martedì 2 agosto 2022

... 2 agosto 1980 ...

Il 2 agosto 1980 alle ore 10:25 un ordigno a tempo, contenuto in una valigia sistemata sotto un muro portante della sala d’aspetto della stazione di Bologna, esplode causando il crollo dell’ala ovest dell’edificio. La bomba, composta da una miscela di esplosivo ad alto potenziale, colpisce uno degli snodi più importanti della rete ferroviaria nazionale e in quel momento, il primo sabato di agosto, particolarmente affollato di turisti e di persone in partenza per le
vacanze. Le vittime sono 85, la più giovane ha 3 anni e la più vecchia 86, i feriti e i mutilati oltre 200. Si tratta del più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra, il culmine del “decennio delle stragi” cominciato nel 1969 in piazza Fontana a Milano. Il Presidente Pertini il giorno del funerale dirà: «non ho parole, siamo di fronte all’impresa più criminale che sia avvenuta in Italia». Vogliamo ricordare anche la figura di Renato Zangheri, sindaco di Bologna dal 1970 al 1983, gli anni più drammatici della sua storia repubblicana. Queste le sue parole in occasione dei funerali delle vittime della strage del 2 agosto: «Che cosa si è voluto? Seminare il panico, indebolire le difese della Repubblica, fino a soffocarla? Spostare l’asse politico su posizioni di cieca conservazione? O suscitare una reazione violenta, per poi, dopo averla provocata, preparare le condizioni della repressione? In queste ore di lutto non possiamo evitare le domande, lo sforzo di capire, se non vogliamo che l’angoscia si muti in disperazione. È necessario capire la logica del delitto per combatterlo».

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