lunedì 30 novembre 2020

... fine novembre ...

... e speriamo!!??

mercoledì 25 novembre 2020

... adios Diego! ...

... ah Diego! Se avessimo avuto uno come te al Toro! ...

... 25 novembre 2020 ...

... che dire? due nuovi omicidi (il termine femminicidio non mi piace) nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne ... 

                                                        
                                                              
                                     CHE DIRE????? ...

lunedì 23 novembre 2020

... 23/11/1980 - Irpinia ...

Ciao papà,come stai?? Sai, in questi giorni ho rivissuto tanti momenti, belli e brutti...i tuoi, i nostri ultimi giorni...che sono marcati in me, quelle grida, quegli spari, quel non voler credere cosa stesse succedendo 35 anni fa...ho rivissuto quella corsa verso di te, verso la tua macchina...il mio non voler accettare e rimuovere tutto...quel funerale di Stato...la chiesa gremita e Pagani annichilita...lo sconforto fu grande per noi (la tua famiglia)e penso anche per la tua amata città. Mi rifugiai in un sonno profondo, non volevo e non potevo accettare tutto ciò, mi sentivo come se qualcosa si fosse rotto quel giorno, ma poi...ma poi...ho trovato la forza di andare avanti...con te sempre nel cuore, con il tuo esempio, con i tuoi valori che sono i miei... TU, SINDACO GENTILE...papà dolce ed affettuoso, tu marito amorevole...premuroso, Tu, Marcello Torre, non devi morire e solo la speranza mi dà la forza di andare avanti. CARO papà, ti voglio bene, ciao. Scusatemi se ringrazio il NOSTRO Presidente di Libera Don Luigi Ciotti, a cui oggi, attraverso me, noi tutti familiari aderenti a Libera vogliamo confermare il nostro impegno...e dirgli che siamo al suo fianco. 

 Annamaria Torre Figlia di Marcello Torre, sindaco di Pagani ucciso alla camorra l'11 dicembre 1980


23 novembre 2020 Un minuto di silenzio alle 19.34, in coincidenza con l’ora della prima scossa di quarant’anni fa. E' l’invito della Prefettura di Avellino ai sindaci in occasione del quarantesimo anniversario del sisma del 23 novembre 1980. Il silenzio per ricordare quando gli aghi del sismografo impazzirono in quei 90 secondi di devastazione. Un terremoto di magnitudo 6.9 che uccise 3.000 persone, devastò l’Irpinia, la Basilicata, la Campania intera, una parte della provincia di Foggia, provocò danni enormi e quasi 300.000 sfollati. A 40 anni da quello che è stato il terremoto più violento registrato in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale, si moltiplicano le iniziative per ricordare oggi, 23 novembre 2020, le vittime, i luoghi e i sopravvissuti. 

 ... questo post riporta, all'inizio, la commovente lettera scritta nel 2015 dalla figlia del sindaco di Pagani, ucciso dalla camorra, determinata ad aggiudicarsi i contributi giunti da ogni dove a sollievo delle popolazioni martoriate dal sisma ... la camorra approfittò di questo tragico evento per fare un deciso salto di qualità nei suoi sporchi, maledetti affari!!

... 89 ...

... altra puntura nell'occhio a Maria Rosa, altri taxi andata e ritorno dal San Lazzaro ed oggi pomeriggio ritento, dopo 10 giorni, la prenotazione per il mio laser ...

domenica 22 novembre 2020

... ancora su "A" ...

Una proiezione di fango sull’Altro politico per eccellenza, il “movimento anarchico”, da parte di chi il pensiero libertario attuale non lo scorge né lo pratica, ma certo ama scrivere anche su riviste “di settore” quali Malamente, “rivista di lotta e critica del territorio”. Compagno Mario di Vito ma non di vita, certo, se il gossip scatenato da una reazione (una tantum) del fratello di un compagno suicida riesce ad aprire la cataratta del giudizio politico, anzi del pregiudizio verso il movimento anarchico e libertario, in realtà ancora vivo e vitale in Italia e nel mondo. Di che ci stupiamo? Abbiamo avuto ben di peggio, …gli sgomberi della rivoluzione sovietica, le pulizie della guerrra di Spagna, gli ostracismi degli ‘anni di piombo’: gli anarchici e le anarchiche son sempre state scomode per gli antagonisti dediti alla ricerca dell’egemonia culturale, perché l’anarchismo conserva e sviluppa la critica all’autoritarismo ed all’egemonia stessa. Questo livore, anche se a volte solo larvata antipatia, si tramanda da generazioni. Una chicca locale: abbiamo avuto Rossanda, che scriveva nel settembre 1990, tra il disprezzo ed il viscido garantismo, contro il meeting anticlericale di Fano (“datato”) una lettera sbrigativa, mentre si recava come ospite a convegni religioso-politici già scaduti con la favola della clonazione del prete operaio. Ma i retrogradi eravamo noi libertari, colpevoli di aver mostrato una copia de “il Male” che ritraeva Woytjla e Cicciolina e che “offendeva alcuni credenti”. Altri infiniti esempi non potrei qui citarli. Ora abbiamo chi versa finte lacrime per la fine di un progetto, A rivista anarchica, che si fondava sull’attivismo di una persona, Paolo Finzi, senza la quale non continuerà. Ma le frettolose lacrime di cordoglio si trasformano presto in amplificazione di fatti (dedotti o immaginati) per cui un problema personale (e familiare) diviene base di giudizio politico verso tutto il movimento, definendo anzi lo “scivolare sul personale” come vizio altrui e non di chi scrive e raccogliendo commenti qua e là, senza avere alcuna visione di insieme, come il più classico degli informatori di polizia, cito: “RESTA LA SPACCATURA nella famiglia (?!?) anarchica ed è qualcosa in più di un cattivo presagio. È la manifestazione di una stanchezza che ormai si avverte da anni, come se la storia fosse andata troppo avanti e avesse lasciato i libertari fermi al palo a domandarsi quale direzione prendere. Un dramma politico che scivola sul personale, tra compagne e compagni anche di vecchissima data che se ne dicono di tutti i colori, in faccia e dietro le spalle. Di certo non un bello spettacolo.” Un capolavoro degno del migliore gossip d’annata, col potere di una pagina di mass media nazionale sulla quale, per assurdo, son state vissute ben altre discordie “di famiglia”, queste però mai giudicate in tale modo  Ma il giudizio, politico e anche culturale, su quel che accade all’editoria anarchica spetta non a voci di corridoio ma all’aperta e franca discussione nel movimento anarchico che c’è, malgrado questi jettatori. 

