martedì 6 gennaio 2009

Le elezioni americane- il fattore Obama


Nella notte del 4 novembre scorso è stato eletto il 44° Presidente degli Stati Uniti, un uomo di colore dal nome un po’ strano: Barack Hussein Obama. Dopo aver sbaragliato il candidato democratico, la sig.ra Hillary Clinton, ha surclassato lo sfidante repubblicano John McCain. Obama si richiama a Lincoln: la sua candidatura alla Casa Bianca la annuncia a Springfield, Illinois, nello stesso luogo da cui il grande Abe iniziò la sua battaglia per abolire la schiavitù con il discorso sulla “casa divisa”. Obama è giovane (47 anni) gioca a basket, ama la musica ed è un esperto conoscitore di internet: è insomma l’uomo nuovo che tanti da tempo attendevano dopo gli otto anni tragici di George W. Bush. Obama si richiama, oltre che al citato Abe Lincoln, a Kennedy, a Martin Luther King, e molta gente si aspetta da lui un nuovo “new deal”, ma è ancora presto per vedere nel Presidente neoeletto un nuovo Roosevelt. Da non sottovalutare il fattore R, come razzismo. Dio non voglia che da qualche angolo oscuro della provincia americana sbuchi fuori un nuovo Lee Osvald, con il suo “background” di ignoranza e di razzismo, e con la pretesa di salvare la “razza” bianca “dall’umiliazione di essere governati da un mezzosangue”. Gli Stati Uniti sono un’incredibile commistione di progresso ed arretratezza, di slanci verso il futuro per noi incredibili e di violenza belluina.
La vittoria di Obama è comunque il frutto di una quarantennale marcia di avvicinamento dei vari movimenti afro-americani, ispanici e pacifisti, nelle loro articolazioni, prima per ottenere il riconoscimento di entità facenti parte della società americana e poi, con personaggi come Colin Powell e Condoleeza Rice, l'accesso alle stanze del potere.
Auguriamoci che al neoeletto Presidente degli Stati Uniti sia consentito di affrontare i tremendi compiti che lo attendono, aggravati dalla attuale crisi finanziaria mondiale, crisi che contiene inquietanti risvolti sociali da tenere in debito conto.

3 commenti:

  1. Vorrei segnalarti un sito www.nativiamericani.it perchè penso che Obama dovrà affrontare, anche, i temi dei nativi americani che vivono nel territorio degli USA, e per aggiornare il sito del movimento mondiale.
    Su Condy e Colin non mi trovo d'accordo, se sono stati accettati dal governo è perché sono d'accordo con quest'ultimo, d'altra parte non mi risulta che abbiano ricevuto minacce di morte o altro, invece J.F. kennedy, M. L. King, Malcom X hanno pagato con la loro vita il tentativo di modificare le cose in meglio

    Pedro Valigia

    RispondiElimina
  2. ok - esaminerò il sito e ne parlerò presto- ciao e grazie per l'intervento-

    RispondiElimina