By Patrizia Gallina -14 Agosto 2020
Polonia: lo sciopero di Danzica del 14 agosto 1980.
Il grande sciopero di Danzica del 14 agosto 1980 presso i cantieri Lenin ha radici ben più profonde. La popolazione della Polonia, nell’estate di quell’anno, stava vivendo una situazione di grande malcontento che stava attanagliando l’intero Paese. L’improvviso licenziamento dell’operaia Anna Walentynowicz dai cantieri di Danzica rappresentò l’evento che scatenò la protesta dei lavoratori che avrebbe poi gettato le basi per la fondazione del sindacato Solidarnosc. I cittadini polacchi avevano preso coraggio già dopo la visita di Papa Giovanni Paolo II del 1979.
Il pontefice, in quell’occasione, rivolgendosi agli operai di Nowa Huta, gli ricordò che la «Chiesa non ha paura del mondo del lavoro», e subito dopo ribadì il suo concetto affermando che Cristo non avrebbe mai approvato che l’uomo sarebbe stato usato «come semplice mezzo di produzione». Inoltre, c’era un clima di sospetto ed esasperazione nei confronti del regime sovietico, e a poco erano valsi dei provvedimenti apparentemente in favore della classe operaia, come ad esempio il leggero aumento dei salari sancito dal governo locale in seguito ad alcune rimostranze per il rincaro del prezzo della carne.
Le cause dello sciopero ai cantieri di Danzica.
Infatti, se all’apparenza la misura varata dal governo polacco sembrava aver rasserenato un pochino gli animi, in gran segreto si tenevano riunioni tra gli operai. Il 16 luglio 1980 la maggioranza comunista che era alla guida della Polonia comunicò che ci sarebbe stato un aumento del costo della carne del 30%, ma questo non avrebbe riguardato la carne ovina. A questo punto l’esasperazione giunse al culmine e partirono le prime proteste di piazza. I primi a scioperare furono i lavoratori e i ferrotranvieri di Lublino, i quali bloccarono il traffico ferroviario. Ben presto, il moto di ribellione si ingrossò, toccando anche Danzica.
Lo sciopero di Danzica guidato da Lech Walesa
All’interno dei cantieri Lenin, quando si apprese che a Lublino c’era stata una manifestazione contro l’operato del governo, le associazioni sindacali organizzarono lo sciopero di Danzica del 14 agosto 1980. Si mise a votazione la decisione di occupare i cantieri, e nel frattempo partì una vasta attività di volantinaggio per convincere circa 17mila operai ad incrociare le braccia anche in segno di solidarietà verso la Walentynowicz che era stata allontanata perché, in realtà, si era permessa di denunciare le precarie condizioni di lavoro in cui versava gran parte della popolazione.
Lech Walesa si pose alla testa della grande manifestazione di protesta operaia. Questi era un elettricista che lavorava presso i cantieri navali di Gdansk, che nel 1970 era stato condannato a un anno di galera per aver incitato i colleghi a scioperare. Nel 1983 avrebbe ottenuto il Premio Nobel per la Pace, mentre dal 1990 al 1995 sarebbe diventato Presidente della Polonia al termine di elezioni democratiche. Durante lo sciopero di Danzica fu affiancato da Aleksander Hall e Andrzej Gwiazda, insieme ai quali aveva fondato i Sindacati Liberi di Pomerania, un’associazione che, considerata illegale dalle istituzioni, aveva continuato ad agire segretamente. Altro protagonista della protesta dei lavoratori fu Bogdan Borusewicz, che poi avrebbe ottenuto la carica di presidente del Senato.
Lech Walesa, leader della protesta operaia del 1980.
Si trattò di una protesta civile, durante la quale gli organizzatori invitarono tutti ad attuare uno «sciopero della solidarietà», andando ad occupare anche le fabbriche. Di fronte al dilagare del malcontento, la Diocesi di Danzica contattò la sede locale del Partito Comunista per proporre di dare un supporto religioso ai manifestanti. Nella speranza che l’intervento delle istituzioni ecclesiastiche potesse placare gli animi, le autorità locali accordarono il permesso. Fu celebrata, così, una messa all’interno dei cantieri navali, durante la quale i fedeli cominciarono a sventolare bandiere della Polonia e a mostrare ritratti di Giovanni Paolo II che, con il suo intervento del 1979, aveva dato ai cittadini vessati dalle ingiustizie la forza morale di lottare per i propri diritti.
Lo sciopero: promemoria di libertà per l’operaio
Nel corso dello sciopero di Danzica ci si adoperò per l’elezione di un Comitato di sciopero interaziendale che ebbe come leader Walesa. Dopo alcuni giorni, venne apposta sui muri dei cantieri navali una grande tavola di legno contenente le 21 richieste dei manifestanti al governo. Queste erano state scritte da Arkadiusz Ribyki, anche lui amico e collaboratore del futuro presidente polacco, nonché attivista del Movimento Giovane Polonia (RMP), una delle tante associazioni che, insieme al Comitato difesa operai (KOR) e ai Sindacati Liberi (WZZ) sarebbero poi confluiti in Solidarnosc che fu fondato ufficialmente nel settembre del 1980, proprio in virtù del movimento operaio di protesta che si era scatenato il 14 agosto a Danzica.
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