I commenti al post partita di ieri sera, ennesima sconfitta contro una “grande” che poi tanto grande nemmeno è, sono gli stessi che leggo da oramai quasi tre mesi.
La squadra gioca bene, li abbiamo messi sotto, ci sono interessanti prospettive per il futuro, l’anno scorso una partita così l’avremmo persa 7-0, abbiamo perso ma a testa alta, il Milan (questa volta erano loro ma basta cambiar nome alla squadra) non ha mai tirato in porta, giocando così i risultati arriveranno….e così via fino a sublimarsi fino ad una lenta ed ineluttabile catarsi.
Freud e Bauer sarebbero certamente entusiasti di questa enorme terapia di gruppo che ci consente di effettuare un processo di liberazione da esperienze traumatizzanti e di autoconvincimento, ma se avessero tifato per il Torino di Cairo sarebbero finiti loro in analisi e poi l’avrebbero fatta finita ingoiando un tubetto di barbiturici misto a trielina.
Personalmente mi piacerebbe che il calcio fosse come il pugilato nel quale contano i punti, o la ginnastica artistica nel quale lo stile è fondamentale, al limite anche come quei tornei parrocchiali nei quali premiano tutti per l’impegno o si inventano premi pur di non scontentare nessuno.
Purtroppo però, finché non cambieranno il regolamento (e speriamo avvenga presto, magari introducendo le regole dell’oratorio: ogni tre calci d’angolo un rigore)
per vincere conta solo mettere il pallone in porta e per farlo occorre entrare in area e tirare.
Questo Torino di Juric è alla sua terza partita su 10 nella quale non segna un gol.
Questo Torino di Juric è all’ottava partita su dieci nella quale non mantiene la porta inviolata.
Questo Torino di Juric ha incontrato e regolarmente perso contro tutte le squadre contro le quali aveva perso lo scorso anno: le uniche vittorie sono arrivate contro Sassuolo e Genoa, che peraltro avevamo battuto tre volte su quattro anche lo scorso anno e contro la derelitta Salernitana.
“Eh ma il calendario è stato sfavorevole: adesso arriveranno partite abbordabili…”
Quindi la nostra prospettiva oltre alla bestemmia reiterata sarebbe quella di vincere quei 7/8 (magari 10/12 se si è molto fortunati) match contro le compagini di livello medio basso come la nostra, continuando nel contempo a prendere ceffoni non appena l’asticella si alza quel tanto che basta per creare un minimo di senso di vertigine?
Sarebbero queste le “soddisfazioni” che potremmo levarci?
Chiedo per un amico che come me non ha evidentemente mezzi sufficienti per capire ed apprezzare la bellezza della sconfitta.
C’è una immagine che è piuttosto emblematica della dicotomia esistente fra la dimensione onirica granata creata da social e stampa di regime e la realtà cinica e spietata di una tifoseria morente, ed è quella che potete vedere poco più sotto.
Un settore ospiti desolatamente vuoto, come da sempre accade.
Come abbiamo visto a Reggio Emilia e Venezia, dove invece le altre tifoserie (Fiorentina e Salernitana le ultime due in ordine di tempo) hanno gremito gli spalti e si sono riversate in massa.
È una immagine che vale più di mille commenti, mille parole, mille like o condivisioni su Facebook.
È una tifoseria morta e sepolta, che non segue più la squadra in trasferta e che in casa fa numeri ridicoli.
Strano, perché “giochiamo proprio bene….”
martedì 26 ottobre 2021
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