mercoledì 21 ottobre 2020

... dal blog di Enrico ...

Un’infamia 

Ottobre 18, 2020 di Enrico Finzi 

 Dedico questo post alla memoria di mio fratello Paolo, libertario, del cui suicidio mi sono occupato qui a fine luglio. E lo faccio sull’onda dell’indignazione, dopo aver letto il comunicato della redazione che annuncia la chiusura di A-rivista anarchica adducendo come motivo il rispetto della volontà testamentaria di Paolo che A non proseguisse. Si tratta d’un falso: mio fratello non ha scritto alcunché in merito. Il suo testamento, ora pubblico, non fa cenno di tale decisione. Vorrei che fosse chiaro che la decisione di non dare un futuro ad A è stata presa da un minuscolo gruppo di persone; non è stata condivisa da me e da tante compagne e compagni; ribalta orientamenti sino a poco tempo fa accettati. Quando Paolo si è tolto – disperatamente – la vita, subito molti hanno progettato tre interventi. Il primo, ovvio e doveroso, volto a far uscire un nuovo numero della rivista dedicato al suo cofondatore e direttore: infatti sono stati raccolti o sollecitati contributi di anarchiche e anarchici, mentre è iniziata la selezione di testi scritti da Paolo. Non aver consentito questo numero è un’infamia, tanto più che erano state messe a disposizione le risorse finanziarie necessarie. Pensavamo poi a un passo successivo: far uscire altri due numeri per arrivare alla primavera prossima, cioè al 50esimo anniversario della fondazione di A. Studiavamo un ricorso alla solidarietà delle compagne e dei compagni, oltre a un contributo straordinario di non anarchici ma estimatori della rivista (me incluso). Da marzo 2021 in poi, non nascondendoci le grandi difficoltà, ipotizzavamo una prosecuzione a costi abbattuti, ricorrendo all’on line. L’idea è sempre stata quella di impegnare la meravigliosa comunità dei libertari e di alcuni supporter in uno sforzo condiviso, anche se Paolo lo riteneva improbabile. Non quattro ma tre gatti hanno affondato tale progetto in tre stadi, facendo prevalere – a seconda dei casi – odio inveterato o debolezza personale (da malattia, fragilità umana, ricatto, stress, vigliaccheria). Sono amareggiato, schifato, infuriato. E credo di non essere solo, anzi. Paolo meritava molto di più. E anche il mondo libertario. Per finire, un’osservazione: se anche mio fratello si fosse espresso a favore dell’uccisione di A, nostro dovere sarebbe stato di contraddirlo coi fatti. Io ci credo ancora.

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