lunedì 6 maggio 2013
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Delitto Moro, la nuova teoria: "Aldo sequestrato dalla Kgb"
Lunedì, 6 maggio 2013 - 14:51:00
Il delitto di Aldo Moro sarebbe stato frutto di una strategia del terrorismo internazionale che avrebbe usato le Brigate Rosse per l'omicidio. Il meccanismo era stato pensato, progettato e ideato dai servizi segreti dei paesi comunisti. Insomma, a uccidere lo statista democristiano furono si le BR, ma eterodirette e manipolate da agenti e interessi assai lontani dai confini del nostro Paese. 35 anni dopo l'uccisione di Aldo Moro il libro del sociologo Rocco Turi "Storia segreta del PCI" (in questi giorni in libreria per Rubbettino) riapre il caso sotto una luce completamente diversa.
Per l'autore del saggio le prove di questa sua tesi, per certi versi rivoluzionaria rispetto a quanto si e' detto e scritto finora, sono da ricercare seguendo le tracce dei partigiani italiani fuggiti in Cecoslovacchia con la complicita' del Partito Comunista italiano e dell'apparato protettivo dei Paesi del medio Est europeo. "Dietro la vicenda Moro - scrive Rocco Turi nel suo libro - si muovono storie e personaggi bene identificati che riconducono e coinvolgono direttamente esponenti chiave del partito comunista cecoslovacco, ma i mille depistaggi di questi ultimi 35 anni hanno portato gli studiosi della materia e gli stessi investigatori su strade completamente diverse e lontane dalla vera storia del delitto. Alla base di questo saggio, frutto di oltre 30 anni di ricerche negli archivi segreti delle autorita' diplomatiche dei paesi dell'Est - sottolinea lo studioso - e ci sono decine di documenti storici top-secret (pubblicati nel libro) che confermano il ruolo determinante e dirompente che i nostri partigiani fuggiti a Praga svolsero in tutti gli anni che seguirono la loro fuga dall'Italia. Un nome per tutti - annota Turi - quello di Rudolf Barack, ex ministro dell'interno cecoslovacco negli anni 50, che mai aveva accettato di incontrare uno studioso straniero, e che conferma durante un colloquio personale che i partigiani italiani furono per anni al servizio del KGB e della polizia segreta cecoslovacca". Non a caso, secondo Turi, la Cecoslovacchia fu meta preferita per l'addestramento di terroristi provenienti da tutto il mondo, e tutto questo oggi lo si ritrova nelle carte diplomatiche di quegli anni a cui l'autore del saggio ha avuto il privilegio di poter accedere grazie ad una borsa di studio del governo italiano, e che sono il vero cuore del libro.
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