Sull’articolo di Mario di Vito: Il Manifesto del 19 ottobre 2020 
FPA 

Sulla vita di Paolo Finzi e di A rivista si può leggere: La mia vita dalla a alla A, una lunga intervista.


dobbiamo rassegnarci quindi a perdere una rivista che aveva negli anni (tanti!) acquistato autorevolezza ed era diventata punto di riferimento per il Movimento Anarchico? E che cosa resta da leggere per chi simpatizza per le posizioni espresse nei vari articoli inanellatosi nel corso del tempo? Davvero si chiude qui questa (quasi) cinquantennale esperienza?

sabato 21 novembre 2020

... voglio reagire! ...

Ciao Costanza, 

come può cambiare l'umore in una stessa giornata! Stamane ero di umore nero per tanti motivi e mi sono detto: meglio non scrivere a Costanza, non vorrei trasmetterle le mie paturnie! - poi oggi pomeriggio mi sono messo a sistemare ed ordinare i miei programmi per PC, ho letto un altro capitolo del libro di Massimo Lugli "il giallo Pasolini" ed il tempo è volato. la mia autobiografia è ferma, il mio blog politico è fermo, prosegue il mio blog personale (almeno quello!). Il fatto è che è facile farsi condizionare da questa cappa pesante che ci opprime: notizie del virus tutto il giorno, il disastro della politica italiana (vedi Calabria), quello stronzo di Trump che sta mettendo a soqquadro la più antica democrazia al mondo etc- etc. ma io voglio reagire, resistere a tutto questo!! 
Spero tu stia bene, ti mando un grande abbraccio dalla mia zona rossa, a presto! 

Renato.

venerdì 20 novembre 2020

... disastro Stati Uniti ...

... ma gli Stati Uniti non sono messi meglio di noi ... 

 Trump 70 milioni di voti, settanta milioni di americani che hanno votato per lui. Più di quanti non lo avessero fatto quattro anni fa. 

70 mln di voti sono una forza immensa, una presa immensa nell’elettorato. Qualcosa che impedisce di dire che gli Usa hanno ripudiato Trump: e c’è chi è pronto a combattere con le baionette.

