sabato 31 ottobre 2020
... 156,3 KM ...
... 156,3 KM ... tanti ne ho fatti oggi in macchina per il giro ai Cimiteri, l'acquisto di frutta e verdura dal contadino e la visita ai cognati ... e anche il mese di ottobre viene archiviato!
venerdì 30 ottobre 2020
... Godot is here! ...
... il pacchetto è arrivato finalmente, ma non funziona! ... riproverò ma sarà difficile riuscire ...
giovedì 29 ottobre 2020
... HELP!! ...
E' notizia recente la proposta di cancellazione di Rai Storia, presentata dall'Amministratore Delegato della Rai Fabrizio Salini al CDA. La chiusura del canale e l'accorpamento della sua programmazione a Rai5, in nome della spending review e del taglio dei costi, rischia ulteriormente di marginalizzare la già ridotta funzione educativa e pedagogica del servizio pubblico italiano.
Fatti per la Storia, portale che fa dell'accessibilità della divulgazione storica in Italia la sua mission, intende rimarcare l'importanza culturale e la funzione sociale di un canale pubblico come Rai Storia, soprattutto in un contesto storico in cui si taglia continuamente su scuola, università e ricerca.
Con questa petizione vogliamo sottolineare come, a differenza della proposta presentata in CdA Rai, il canale Rai Storia vada potenziato, migliorato e maggiormente pubblicizzato.
La divulgazione storica può essere un antidoto ad una pericolosa deriva
antiscientifica e revisionista (quando non sfocia nel negazionismo complottista tout court). Una deriva a cui assistiamo sempre più spesso nel dibattito pubblico nazionale, soprattutto in merito a tragici periodi della nostra storia.
Difendiamo Rai Storia perché è la nostra voce sul piccolo schermo e perché senza conoscenza del passato non può esserci costruzione del futuro.
... cambio gomme ...
... eh si! ... comincia la stagione invernale anche per la mia Opel ... e mi sa che staremo insieme ancora per un bel po'!!
sabato 24 ottobre 2020
... una giornata serena ...
... una giornata serena, passata in compagnia di Gianni e Maria, miei cognati ... ma i discorsi finiscono inevitabilmente sulle vicine sanguisughe e sul Covid, temibili entrambi ... URGE SOLUZIONE !!!
venerdì 23 ottobre 2020
... 100-RODARI ...
Gianni Rodari è nato a Omegna nel 1920. Dopo aver conseguito il diploma magistrale, per alcuni anni ha fatto l’insegnante. Al termine della Seconda guerra mondiale ha intrapreso la carriera giornalistica, che lo ha portato a collaborare con numerosi periodici, tra cui «L’Unità», il «Pioniere», «Paese Sera». A partire dagli anni Cinquanta ha iniziato a pubblicare anche le sue opere per l’infanzia, che hanno ottenuto fin da subito un enorme successo di pubblico e di critica. I suoi libri hanno avuto innumerevoli traduzioni e hanno meritato diversi riconoscimenti, fra cui, nel 1970, il prestigioso premio «Hans Christian Andersen», considerato il «Nobel» della letteratura per l’infanzia.
Negli anni Sessanta e Settanta ha partecipato a conferenze e incontri nelle scuole con insegnanti, bibliotecari, genitori, alunni. E proprio dagli appunti raccolti in una serie di questi incontri ha visto la luce, nel 1973, Grammatica della fantasia, che è diventata fin da subito un punto di riferimento per quanti si occupano di educazione alla lettura e di letteratura per l’infanzia. Gianni Rodari è morto a Roma nel 1980. Tra le sue opere più significative: Le avventure di Cipollino, Gelsomino nel paese dei bugiardi, Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Il libro degli errori, C’era due volte il barone Lamberto.
mercoledì 21 ottobre 2020
... aspettando Godot ...
... sto aspettando che mi consegnino il pacchetto con un altra edizione di Alexander (sperando che questa funzioni) ma conto anche i giorni che ci separano dal nuovo blitz a San Giorio e dal lavoro tremendo e disperatissimo di preparazione delle scatole per il trasloco, ma sono anche in attesa di una soluzione per quanto riguarda l'applicazione di laser ai miei due occhi, azione che deve precedere la tanto temuta asportazione della cataratta, ed attendo infine, oltre la soluzione definitiva dei nostri problemi, la recessione tanto agognata di questa incredibile, mostruosa pandemia!
... dal blog di Enrico ...
Un’infamia
Ottobre 18, 2020 di Enrico Finzi
Dedico questo post alla memoria di mio fratello Paolo, libertario, del cui suicidio mi sono occupato qui a fine luglio.
