domenica 30 maggio 2010

...caro Piero...

Caro Piero,
come sai avevo raccolto sul mio blog alcuni post che volevano essere degli appunti per una meditazione sul senso della vita- ora, con questo scritto, voglio rispondere, per quanto mi è possibile, alla tua lettera del marzo scorso, in cui tu elenchi per punti un ventaglio di sensi della vita, cercando di esplorare le varie situazioni in cui l’uomo si pone questa fondamentale domanda.
Nel frattempo si è abbattuta su di me la folgore di un distacco atroce e definitivo che ha dato senso tragico alla formula del sacerdote, nel corso della celebrazione del matrimonio, : ” finché morte non vi separi”, ed alla luce di questi ultimi avvenimenti sono crollate intorno a me le sicurezze costruite nel corso di vent’anni di dolce ed intensa frequentazione con la mia cara Elisa.
Ora sto cercando di ricostruire la mia vita, lasciando da parte e cacciando i pensieri neri, nerissimi, che ogni tanto invadono la mia mente, chiedendo perdono a Dio per qualche mio moto di ribellione, sussurro inarticolato che si perde nell’immensità del mistero che avvolge la nostra vita e quel passaggio ad un'altra esistenza, in cui, fatti di puro spirito, vivremo eternamente nella gioia o nella pena definitive.
E’ chiaro dalle righe precedenti che il senso della vita a cui mi conformo è quello presentato da te al punto 3) della tua lettera: la fede in un Dio unico che sa alleviare il dolore del distacco, facendo intravedere al di là della cortina di lacrime, inevitabili e dolcissime, un opportunità nuova, un nuovo inizio, con Elisa sempre nel cuore, ma con ancora tanti progetti di cui seguire passo passo la realizzazione, magari sbagliando per poi ricominciare, tentando nuove strade, finché anche il mio tempo non sarà scaduto.
Spero di essere stato esauriente nella mia risposta e ti invito caldamente a replicare, arricchendo così questa nostra ricerca, certamente non vana, ma anzi utile a guardarci dentro ed a scoprire qualcosa di più della nostra essenza di uomini.
Chiudo con una frase a me cara del nostro padre Dante:
“fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”

San Giorio 30 Maggio 2010 il tuo amico Renato

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