mercoledì 8 maggio 2013
... ma no!? ...
Processo d'appello Mediaset, per Berlusconi confermata condanna a 4 anni
Mercoledì, 8 maggio 2013 - 10:12:00
L'INTERVISTA DI AFFARI
Mario Mantovani, vicepresidente della Regione Lombardia, è uno degli uomini più vicini a Silvio Berlusconi. Intervistato da Affaritaliani.it disegna scenari foschi per il governo Letta. "Non possiamo sostenere un governo a guida Pd e continuare ad essere colpiti come se fossimo dei malfattori. Il voto? Lo evocherà il popolo. Non solo a sinistra sono scontenti di questo governo, ma anche molti dei nostri".
La corte d'appello di Milano ha confermato la condanna a 4 anni per Silvio Berlusconi al processo per i diritti Tv Mediaset. Insieme alla condanna a 5 anni, confermata per l'ex premier Silvio Berlusconi anche l'interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.
Oltre alla condanna all'ex premier è stata inflitta anche l'interdizione per 3 anni dal dirigere società e contrattare con la pubblica amministrazione. E' stato inoltre condannato a versare 10 milioni di euro di acconto sul risarcimento danni all'Agenzia delle Entrate. L'indulto votato dal Parlamento nel 2006 condona 3 dei 4 anni di reclusione, ma non cancella l'interdizione che, se la sentenza dovesse diventare definitiva in Cassazione, farebbe decadere Berlusconi dal seggio parlamentare. Il procedimento si prescrivera' nel luglio del 2014.
Dopo la condanna di oggi, le speranze di Silvio Berlusconi sono, oltre che nella Cassazione, nella decisione della Corte Costituzionale sul conflitto sollevato da Palazzo Chigi contro i giudici di primo grado che gli negarono nel 2010 un legittimo impedimento. Una decisione favorevole a Berlusconi potrebbe costringere i giudici a rifare completamente o in parte il processo d'appello col la possibilita' che la prescrizione stravolga la sentenza di condanna pronunciata
Dopo la condanna di oggi, le speranze di Silvio Berlusconi sono, oltre che nella Cassazione, nella decisione della Corte Costituzionale sul conflitto sollevato da Palazzo Chigi contro i giudici di primo grado che gli negarono nel 2010 un legittimo impedimento. Una decisione favorevole a Berlusconi potrebbe costringere i giudici a rifare completamente o in parte il processo d'appello col la possibilita' che la prescrizione stravolga la sentenza di condanna pronunciata oggi.
Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, è stato assolto dalla Corte d'Appello di Milano dall'accusa di frode fiscale. E' un verdetto che conferma quello già espresso dai giudici di primo grado. Sono stati invece condannati gli allora manager di Mediaset Daniele Lorenzano (3 anni e 8 mesi) e Gabriella Galetto (1 anno e 2 mesi) e il produttore statunitense, suo presunto "socio occulto'", Frank Agrama (3 anni).
"Oggi tutte le persone ragionevoli, al di la' di ogni appartenenza politica e culturale, comprendono bene quello che accade: e' letteralmente surreale e assurda la condanna di Silvio Berlusconi, contribuente recordman. Attendiamo che i garantisti di sinistra dicano qualcosa...", afferma Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti Pdl e presidente della commissione Finanze della Camera.
"Quello appena concluso e' un processo politico e la condanna a Berlusconi e' solo politica, una condanna che deve farci reagire con forza perche' folle, ingiusta e basata solo sul principio dell'eliminazione dell'avversario per via giudiziaria". E' Luca d'Alessandro a osservare cosi' che "in questi giorni che vedono le forze politiche faticosamente impegnate in una fase di pacificazione e di coesione nazionale, e che cercano di mettere da parte dissapori e scontri passati nell'interesse del Paese e degli italiani, il palazzo di giustizia di Milano appare sempre piu' come quel giapponese armato fino ai denti, guerrafondaio e inconsapevole della fine della guerra, che cerca con ogni mezzo di spazzare via il nemico di sempre". "Si dice - prosegue il deputato Pdl - che in guerra e in amore sia tutto permesso, ma la sentenza di condanna a 4 anni contro Silvio Berlusconi, accusato di aver evaso 3 milioni di euro di tasse su 567 effettivamente versati all'erario, dimostra che una parte della magistratura sente di poter osare ancora di piu', violando le regole, il principio d'imparzialita' e di terzieta', il rispetto dei diritti di difesa, arrivando a negare cio' che a imputati per reati ben piu' gravi viene sempre allegramente concesso".
GHEDINI: GIUDICI MILANO PREVENUTI, SENTENZA ILLOGICA
La sentenza con cui i giudici della Corte d'Appello di Milano hanno confermato la condanna a quattro anni di carcere per Silvio Berlusconi e' "totalmente al di fuori di ogni logica". Lo ha affermato Niccolo' Ghedini, uno dei legali dell'ex premier, lasciando l'aula dove i giudici hanno appena letto il verdetto. "La forza della prevenzione dei giudici di Milano e' nota - ha aggiunto - tanto e' vero che avevamo presentato una istanza di rimessione alla Cassazione che pero' non ha creduto a problematiche che erano reali e alla forza della prevenzione che va al di la della forza dei fatti". Ghedini contesta che "non sono stati ascoltati alcuni testi che avevamo richiesto, non si e' tenuto in nessun conto i nuovi documenti che avevamo presentato, non si e' deciso di aspettare la Corte Costituzionale, la cui decisone e' stata addirittura giudicata irrilevante".
A questo punto, Ghedini spera nella Cassazione e nella Corte Costituzionale che nei prossimi giorni dovra' decidere sul conflitto di attribuzione tra poteri in relazione ad un vecchio legittimo impedimento negato a Silvio Berlusconi. "In qualsiasi altro tribunale non avremmo mai avuto una sentenza di questo tipo - ha detto ancora Ghedini - se l'imputato non si fosse chiamato Silvio Berlusconi". A chi gli ha domandato se questo verdetto metta a rischio la stabilita' politica del governo, Ghedini ha ribattuto: "non credo ci sia una correlazione, quello che viene messa a rischio e' la stabilita' del diritto che e' una cosa che a me, in quanto avvocato, preoccupa di piu'".
"Contro Berlusconi una sentenza frutto di pregiudizi, priva di ragioni, lesiva della verita' e della vita democratica. Nessuno si illuda di alterare a colpi di sentenze politiche la realta' dell'Italia". Lo ha dichiarato Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. "E' una vicenda folle e inaccettabile, -ha proseguito Gasparri che non fermera' l'azione di Silvio Berlusconi, al quale ora come sempre daremo convinto e totale sostegno insieme a milioni di italiani che non possono accettare l'uso politico della giustizia".
"Come volevasi dimostrare, a Milano siamo passati dal rito ambrosiano al rito 'antiberlusconiano'. Purtroppo, questo atteggiamento di una parte della magistratura fa male al Paese e punta a provocare una reazione che procuri il cedimento di quel fragile equilibrio che, grazie all'azione di Silvio Berlusconi, si e' individuato. Con l'obiettivo di sottomettere il potere legislativo e quello esecutivo a quello giudiziario". E' quanto afferma Enrico Costa, capogruppo Pdl in commissione Giustizia della Camera.
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