E lo faccio sull’onda dell’indignazione, dopo aver letto il comunicato della redazione che annuncia la chiusura di A-rivista anarchica adducendo come motivo il rispetto della volontà testamentaria di Paolo che A non proseguisse.
Si tratta d’un falso: mio fratello non ha scritto alcunché in merito. Il suo testamento, ora pubblico, non fa cenno di tale decisione.
Vorrei che fosse chiaro che la decisione di non dare un futuro ad A è stata presa da un minuscolo gruppo di persone; non è stata condivisa da me e da tante compagne e compagni; ribalta orientamenti sino a poco tempo fa accettati.
Quando Paolo si è tolto – disperatamente – la vita, subito molti hanno progettato tre interventi.
Il primo, ovvio e doveroso, volto a far uscire un nuovo numero della rivista dedicato al suo cofondatore e direttore: infatti sono stati raccolti o sollecitati contributi di anarchiche e anarchici, mentre è iniziata la selezione di testi scritti da Paolo.
Non aver consentito questo numero è un’infamia, tanto più che erano state messe a disposizione le risorse finanziarie necessarie.
Pensavamo poi a un passo successivo: far uscire altri due numeri per arrivare alla primavera prossima, cioè al 50esimo anniversario della fondazione di A. Studiavamo un ricorso alla solidarietà delle compagne e dei compagni, oltre a un contributo straordinario di non anarchici ma estimatori della rivista (me incluso).
Da marzo 2021 in poi, non nascondendoci le grandi difficoltà, ipotizzavamo una prosecuzione a costi abbattuti, ricorrendo all’on line.
L’idea è sempre stata quella di impegnare la meravigliosa comunità dei libertari e di alcuni supporter in uno sforzo condiviso, anche se Paolo lo riteneva improbabile.
Non quattro ma tre gatti hanno affondato tale progetto in tre stadi, facendo prevalere – a seconda dei casi – odio inveterato o debolezza personale (da malattia, fragilità umana, ricatto, stress, vigliaccheria).
Sono amareggiato, schifato, infuriato. E credo di non essere solo, anzi.
Paolo meritava molto di più. E anche il mondo libertario.
Per finire, un’osservazione: se anche mio fratello si fosse espresso a favore dell’uccisione di A, nostro dovere sarebbe stato di contraddirlo coi fatti. Io ci credo ancora.
martedì 20 ottobre 2020
... Paolo Finzi ...
È morto lasciandosi travolgere da un treno poco fuori dalla stazione di Forlì, sulla linea Bologna-Ancona. Paolo Finzi, 69 anni – negli ultimi anni sembra che vivesse nel Ferrarese – era un personaggio di grande rilievo nella galassia anarchica italiana, giornalista, autore di dossier e di biografie di personaggi dell’anarchia come Errico Malatesta e Alfonso Failla. Partì da Milano. E a Milano si dice Circolo Ponte della Ghisolfa per spiegare una bandiera nera con la grande A circolata.La storia umana e politica di Paolo Finzi passa di lì, dal luogo simbolo dell’anarchismo ambrosiano, quando la sua vita s’intreccia con quella di Pino Pinelli, il ’maestro anarchico’. Ma è una storia che viene da più lontano perché Finzi, venuto al mondo a Milano nel 1951, riceve certe stimmate di sinistra libertaria già in famiglia, dalla madre Matilde Bassani, ferrarese, socialista, arrestata nel 1942 per avere fatto parte di una rete clandestina, poi impegnata a Roma in Bandiera Rossa.
Il Ponte della Ghisolfa nasce il 1° maggio 1968 e Finzi, diciassettenne, non perde tempo per aderire. La sera terribile del 12 dicembre 1969, a poche ore dalla strage di piazza Fontana, è il più giovane dei fermati dalla polizia. Pinelli che muore precipitando da una finestra della questura. Pietro Valpreda, il ballerino anarchico, alla gogna come l’assassino stragista. Violenza, sangue, misteri, menzogne. Niente di più lontano dal ragazzo Finzi, intelligente, gentile, sensibile, pronto al confronto, animato nel suo essere anarchico da quel che si potrebbe definire rigore etico. Ritroverà Valpreda negli anni ‘80 e lo accompagnerà per conferenze.
Nel 1971 Paolo Finzi è tra i fondatori di "A-Rivista Anarchica", redattore e direttore. Tre anni dopo un altro incontro della vita. Fabrizio De André ha solo 34 anni, ma è già consegnato al destino di icona. Ha chiuso il capitolo genovese e vive a Milano con Dori Ghezzi, la nuova compagna. Finzi racconta in un’intervista a Radio Radicale quel primo approccio con il cantautore in una stanza dell’Hotel Cavour. Prima ancora dell’incontro fra due spiriti affini è quello fra due grandi timidezze.
