Cile, si scava ancora. Dramma dispersi
E' di 723 morti il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime del terremoto di sabato notte in Cile, ma si continua a scavare sotto le macerie e prosegue anche la ricerca dei dispersi. Per la popolazione la situazione e' sempre piu' difficile, in molte zone manca ancora l'elettricita' e comincia a scarseggiare il cibo. Il governo cileno ieri ha chiesto all'Onu l'intervento della comunita' internazionale, anche se nella notte ha dovuto stoppare un team di medici giapponesi perche' la situazione nel Paese e' ancora ''instabile'' e non e' ancora possibile accettare soccorsi internazionali. Oggi e' attesa a Santiago il segretario di Stato americano, Hillary Clinton. La visita era gia' stata fissata per salutare la presidente uscente Michelle Bachelet e dare il benvenuto al nuovo capo dello Stato, Sebastian Pinero, ma ora l'agenda sara' certamente dedicata al coordinamento dei contributi post-emergenza. Domani inoltre sara' parzialmente riaperto l'aeroporto di Santiago che aveva subito dei danni nel sisma e potrebbero quindi arrivare i primi aiuti. Per arginare i saccheggi da parte dei sopravvissuti, oltre a Concepcion, citta' vicina all'epicentro della prima devastante scossa, altre tre citta' sono state sottoposte nella notte a coprifuoco: si tratta di Talca, Cauquenes e Constitution, tutte nella regione del Maule. Secondo una prima stima del governo, il terremoto costera' al Cile 30 miliardi di dollari di danni.
UNA TRENTINA DI SCOSSE DI ASSESTAMENTO - Sono una trentina le scosse di assestamento registrate in Cile nell'area interessata dal forte sisma di 8,8 gradi Richter che ha colpito il paese sudamericano sabato scorso provocando almeno 723 morti. E' quanto si ricava dai dati pubblicati sul sito Internet dell'Istituto americano di geofisica (Usgs), un centro specializzato nel monitoraggio dei fenomeni tellurici su scala mondiale. Le scosse hanno interessato una vasta area a sud della capitale Santiago e nessuna è andata oltre i 5,8 gradi della scala Richter. Nelle giornate precedenti, la soglia della magnitudo 6 era stata superata più volte. L'ultima scossa, di 4,9 gradi Richter, è stata avvertita alle 20:26 locali di ieri (le 00:26 italiane) nella regione di Maule, una delle più colpite dal sisma. L'epicentro è stato localizzato a 50 chilometri a nord della città di Talca e a 200 chilometri a sud-ovest di Santiago.
IMPOSTO COPRIFUOCO A 3 CITTA' COLPITE - Tre nuove città della zona centrale del Cile, colpite dal terremoto e dallo tsunami di sabato scorso, sono da ieri sera sottoposte a coprifuoco notturno, per prevenire saccheggi e disordini. Lo ha annunciato il comando militare. Il generale Bosco Pesse, comandante della brigata della regione del Maule, ha reso noto che le città di Talca, Cauquenes e Constitucion, nel raggio di un centinaio di chilometri nel Maule, sono sottoposte a coprifuoco dalla mezzanotte alle 6 ora locale (dalle 4 alle 10 in Italia). A Concepcion, la più grande delle città colpite dal sisma, il coprifuoco notturno è già stato imposto domenica sera.
RITROVATO ITALIANO DISPERSO, STA BENE - Si era temuto per lui. Ma Federico Albertini, giovane insegnante di Ascoli Piceno, da tre anni a Concepcion, sta "bene" e al momento del terremoto "era fuori città", tra le più colpite dal sisma. Nell'ascolano si tira un sospiro di sollievo dopo l'angoscia delle prime ore dopo la tragedia, quando di lui si erano perse le tracce. La notizia del 'contatto' con Albertini rimbalza nel pomeriggio italiano dall'altra parte dell'Oceano. Ed è proprio l'ambasciata italiana a dare la notizia, dopo che aveva lanciato un appello - a cui lui stesso ha risposto - a farsi vivo. A spiegare i motivi per cui non era stato rintracciato arrivano le parole della famiglia, in Italia, che spiega come Federico stesse cambiando casa e non avesse al momento un indirizzo preciso in cui essere rintracciato. I diplomatici italiani in Cile - dall'ambasciata a Santiago al consolato di Concepcion, tornato operativo già ieri - hanno battuto infatti a tappeto tutti gli indirizzi degli italiani residenti. E stanno continuando a fare le verifiche - in stretto coordinamento con l'Unità di Crisi della Farnesina - su ogni segnalazione. Su ogni connazionale cioé indicato poter essere nel paese al momento del terremoto. Verifiche che proseguono e che finora non hanno registrato connazionali coinvolti. Sta bene anche l'arcivescovo italiano di Concepcion, mons. Ricardo Ezzati Andrello, originario di Campiglia dei Berici nel vicentino, del quale non si riusciva ad avere notizie. "Siamo stati contattati da una suora salesiana di Punta Arenas che ha parlato al telefono con mio zio, confermandoci che sta bene", ha riferito oggi all'ANSA uno dei nipoti che lo cercavano dall'Italia. La notte del terremoto "ero a San Fabian de Alico, nell'entroterra cileno", vicino all'epicentro del sisma, racconta intanto Andrea Fagioli, un ragazzo italiano che solo oggi, a più di 48 ore dal sisma, è riuscito a rientrare a Santiago, dove abita, e a rendersi conto di quanto sia stata distruttiva la scossa di sabato notte. "Molte zone del Paese sono completamente isolate, molta gente che sta vicinissima all'epicentro, come lo ero io, non ha idea delle proporzioni di quello che è successo", spiega in una mail.
martedì 2 marzo 2010
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