1111 in pieno Medioevo (11.11.1111), quando ancora la data ‘americana’ ovviamente non esisteva, mentre il prossimo sarà quello del 12 dicembre del 2121 (12.12.2121). Una data questa composta da due sole cifre, l’uno e il due che si ripetono con intervalli regolari, affascinante quanto quella del capodanno degli anni ’10 del secolo mille, un vero codice binario: 01.01.1010. La prossima data palindroma che potremo leggere e’ quella del 12 febbraio dell’anno prossimo (12.02.2021) e gli Stati Uniti ci seguiranno con il 2 dicembre dello stesso anno (12.02.2021). Per il successivo, però, gli americano dovranno attendere un pò più di noi: il nostro giorno palindromo è il 22.02.2022 mentre oltreoceano dovranno aspettare il 2030, precisamente il 2 marzo (03.02.2030 nella convenzione Usa): stessa data palindroma che, nella convenzione del formato più diffusa, corrisponderà al mese successivo: 3 febbraio dello stesso anno (03.02.2030). Andando ancora avanti nel tempo, i più giovani potranno assistere tra 72 anni ad un evento unico, la data palindroma bisestile: il 29 febbraio del 2092, gli appassionati di cabala e numeri si consoleranno nel vedere scritta la data 29.02.2092, mentre gli Stati Uniti dovranno aspettare il lontanissimo 9220 per leggere, secondo la loro convenzione, la stessa data (02.29.9220) molti millenni dopo.
sabato 1 febbraio 2020
Iscriviti a:
Post (Atom)