"Andai col cuore tremante, perché conscio che era il padre eterno della musica italiana. L’uomo era timidissimo, esattamente quanto me, ma ruppe l’imbarazzo del colloquio dicendo: ‘Leggo la vostra rivista da tre anni’". Fabrizio aveva 15 anni quando il padre gli aveva portato da Parigi dischi di Georges Brassens. La parola "anarchia", nella quale non si era mai imbattuto, lo incuriosiva al punto da condurlo nella sede degli anarchici di Genova e poi a Carrara, storica capitale dell’anarchismo. "Fabrizio De André – dice Finzi nell’intervista – era anarchico per autodefinizione privata e pubblica". Cita una frase dell’amico: "Non c’è nessun ideale e movimento che io ritengo che sia stato vicino a me come l’anarchismo".
La vita di Paolo Finzi è anche la storia di una lunga, ininterrotta fedeltà a ’Faber’, proseguita dopo la scomparsa dell’autore de Il bombarolo. Nel 2000 cura il dossier Signora libertà, signorina anarchia, verso di Se ti tagliassero a pezzetti. L’anno successivo produce il cd Ed avevamo gli occhi troppo belli, presentato al campo nomadi di via Idro, a Milano, presenti Dori Ghezzi e don Andrea Gallo, il prete da strada di Genova che dice di seguire il vangelo secondo De André. Nell’album alcuni parlati di Fabrizio durante i concerti, una versione inedita di Se ti tagliassero a pezzetti e l’ancora sconosciuta I Carbonari. Cd, dvd. Ma la divisa di un altro colore, Mille papaveri rossi, fino, nel 2006, al dvd A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli Zingari che Finzi dedica a De André e al suo impegno a favore di Rom e Sinti.
Fabrizio e Paolo. Una grande amicizia. Forte. Più forte anche della morte.
lunedì 19 ottobre 2020
... PECCATO!! ...
rivista anarchica
Care compagne e compagni, lettrici e lettori,
utilizziamo la nostra mailing list per raggiungere quante e quanti, in questi anni, hanno sostenuto la rivista, così come tutti i progetti editoriali di Editrice A, ne hanno condiviso la vita e ci hanno voluto bene.
Il 20 luglio scorso Paolo Finzi, tra i fondatori, redattore e principale sostenitore di “A” e di Editrice A, ha deciso di lasciarci.
La redazione, addolorata e frastornata dalla sua decisione, ha inizialmente ipotizzato di poter continuare a portare avanti, seppure tra gravi difficoltà economiche, il progetto che Paolo ha curato per 49 anni.
Questo però non accadrà in ragione della precisa decisione di Paolo, che tra le sue ultime volontà ha indicato di “cessare l'attività” di Editrice A.
È evidente che per l’affetto e il rispetto che portiamo nei confronti di Paolo e della sua opera, seguiremo le sue indicazioni.
Ringraziamo tutti coloro che hanno condiviso i progetti editoriali di Editrice A, li hanno sostenuti e sono stati vicini in questi anni alla redazione e a Paolo, certi che ne conserveranno la memoria.
Ringraziamo le collaboratrici e i collaboratori (numerose e numerosi – un dettagliato elenco è stato pubblicato su “A” 400, estate 2015, e da allora la lista si è arricchita), le abbonate e gli abbonati, le lettrici e i lettori, i punti vendita, le compagne e i compagni che hanno distribuito i nostri prodotti in maniera militante.
Ringraziamo tutte le persone che in queste settimane hanno inviato sottoscrizioni e donazioni; ci sono di grande aiuto in questo momento di difficoltà economica.
Sarà nostra cura riportare sul nostro sito l'elenco di tutte le sottoscrizioni arrivate.
La redazione resterà aperta fino al completamento delle pratiche di chiusura di Editrice A.
Concludiamo con alcune comunicazioni:
Rimborsi
A causa della grave posizione debitoria in cui si trova la rivista, a tutte le persone che in questi due mesi hanno sottoscritto o rinnovato abbonamenti, e ai/alle titolari di abbonamenti in corso, offriamo – come rimborso – del materiale da noi prodotto in questi anni.
L'elenco dei prodotti disponibili sarà pubblicato a breve sul nostro sito in una sezione dedicata.
Appello
A tutti i compagni e le compagne che hanno del nostro materiale in conto vendita chiediamo, sulla base della fiducia che ha sempre contraddistinto i nostri rapporti, di inviarci eventuali ricavi delle vendite effettuate, coi soliti canali indicati sul nostro sito, nella sezione Contatti.