 CITTA’ CONTRO CAMPAGNA, OVUNQUE E SEMPRE -​ Città contro campagna e viceversa. Ovunque negli Usa man mano che si infittisce un centro abitato, lì cresce il voto contro Trump. Al contrario ovunque negli Usa uscire dalle città e entrare nella rete rurale e nelle mini town di centinaia o migliaia di abitanti significa trovare gran maggioranza di elettori pro Trump. I cittadini delle grandi città, anche al Sud, non votano a maggioranza Trump. Gli abitanti del vasto territorio fuori città, perfino in California, votano in maggioranza Trump. Non può essere solo un umore. E’ la rappresentazione palese di un divaricarsi di culture e scelte di vita. E non è solo e sempre modernità e alta scolarizzazione contro tradizione e bassa scolarità. Non è solo questo. E’ una forza profonda quella di Trump e del trumpismo. Una forza che va rispettata, non fosse altro che per la sua imponenza. Imponenza che non diminuirà quando Trump sarà fatto sloggiare, più o meno a forza, dalla Casa Bianca. Una forza imponente, quella che porta ad accettare, anzi a sostenere un atto grottescamente eversivo quale quello di proclamarsi vincitore a dispetto del voto, quale quello di non riconoscere l’esito del voto, quale quello di denunciare come broglio e solo broglio la vittoria altrui. Se più grottesco che eversivo o viceversa, si vedrà. 70 MLN E BAIONETTE, MEZZA AMERICA E’ ANCORA TRUMP -​ Mezza America è ancora Trump, i 70 mln di voti per lui stanno lì a testimoniarlo. Una montagna di voti da rispettare, un trumpismo profondo tutt’altro che svanito. Detto questo, attestato che, come dice da noi la Meloni, il populismo di destra è tutt’altro che in rianimazione, va con lo stesso metro detto che se 70 milioni di voti sono una montagna, 74 milioni di voti sono un Everest. Il populismo di destra non è morto ma la reazione alle sue vette e frane è stata più alta. Biden ha raccolto 74 milioni di voti. Molti di questi voti erano per farla finita con Trump. Farla finita secondo molti di quei 74 milioni con la vergogna di avere come presidente un Donald Trump.​ I settanta milioni di voti per Trump non sono cartapesta e latta come gli otto milioni di baionette di Mussolini. Sono sostanza, sangue e materia viva della società americana. Ma più viva e più numerosa è l’altra America, quella oggi di Biden. Trump ha alzato un enorme muro votivo alla cultura e pensiero della destra estrema e populista, ha impastato alla grande nazionalismo, isolazionismo, razzismo, individualismo, ortodossia e fanatismo religioso, rifiuto dello Sato centrale e ideologia della terra e del sangue (e del fucile) e del dollaro. Nessuno come Trump nella storia americana. Trump che ha potuto dire: “Potrei scendere nelle Quinta Strada e sparare, non perderei in voto”. Ed è stato vero, di voti ne ha guadagnati. Trump che ha potuto dire: i medici ci fanno i soldi con il coronavirus. E non ha perso un voto.​ Ha perso solo l’America. Due volte, prima governandola e poi alle elezioni. Chi rispetta​ e vede la forza di Trump deve con lo stesso metro rispettare e vedere il radicamento, la profondità e l’estensione e la mobilitazione e l’anima e il sangue e le lacrime e la potenza e la dignità del grande paese di 74 milioni di voti che hanno detto: Trump vattene. Trump e il trumpismo restano forti, fortissimi. Dicono il vero e si consolano le Meloni del pianeta. Ma questa constatazione ha spesso qualcosa di per così dire…peloso. Trump è popolo si dice ad attestare una quasi sacralità del fenomeno della destra populista. Certo, Trump è popolo ma c’è stato e c’è più popolo dall’altra parte. Anche l’opporsi alla destra populista è popolo, e per di più di maggioranza. Popolo, non elites.​ Infine, questa ammirazione indiscriminata del “forte”. Se sei forti meriti rispetto e spesso si dice rispetto ma si intende soggezione. Forte? C’ è forte e forte. Un forte mal di testa e un forte appetito non fanno lo stesso effetto e non meritano lo stesso…rispetto.

... disastro Italia ...

Ma il governo si rende conto di non essere in grado di nominare un commissario della sanità per la Calabria senza incorrere in figuracce? Tre commissari nel giro di dieci giorni. Roba da fantascienza di quart’ordine, sembra un filmato horror di quelli con il pomodoro visibilissimo al posto del sangue, solo che qui ci si gioca la salute di una regione intera come la Calabria e ci si gioca la credibilità di un governo, anche se lassù fanno finta di niente. Siamo partiti con il prode Cotticelli, l’ex generale dei Carabinieri che è riuscito nella mirabile impresa di umiliarsi in televisione intervistato da un giornalista, quasi come un ladro beccato con le mani nel sacco. Ha cominciato a balbettare discorsi sconclusionati e poi si è accorto seduta stante di dover essere lui a occuparsi del piano Covid. Un servizio in cui la sua segretaria e l’usciere del palazzo sono apparsi come degli scienziati nei confronti di quel commissario (così lautamente pagato) che sembrava essere invece passato lì per caso. Cotticelli è riuscito a fare ancora di più: si è immolato poi ospite da Giletti dicendo che era «in uno stato confusionale», forse era stato drogato e di non riconoscersi più. Uno schifo. Poi arriva Zuccatelli. Una nomina lampo, non c’è che dire: giusto il tempo di essere nominato (ovviamente come “grande professionista” con la solita liturgia che accompagna ogni nomina politica, anche quando si tratta di amici di partito). Parte forte Zuccatelli, perfino Nicola Fratoianni di Leu ne contesta la nomina. Basta qualche minuto e ecco Zuccatelli in un bel video in cui ci dice che le mascherine «non servono a un cazzo» e che per ammalarci dobbiamo baciarci per almeno 15 minuti. Caos, figuraccia. Arriva il ministro Speranza che dice che Zuccatelli non si può giudicare da un video e che la sua esperienza è fuori discussione. Quindi uno pensa che rimarrà al suo posto. E invece si dimette e ci dice che gliel’ha chiesto Speranza. Quindi? C’è qualcosa di più di quel video che non sappiamo? Boh, niente di niente. Infine in pompa magna viene nominato Eugenio Gaudio, che intanto ha a che fare con un’indagine della Procura di Catania probabilmente presto archiviata, e qualcuno dal governo parla di tandem con Gino Strada. Gino Strada li sbugiarda dicendo che non esiste alcun tandem. Ieri Gaudio ci dice che non può accettare perché, dice proprio così, sua moglie non vuole trasferirsi a Catanzaro. Ieri pomeriggio a Tagadà il ministro Boccia dice addirittura che non vero che il governo l’aveva nominato, che ci stava pensando, poi ci ripensa, balbetta che il ruolo del commissario straordinario per la sanità non sia un ruolo “importante”, poi ci ripensa, poi esce una nota stampa in cui si scopre che Gaudio si è dimesso senza nemmeno confrontarsi con il ministro Speranza. Niente di niente. Finisce così. Che poi Gaudio abbia accettato un ruolo così delicato senza avvisare a casa è una roba che farebbe ridere, se non facesse piangere. A questo punto la domanda è una secca: ma il governo si rende conto di non essere in grado di nominare un commissario per la Calabria senza incorrere in figuracce? E poi: il governo si rende conto della delicatezza del ruolo soprattutto in questo momento? E poi: ma c’è qualcosa che non sappiamo? Sullo sfondo, agitato come una reliquia, quel grande uomo che è Gino Strada e Emergency.

