domenica 21 luglio 2019

... zero via zero ...


... la risposta che non mi aspettavo:

Boh,

 Io dico sempre che quando si ha paura di qualcosa vuol dire che si sta facendo qualcosa affinché accada perché ti assicuro che dal canto mio, proprio perché ho risposto e ti ho letto e mi sono avvicinata...e poi ho commentato, e poi ti ho dato delle dritte per diffondere il blog - chissà se le avrai seguite... insomma, dopo che ho fatto tutto questo non capisco perché ti senti di dovermi ancora mettere alla prova. “Ci stai o non ci stai?” La tua domanda si ripete ogni volta e io sinceramente mi sento messa un po’ con le spalle al muro... vorrei avere la Libertà di avvicinarmi, leggerti e commentare quando ne ho voglia, quando mi sento, quando sono ispirata. O banalmente quando ho tempo! E come vedi lo sto facendo. Coi miei tempi, con calma, ma non scappo da nessuna parte. D’altro canto, tengo a dirti che non amo il pessimismo cosmico. Hai visto il mondo crollare, questo è vero, ma allora io che sono nata nel bel mezzo del periodo più cretino della storia cosa dovrei dire?? Il 30 dicembre del 1981 vedevo la luce per la prima volta, dopodiché ho visto anch’io tante ombre: la fatuità degli anni 80, il crollo del Muro che sembrava la fine di una disgrazia, quando poi, dietro quello stesso muro, se ne celava una ancora più grande, ovvero l’avvento del capitalismo finanziario. Ho visto il nostro paese entrare nella UE esattamente come te ed esattamente come te ho assistito alle azioni di strozzinaggio già pronte dietro quel patto. Ho assistito all’avvento del digitale e al diabolico passaggio dalle linee telefoniche a questi maledetti apparecchi “touch” su cui teniamo la testa china tutto il giorno e da cui ti sto scrivendo anche adesso. I film qualitativamente migliori che la televisione Mi propone da quando sono nata sono quelli degli anni 80 - e questo la dice lunga. Non ho mai avuto una televisione educativa, non ho mai avuto un cinema che fosse arte, non ho mai avuto nemmeno una piazza su cui discutere più o meno animatamente, su cui confrontarmi con i miei compagni di viaggio! Solo questo maledettissimo mondo digitale che, tuttavia, ci ha permesso di conoscerci. Non ho coetanei qui a Milano con cui parlare di politica, di cultura, ma neanche di sentimenti, di vita, di sogni! È tutto un fare e andare, è tutto un comprare e poi mostrare. È tutto Maledettamente... a consumo! Compresi i rapporti Interumani! E allora? Pensi che sto qui a raccontare che non c’è Speranza per questo? Sto qui a dire che hanno vinto loro?
 Caro Renato, tu ti sei rivolto a left, e questo non credo sia un caso, né posso prendere sottogamba il fatto che abbia scelto proprio questo come giornale di riferimento. Left è l’acronimo delle tre parole che la rivoluzione francese portava con sé: Libertè, egalitè, fraternité, ma manca una lettera, se ci fai caso, ed è la T. T sta per Trasformazione ed è attraverso questa proposta che questo a parer mio magnifico settimanale affonda le sue radici più solide. Ma se ti interessa saperne qualcosa in più, il caso vuole che il Prossimo weekend io sia a Torino - ho una sorella che vive lì e che verrò a trovare. Se hai il tempo di un caffè sabato, ne parliamo Meglio. Fammi sapere che ne pensi!

Costanza

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