Grazie di cuore a tutte e tutti,
Editrice A soc. coop.
--
www.arivista.org | arivista@arivista.org | Twitter I Facebook
ho letto la Vostra E-mail e l'ho riletta: stentavo a crederci - e così mollate ad un passo dal cinquantenario? E ci private di una voce importante, a maggior ragione oggi, nel caos in cui siamo immersi? Spero in un Vostro ripensamento!
... VEROGNA!!! ...
All'attenzione del Presidente Urbano Cairo:
A nome di un tifoso granata, ormai completamente disaffezionato dalla Sua gestione, e spero a nome di tanti altri tifosi, Le chiedo di vendere il Torino Fc per, almeno, i seguenti motivi:
- per non aver mai avuto un progetto sportivo coerente e di crescita per la squadra;
- per non aver mai mostrato interesse per l'acquisto del Filadelfia, lasciandolo incompleto;
- per non aver mai costruito un museo sul Torino, lasciando uno dei migliori musei sportivi al mondo in mano a volontari;
- per aver svalutato uno dei migliori settori giovanili italiani;
- per non aver mai palesato obiettivi ambiziosi;
- per non aver mai mostrato interesse all'acquisto dello stadio, prerogativa di qualunque squadra che abbia un minino di obiettivi a lungo termine;
- per aver lasciato il Robaldo in condizioni disastrose, nonostante da 4 anni abbia vinto la gara d'appalto;
- per aver anche solo osato accostare il suo nome alla gestione del Presidente Ferruccio Novo;
- per non aver mai sviluppato un organico societario degno del nome, accentrando su di sé tutte le decisioni, spesso sbagliate e costose;
- per aver ucciso la passione che tanti provavano nel tifare la Sua squadra;
- per non aver mai fatto un calciomercato che completasse la squadra in ogni reparto.
Mi scuso se ho tralasciato alcuni aspetti, e Le chiedo, in ultima analisi, di rispettare almeno una delle promesse che ha fatto: lasciare il Toro nel momento in cui i tifosi non l'avrebbero più voluta. Ecco, i tifosi non La vogliono più.
Lei non c'entra nulla con la Storia del Toro, con i suoi valori e con i suoi tifosi (se ne rimarranno, dopo la Sua gestione).
Venda il Toro, unica speranza per non farlo morire.
Lorenzo Bazzano, ex tifoso.
MILANO - La classifica del campionato di Serie A alla quarta giornata.
Milan 12
Sassuolo 10
Atalanta 9
Juventus 8
Napoli 8 (-1)
Inter 7
Roma 7
Verona 6*
Benevento 6
Sampdoria 6
Lazio 4
Cagliari 4
Fiorentina 4
Spezia 4
Genoa 3**
Bologna 3
Parma 3
Udinese 3
Crotone 1
Torino 0
* Una partita in meno
** Due partite in meno
domenica 18 ottobre 2020
sabato 17 ottobre 2020
venerdì 16 ottobre 2020
... nei miei sogni ...
... forse è la volta buona che riesco a cambiare la mia auto e sarà l'auto che mi accompagnerà fino al termine della mia esperienza terrena!!
mercoledì 14 ottobre 2020
... P67 -- A381 ...
... giornata di "LASER" ... stamane io mi sono recato all'Oftalmico di via Juvarra per prenotare il laser a tutti e due gli occhi: missione fallita!! ... oggi pomeriggio Maria Rosa si è recata all'Oftalmico di via Cherasco per un'applicazione laser ed a lei è andata bene, per fortuna!!
lunedì 12 ottobre 2020
sabato 10 ottobre 2020
... avanti con il "DEC" ...
... oggi ho continuato l'opera di "decluttering" con quadri e quadretti ... e domani torniamo a Torino ...
venerdì 9 ottobre 2020
giovedì 8 ottobre 2020
... EDDIE ...
Eddie van Halen, leggenda del rock, è morto a causa di un cancro ai polmoni, che stava cercando di curare da tempo. Aveva appena 65 anni. Fonti a lui vicine hanno fatto sapere che è scomparso al St. John's Hospital di Santa Monica, in California. La moglie, Janie Liszewski, si trovava al suo capezzale insieme al figlio Wolfgang e ad Alex, il fratello maggiore e batterista con il quale, nel 1972, aveva formato i Van Halen. I medici, secondo quanto riportato dal bollettino sanitario, nelle ultime 72 ore avevano segnalato una progressiva espansione del tumore che si era propagato fino al cervello. Pesante fumatore, nonostante cinque anni fa abbia tentato tutto il possibile per sconfiggere la malattia recandosi in Germania per una serie di trattamenti di radioterapia, da sempre pensava che il cancro lo avesse colpito per via del plettro di metallo che aveva l'abitudine di tenere in bocca. Tuttavia, anche se sofferente, van Halen non aveva smesso di andare ai concerti - amava moltissimo i Tool - suonando sempre con una grande energia con il figlio, classe 1991, avuto dall'attrice Valerie Bertinelli e che nel 2006 era diventato il nuovo bassista dei Van Halen.