... infanzia 2020 ...

Giornata mondiale dell’Infanzia, l’iniziativa di Unicef: “Scrivete sulle mascherine i vostri messaggi per il futuro” 

La giornata si celebra il 20 novembre di ogni anno e ricorda l’adozione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale dell'Onu nel 1989. In Italia è stata ratificata nel 1991 di F. Q. |

 20 NOVEMBRE 2020 Una Giornata mondiale a difesa dell’Infanzia che quest’anno ha un significato “ancora più importante e particolare”, a causa del difficile momento causato dalla pandemia. Per i giovanissimi, infatti, “che soffrono più di chiunque altro le tante limitazioni imposte dalla crisi sanitaria, è oggi più importante che mai pensare a un futuro oltre il Covid-19″. Sono le parole di Unicef, che per questo ha promosso a livello mondiale una serie di iniziative per ricordare i diritti dell’infanzia, nella 31esima Giornata ufficiale. A partire da “Trasformare il mondo in blu”, per cui oggi edifici storici in tutto il mondo si illumineranno di blu. Anche le persone sono invitate a indossare qualcosa di blu e a cambiare la propria immagine dei profili social, colorandola col filtro del colore dell’infanzia. Inoltre, l’Unicef chiede ai governi di adottare un “Piano a Sei Punti” per proteggere i bambini, che riguardano la promozione dell’apprendimento e le azioni per colmare il digital divide, la garanzia all’accesso ai servizi sanitari e nutrizionali e rendere i vaccini accessibili e disponibili, il sostegno e la protezione della salute mentale dei bambini e dei giovani, per porre fine agli abusi, alla violenza di genere e all’abbandono nell’infanzia. Quest’anno, Unicef Italia ha proposto ai bambini e ai ragazzi di compiere “un gesto simbolico” utilizzando i social: scrivere sulla propria mascherina un messaggio – una parola, una frase, un simbolo – che parli del domani, “del futuro atteso o sperato al di là di questa sorta di ‘era glaciale’ della nostra vita collettiva”. L’iniziativa si chiama “Il futuro me lo leggi in faccia” ed è stata subito accolta dai più giovani, che sui social hanno condiviso i loro messaggi di speranza. La Giornata dell’Infanzia celebra, il 20 novembre di ogni anno, l’adozione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 1989 e ratificata dall’Italia nel 1991: 54 articoli che definiscono i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e i doveri delle comunità che se ne prendono cura.

martedì 17 novembre 2020

... eh già ...

... verità vera! siamo bloccati a casa senza sapere quando finirà tutto questo! 

 E PERCIO' ...

domenica 15 novembre 2020

... i Poveri ...

... I HAVE A DREAM!! Che un giorno possa essere abolita questa festa, semplicemente perchè non ci saranno più poveri sulla Terra e tutti potranno vivere con dignità!

sabato 14 novembre 2020

... Cino ...

... un mio messaggio ieri su Messenger, la sua risposta, il mio numero di cellulare, la telefonata di Cino oggi pomeriggio: un amico ritrovato!

... Joseph ...

... questo vuol essere un piccolo omaggio ad un bimbo di sei mesi morto nel Mediterraneo, nell'indifferenza delle "grandi" nazioni europee!! VERGOGNATEVI !!! Il problema degli emigranti dall'Africa è dunque solo italiano? VOI, MALEDETTI COLONIZZATORI VIGLIACCHI!!

venerdì 13 novembre 2020

... vaccino? ...

... lunedì scorso ho fatto il vaccino antinfluenzale ma i virus di Maria Rosa hanno finito per inquinarmi ... prendere o non prendere l'antibiotico? Questo è il problema!!

giovedì 12 novembre 2020

... San Renato ...

Il significato del nome Renato 

Tutte le curiosità sul nome Renato, dal significato all’onomastico, dalla pietra al colore preferito 

Onomastico L’onomastico si celebra il 12 Novembre, in memoria di San Renato, vescovo di Angers 

Carattere Sei simpatico e alla mano e hai sempre la battuta pronta con autoironia e sorriso riesci a vedere sempre il positivo delle cose 

 Origine del nome Il tuo nome ha origini latine, significa nato di nuovo 

 Cosa ti piace 
Il numero: punti sempre sul 7 
Il colore: il blu dell’acqua ti affascina 
La pietra: lo zaffiro è il tuo amuleto portafortuna
 Il metallo: hai un debole per il fluido mercurio 
L’animale: il leone è il tuo animale guida 
Il segno zodiacale: il sagittario veglia sui tuoi passi 

 Nello spettacolo 

Renato è un singolo dell’omonimo album di Mina 

 La citazione “La musica non è una velleità, è un impegno anche sociale, anche culturale.” – Renato Zero –

martedì 10 novembre 2020

... 2020 ...

