1) Saluta la coppa, che poteva essere una piacevole novità.
Con Cairo ha raggiunto 4 volte i quarti in 15 anni e non li ha mai superati, mentre da 29 anni non arriva in semifinale.
La mediocrità arriva da ben prima di questa gestione fallimentare sotto l'aspetto sportivo.
2) Dal rientro dai mondiali ha perso 3 cose: un gioco accettabile, l'apporto decisivo di Vlasic e Radonjic, quell'alea di promessa possibile. Si sa che difficilmente sarà mantenuta.
Basta bloccare Miranchuk (Vlasic entra ormai in campo bloccato) e siamo fritti.
3) I pessimi risultati con squadre alla portata, annacquate dal passaggio in coppa con il Milan e dalla vittoria di Firenze in campionato, non hanno suggerito alla dirigenza di muoversi meglio.
Eppure si è fatta tanta esperienza nel tempo e non credo ai complotti o alla mala fede.
Secondo me è noncuranza e poca attenzione alle dinamiche sportive.
Così un mercato chiuso all'ultimo giorno è una scimitarra sulle speranze di passare in coppa e chiuso senza una punta è un ossimoro.
4) Juric ottiene quel giocatore che ha definito un pupillo salvo sminchiarlo alla prima conferenza stampa alla stregua di un semplice ragazzotto di belle speranze.
Tutto vero quando dice che siamo in svantaggio in certe posizioni (tenere Lukic era possibile, seppur con rischi alti) ma dire che il Toro esce indebolito dal mercato è ingiusto anche solo numericamente, avendo un (seppur probabilmente scarso) mediano in più, pure muscolare, e sulla carta un difensore in più quando Zima avrà recuperato.
5) La parte succosa dell'intervista sta nella grande ammissione: non è Vagnati che decide.
Vero Cairo?
Abbiamo un elefante nella stanza.
Stanza di cui Juric, a mio avviso, ha già ben inquadrato la porta per uscire.
Salvo la Caireide cambi trama.
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