È raro che la parola 'leggenda' venga utilizzata con il giusto peso ma, per Edward Lødewijk 'Eddie' van Halen, olandese naturalizzato statunitense, non era affatto eccessiva. Nato a Nimega il 26 gennaio 1955 è periodicamente arrivato ai gradini più alti di tutte le classifiche dedicate ai migliori chitarristi, annoverato non solamente come virtuoso ma anche tra gli artisti con lo stile più originale e innovativo. S'inventò uno dei tapping - tecnica con la quale si suona il manico della chitarra con entrambe le mani - più sorprendenti della storia. Era un misto di passione e tecnica, perché usava lo strumento come qualcosa di 'alieno', cercando ogni volta di tirar fuori progressioni mai sentite prima. Chiunque abbia cominciato a suonare la chitarra elettrica, affascinato dai suoni hard rock e poi heavy metal, ha studiato con Eddie. Per la rivista specializzata Guitar World, van Halen è addirittura sul podio mentre Rolling Stone lo ha classificato all'ottavo posto tra i cento migliori chitarristi di sempre. Il 'Paganini' dell'elettrica, qualcuno ha amato definirlo.
mercoledì 7 ottobre 2020
... decluttering ...
... eccoci a San Giorio, e questa volta con l'impegno di "eliminare le cose inutili" ... è l'alba di un nuovo periodo della mia vita!
martedì 6 ottobre 2020
... ripartenza ...
... domani si riparte per San Giorio in questa che sta diventando una sarabanda infernale, creata dalla solita succhia sangue!
domenica 4 ottobre 2020
sabato 3 ottobre 2020
... 3/10/2020 ...
... le parole, gli scritti paiono superflui di fronte ad una tragedia che si consuma sotto gli occhi indifferenti dell'Europa e del mondo!
venerdì 2 ottobre 2020
giovedì 1 ottobre 2020
... W gli anziani! ...
Mattarella: «L'esempio degli anziani è un patrimonio straordinario che non dobbiamo e non vogliamo disperdere»
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
«La Giornata Internazionale delle persone anziane compie trent’anni. È stata deliberata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per porre all’attenzione degli Stati e delle pubbliche opinioni il tema dell’invecchiamento della popolazione, con le necessità di assistenza e di cura che esso porta con sé, ma anche con tutte le potenzialità che le generazioni più mature possono esprimere in favore della comunità.
La Giornata di oggi assume un significato del tutto particolare, di fronte alla pandemia che tiene impegnato il mondo intero e che ha fin qui colpito in misura prevalente proprio gli anziani, spezzando vite e affetti, mettendo in evidenza la fragilità della loro salute, costringendoli in molti casi all’isolamento e, dunque, a un rischio di grave emarginazione e discriminazione.
Tutte le comunità hanno bisogno dell’apporto delle diverse generazioni. Ogni generazione ha un contributo indispensabile da portare al bene comune. Con sgomento, in questi mesi, siamo stati testimoni della sofferenza e della morte di tante persone anziane. E laddove la diffusione del virus è stata più ampia o dove le condizioni di indigenza erano più critiche, lo strazio è stato anche maggiore.
La composizione della popolazione mondiale sta cambiando velocemente. L’innalzamento dell’età media e il prolungamento della vita sono trasformazioni sociali tra le più significative a livello globale. La grande sfida contro la fame e la povertà passa dalla capacità di affrontare la questione demografica con senso di umanità e spirito di cooperazione. La qualità del nostro stesso modello di comunità e di sviluppo dipende anche da come sapremo garantire i diritti e i servizi ai cittadini di età più avanzata e da come sapremo integrarli nei processi sociali, incalzati da mutamenti molto veloci ma sempre bisognosi di dialogo e di solidarietà.
Tante volte sono gli anziani a insegnarci il rispetto dei valori, a ricordarci le radici, a indicarci la strada della dignità, della dedizione, della generosità. Il loro esempio in questo tempo difficile è un patrimonio straordinario che non dobbiamo e non vogliamo disperdere».
Roma, 01/10/2020
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