... continua l'azione pestifera di questo anno di merda! Devo davvero chiedere scusa ai miei precedenti anni, definiti "anni di merda" ... non avevo ancora vissuto questo schifoso, inqualificabile, mostruoso 2020!! 

... ma ogni cosa giunge al termine ed anche questo maledetto anno finirà!!

sabato 7 novembre 2020

... the victory!! ...

... è finito un incubo, durato 4 lunghi anni! ... ora si tratta di ristabilire una convivenza civile all'interno degli Stati Uniti e nel mondo!

... Ciao Stefano ...

07 NOVEMBRE 2020 13:10 

Musica: è morto Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh | E' stato stroncato dal Covid I Pooh lo piangono uniti su Facebook: "Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti"

 E' morto Stefano D'Orazio, storico batterista dei Pooh. Aveva 72 anni. E' stato anche voce e paroliere. Non aveva figli, ma aveva sposato il 12 settembre 2017, nel giorno del suo sessantanovesimo compleanno, la compagna Tiziana Giardoni. Il dolore dei suoi compagni della sua lunga carriera musicale: "Abbiamo perso un fratello". A darne per primo notizia è stato l'amico Bobo Craxi che sui social ha scritto: "Stefano amico mio. Suona e scrivi anche lassù". Al suo tweet ha fatto seguito, pochi minuti dopo anche quello del giornalista Red Ronnie. Il musicista non aveva figli, ma aveva sposato il 12 settembre 2017, nel giorno del suo sessantanovesimo compleanno, la compagna Tiziana Giardoni. Ha avuto lunghe storie d'amore con Lena Biolcati e con l'annunciatrice Emanuela Folliero. Dodi Battaglia: "Ucciso dal Covid, devastante saperlo morire da solo" - "Stefano D'Orazio era il fratello che io, figlio unico, non avevo. Quando perdi una persona così cara, soffri da morire, ma non ti rendi conto subito di quello che è successo". Dodi Battaglia, chitarrista dei Pooh, ricorda così Stefano D'Orazio. "E' una tragedia. Le lacrime di questo momento sono solo una minima parte di quelle che verseremo quando andremo nell'ufficio in cui c'era lui, quando vedremo una Jaguar bianca come quella che aveva lui o quando vedremo un altro batterista volteggiare con le bacchette come faceva lui". Il dolore è aggravato dal pensiero dell'amico che muore isolato in un letto a causa del Covid-19. "Stefano non stava bene, ma non sembrava niente di così allarmante. Era ricoverato a Roma in una struttura sanitaria. Si era infettato con questo virus, ma come tante altre persone... Fino a tre ore fa aspettavo un messaggio di aggiornamento e invece mi è arrivata questa mazzata che mi ha spezzato le gambe. E' devastante immaginarlo morire in solitudine", confessa Dodi. I Pooh: "Perso un fratello" "Stefano ci ha lasciato! Due ore fa... era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato... oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando... poi, stasera, la terribile notizia". Così su Facebook Red Canzian. "Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre... Roby, Red, Dodi, Riccardo". La sua storia con i Pooh - Nato a Roma il 12 settembre 1948, muove i primi passi da batterista nei The Kings, poi The Sunshines. "Non sapevo neanche cosa volesse dire quel nome", raccontava nella sua autobiografia. Da lì una galleria di incontri che segnano una vita: Dario Bellezza che abita al piano di sotto; Carmelo Bene, che accompagna a colpi di tamburo al Beat 72; e poi Crocetta, il patron del Piper, che aveva inventato Patty Pravo e che porta D'Orazio dai Pooh, nel 1971. "Mi dissero che Valerio Negrini voleva lasciare il gruppo perché era stanco di fare lo zingaro - ricordava, raccontando il suo ingresso nella band -. In realtà lo cacciarono perché non era in linea con il gruppo che stava crescendo rapidamente. Ero un po' perplesso, facevo underground, ero capellone, ma poi scoprii che ci davano davvero dentro". Per i Pooh è stato strumentista, autore e scrittore, dal 1971 al 2009. Il successo della band è planetario: cinquanta milioni di dischi venduti, stadi da 40mila persone pieni, hit come "Noi due nel mondo e nell'anima", "Tanta voglia di lei", "Uomini soli" con la quale vinsero il festival di Sanremo nel 1990, 14 Telegatti e perfino la nomina a Cavalieri della Repubblica. La seconda vita con i musical - Poi l'addio a Roby, Dodi e Red e la svolta di D'Orazio verso il musical, con Aladdin, Pinocchio, Mamma Mia, W Zorro, e la passione per la scrittura. "Dopo 40 anni di lavoro volevo divertirmi. I ragazzi hanno capito che non avrei avuto più l'entusiasmo necessario. Ognuno di noi è come una bottiglia da un litro. Io avevo riempito la mia vita di Pooh e non c'è stato spazio per nient'altro fino al giorno in cui ho deciso di svuotare la mia bottiglia e riempirla di nuovi sapori. Mi rendevo conto dell'improbabilità di avere nuovamente successo. E invece sono arrivati i musical, il libro. Riempire una nuova agenda è stato un attimo". Il ritorno per l'ultimo tour - Con la storica band tornerà pero' sul palco, tra il 2015 e il 2016, per la reunion nel cinquantennale della carriera, con un passaggio con tifo da stadio al Festival di Sanremo. Poi l'abbraccio lunghissimo dei fan suggellato il 31 dicembre dal trionfo alla Unipol Arena di Bologna.

