martedì 26 maggio 2015
Quel vessillo nero che sventola su Palmira
Da qualche giorno, su uno dei siti Patrimonio Mondiale UNESCO sventola una bandiera nera, quella del sedicente Stato Islamico. Si tratta di Palmira, sito archeologico a 240 km a nord-est di Damasco in Siria, uno dei centri culturali più importanti del mondo antico.
“La sposa del deserto” (così è soprannominata Palmira) è stata rapita da un gruppo di terroristi, che inseguono un progetto di distruzione e di odio. Le milizie dal vessillo nero stanno in queste ore abusando della nostra Palmira, sfigurandone per sempre la sua bellezza, per millenni rimasta intatta nei suoi tratti più distintivi, scalfiti per lo più solo dal tempo e dal vento del deserto. Sì, ho scritto la “nostra” Palmira. I siti del Patrimonio Mondiale, infatti, appartengono a tutte le popolazioni del mondo, rappresentano l’eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo alle generazioni future. Anche per questo ciò che sta accadendo in Siria e in Iraq riguarda così profondamente l’intera umanità. Ogni giorno questi criminali cancellano allo stesso tempo un pezzo del nostro passato, un pezzo del nostro presente, un pezzo del nostro futuro. E’ arrivato il momento di reagire, rinunciando a timidezze ed esitazioni. La diplomazia e la politica internazionale hanno bisogno del supporto di tutti noi, anche e soprattutto di quella “comunità internazionale dei saperi” fatta di intellettuali, artisti, pittori, musicisti, scrittori, poeti, attori, scienziati, ricercatori, professori, giornalisti.
I siti del Patrimonio Mondiale Unesco,
infatti, appartengono a tutte
le popolazioni del mondo
È tempo di unire le forze e difendere ancora una volta attraverso tutti i linguaggi delle arti e delle scienze umane i valori di pace e di rispetto dei diritti umani fondamentali. L’odio e le ingiustizie si combattono principalmente con la diplomazia preventiva, con una politica illuminata, con le armi del dialogo. Ma una poesia, una canzone, un dipinto, una scoperta scientifica, una lezione a scuola, un articolo, un passo di danza, una scultura non possono che aiutare a diffondere in questo mondo bellezza, verità, giustizia. E allora, riscopriamo l’importanza del ruolo di ciascuno di noi all’interno della società.
All’intolleranza, al fanatismo, alla distruzione cieca, rispondiamo con la creatività, con l’ispirazione artistica, con il dialogo tra culture diverse, con l’impegno civile. Perché questa battaglia di umanità si potrà vincere solo così, insieme.
PAOLO PETROCELLI
Co-Fondatore e Presidente, Comitato Giovani
della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO
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