lunedì 16 agosto 2010

...Caro Piero...

Caro Piero,
Eccomi a tentare una risposta al tuo scritto del 9 agosto (data di spedizione). Confesso di invidiare un po’ la tua capacità di scrittura, dilagante su più fogli … a me ultimamente succede di scrivere sul blog nulla più di frasi, pensieri smozzicati, balbettii segnati da un rimpianto che mi scava dentro, atrocemente.
Ringrazio Dio per questo lavoro che mi impegna moltissimo e che distoglie la mia mente da quel l’unico pensiero, il pensiero di lei che non è più accanto a me … mentre scrivo i miei occhi si riempiono di lacrime, è più forte di me, per ora la mia situazione emotiva è questa.
Sto leggendo il libro da te consigliato, ma non ne sono entusiasta: mi pare più che altro uno strampalato testo new age, fumoso e inconcludente: scorrere le sue pagine non mi ha procurato alcuna emozione, lo trovo noioso, almeno per ora …
Per quanto concerne la tua dissertazione sul punto 3) hai ragione, c’è contraddizione tra la mia conclamata fede cristiana e questo dolore continuo, questo rimpianto per un essere che invece dovrei sentire vicino in spirito, perché lo spirito sopravvive all’ involucro del corpo …, ma tant’è, è la mia umana debolezza che cerca di prevalere, e molte volte ci riesce…
Riprendo il testo oggi, 16/8/2010 dopo aver impegnato il pomeriggio nel cambio dei fili da stendere, riflessione: potevo pur farlo quando c’era ancora Elisa, le avrei fatto piacere … ma mi sorprendo a fare ora tanti lavori a cui prima non avevo pensato … a mezzogiorno ero a pranzo da Giovanna, sono stato bene con lei ed al momento del congedo l’ho abbracciata forte forte dicendole che la penso sempre e che mi sento legato a lei in modo speciale …
Ecco, la vicinanza di persone veramente amiche può stimolare una riflessione ed un comportamento più in linea con la fede professata, il loro esempio può contribuire ad illuminare le nostre menti sulla via da seguire in questi momenti così difficili … nel mio caso la mia amica Giovanna è diventata un punto di riferimento per la sua davvero cristiana rassegnazione all’ineluttabilità della perdita di una persona cara.
La ricerca della pace interiore può insomma seguire strade diverse tra loro, ma il punto di arrivo credo sia unico: il riconoscimento dell’esistenza di un essere superiore, umanizzato o no da cui tutto deriva ed a cui tutto ritorna, prima o poi.
Io continuo la mia vita, giorno per giorno, non programmo più a lunghissima scadenza, ma a breve si e cerco di conformarmi allo stile di vita che caratterizzava il nostro rapporto, così speciale, con qualche modifica, dettata dalle mie esigenze e dal mio gusto per il nuovo, dai miei interessi etc.
Trovo positivo questo carteggio che stimola la nostra ricerca interiore e mi auguro che prosegua ancora a lungo.
“semper ad maiora”
Renato

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