venerdì 6 novembre 2020

... una telenovela ...

... una telenovela con risvolti tragicomici: ecco cos'è diventata l'elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti ... il Trumpismo ha fatto emergere drammaticamente le contraddizioni latenti nella società americana, ora più che mai spaccata in due ...

... prima vittoria ...

Nel recupero della terza giornata i granata vincono a Marassi e lasciano l’ultimo posto in classifica trovando il primo successo in questo campionato. Belotti, recuperato in extremis, gioca titolare ma a decidere la sfida sono Lukic e un autogol di Pellegrini. Inutile il gol di Scamacca nel recupero

mercoledì 4 novembre 2020

... 4 novembre 2020 ...

... onore alle Forze Armate, ancora più indispensabili in questo periodo di emergenza sanitaria!

martedì 3 novembre 2020

... un auspicio ...

un auspicio, solo un auspicio: che queste elezioni americane ci liberino da un figuro come Trump-Merda e che vinca l'America migliore, o meno fetente!

lunedì 2 novembre 2020

... già 45 anni!! ...

Frasi di Pier Paolo Pasolini 158 267 Pier Paolo Pasolini Data di nascita: 5. Marzo 1922 Data di morte: 2. Novembre 1975

 Pier Paolo Pasolini è stato un poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista italiano, considerato tra i maggiori artisti e intellettuali del XX secolo. Culturalmente versatile, si distinse in numerosi campi, lasciando contributi anche come pittore, romanziere, linguista, traduttore e saggista, non solo in lingua italiana, ma anche friulana. Attento osservatore dei cambiamenti della società italiana dal secondo dopoguerra sino alla metà degli anni settanta nonché figura a tratti controversa, suscitò spesso forti polemiche e accesi dibattiti per la radicalità dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi delle abitudini borghesi e della nascente società dei consumi, come anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti. Il suo rapporto con la propria omosessualità fu al centro del suo personaggio pubblico.  Lavori Scritti corsari Pier Paolo Pasolini Lettere luterane Pier Paolo Pasolini La religione del mio tempo Pier Paolo Pasolini  Frasi Pier Paolo Pasolini Consigliato Popolare Recente Essere ( 30 ) Potere ( 21 ) Sul mondo ( 19 ) Proprio ( 19 ) Borghese ( 18 ) Borghesia ( 18 ) „La serietà! Dio mio la serietà! Ma la serietà è la qualità di coloro che non ne hanno altre: è uno dei canoni di condotta, anzi, il primo canone, della piccola borghesia! Come ci si può vantare della propria serietà? Seri bisogna esserlo, non dirlo, e magari neanche sembrarlo! Seri si è o non si è: quando la serietà viene enunciata diventa ricatto e terrorismo!“ — Pier Paolo Pasolini 20 dicembre 1969 Il caos Sull'età 6 „Prevedo la spoliticizzazione completa dell'Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso… Ma sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche. La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.“ — Pier Paolo Pasolini Origine: Da Luisella Re, Pasolini: Il nudo e la rabbia, Stampa sera, 9 gennaio 1975. Egoismo, Genitore, Sulla scuola, Passato 17 „Il moralista dice di no agli altri, l'uomo morale solo a se stesso.“ — Pier Paolo Pasolini 16 „Qual è la vera vittoria, quella che fa battere le mani o battere i cuori?“ — Pier Paolo Pasolini Vittoria 8 „T’insegneranno a non splendere. E tu splendi, invece.“ — Pier Paolo Pasolini 9 „Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economico, che sfugge alle logiche razionali. Io detesto soprattutto il potere di oggi. Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni. È un potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi, reali, precedenti. Sono caduti dei valori, e sono stati sostituiti con altri valori. Sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento. Questa sostituzione non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dal nuovo potere consumistico, cioè la nostra industria italiana pluri-nazionale e anche quella nazionale degli industrialotti, voleva che gli italiani consumassero in un certo modo, un certo tipo di merce, e per consumarlo dovevano realizzare un nuovo modello umano.“ — Pier Paolo Pasolini Origine: Citato nel film del 2006 Pasolini prossimo nostro. Sull'odio, Su Dio, Comportamento, Modo 10 „Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù…“ — Pier Paolo Pasolini Origine: Da Dialoghi con Pasolini, Vie Nuove, n. 42, 28 ottobre 1961. Sull'arte 17 „Non illuderti: la passione non ottiene mai perdono. | Non ti perdono neanch'io, che vivo di passione.