Ho tardato a replicare alla tua e-mail, annichilito dalle tue parole e chiuso in un angolo dalla incontrovertibile esattezza del tuo ragionamento- forse sto sbagliando semplicemente a scriverti; Ah, non mi sono presentato: sono nato a Torino nell' agosto del 1950 ed attualmente sono disoccupato, in questa "palude" economica e sociale che è la Valsusa di oggi- come vedi la mia è una storia banale di "ristrutturazione" e cacciata dal "paradiso dell' occupazione" oggi sempre più spopolato, purtroppo! - No, non posso fuggire da qui, perché ho superato abbondantemente "il mezzo del cammin di nostra vita" e "la selva oscura" è qui- ci siamo dentro e non ne usciremo più- i suoi fantasmi, di regime e alternativi, ci saranno addosso e ci sbraneranno.Che cosa ci resta da fare, a me ed agli altri poveri idioti, non ancora in età da pensione e troppo vecchi per il lavoro: ( io ero impiegato in contabilità e ti assicuro che me la cavavo bene!)? Il suicidio? Una azione clamorosa, come quelle che di tanto in tanto si vedono in televisione? Non lo so, e certo le tue parole non favoriscono l' insorgere di un sia pur minimo ottimismo.
Scusa lo sfogo, ribadisco il mio apprezzamento per la tua opera di divulgazione di una verità non a tutti nota e ti auguro di ottenere le cose a cui aspiri- suppongo che il nostro carteggio si concluda qui e mi dispiace sinceramente.
Con stima duratura.
mercoledì 20 maggio 2009
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