“ — Pier Paolo Pasolini, libro La religione del mio tempo da A Chiaromonte La religione del mio tempo Passione, Perdono 8 „Tu sei come una pietra preziosa che viene violentemente frantumata in mille schegge per poter essere ricostruita di una materiale più duraturo di quello della vita, cioè il materiale della poesia.“ — Pier Paolo Pasolini Sulla vita 6 „Io so questo che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. È un rifiuto sorto dal cuore della collettività contro cui non c'è niente da fare. Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all'ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili ed incorruttibili.“ — Pier Paolo Pasolini Cuore, Mare, Storia 4 Help us translate English quotes Discover interesting quotes and translate them. START TRANSLATING „Ma di che specie è il riso che suscita Alberto Sordi? Pensateci un momento: è un riso di cui un po' ci si vergogna.“ — Pier Paolo Pasolini Origine: I film degli altri, La comicità di Sordi: gli stranieri non ridono, 19 gennaio 1960, p. 28 1 „Poiché il cinema non è solo un'esperienza linguistica, ma, proprio in quanto ricerca linguistica, è un'esperienza filosofica.“ — Pier Paolo Pasolini Origine: Da Poeta delle ceneri. Ricerca 4 „Il razzismo è un odio di classe inconscio. Si confronti il razzismo americano: esso è stato appunto, fino a oggi e ancora oggi, un odio di classe inconscio. Ma dal momento che i negri hanno incominciato a lottare e avere consapevolezza di sé come classe povera, l'odio razzistico, oscuro e indecifrabile, di sta trasformando in un chiarissimo e decifrabilissimo odio di classe. L'odio cioè che un borghese italiano prova per un comunista, non per un «terrone» o un carcerato (che è ancora oscuro e indecifrabile).“ — Pier Paolo Pasolini 11 ottobre 1969 Il caos Su Dio 3 „La solitudine: bisogna essere molto forti | per amare la solitudine […].“ — Pier Paolo Pasolini da Versi del testamento, vv. 1-2; 1997, p. 157 Trasumanar e organizzar Solitudine 13 „L'Italia – al di fuori naturalmente dei tradizionali comunisti – è nel suo insieme ormai un paese spoliticizzato, un corpo morto i cui riflessi non sono che meccanici. L'Italia cioè non sta vivendo altro che un processo di adattamento alla propria degradazione. […] Tutti si sono adattati o attraverso il non voler accorgersi di niente o attraverso la più inerte sdrammatizzazione.“ — Pier Paolo Pasolini Origine: Da Abiura dalla Trilogia della vita, Corriere della Sera, 9 novembre 1975; citato in Trilogia della vita. Le sceneggiature originali de Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il Fiore delle Mille e una notte, Garzanti, Milano, 1995, p. 773. Sui cani, Morto 7 „Il successo non è niente. Il successo è l'altra faccia della persecuzione. E poi il successo è sempre una cosa brutta per un uomo.“ — Pier Paolo Pasolini Origine: Dall'intervista di Enzo Biagi nella puntata del 27 luglio 1971 (che non andò mai in onda) del programma televisivo Terza B, facciamo l'appello. Successo 5 „L'amore infine è aridità.“ — Pier Paolo Pasolini, libro L'usignolo della Chiesa Cattolica da Lingua, v. 64; p. 58 L'usignolo della Chiesa Cattolica Sull'amore 3 „Io ti ricordo, Narciso, avevi il colore | della sera, quando le campane | suonano a morto.“ — Pier Paolo Pasolini, libro La meglio gioventù La meglio gioventù Morto 7 „E, come un giovane, senza pietà | o pudore, io non nascondo | questo mio stato: non avrò pace, mai.“ — Pier Paolo Pasolini, libro La religione del mio tempo da La rabbia, vv. 88-90; p. 120 La religione del mio tempo Rabbia, Sulla pace, Sui giovani 2 „[…] io credo nel progresso, non credo nello sviluppo E nella fattispecie in questo sviluppo. Ed è questo sviluppo, semmai, che dà alla mia natura gaia una svolta tremendamente triste, quasi tragica.“ — Pier Paolo Pasolini Natura 5 „Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Etiam egestas wisi a erat. Morbi imperdiet, mauris ac auctor dictum.“ 

... Ciao Mandrake ...

Gigi Proietti, le battute e le frasi indimenticabili tra teatro, vita, cinema e tv Le frasi celebri di Mandrake, e di altri personaggi, le battute di spirito e le riflessioni profonde di Elsa Messina Gigi Proietti, le battute e le frasi indimenticabili tra teatro, vita, cinema e tv shadow 

 Ci ha lasciato nel giorno del suo ottantesimo compleanno Gigi Proietti e molti in rete hanno commentato che questa è una vera “mandrakata” da parte di questo gigante dello spettacolo italiano, citando uno dei suoi personaggi più famosi, Mandrake, lo scommettitore incallito del film «Febbre da Cavallo» di Steno. Sarà per questo che quando si ricordano le sue battute celebri realtà e finzione, vita e teatro (o cinema, o tv) si mescolano. Ne abbiamo recuperate alcune. Sul mestiere dell’attore Il teatro è un gioco «Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere». Quando ricevette il nastro d’argento alla carriera, nel 2018 «Sono contento e sorpreso perché quando mi fanno le interviste capita sempre che un intervistatore a un certo punto mi chieda “Proietti, lei poco cinema....come mai?” Adesso io questo premio me lo metto in tasca e la prossima volta che me lo chiedono lo tiro fuori dalla tasca e faccio “Tiè!” Come Alberto Sordi» La comicità «La comicità è una questione complessa, non basta mettere in scena una cosetta simpatica per guadagnarsi gli applausi». Teatro popolare «Teatro popolare è uno slogan vuoto che ha senso solo se lo spazio diventa davvero popolare, se la gente avverte che stai lavorando in una certa direzione e non, pardon, per farti le pippe» Gi attori poco etici «Non amo quegli attori che dicono che fanno teatro ma in verità lo fanno solo quando non hanno di meglio da fare. Non è etico» Sugli uomini L’amicizia «Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ride, mi insospettisce» Mandrake? Esiste ancora «Non credo che i giocatori come Mandrake siano scomparsi. Un tipo come Er Pomata non smetterà mai di giocare, di rubare dalla borsetta della moglie. Magari hanno spostato i loro interessi. E, mettiamo, dai cavalli sono passati ai videopoker, oppure alle puntate alla roulette online. In realtà cambiano i giochi, ma i giocatori mai. C’è gente che scommetterebbe anche su quando cade la prima goccia di pioggia». (Da Il Messaggero, intervista) I capelli bianchi «Mi sono liberato da quando non mi tingo più. Girando Il maresciallo Rocca cominciavo a imbiancare, bisognava ritoccare sempre: sembravo incatramato. Una volta venne uno a farmi la tinta a casa e uscì fuori un colore violaceo. Sul set erano disperati. Allora ho deciso di tagliarmi i capelli. Per abituarti al bianco ci metti tempo, passi davanti a una vetrina e ti domandi: chi è quel signore anziano?» I valori «Nella totale perdita di valori della gente, il teatro è un buon pozzo dove attingere». La vecchiaia La vecchiaia c’è e non puoi farci niente. Non mi ricordo chi ha detto: “Alla mia età, la malattia è questa”. È una malattia da logoramento, però non mi va di essere pessimista, ringrazio i miei genitori per il senso dell’ironia. Aiuta» L’educazione sessuale «Per indicare gli organi sessuali si passa dal termine scientifico alla parolaccia, in mezzo non c’è niente. Per un linguaggio familare da tavola, non abbiamo parole come orecchio, braccia (e intanto iniza a bere) ma solo dei vezzeggiativi imbecilli, cretini... Pisellino, pirulino... E allora come lo chiami? Giuseppe?» (Monologo da «A me gli occhi please») Dal cinema Il giocatore ai cavalli nella definizione di Madrake «Chi è che gioca ai cavalli? È è un misto, un cocktail, un frullato de robba: un minorato, un incosciente, un regazzino, un dritto e un fregnone, un milionario pure se nun c’ha na lira e uno che nun c’ha na lira pure se è milionario. Un fanatico, un credulone, un buciardo, un pollo, è uno che passa sopra a tutto e sotto a tutto, è uno che ‘mpiccia, traffica, imbroglia, more, azzarda, spera, rimore e tutto per poter dire: Ho vinto! E adesso v’ho fregato a tutti e mo’ beccate questa… tié!. Ecco chi è, ecco chi è il giocatore delle corse dei cavalli». (Da «Febbre da Cavallo»). «Il gioco è una cosa seria» «Signor Conte io non scherzo. Non scherzo mai.. Io gioco. Sì, er gioco è una cosa serissima. Perché chi scherza lo fa pe divertisse, ma chi gioca punta, s’illude, s’inventa un lieto fine.. Che non arriva mai» (Da «Febbre da Cavallo») Dialogo tra la morte (Proietti) e Brancaleone (Vittorio Gassman) Brancaleone: «Chi è? Chi sie?» Morte: «Son la tua morte! Non mi chiamasti?» Brancaleone: «I-io?» Morte: « Sì. Fosti tu a invocarmi!» Brancaleone: «Ah, aah sì... parole che sfuggono, nell’empito dei sentimenti... e che si sape mai furon prese a serietà» Morte: «D’ora innante lo saranno. Preparat’a morire!» Brancaleone: «Lo come? In sull’istante?» (Da «Brancaleone alle crociate» Sulla tv «La televisione è un apparecchio che ha trasformato la cerchia familiare in un semicerchio» Sul cibo «Happy Hour? Io sono più tipo da panzanelle e pane all’olio, da aperitivo agricolo, diciamo» GIGI PROIETTI, I PERSONAGGI, I VIDEO, LA CARRIERA Walter Veltroni: «Gigi Proietti è morto: e ora Roma ha un colle in meno» Con Sagitta, una grande e bella storia d’amore Gigi Proietti, maestro dello sketch e della barzelletta 2 novembre 2020 (modifica il 2 novembre 2020 | 13:21)

domenica 1 novembre 2020

... untouchable Sean ...

... ci ha lasciato un grande attore, un mito del cinema, uno scozzese fiero della sua terra, un grande uomo!!